Sabato 31 maggio, ore 20:00, Garanča in recital al Teatro di San Carlo

La Stagione di Concerti 2024-25 al Teatro di San Carlo prosegue con un nuovo appuntamento della rassegna dedicata alle grandi voci della lirica contemporanea. Protagonista del prossimo recital, in calendario sabato 31 maggio alle ore 20:00, sarà Elīna Garanča con, al pianoforte, Malcolm Martineau.

Il ricco programma spazia dalla Germania alla Francia, dalla Russia alla Spagna con rapide incursioni in Italia e in Lettonia. È chiaro il fil rouge che lega le proposte in locandina: un percorso nel sentimento, con le sue molteplici sfumature e declinazioni.

Il viaggio prende le mosse dal Romanticismo tedesco con una selezione di Lieder di Johannes Brahms da diverse raccolte: “Liebestreu”, “Geheimnis”, “Wir wandelten”, “O wusst ich doch”, “Alte Liebe”, “Die Mainacht” e “Von ewiger Liebe”.Si approda in Franciacon tre arie d’opera: “D’amour l’ardente flamme” da “La damnation de Faust” di Hector Berlioz, “Mon cœur s’ouvre à ta voix” da “Samson et Dalila” di Camille Saint-Saëns e “Plus grand, dans son obscurité” di Charles Gounod. Si prosegue quindi in Russia con Pëtr Il’ič Čajkovskij e Sergej Rachmaninov proponendo, del primo, l’aria “Da, chas nastal… Prastitye vi” da “La pulzella d’Orléans” e, del secondo, una serie di romanze: “Ne ver mne, drug!”, op. 14 n. 7; “Son”, op. 8 n. 5; “O, ne grusti!”, op. 14 n. 8; “Vesennije vodi”, op. 14 n. 11. Incursione in Italia con “Voi lo sapete, o mamma” da “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, per poi raggiungere l’ultima tappa, la Spagna. Sono due le proposte dalle zarzuelas di Ruperto Chapí: “Cuando está tan hondo” da “El Barquillero” e “Carceleras” da “Las hijas del Zebedeo”. Tra le due la più celebre rilettura francese dell’anima spagnola: “L’amour est un oiseau rebelle” dalla “Carmen” di Georges Bizet. Parentesi di pianoforte solo con “Clair de lune” dalla “Suite bergamasque” di Claude Debussy e la “Berceuse” di Jāzeps Vītols, uno dei padri della musica classica lettone.

Con una straordinaria carriera pluridecennale, Elīna Garanča è un mezzosoprano di fama internazionale. Il suo percorso da Riga, in Lettonia, ai più prestigiosi teatri d’opera del mondo, è stato segnato da straordinaria abilità e dedizione costante. Elīna si esibisce regolarmente alla Metropolitan Opera, alla Wiener Staatsoper, alla Royal Opera House – Covent Garden, al Festival di Salisburgo, al Festspielhaus Baden-Baden, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, alla Deutsche Oper Berlin, alla Carnegie Hall di New York e alla Wigmore Hall di Londra e continua a esibirsi in concerti, festival e recital in tutto il mondo.

Malcolm Martineau si è esibito in tutto il mondo al fianco dei più grandi cantanti del panorama internazionale e ha calcato i palcoscenici più prestigiosi al mondo, tra cui Barbican Centre, Staatsoper Berlin, Carnegie Hall, Concertgebouw, Gran Teatre del Liceu, Teatro Mariinskij, Metropolitan Opera, Bayerische Staatsoper, Opéra National de Paris Royal Opera House, La Scala, Sydney Opera House, Teatro Real, Mozarteum di Salisburgo, Suntory Hall di Tokyo, Konzerthaus di Vienna, Musikverein e Wiener Staatsoper, tra gli altri. Ha inoltre partecipato ai Festival di Aix-en-Provence, Vienna e Salisburgo.

Con gentile preghiera di pubblicazione e/o diffusione

Rossana Russo,

Responsabile della comunicazione creativa e strategica e relazioni con la Stampa

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/ Concerto

31 Maggio 2025

Elīna Garanča

Mezzosoprano | Elīna Garanča
Pianoforte | Malcolm Martineau

Programma

Johannes Brahms,
6 Gesänge, op. 3: I. “Liebestreu”
5 Gesänge, op. 71: III. “Geheimnis”
4 Lieder, op. 96: II. “Wir wandelten”
Lieder und Gesängeop. 63: VIII. “O wusst ich doch”
5 Gesänge, op. 72: I. “Alte Liebe”
4 Gesänge, op. 43: II. “Die Mainacht” / “Von ewiger Liebe”

Hector Berlioz, La damnation de Faust, “D’amour l’ardente flamme”
Claude Debussy, Suite bergamasque, III. “Clair de lune”
Camille Saint-Saëns, Samson et Dalila, “Mon cœur s’ouvre à ta voix”
Charles Gounod, La reine de Saba, “Me voici… Plus Grand, dans son obscurité”
Piotr I. Tchajkovskij, La Pulzella d’Orléans, “Da, chas nastal… Prastitye vi”

Sergej Rachmaninov,
“Ne ver mne, drug!”, op. 14 n. 7
“Son”, op. 8 n. 5
“O, ne grusti!”, op. 14 n. 8
“Vesennije vodi”, op. 14 n. 11
Jāzeps Vītols, Berceuse
Pietro Mascagni, Cavalleria Rusticana, “Voi lo sapete, o mamma”
Ruperto Chapí, El Barquillero, “Cuando está tan hondo”
Georges Bizet, Carmen, “L’amour est un oiseau rebelle”
Ruperto Chapí, Las hijas del Zebedeo, “Carceleras”

debutto al Teatro di San Carlo


Teatro di San Carlo | CREMISI

sabato 31 maggio 2025, ore 20:00 – GRANDI VOCI – CREMISI – VII

Durata: 1 ora e 20 minuti circa, con intervallo

L’ESTATE 2025 DEL TEATRO MASSIMO DAL 22 GIUGNO

L’omaggio a Santa Rosalia, il dialogo fra musica e cinema,

la valorizzazione del canto lirico, della danza e del repertorio corale

Rancatore, Buonvino, Piparo, Parrinello tra gli ospiti

Ad inaugurare il programma il 22 giugno

“CantVs. Canto per Santa Rosalia”

composizione commissionata alla compositrice Maria Chiara Casà

in prima esecuzione assoluta

Il Maestro Alvise Casellati è il nuovo direttore artistico della Fondazione

Con una nuova commissione musicale dedicata a Santa Rosalia, il Teatro Massimo di Palermo dà il via il 22 giugno al programma di concerti e spettacoli dell’estate 2025. Un percorso artistico che intreccia memoria, identità culturale e apertura internazionale e che si sviluppa lungo cinque assi tematici fondamentali: la celebrazione di Santa Rosalia a 400 anni dal primo Festino, in continuità con le attività della scorsa estate per il quarto centenario dal rinvenimento delle spoglie della patrona di Palermo; il dialogo fra musica e cinema, dai grandi classici del muto fino alla cinematografia italiana più recente, rappresentata da un compositore come Paolo Buonvino; la valorizzazione del canto lirico, patrimonio immateriale dell’umanità, con tre concerti dell’Orchestra del Teatro Massimo e cantanti affermati o giovanissimi, prevalentemente siciliani; l’ampiezza e la profondità del repertorio corale, con una particolare attenzione alla musica sacra; e infine il rinnovato impegno per la danza e per il Corpo di ballo della Fondazione, una delle uniche quattro in Italia ad avere una compagnia stabile. La programmazione dei concerti e degli spettacoli si svolgerà prevalentemente in Sala Grande, nel cuore della città che in estate accoglie migliaia di turisti, e si arricchisce di appuntamenti in sedi esterne di grande prestigio.

Parallelamente a questo programma la Fondazione ha impaginato altre due sezioni: l’ESTATE YOUNG e il MASSIMO PER LA CITTÀ.

L’ESTATE YOUNG è dedicata ai complessi giovanili e alla crescita del loro percorso formativo, con un fitto programma di concerti, recital e performance nelle sale del Teatro, sulla scalinata monumentale, nelle piazze della città. Un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per crescere artisticamente e confrontarsi con il pubblico. Tra gli spettacoli di punta, la partecipazione a “Per amore di Rosalia – 401° Festino S. Rosalia” che tornerà in scena in Sala Grande l’11 e il 13 luglio alle 21.00. Lo spettacolo, che ha registrato il tutto esaurito la scorsa estate, vedrà protagonista la Massimo Kids Orchestra diretta dal maestro Michele De Luca con la Compagnia Teatrale Ditirammu, i Giovani del Ditirammu Lab, e la regia di Elisa Parrinello. Musiche di Salvatore Nogara e Giovanni Parrinello.

La seconda sezione è il MASSIMO PER LA CITTÀ, un progetto di teatro diffuso nato per portare la musica oltre i confini fisici del Teatro, e coinvolge tutti i complessi del Teatro Massimo in una vasta campagna di concerti nei 25 quartieri cittadini, che iniziano in estate e proseguiranno nei mesi

successivi. Sono previsti appuntamenti in tutti i quartieri della città, dai monumenti storici (Palazzo Reale, Cappella Palatina, Orto Botanico) ai quartieri di Borgo Vecchio e Ballarò, alle periferie (Brancaccio, Sperone, ZEN, Borgo Nuovo), includendo ospedali, scuole, chiese, carceri minorili, cortili, istituti militari e piazze, mettendo la musica al servizio della comunità cittadina. Anche questo progetto vedrà sia la partecipazione dei professori d’orchestra che quella delle formazioni giovanili, con la sezione Kids for Kids, coinvolte in una duplice valenza: formativa per i giovani musicisti che avranno l’opportunità di vivere esperienze professionali in contesti reali e con repertori impegnativi in ensemble di varia natura; e sociale, portando musica di qualità in aree spesso escluse dai circuiti culturali, favorendo inclusione culturale e partecipazione diffusa.

IL PROGRAMMA

DELL’ESTATE DEL TEATRO MASSIMO

1. SANTA ROSALIA, 400 ANNI DAL PRIMO FESTINO

L’inaugurazione della stagione, il 22 giugno alle ore 21:00 in Sala Grande, è dedicata a Santa Rosalia, patrona di Palermo, in occasione del quattrocentesimo anniversario del primo Festino. Il Teatro Massimo celebra questa ricorrenza con “Canto per Santa Rosalia”, un’opera appositamente commissionata alla giovane compositrice Maria Chiara Casà, proposta in prima esecuzione assoluta. Il programma della serata vedrà protagonisti il Coro del Teatro Massimo e il Coro di voci bianche con musiche corali di Gabriel Fauré, affidate alla direzione di Salvatore Punturo, maestro del Coro della Fondazione.

2. IL CANTO LIRICO, PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UMANITÀ

Il canto lirico, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità, è uno dei cardini della stagione e sarà al centro di tre serate di gala che valorizzeranno grandi voci e il repertorio operistico italiano: Il 24 giugno per “Opera in concerto” il direttore Alberto Maniaci guida l’Orchestra del Teatro in un programma che abbraccia Bellini, Verdi, Rossini e Donizetti. Protagonisti della serata saranno il soprano Desirée Rancatore, di recente acclamata nell’Elisir d’amore di Donizetti al Teatro Massimo, e il tenore Francesco Castoro. Un programma che verrà poi riproposto in autunno, in occasione della prima tournée in Vietnam dell’Orchestra del Teatro Massimo, invitata al Teatro di Hanoi nell’ambito di un nuovo accordo di collaborazione tra le due istituzioni. Il 28 giugno, l’opera è ancora protagonista con la direzione di Salvatore Percacciolo, il soprano Ilaria Monteverdi e il baritono Andrea Piazza, talenti emergenti e già premiati nel panorama operistico nazionale, con un programma che propone capolavori di Mozart, Rossini, Verdi e Donizetti. Il terzo appuntamento lirico il 3 luglio, vede il ritorno sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo del maestro Gianna Fratta, con un programma che fa dialogare l’opera francese di Bizet, Massenet e Offenbach e il repertorio italiano tra fine Ottocento e inizio Novecento, con pagine anche di raro ascolto di Wolf Ferrari, Leoncavallo e soprattutto Puccini e le voci dei soprani Maria Cristina Napoli e Federica Maggì e dei tenori Samuele Di Leo e Davide Battiniello, che concluderanno con il quartetto dalla Rondine, opera per la quale Puccini realizzò delle modifiche nel 1920 quando fu eseguita al Teatro Massimo di Palermo.

3. IL REPERTORIO CORALE: SPIRITUALITÀ E IMPEGNO CIVILE

Il repertorio corale, sarà un elemento centrale della stagione estiva in diversi appuntamenti: Il 5 e 6 luglio, con la direzione di Salvatore Punturo, il Coro del Teatro Massimo e un ensemble orchestrale eseguiranno un trittico di opere potenti che alterna lingue e tradizioni liturgiche diverse e include i Chichester Psalms di Leonard Bernstein, l’Agnus Dei di Samuel Barber e il Te Deum di Antonín Dvořák. Il 19 luglio, giorno della commemorazione della strage di via D’Amelio, in memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, verrà eseguito Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms, nella versione per pianoforte a quattro mani. Il Coro del Teatro Massimo, con le voci del soprano Ginevra Gentile e del baritono Andrea Borghini, sarà accompagnato dai pianisti Giuseppe Cinà e Matteo Londero. Completa il programma corale il concerto del 16 luglio, con brani di Johannes Brahms, Robert Schumann ed Edward Elgar eseguiti dal Coro del Teatro Massimo con, al pianoforte a quattro mani Giuseppe Cinà e Matteo Londero, diretti dal maestro del Coro Salvatore Punturo.

4. MUSICA E CINEMA: IMMAGINI CHE SUONANO

Il legame tra musica e cinema viene esplorato attraverso quattro appuntamenti in programma:

il 2 luglio, sulla Scalinata monumentale, l’attore e cuntista Salvo Piparo racconterà Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni con riferimenti alla celebre scena del film Il padrino III girata proprio in quel luogo da Francis Ford Coppola. Il 15 luglio (con replica il 16 luglio al Teatro Antico di Taormina) il concerto “Musica da Oscar”, diretto da Maurizio Billi, proporrà un repertorio di colonne sonore firmate da Ennio Morricone, John Williams, Nino Rota, Bernard Herrmann e Astor Piazzolla, interpretate dall’Orchestra del Teatro e dal soprano Anna Kazlova.

Il giorno successivo, 17 luglio, il compositore Paolo Buonvino rinnoverà la collaborazione con il Teatro Massimo con un concerto dal vivo dei suoi percorsi musicali tra cinema, televisione e teatro. Chiuderà la sezione “musica e cinema” il 20 luglio, Timothy Brock, direttore e raffinato conoscitore del repertorio di musica per film, che dirigerà l’Orchestra del Teatro in un evento speciale: la proiezione di tre mitici film muti “The Immigrant” di Charlie Chaplin, “Liberty” di Laurel & Hardy e “One Week” di Buster Keaton, che saranno accompagnati da partiture eseguite dal vivo.

5. LA DANZA: TRA NUOVE COREOGRAFIE E GRANDI PERSONAGGI FEMMINILI

Due importanti serate dedicate alla danza, vedono protagonista il Corpo di ballo della Fondazione diretto da Jean-Sébastien Colau: Il 29 giugno, “Olimpo – Serata di Danza”, presenterà tre nuove coreografie create da Lucia Ermetto, Marcello Carini e Alessandro Cascioli, tersicorei del Corpo di ballo della Fondazione. Le coreografie saranno danzate su musiche di Vivaldi, Bach, Händel, Mozart e Rameau, eseguite su base registrata. I tre momenti sono διάλογος – Il simposio dei miti di Marcello Carini, che partendo da Platone esplora i chiaroscuri dell’anima, nel dialogo tra apollineo e dionisiaco; Colui che scioglie di Alessandro Cascioli, che si concentra sulle figure del seguito di Dioniso, in particolare il satiro, immortalato dalla famosa scultura del Satiro danzante ritrovata nel 1997 nel Canale di Sicilia; infine Donne di Lucia Ermetto, che partendo da una poesia di Alda Merini crea un inno alle tante diverse sfaccettature della personalità femminile, con sette interpreti del Corpo di ballo del Teatro. La chiusura della stagione dal 27 al 31 luglio, è affidata allo spettacolo Fatalità che unisce danza e musica per riflettere su figure femminili tragiche della letteratura e dell’opera, attraverso quattro tableaux: Giulietta, Traviata, Anna Karenina e Carmen. L’allestimento è del Teatro dell’Opera di Tirana con le coreografie di Toni Candeloro. La drammaturgia musicale attinge a Bizet, Čajkovskij, Verdi e Prokofiev, in un intreccio potente che spazia da Shakespeare a Tolstoj, con quattro tragici destini di donne morte per amore. Protagonista nuovamente il Corpo di ballo della Fondazione, diretto da Jean-Sébastien Colau, affiancato dall’Orchestra del Teatro Massimo diretta da Alessandro Ferrari.

ESTATE YOUNG

2025

La stagione estiva 2025 delle formazioni giovanili della Fondazione Teatro Massimo si preannuncia come un’intensa esperienza artistica, educativa e sociale, capace di coinvolgere centinaia di giovani musicisti in un percorso di crescita attraverso la musica d’insieme, il palcoscenico e il dialogo con il territorio. Il calendario offrirà una varietà di eventi che spazieranno dai recital solistici alle grandi formazioni orchestrali e corali, dalle esibizioni sul palcoscenico e nelle sale del Teatro Massimo, senza trascurare lo spazio esterno della scalinata, fino alle importanti partecipazioni a rassegne e festival in ambito regionale. Tutto ciò confermerà l’impegno della Fondazione a valorizzare il talento delle nuove generazioni e a promuovere la musica come strumento di formazione, coesione e cittadinanza attiva.

L’avvio della stagione estiva coincide con il rinnovo del sostegno che, anche quest’anno, Cassa Depositi e Prestiti offre alle formazioni giovanili della Fondazione Teatro Massimo e in modo particolare alla Massimo Kids Orchestra e alla Massimo Youth Orchestra.

La stagione si aprirà nel segno del pianoforte, con i concerti “PIANO YOUNG”, veri e propri laboratori di interpretazione solistica per i giovani pianisti delle formazioni giovanili. La storica Sala degli Stemmi e la scalinata monumentale ospiteranno tanti appuntamenti dedicati ai grandi maestri del repertorio pianistico: da Mozart e Beethoven a Chopin, Liszt, Schumann, Debussy fino a grandi autori di oggi come Einaudi. Questo ciclo di eventi all’inizio dell’estate è una filiazione rispetto all’appuntamento autunnale con Piano City, nel quale da diversi anni i giovani pianisti delle formazioni giovanili del Teatro Massimo hanno un ruolo di primo piano.

In Sala Grande saranno proposte produzioni di ampio respiro che coinvolgeranno l’intera macchina artistica giovanile della Fondazione. L’attenzione sarà rivolta anche al repertorio corale, ad esempio in occasione del concerto che coinvolgerà il Coro di voci bianche e la Cantoria della Fondazione diretti da Salvatore Punturo e Giuseppe Ricotta. Da segnalare la ripresa, dopo il successo dello scorso anno, dello spettacolo “Per amore di Rosalia”, con la Massimo Kids Orchestra diretta da Michele De Luca impegnata in un dialogo tra musica, teatro e tradizione popolare, arricchito dalla collaborazione con la Compagnia Ditirammu e i giovani del Ditirammu Lab e dalla regia di Elisa Parrinello, con due date, l’11 e il 13 luglio, nella settimana del Festino.

Altri appuntamenti sulla Scalinata Monumentale, per “Stairway to the Stars”, vedranno protagonisti il 4 luglio l’Ensemble di Ottoni e Percussioni della Massimo Youth Orchestra e il 24 luglio le giovani voci della Cantoria in un recital serale all’aperto.

Altri piccoli ensemble strumentali – le Arpe e l’Ensemble di Clarinetti della Massimo Youth Orchestra – saranno protagonisti alla fine di luglio di concerti cameristici in Sala Stemmi che metteranno in luce la varietà timbrica e la qualità formativa delle sezioni orchestrali giovanili.

Da segnalare infine la partecipazione, il 21 giugno, alla Festa della Musica promossa dal Ministero della Cultura con il concerto che avrà luogo alle 10.30 sulla Scalinata del Teatro, con la Marching Band della K&Y Orchestra diretta da Vincenzo Alioto.

TCBO: IL DEBUTTO DEL VIOLINISTA JOSEF ŠPAČEK CON IL CONCERTO GREGORIANO DI RESPIGHI. DIRIGE MARTIJN DENDIEVEL

In programma anche la Sinfonia detta “Jupiter” di Mozart

Sabato 31 maggio alle 20.30, Auditorium Manzoni

Sta emergendo come uno dei maggiori violinisti della sua generazione il virtuoso ceco Josef Špaček, che debutta nella Stagione Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna interpretando il Concerto gregoriano per violino e orchestra P 135 del compositore bolognese Ottorino Respighi. Sul podio, sabato 31 maggio alle 20.30 all’Auditorium Manzoni, torna il direttore d’orchestra belga Martijn Dendievel – impegnato in questi giorni anche nel Così fan tutte – che propone, inoltre, la Sinfonia n. 41 in do maggiore detta “Jupiter” K 551 di Wolfgang Amadeus Mozart.

Apprezzato dal «Telegraph» per la straordinaria “ricchezza e varietà timbrica” e recentemente ospite della Chicago Symphony Orchestra, della Gewandhausorchester di Lipsia e della Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, Špaček suona una pagina che lo stesso Respighi riteneva tra le sue migliori. Nata dall’interesse nei confronti della polifonia e della musica antica e frutto dell’incontro con un gruppo di cultori del canto gregoriano che il compositore fece nel suo periodo romano, il Concerto gregoriano vide la luce nel 1921 e fu eseguito per la prima volta l’anno seguente nel tempio sinfonico romano dell’Augusteo, con Bernardino Molinari come direttore e Mario Corti come solista.

Celeberrima la Sinfonia mozartiana che completa il programma, ribattezzata “Jupiter” probabilmente dall’impresario Johann Peter Salomon per la sua maestosità “olimpica” e per il carattere limpido e luminoso conferitole anche dalla tonalità di do maggiore. Si tratta della terza tra le ultime tre sinfonie scritte a Vienna dal “genio di Salisburgo” nell’estate del 1788 – n. 39 in mi bemolle maggiore, n. 40 in sol minore e, infine, n. 41 in do maggiore – immaginate dal compositore come un trittico  sinfonico unico, come ribadito anche dal direttore d’orchestra Nikolaus Harnoncourt che le definì “oratorio strumentale”..

I biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo. 

Per ogni concerto della Stagione Sinfonica 2025 prosegue “Note a margine”, una rassegna di incontri con il pubblico che si tengono circa 30 minuti prima dell’inizio del concerto presso il foyer del bar dell’Auditorium Manzoni. 

STAGIONE SINFONICA 2025 DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA 

  Sabato 31 maggio ore 20.30, Auditorium Manzoni 

  Martijn Dendieveldirettore 

Josef Špaček violino

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna 

PROGRAMMA

Ottorino Respighi

Concerto gregoriano per violino e orchestra P 135

  1. Andante tranquillo
  2. Andante espressivo e sostenuto
  3. Finale (Alleluja), Allegro energico

Wolfgang Amadeus Mozart

Sinfonia n. 41 in do maggiore “Jupiter” K 551

  1. Allegro vivace
  2. Andante cantabile
  3. Minuetto e trio. Allegretto
  4. Molto Allegro

1 e 2 giugno al Ravenna Festival, Pala De Andrè : “Cantare amantis est”, con Riccardo Muti e 3000 coristi provenienti da tutte le regioni

CANTARE AMANTIS EST (Cantare è proprio di chi ama, Sant’Agostino)

Un viaggio nella coralità diretto da RICCARDO MUTI

PALA DE ANDRÉ 1 GIUGNO ore 15-20  2 GIUGNO ore 10.30-13 e 15.30-18.30

È Ravenna la meta del viaggio dell’Amicizia di Ravenna Festival 2025, protagonisti gli oltre 3000 coristi da tutt’Italia che l’1 e 2 giugno si uniranno a Riccardo Muti nel segno di Giuseppe Verdi per due giorni di lezioni, approfondimenti e prove nell’ambito del nuovo progetto Cantare amantis est, curato da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi.

“Cantare amantis est”: il nuovo progetto, curato da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, che emerge nel lungo cartellone di Ravenna Festival 2025 si inserisce nel solco di quelle Vie dell’Amicizia tracciate da Riccardo Muti per oltre un quarto di secolo, attraverso il mondo, da Sarajevo a New York, da Gerusalemme a Kiev, gettando “ponti” di fratellanza e richiamando alla speranza e alla pace popoli feriti da guerre, catastrofi, secolari incomprensioni, ritrovando antiche radici dimenticate, intrecciando fedi e culture diverse

In questo caso la meta del viaggio è Ravenna stessa, o meglio è la voce, l’anima, il cuore, di tutti coloro che in questa città approderanno per prendervi parte. E il senso, il significato profondo è riassunto appunto nelle parole di Sant’Agostino: “cantare amantis est”, cantare è proprio di chi ama. Eccolo il segreto del canto e soprattutto del canto corale: l’amore, la passione, l’anelito verso la pace.  Perché, come sottolinea Riccardo Muti, «cantare e far musica insieme è l’esempio più vivo di una società che attraverso l’armonia e la bellezza tende al bene comune».

Allora ecco che il viaggio si traduce in una sorta di masterclass condotta dalla mano esperta di Riccardo Muti, aperta a tutti (cori amatoriali e professionali, cantori esperti e principianti, di qualsiasi età e tessitura), libera e gratuita, a cui hanno risposto in oltre 3000 da tutt’Italia e che si tiene l’1 e il 2 giugno al Pala de André. Per vivere il canto corale come un’esperienza di vera e propria comunità che si trasforma a sua volta in spettacolo, perché tutte le sessioni di studio e di prova saranno aperte al pubblico: un’occasione preziosa, anche dalla platea, per scoprire il lavoro che sta dietro l’esecuzione musicale e cogliere le intenzioni che il compositore ha riversato nella partitura.

Un progetto che è lo stesso maestro Muti a spiegare: «in questo momento drammatico, in cui il mondo è una polveriera accesa, in cui le persone continuano a morire sotto le bombe, i popoli europei si chiedono se investire sulle armi mentre i terremoti fanno migliaia di vittime e distruzione, i bambini vengono privati della vita e di un futuro; in questo momento, ho voluto lanciare una Chiamata, un appello rivolto a tutte e a tutti, senza distinzione di provenienza, età, sesso, professioni, religioni».

Si tratta così di un evento unico, irripetibile: condividere la passione per la musica e il canto misurandosi con alcune delle pagine più celebri di Giuseppe Verdi – “Va’ pensiero” da Nabucco, “Patria oppressa!” da Macbeth e “Jerusalem!… Jerusalem!” da I Lombardi alla prima crociata – sotto la guida del Maestro che del grande compositore è l’interprete per eccellenza.

Per compiere insieme, sempre secondo le parole di Riccardo Muti, «un vero Viaggio nella coralità come unione dei popoli e dei sentimenti, perché il canto è espressione della nostra anima e delle differenze che abitano in ognuno di noi. Per questo ho il desiderio di incontrare quante più persone possibili a Ravenna per cantare insieme, trasformandoci in un unico, grande Coro per un nuovo Viaggio dell’Amicizia fatto attraverso la musica di Verdi. Fondendo così le nostre voci in un messaggio di unione, solidarietà, e costruzione di pace».

71° Festival Puccini 2025 : nel Gran Teatro all’aperto sulla riva del lago di Massaciuccoli gli interpreti più celebri di oggi protagonisti di cinque opere del compositore toscano

Un Gala con Anna Netrebko, Tosca, La bohème, Turandot, Madama Butterfly, Manon Lescaut, una versione di Suor Angelica su misura per il Parco, concerti da camera, danza e un omaggio a Morricone

Agresta, Blanch, Buratto, Feola, Giannattasio, Kurzak, López Moreno, Machaidze, Maslova, Pirozzi, Siri tra i soprani; Alagna, Costanzo, Eyvazov, Fabiano, Ganci, Grigolo, Kunde, Meli, Tetelman tra i tenori, Micheletti, Prato, Salsi, Sgura tra i baritoni, Pertusi e Prestia tra i bassi compongono i cast d’eccezione del 2025

In anteprima i titoli del 2026 con il centenario di Turandot

Comincia un nuovo corso per il Festival Puccini di Torre del Lago – Viareggio che, per la 71a edizione, si presenta rinnovato nella governance, rafforza gli accordi con le istituzioni nel nome del compositore toscano e riparte dalle voci: dal 18 luglio al 6 settembre 2025, cinque i titoli – Tosca, La bohème, Turandot, Madama Butterfly e Manon Lescaut cui si aggiunge un Gala con Anna Netrebko – per diciassette serate (tutte alle ore 21.15) che avranno per protagonisti gli interpreti più apprezzati dei nostri giorni, riuniti dal nuovo direttore artistico Angelo Taddeo in unico cartellone per celebrare Giacomo Puccini che proprio a pochi passi dal Gran Teatro all’aperto aveva il suo luogo d’elezione, «qui ho trovato la pace dell’anima» come scriveva, la sua Villa, oggi Museo curato dalla Fondazione Simonetta Puccini.

Per la prima volta, pronto anche il programma della prossima edizione, la 72a nell’estate 2026, dedicata al centenario di Turandot che aprirà il festival il 17 luglio in un nuovo allestimento (repliche il 24 luglio, 1, 20 e 28 agosto), seguita da Tosca (18 e 31 luglio, 8 e 21 agosto), La bohème (26 luglio, 6 e 27 agosto), Madama Butterfly (7 e 22 agosto, 4 settembre) e La fanciulla del west (29 agosto, 5 settembre). In occasione delle celebrazioni per Turandot, saranno allestite altre due opere scritte da altri compositori sul medesimo soggetto: il 4 luglio, nel Parco della Musica, sarà allestita Turanda di Antonio Bazzini (1867) mentre l’11 luglio, nell’auditorium Caruso, Turandot con la musica però di Ferruccio Busoni (1917). Il 22 luglio, nel Gran Teatro, ci sarà invece un Gala lirico.

«Il Festival Puccini 2025 – dichiara il presidente Fabrizio Miracolo – segna per noi l’inizio di un nuovo corso. Abbiamo lavorato in questi mesi con determinazione per restituire al Festival un ruolo centrale nel panorama lirico internazionale, a partire da un principio semplice ma fondamentale: tutto comincia da qui. Da Torre del Lago, luogo del cuore di Giacomo Puccini, dove il Maestro ha vissuto e composto, e dove quest’estate risuoneranno le sue note, interpretate dalle voci più celebri della scena operistica mondiale. Questo rilancio è stato possibile grazie a una rinnovata collaborazione tra le istituzioni, la Regione Toscana, il Comune di Viareggio, la Fondazione Simonetta Puccini senza naturalmente dimenticare il Ministero della Cultura e tutte le realtà che credono nella forza culturale, civile ed economica del Festival come la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Abbiamo voluto rafforzare anche il dialogo con le forze vive del territorio di Torre del Lago, un luogo che conserva la memoria del compositore e che desideriamo valorizzare in modo sempre più strutturato. Un ringraziamento particolare va al sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, che ha accompagnato con determinazione il processo di rilancio, sostenendo in questi anni la riqualificazione dell’area del Gran Teatro e riconoscendo nel Festival un presidio culturale di eccellenza. Il merito artistico di questa 71ª edizione va al nuovo direttore artistico Angelo Taddeo che, in pochi mesi, ha saputo restituire centralità alla voce, ai grandi interpreti, alla qualità musicale. Abbiamo voluto puntare su un cartellone costruito con alcuni dei più importanti nomi della scena lirica internazionale. È un primo passo. Il nostro obiettivo è costruire, anno dopo anno, un Festival che sia al tempo stesso fedele a Puccini e alla sua musica, ma come lui capace di guardare lontano. Per la prima volta nella storia recente del Festival, prima ancora dell’inizio della stagione in corso, annunciamo anche i titoli della prossima edizione, quella del 2026, che celebrerà il centenario di Turandot. Una scelta che risponde alle esigenze di programmazione avanzata richieste dal pubblico internazionale e che dimostra l’efficienza operativa della nuova struttura e la visione a lungo termine della direzione artistica».

«Il 2025 segna l’inizio di una nuova stagione per il Festival Puccini – dichiara il direttore artistico Angelo Taddeo – e possiamo affermare con orgoglio che, quest’estate, alcune tra le più grandi voci della scena internazionale interpreteranno la musica di Puccini proprio qui, a Torre del Lago, dove il compositore l’ha pensata e in gran parte scritta. Maria Agresta, Anna Netrebko, Aleksandra Kurzak, Eleonora Buratto, Rosa Feola, Carmen Giannattasio, Carolina López Moreno, Roberto Alagna, Gregory Kunde, Yusif Eyvazov, Vittorio Grigolo, Francesco Meli, Michael Fabiano, Luciano Ganci, Jonathan Tetelman e molti altri daranno vita, sera dopo sera, a un cartellone vocale di altissimo livello, in dialogo costante con il paesaggio, la storia e l’eredità pucciniana. Dopo 70 edizioni, puntiamo a una rinnovata rilevanza del Festival a livello nazionale e internazionale, e lo facciamo attraverso la musica: quest’anno abbiamo scelto di concentrare ogni sforzo sulla qualità vocale, sull’identità pucciniana e sulla forza dei cast. L’unica nuova produzione è quella della Tosca inaugurale, firmata da Alfonso Signorini, che entrerà in repertorio. Ma lo sguardo è già rivolto al 2026: anno del centenario di Turandot, per il quale abbiamo in programma un nuovo allestimento. Non mancheranno poi, nell’ambito di questo centenario, nel Parco e nell’Auditorium Caruso, due rarità come Turanda di Bazzini e Turandot di Busoni. Un piccolo gesto simbolico che racconta l’ambizione di un Festival che vuole ritrovare voce e visione».

Ospite attesissimo del programma 2025 è senza dubbio il soprano Anna Netrebko insignito il 20 dicembre scorso del Premio Puccini – massimo riconoscimento della Città di Viareggio e della Fondazione Festival Pucciniano – che sarà protagonista di un Gala il 13 agosto con il tenore Martin Mühle e il baritono Jérôme Boutillier diretti da Michelangelo Mazza e con l’Orchestra del Festival Puccini. La locandina è divisa in due parti: nella prima saranno eseguite pagine di Giuseppe Verdi da Aida, Macbeth, Don Carlo, Il trovatore; mentre nella seconda spazio naturalmente a Puccini con pagine da Le Villi, Tosca, Edgar e Madama Butterfly.

Il pubblico che arriverà a Torre del Lago quest’anno noterà sicuramente importanti cambiamenti e un’accoglienza diversa. Negli ultimi anni infatti, l’area del Gran Teatro all’aperto e l’intero contesto urbano di Torre del Lago hanno beneficiato di un importante intervento di riqualificazione promosso dal sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro. In particolare, il progetto ha interessato il decoro, la viabilità, l’illuminazione e gli spazi pubblici, con una particolare attenzione al Belvedere sul Lago di Massaciuccoli, oggi trasformato in uno spazio pedonale di grande suggestione, a ridosso del Teatro e del Parco della Musica e della Scultura. Interventi che restituiscono dignità paesaggistica e funzionalità a un luogo profondamente legato alla figura di Giacomo Puccini, valorizzandone la vocazione culturale e turistica, e restituendolo pienamente alla comunità e al pubblico del Festival.

A inaugurare il 71° Festival venerdì 18 luglio 2025 sarà Tosca (in scena anche l’1, 9 e 29 agosto). Il dramma di ambientazione romana, tratto dalla pièce di Victorien Sardou, fu presentato per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900. A Torre del Lago andrà in scena in un nuovo allestimento con la regia e i costumi di Alfonso Signorini, affiancato da Juan Guilermo Nova per le scene e Valerio Alfieri per le luci; la direzione musicale è di Giorgio Croci. Come Floria Tosca si alterneranno quattro celebri interpreti: Aleksandra Kurzak (18/07), Eleonora Buratto (01/08), Carmen Giannattasio (09/08) e Valentina Boi (29/08). Mario Cavaradossi avrà il volto e la voce di Roberto Alagna (18/07), Michael Fabiano (01/08), Jonathan Tetelman (09/08) e Francesco Meli (29/08), mentre il Barone Scarpia sarà impersonato da Luca Salsi (18/07), Mikołaj Zalasiński (01 e 09/08) e Ivan Inverardi (29/08). Completano il cast Luciano Leoni (Angelotti), Carlo Ottino (Il Sagrestano), Francesco Napoleoni (Spoletta), Paolo Pecchioli (Sciarrone), Omar Cepparolli (Un carceriere) e Francesca Presepi (Un pastore). Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Festival Puccini sono diretti rispettivamente da Marco Faelli e Viviana Apicella.

Sabato 19 luglio debutta La bohème (repliche il 26 luglio e il 7 agosto). Tratta dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, l’opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896. Il Festival ripropone un proprio storico allestimento, firmato nel 2014 da Ettore Scola (ripresa 2025 di Marco Scola Di Mambro), con le scene di Luciano Ricceri, i costumi di Cristiana Da Rold e le luci di Valerio Alfieri: il celebre regista cinematografico usa una narrazione per immagini molto filmica, trasformando la scena in una sorta di “pellicola viva” che mostra al pubblico una Parigi d’epoca popolata da artisti e bohémiens. Le scene evocano con precisione ambienti da atelier pittorico e cafè di fine Ottocento, l’atmosfera è intima e predilige la narrazione emotiva e il dettaglio psicologico. La produzione è stata accolta con entusiasmo dal pubblico delle scorse edizioni, confermando di volta in volta la propria efficacia nel trasmettere l’espressività dell’opera. Sul podio Pier Giorgio Morandi. Rodolfo sarà interpretato da Vittorio Grigolo (19 e 26/07) e Carlo Raffaelli (07/08), Mimì da Nino Machaidze (19 e 26/07) e Maria Novella Malfatti (07/08). Marcello avrà la voce di Vittorio Prato, Musetta sarà Sara Blanch (19/07), Ilina Mihaylova (26/07) e Claudia Belluomini (07/08). Completano il cast Italo Proferisce (Schaunard), Antonio Di Matteo (Colline), Claudio Ottino (Benoît), Matteo Mollica (Alcindoro), Francesco Napoleoni (Parpignol), Francesco Auriemma (sergente dei doganieri), Simone Simoni (doganiere).

Il secondo weekend del festival si apre venerdì 25 luglio con Turandot (poi il 2, 14 e 22 agosto e il 5 settembre). L’opera incompiuta di Puccini verrà rappresentata nella versione completata da Franco Alfano. Torna in scena l’allestimento del 2017 con la regia di Alfonso Signorini – allora al suo primo spettacolo d’opera – le scene di Carla Tolomeo e i costumi di Fausto Puglisi: la produzione è caratterizzata da un impianto scenico sontuoso e visionario, che mescola esotismo e glamour in una Cina immaginaria, fastosa e simbolica, dominata da colori accesi, riflessi d’oro e rosso lacca, motivi orientaleggianti e scene notturne. La direzione musicale è affidata a Renato Palumbo. Turandot – che nella regia appare come una regina-fantasma, sospesa tra crudeltà e seduzione, gelo e passione – sarà interpretata da Anna Pirozzi (25/07), Olga Maslova (02 e 14/08) e Ann Mills Courtney (22/08 e 05/09), mentre il ruolo di Calaf sarà sostenuto da Gregory Kunde (25/07 e 02/08), Dario Di Vietri (14/08) e Yusif Eyvazov (22/08 e 05/09). Nei panni di Liù si alterneranno Carolina López Moreno (25/07 e 22/08), Rosa Feola (2/08), Alina Tkachuk (14/08) ed Elisa Balbo (05/09); Timur sarà Michele Pertusi (25/07 e 02/08) e Andrea De Campo (14, 22/08 e 05/09). Completano il cast Massimiliano Pisapia (Altoum), Sergio Vitale (25/07; 02/08 e 14/08) e Stefano Marchisio (22/08 e 05/09) (Ping), Andrea Tanzillo (Pang), Tiziano Barontini (Pong), Luca Dall’Amico (Un mandarino), Andrea Volpini (Il principino di Persia), Irene Celle e Maria Salvini (Ancelle).

Madama Butterfly torna in scena l’8 e il 23 agosto. L’opera, presentata in prima assoluta nel 1904 alla Scala, trae origine dalla tragedia di David Belasco e dal racconto di John Luther Long. La triste storia di Cio-Cio San viene portata in scena nella produzione del 2020 con la regia, le scene e i costumi a cura di Manu Lalli: un allestimento essenziale ma fortemente simbolico, ispirato al teatro di figura e alle arti visive orientali. La cultura giapponese viene evocata più che rappresentata fedelmente, attraverso segni stilizzati e movimenti coreografici. L’impianto visivo esalta la dimensione rituale e tragica della vicenda dell’adolescente giapponese innamorata di un marinaio statunitense, con una forte attenzione all’interiorità dei personaggi e un uso schiettamente teatrale della luce e del colore. La direzione musicale è affidata ad Antonino Fogliani. Maria Agresta sarà Cio-Cio San, affiancata da Chiara Mogini (Suzuki), Francesca Paoletti (Kate Pinkerton), Vincenzo Costanzo (Pinkerton), Luca Micheletti (Sharpless), Nicola Pamio (Goro), Manuel Pierattelli (Yamadori), Andrea Tabili (Bonzo), Francesco Auriemma (Yakusidé), Roberto Rabasco (Il commissario imperiale), Francesco Lombardi (L’ufficiale del registro), Maria Salvini (La madre), Claudia Belluomini (La zia), Irene Celle (La cugina).

Chiude il ciclo operistico Manon Lescaut, in programma il 30 agosto e il 6 settembre. Il dramma lirico in quattro atti su libretto ispirato al romanzo di Antoine-François Prévost andò in scena per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893. La regia di Manon Lescaut è firmata da Daniele De Plano sull’allestimento del 2002 dello scultore polacco Igor Mitoraj, autore di scene e costumi (ripresi rispettivamente da Luca Pizzi e Cristina Da Rold). I grandi volti blu di Mitoraj – sottoposti in questi mesi a restauro e che molti ricorderanno per essere parte del Parco della Musica e della scultura intorno al Gran Teatro all’aperto – tornano quindi in scena delineando uno spazio metafisico, solenne e sospeso, dove dialogano con la tragedia di Manon. L’atmosfera è atemporale, con una regia solenne che punta sull’impatto visivo delle forme e sulla loro carica simbolica, trasformando la vicenda in una parabola universale di caduta e perdizione. Dirige Valerio Galli, le luci sono di Valerio Alfieri. Maria José Siri interpreta la protagonista, accanto a Luciano Ganci (Des Grieux), Claudio Sgura (Lescaut), Giacomo Prestia (Geronte di Ravoir), Paolo Antognetti (Edmondo), Matteo Mollica (L’oste), Alessandra Della Croce (Un musico), Nicola Pamio (Il maestro di ballo), Manuel Pierattelli (Un lampionaio), Roberto Rabasco (Sergente degli arcieri), Omar Cepparolli (Il comandante di marina).

Tutte le produzioni vedono impegnati l’Orchestra, il Coro e, ove previsto, il Coro di voci bianche del Festival Puccini, guidati dal maestro del coro Marco Faelli e, per il coro di voci bianche, da Viviana Apicella.

Il festival si arricchisce di una sezione Off che comprende concerti e spettacoli legati al mondo musicale del compositore o per certi aspetti affini: si comincia il 13 luglio con una versione dell’atto unico Suor Angelica realizzata nello spazio Mitoraj del Parco della Musica del Gran Teatro, affidata alla regia di Davide Garattini Raimondi e alla direzione di Sirio Scacchetti. A Puccini si sono ispirati nel Novecento tantissimi autori di colonne sonore: uno di essi, Ennio Morricone, è giunto fino a poter “rivaleggiare” in fatto di notorietà e memorabilità dei temi; a lui è dedicato il concerto-tributo Morricone Story il 24 luglio con alcuni interpreti celebri delle colonne sonore del compositore romano, come il soprano Susanna Rigacci e Nello Salza “la tromba del cinema italiano” che interpreteranno brani da Mission, Il clan dei siciliani, Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano, Per un pugno di dollari, C’era una volta in America. All’Auditorium Caruso, l’11 agosto, invece spazio alla danza con Giacomo Puccini, oltre il tempo di Emox Balletto con la coreografia e regia di Beatrice Paoleschi che, sulle note di Puccini, ne costruisce un ritratto sottolineandone la modernità e l’attualità tra danza contemporanea e Urban Dance; primo ballerino Francesco Mariottini, conosciuto dal pubblico anche per la sua partecipazione alla trasmissione TV “Amici” e poi è prevista la presenza dell’attore Andrea Buscemi. Sempre in auditorium, il 27 luglio e il 16 agosto, due recital pianistici, il primo con il vincitore del Concorso pianistico internazionale di Massarosa e il secondo con il pianista Luigi Traino, l’attrice Marilena Cheli e intitolato Il pianoforte di Puccini. Quindi una serie di Concerti a Villa Paolina – residenza di Viareggio, già appartenuta alla sorella di Napoleone – dove il 3, 12, 31 luglio e il 21 agosto si terranno alcuni concerti da camera dedicati rispettivamente a pagine di Vincenzo Bellini, Giovanni Pacini, Johann Strauss figlio e Pietro Mascagni.

Martin Rajna debutta alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice

In programma la Quarta Sinfonia di Beethoven e l’Ottava di Dvořák

Martin Rajna debutta alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice, nel concerto in programma al Teatro La Fenice venerdì 30 maggio 2025 ore 20.00 (turno S), sabato 31 maggio ore 20.00 (fuori abbonamento) e domenica 1 giugno ore 17.00 (turno U) nell’ambito della Stagione Sinfonica 2024-2025.

Tra i più dotati giovani direttori ungheresi degli ultimi tempi, nominato nel 2023, a soli ventisette anni, direttore principale dell’Hungarian State Opera di Budapest, Rajna dirigerà la compagine veneziana in due capolavori del grande repertorio sinfonico: la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvořák.

Scritta per un’orchestra dalla struttura haydniana, la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 di Ludwig van Beethoven (1770-1827) venne stesa in pochi mesi, nella tarda estate del 1806, per il conte Oppersdorff, un aristocratico che manteneva una propria orchestra di corte: lavoro ben remunerato per il quale Beethoven accantonò momentaneamente la Quinta, allora già in fase avanzata di composizione. Ne nacque un lavoro dal carattere tradizionale e disimpegnato: sinfonia dalla «grazia greca», dall’«alata leggerezza», ma, per la sua originalità e freschezza creativa, tutt’altro che ‘minore’ nel catalogo sinfonico del maestro di Bonn.

Pubblicata a Londra come Quarta – poiché l’autore aveva ‘omesso’ dal suo catalogo quattro lavori sinfonici che non rispettavano i suoi nuovi orientamenti estetici – la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvořák (1841-1904) fu composta a quattro anni di distanza dalla celeberrima sinfonia Dal nuovo mondo, nona del catalogo definitivo, e costituisce il culmine dell’arte sinfonica dell’autore. Fu eseguita per la prima volta, sotto la guida dello stesso Dvořák, il 2 febbraio del 1890 al Teatro Nazionale di Praga, ma ottenne la massima diffusione soprattutto a Londra, dove circolò intensamente verso la fine del secolo.

Fu l’editore britannico Novello a pubblicare la partitura nel 1892; e il sottotitolo con cui l’opera cominciò a circolare (L’inglese) fu pensato proprio in omaggio allo straordinario successo incontrato presso il pubblico britannico. Al di là dell’immediato consenso ricevuto, l’Ottava Sinfonia rappresenta un “punto di non ritorno” per il destino espressivo di una musica nazionale ceca in ambito ottocentesco. La Settima Sinfonia, infatti, aveva segnato un’improvvisa sterzata verso moduli decisamente cosmopoliti, verso un brahmsismo rigoroso. A questo punto, qualcosa si era rotto. Ma a raccoglierne le conseguenze non sarà la Nona, che nei modi compositivi costituisce un ritorno all’ingenuità folklorizzante del primo periodo, bensì proprio l’Ottava. In questo senso, l’Ottava è una sinfonia schizofrenica: i due poli della tensione, ovvero l’intellettualismo brahmsiano dell’elaborazione tematica e le presenze sorgive della musica popolare, sono al tempo stesso integrati e contrapposti: è possibile tracciare una rete fitta di interrelazioni motiviche fra i vari temi; eppure al tempo stesso l’eterogeneità dei materiali usati non viene celata, ma esibita, quasi a dimostrare la loro ‘resistenza’, la loro irriducibilità a costituire un’opera di stampo classico.

Come di consueto, il concerto di venerdì 30 maggio 2025 sarà preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.

I biglietti per il concerto (da € 15,00 a € 90,00, ridotto abbonati da € 15,00 a € 60,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice, nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.

Martin Rajna

È uno dei più notevoli giovani direttori ungheresi degli ultimi tempi. Nel 2023, all’età di ventisette anni, è stato nominato direttore principale dell’Hungarian State Opera. Direttore principale della Győr Philharmonic

Orchestra, compare regolarmente come direttore ospite di altre importanti orchestre sinfoniche ungheresi, oltre che di numerose formazioni in tutta Europa. Nella stagione corrente è impegnato in diversi debutti internazionali: la London Philharmonic Orchestra, la Luxembourg Philharmonic, la Nürnberg Symphony Orchestra e sul podio del Tyrol Festival per una nuova produzione del Castello di Barbablù di Bartók e della Voix humaine di Poulenc, entrambe messe in scena da Claus Guth. Per la Hungarian State Opera di Budapest è chiamato a dirigere Der fliegende Holländer, Macbeth, Die Fledermaus, Maria Stuarda e Cavalleria rusticana. Ritorna anche a dirigere concerti con l’Hungarian National Philharmonic Orchestra e l’Hungarian Radio Symphony Orchestra. Riconoscimenti precedenti includono una borsa di studio nel 2022 per partecipare al Forum Dirgieren programme del German Music Council. È stato inoltre selezionato per la Conducting Fellowship della Lucerne Festival Academy dove il suo mentore è stato Thomas Adés. Nel 2018 si è aggiudicato il Junior Prima Award d’Ungheria, e più recentemente, nel 2023, è risultato vincitore del György Cziffra Festival Talent Prize. Nelle recenti stagioni, ha diretto la Düsseldorf Symphony Orchestra, la Hof Symphony Orchestra, la Brandenburgisches Staatsorchester, la Philharmonie Südwestfalen, la Radio Philharmonic Orchestra di Slovenia a Ljubljana e orchestre a Budapest quali máv, Danubia Symphony Orchestra e Dohnányi Symphony Orchestra. Fa il suo debutto all’Hungarian State Opera nel 2021 con Die Entführung aus dem Serail e da allora ha diretto in quella sede Attila, L’italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia, Die Fledermaus e Don Giovanni. È laureato alla Franz Liszt Academy of Music di Budapest, dove ha studiato con Ádám Medveczky e András Ligeti. Attualmente sta terminando la sua formazione all’University of Music Franz Liszt di Weimar sotto la guida dei direttori Nicolás Pasquet ed Ekhart Wycik. Nel 2021 è stato selezionato a partecipare al programma della Peter Eötvös Contemporary Music Foundation, dove ha lavorato con maestri quali Péter Eötvös, György Kurtág, Fabián Panisello e Magnus Lindberg. Nel 2023 è stato assistente alla direzione di Ádám Fischer durante gli annuali Budapest Wagner Days.

IL DEBUTTO DI MARTA GARDOLIŃSKA CON L’ORCHESTRA RAI

Giovedì 29 e venerdì 30 maggio a Torino con Marc Bouchkov solista nel Concerto per violino di Sibelius

Dopo aver ottenuto la borsa di studio “Dudamel” dalla Los Angeles Philharmonic si è rapidamente affermata come una delle giovani direttrici d’orchestra più promettenti. Attualmente è a capo dell’Opéra National de Lorraine ed è invitata da orchestre come la London Symphony Orchestra, la Swedish Radio Symphony Orchestra, la City of Birmingham Symphony Orchestra, l’Orchestre National du Capitole de Toulouse e la Philharmonia Orchestra. È Marta Gardolińska, che giovedì 29 maggio debutta sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nel concerto in programma alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, trasmesso in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. Replica venerdì 30 maggio alle 20.

In apertura di serata Gardolińska propone le Quattro versioni originali della Ritirata Notturna di Madrid di Luigi Boccherini sovrapposte e trascritte per orchestra di Luciano Berio, del quale ricorrono i cent’anni dalla nascita. Scritto nel 1975, il brano fu pensato per l’orchestra della Scala.

«Le variazioni sul tema dalla Ritirata notturna di Madrid sono numerose nell’opera di Boccherini» ha scritto Luciano Berio. «Si tratta evidentemente di un pezzo che godeva di grande favore presso il pubblico, e il compositore lo ha trascritto parecchie volte per diverse formazioni da camera: due versioni per quintetto d’archi, una per quintetto con pianoforte, un’altra con chitarra, ecc. Ogni volta il testo presenta piccole varianti. Ho scelto quattro di queste versioni, le ho sovrapposte e, come dice il titolo, le ho trascritte per orchestra. L’unica parte aggiunta di sana pianta è quella della percussione, che tuttavia è derivata dagli originali».

Si prosegue con il Concerto in re minore per violino e orchestra op. 47 scritto tra il 1903 e il 1904 da Jean Sibelius. Una pagina nella quale il compositore finlandese mira a una sintesi tra l’immancabile virtuosismo tipico del concerto d’età romantica e uno stile più personale, improntato al rigore nordico caratteristico del suo “neoprimitivismo”. A interpretarlo è chiamato il violinista belga di origini russo-ucraine Marc Bouchkov. Artista sofisticato e poliedrico, suona abitualmente nelle sale più prestigiose come la Wigmore Hall, la Carnegie Hall, il Concertgebouw di Amsterdam, il Teatro alla Scala, l’Elbphilharmonie di Amburgo, la Tonhalle di Zurigo, la Maison de Radio France e la Konzerthaus di Berlino.

Il concerto si chiude con gli incanti fiabeschi e orientali delle Mille e una notte, fonte creativa della suite sinfonica Shéhérazade op. 35 di Nikolaj Rimskij-Korsakov, scritta nel 1888 a breve distanza da altre due celebri pagine come Capriccio spagnolo La grande Pasqua russa. Nel nome di Shéhérazade – astuta sultana che salvò la sua vita incantando il crudele marito Šahriar con meravigliosi racconti – sono restituiti musicalmente vari episodi della celebre raccolta di novelle.

87°Festival del Maggio : Luciano Berio – “Folk Songs”

Venerdì 30 maggio 2025 alle ore 20 il maestro Cornelius Meister sul podio della Sala Mehta – alla guida dell’Orchestra del Maggio – per un nuovo appuntamento sinfonico. 

In programma le musiche di Carl Maria von Weber, Luciano Berio e Robert Schumann.

Solista, il mezzosoprano Monica Bacelli.

Il concerto sarà trasmesso in differita su Rai Radio 3

L’87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino prosegue con un nuovo appuntamento sinfonico. 

Venerdì 30 maggio 2025, alle ore 20 il maestro Cornelius Meister  alla guida dell’Orchestra del Maggio: in programma le composizioni di Carl Maria von Weber, Luciano Berio e Robert Schumann. Solista il mezzosoprano Monica Bacelli, che nelle stagioni del Teatro ha debuttato nella storica produzione de Le nozze di Figaro dell’estate del 1992 diretta da Zubin Mehta con la regia di Jonathan Miller.

Meister – sempre insieme a Monica Bacelli e all’Orchestra del Maggio – tornerà protagonista nel volgere di pochi giorni nel concerto per la Festa della Repubblica previsto il 1º giugno 2025 alle ore 20:30 all’auditorium “Guido d’Arezzo” ad Arezzo con in cartellone il medesimo programma musicale.

Cornelius Meister, che al Maggio ha debuttato nel Faust di Ferruccio Busoni andato in scena nel febbraio del 2023, ha studiato pianoforte e direzione alla Hochschule für Musik und Theater di Hannover. Nel settembre 2005 è diventato Generalmusikdirektor di Heidelberg, allora il più giovane direttore musicale generale della Germania. Più recentemente è stato nominato Generalmusikdirektor della Stuttgart State Opera e della Stuttgart State Orchestra. Nel corso della sua carriera ha calcato importanti palcoscenici internazionali, dirigendo orchestre di prestigio come la Concertgebouworkest, la BBC Philharmonic, la Danish National Symphony Orchestra, l’Orchestre de l’Opéra National de Paris, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Filarmonica della Scala.

La serata si apre con l’Ouverture tratta da Der Freischütz di Carl Maria von Weber. Il debutto del lavoro di von Weber nell’estate del 1821 segnò la nascita dell’opera nazionale tedesca, la cui linfa vitale risiedeva nel ricco patrimonio di favole e racconti della tradizione popolare germanica. Nell’ouverture i motivi principali dell’opera sono concentrati combinando sonorità orchestrali cupe e momenti di distesa cantabilità per sottolineare l’eterno conflitto tra bene e male.

Segue la composizione che dà il nome al concerto, ossia Folk Songs di Luciano Berio, messa in locandina per rendere un tributo al compositore a cento anni dalla nascita  (24 ottobre 1925) e scomparso esattamente 22 anni fa il 27 maggio 2003,  il cui nome è legato alla stessa storia del Maggio Musicale Fiorentino dove è stato direttore artistico nel 1984 per la 47 esima edizione del Festival, quando aprì le porte a proposte musicali nuove mantenendo un legame con la tradizione.

Le Folk Songs furono composte nel 1964 da Berio per omaggiare all’intelligenza vocale di Cathy Berberian, mezzosoprano dall’incredibile estensione vocale e all’epoca sua moglie e sono un’antologia di undici canti popolari di varia provenienza (Stati Uniti, Armenia, Sicilia, Sardegna, Provenza, Azerbaijan) trovati in vecchi dischi e raccolte di canti popolari.

Il concerto si chiude con la Sinfonia n. 4 in re minore op. 120 firmata da Robert Schumann: venne composta nel 1841 in un periodo di estrema creatività; nell’arco di pochi mesi videro infatti la luce alcune importanti pagine della produzione schumanniana tra cui la Prima Sinfonia op. 38 e, appunto, la Sinfonia in re minore. Tuttavia lo scarso successo ottenuto alla prima esecuzione a Lipsia distolse l’autore dall’intento di pubblicare la partitura, che venne accantonata e revisionata solo dieci anni più tardi. Nella rinnovata e definitiva veste la Sinfonia sarà riproposta al pubblico nel marzo del 1853 a Düsseldorf per poi essere pubblicata con il numero d’opera 120.

Il concerto:

Carl Maria von Weber

Der Freischütz, Ouverture

Considerato il padre del romanticismo musicale tedesco, Carl Maria von Weber fu un artista dall’indole estrosa e particolarmente votata al teatro. Il debutto di Der Freischütz a Berlino il 18 giugno 1821 segnò la nascita dell’opera nazionale tedesca, la cui linfa vitale risiedeva nel ricco patrimonio di favole e racconti della tradizione popolare germanica. Il singspiel, scritto su libretto di Friedrich Kind, narra la leggenda del cacciatore Max che scende a patti con le potenze infernali per migliorare la propria condizione sociale e ottenere il rango di guardaboschi, salvo poi riuscire a salvare l’anima in extremis. In Der Freischütz prendono così vita creature sinistre, antri oscuri, foreste incantate e paesaggi tempestosi dove il fantastico e il sublime si compenetrano a vicenda. Come nei nei lavori precedenti, Weber concentra nell’ouverture i motivi principali dell’opera combinando sonorità orchestrali cupe e momenti di distesa cantabilità per sottolineare l’eterno conflitto tra Bene e Male che sta alla base dell’opera. 

Luciano Berio

Folk Songs

Pioniere dell’avanguardia del secondo Novecento, sperimentatore delle tecniche strumentali più innovative e dell’elettronica, Luciano Berio ha esplorato con onnivora curiosità anche il folklore musicale. Per il compositore ligure la musica popolare rappresentava un serbatoio da cui attingere per riscoprire le radici di tradizioni da far rivivere con un linguaggio musicale contemporaneo che tuttavia non ne intaccasse il significato. Con queste premesse e per rendere omaggio all’intelligenza vocale di Cathy Berberian, mezzosoprano dall’incredibile estensione vocale e all’epoca moglie del compositore, nel 1964 Berio scrisse i Folk Songsun’antologia di undici canti popolari di varia provenienza (Stati Uniti, Armenia, Sicilia, Sardegna, Provenza, Azerbaijan) trovati in vecchi dischi e raccolte di canti popolari. Attraverso un’interpretazione ritmica e melodica volta a mettere in luce la versatilità e la creatività interpretativa di Berberian, nei Folk Songs Berio attua un’operazione di ricomposizione dei canti stessi dove, secondo le sue parole, “il discorso musicale ha una funzione precisa: suggerire e commentare le radici espressive, cioè culturali, di ogni canzone”.

Robert Schumann

Sinfonia n. 4 in re minore op. 120

Anche se catalogata a posteriori come Quarta, la Sinfonia in re minore è in ordine cronologico la seconda delle sinfonie di Robert Schumann. Fu composta nel 1841 in un periodo di estrema creatività; nell’arco di pochi mesi videro infatti la luce alcune importanti pagine della produzione schumanniana tra cui la Prima Sinfonia op. 38e, appunto, la Sinfonia in re minore. Tuttavia lo scarso successo ottenuto alla prima esecuzione a Lipsia (il 6 dicembre di quello stesso anno) distolse l’autore dall’intento di pubblicare la partitura, che venne accantonata e revisionata dieci anni più tardi. Nella rinnovata e definitiva veste la Sinfonia sarà riproposta al pubblico il 3 marzo del 1853 a Düsseldorf per poi essere pubblicata con il numero d’opera 120. La revisione interessò soprattutto la strumentazione, che Schumann rinforzò, mentre l’impianto rapsodico rimase invariato. Fin dal principio l’autore aveva pensato a una sinfonia in quattro movimenti senza soluzione di continuità collegati tra loro da una fitta rete di rimandi armonici e melodici, ossia a una forma che per struttura e concezione era assimilabile alla fantasia sinfonica piuttosto che alla sinfonia classica. Sono le analogie tematiche tra lo slancio inquieto e appassionato del primo movimento, la struggente malinconia della Romanza, le divagazioni fantastiche del Trio, fino all’allegra baldanza del Finale a conferire unità e coesione all’opera. L’intero processo sinfonico prende infatti vita dal breve inciso presentato nell’Introduzione che reca già in nuce gli elementi funzionali alla costruzione dei temi principali della sinfonia, i quali germineranno l’uno dall’altro senza contrapposizioni ma secondo un procedimento ciclico. 

La locandina:

CARL MARIA VON WEBER 

Der Freischütz, ouverture


LUCIANO BERIO
Folk Songs 

per mezzosoprano e orchestra
Black is the colour (Usa) / I wonder as I wonder (Usa) / Loosin Yelav (Armenia) / Rossignolet du bois (Francia) / A la feminisca (Sicilia) / La donna ideale (Luciano Berio) / Ballo (Luciano Berio) /
Mottettu de tristura (Sardegna) /
Malurous qu’o uno fenno (Auvergne) /
La fioulaire (Auvergne) / Azerbaljan love song (Azerbaijan)

ROBERT SCHUMANN
Sinfonia n. 4 in re minore op. 120
Introduzione:Ziemlich langsam.Lebhaft /
Romanze: Ziemlich langsam /
Scherzo: Lebhaft- Trio / Finale: Langsam.
Lebhaft. Schneller

Direttore Cornelius Meister

Mezzosoprano Monica Bacelli

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi:

Settore D: 20€

Settore C: 35€

Settore B: 50€

Settore A: 70€

Durata complessiva 1 ora e 40 minuti circa, con intervallo

TEATRO ALLA SCALA, STAGIONE 2025~26 OPERA, BALLETTO, CONCERTI

Opera, balletto, concerti. Ma anche musica da camera, spettacoli per bambini e ragazzi, incontri e presentazioni. Con 250 spettacoli l’anno e decine di manifestazioni il Teatro alla Scala si conferma un punto di riferimento per cultura musicale e teatrale, capace di rivolgersi a una pluralità di pubblici milanesi, italiani e internazionali.

La nuova Stagione d’Opera si apre con un titolo duro, scabro, che aggredisce lo spettatore e lo stringe in un nodo di violenza e disperazione. Scritta da Šostakovič nel 1934 e ispirata alla celebre novella di Leskov, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk suscitò due anni dopo il debutto l’intervento censorio della Pravda, forse di pugno dello stesso Stalin, trasformandosi in un manifesto non solo della condizione femminile, ma anche della libertà dell’arte di fronte al potere. A cinquant’anni dalla scomparsa del compositore, Riccardo Chailly la porta alla ribalta del 7 dicembre con la regia di Vasily Barkhatov: una proposta che apre in modo insolito e coraggioso una programmazione fatta di grandissimi titoli. Il Maestro Chailly, che conclude alla fine del 2026 il suo mandato come Direttore Musicale ma il cui legame con la Scala inaugurato nel 1978 proseguirà con nuovi progetti oltre l’incarico, si conferma tra i direttori dal repertorio più ricco e denso di curiosità culturale e senso dell’avventura musicale.  

Evento cardine per la Stagione e appuntamento irrinunciabile del calendario culturale milanese è il doppio ciclo completo del Ring des Nibelungen diretto da Alexander Soddy e Simone Young, già tutto esaurito in abbonamento. Il viaggio attraverso le quattro Giornate, con un cast di grandissime voci, permetterà di cogliere l’insieme del percorso registico immaginato da David McVicar come recupero delle radici mitiche del racconto e summa di esperienze teatrali diverse.

Nel mese di aprile ricorre il centenario della prima esecuzione assoluta di Turandot, avvenuta alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini: l’opera torna in scena diretta da Nicola Luisotti nell’allestimento pensato da Davide Livermore nel 2024 per il centenario della morte del compositore. Un debutto particolarmente atteso è quello di Romeo Castellucci, uno dei maggiori registi europei, che approda alla Scala con Pelléas et Mélisande di Debussy, opera particolarmente adatta alla sua concezione di teatro simbolico e visionario. Dirige Maxime Pascal, brillante protagonista della nuova generazione della direzione d’orchestra francese al suo terzo titolo scaligero.

È alla sua prima volta alla Scala anche Alessandro Talevi, cui è stata affidata la responsabilità di una nuova produzione di Nabucodonosor con il Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio e Anna Netrebko e Luca Salsi nel cast. Myung-Whun Chung torna per la prima volta nella buca scaligera dopo l’annuncio della sua nomina a successore di Chailly come Direttore Musicale con Carmen, un titolo che non ha mai diretto alla Scala e che verrà presentato nel nuovo allestimento di Damiano Michieletto in coproduzione con il Covent Garden e il Teatro Real di Madrid. È francese anche l’ultima nuova produzione della Stagione, Faust di Gounod con il debutto del regista Johannes Erath, la coppia formata da Marina Rebeka e Vittorio Grigolo in palcoscenico e il ritorno in buca dopo dodici anni di uno dei direttori italiani più apprezzati nel mondo, Daniele Rustioni. Le riprese sono invece tutte dedicate a grandi titoli del melodramma italiano: oltre a Turandot, Lucia di Lammermoor diretta da Speranza Scappucci con Rosa Feola protagonista nell’elegante spettacolo di Yannis Kokkos e la storica Traviata firmata da Liliana Cavani con Nadine Sierra diretta da Michele Gamba.

Completa la Stagione la nuova produzione dell’Elisir d’amore per il Progetto Accademia, con altri due importanti debutti, quello del quarantenne Marco Alibrando sul podio e di Maria Mauti alla regia.

La prima Stagione di Balletto disegnata dal nuovo Direttore del Ballo Frédéric Olivieri brilla di novità per la Scala: accanto alle riprese di spettacoli storici come La Bella addormentata (che apre il cartellone) e Don Chisciotte di Nureyev, e Giselle di Yvette Chauviré, il palcoscenico ospita una parata di firme contemporanee e grandi del Novecento. A partire dal nuovissimo trittico che a marzo presenta tre pagine mai viste a Milano: il ritorno di Wayne McGregor, che con Olivieri ha una lunga consuetudine, con Chroma del 2006, uno dei suoi pezzi più rappresentativi; Dov’è la luna di Jean-Christophe Maillot, più riflessivo e intimistico; il dirompente Minus 16 con cui Ohad Naharin porta per la prima volta alla Scala il suo stile assolutamente unico e riconoscibile. Christopher Wheeldon aveva presentato un suo lavoro al Teatro degli Arcimboldi anni fa, ma non è mai comparso nella programmazione del Piermarini: per il 2026 Olivieri ha voluto il suo Alice’s Adventures in Wonderland, ormai un classico di grande attrattiva per il pubblico e grande impegno per la Compagnia. Tutta dedicata a Stravinskij la serata che unisce due pietre miliari della danza di tutti i tempi: Apollo di Balanchine e il debutto scaligero della Sagra di Pina Bausch. L’artista tedesca ha legato il suo nome alla Scala solo una volta, nel 1983, con il suo Tanztheater Wuppertal in Kontakthof: questa prima è dunque un momento importante per la Compagnia. Nella programmazione di danza del 2026 torna anche il Gala Fracci, un omaggio alla grande artista milanese che dopo quattro edizioni di successo e numerose richieste raddoppia in due serate.

La Scala, la cui Orchestra è stata battezzata in forma stabile da Toscanini nel corso di una leggendaria tournée sinfonica, ha nel suo DNA l’attività concertistica, che si articola in ben cinque cicli promossi dal Teatro (la Stagione Sinfonica, le Orchestre ospiti, i Recital di canto, il ciclo dei Grandi pianisti e quello dei Concerti da camera cui si aggiungono i Concerti straordinari) oltre alla Stagione di concerti della Filarmonica della Scala. La Stagione Sinfonica schiera tre Direttori Musicali scaligeri: Riccardo Chailly, in carica fino alla fine del 2026, è presente con due programmi cui si aggiunge come Concerto Straordinario il Requiem di Verdi; apre la Stagione il suo predecessore Daniel Barenboim e prosegue il suo successore Myung-Whun Chung. Di non minor rilievo i ritorni di Esa-Pekka Salonen, protagonista alla Scala di produzioni memorabili, del Direttore Musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti e di Daniele Rustioni, che è presente anche nella Stagione d’Opera con Faust. Lorenzo Viotti dirige la Messe de Sainte-Cécile di Gounod nel Concerto di Natale, mentre le ospitalità includono il Monteverdi Choir con Christophe Rousset, la Filarmonica Ceca con Semyon Bychkov, la Budapest Festival Orchestra con Iván Fischer, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks con Sir Simon Rattle. Oltre alla serie di grandi nomi del canto (Juan Diego Flórez, Marina Rebeka, Jakub Józef Orliński, Francesco Meli e Luca Salsi, Benjamin Bernheim) e del pianoforte (Beatrice Rana, Yefim Bronfman, Hélène Grimaud, Arcadi Volodos, Rudolf Buchbinder) è da segnalare il programma sempre più interessante e originale dei concerti da camera della domenica mattina con gli strumentisti dell’Orchestra.

Alle grandi stagioni di opera, balletto e concerti si aggiunge l’attività per bambini e ragazzi che comprende un titolo d’opera, L’elisir d’amore per i bambini, e due cicli di spettacoli in concerto curati da Mario Acampa e dedicati ai più piccoli e ai ragazzi delle scuole secondarie.

Il Teatro alla Scala è sempre più un centro di cultura musicale in senso lato: agli spettacoli si aggiunge un fitto programma di convegni, approfondimenti (un’ora prima di ogni spettacolo d’opera) e presentazioni al Ridotto dei Palchi e al Museo Teatrale. Proprio il Museo, tra i più visitati della città, offre oltre al calendario delle mostre due cicli di incontri dedicati ai libri e ai dischi.

La pluralità di stagioni, proposte e programmi, l’apertura alle collaborazioni con le istituzioni culturali cittadine, la nuova spinta alla presenza internazionale e alle tournée sono gli strumenti con cui la Scala intraprende il cammino verso il 2028, duecentocinquantesimo anniversario della fondazione del Teatro. Con un obiettivo: che tutti i milanesi e gli ospiti della nostra città possano dire di essere stati alla Scala.

La meglio gioventù è protagonista dell’estate del Teatro Regio

Quattro direttori d’orchestra giovani, talentuosi e pluripremiati — due direttrici e due direttori —, i cinque cantanti del Regio Ensemble e ottanta fra ragazze ragazzi del nostro Coro di voci bianche: sono loro la meglio gioventù protagonista dei concerti estivi del Teatro Regio, che si terranno alla Corte d’Onore di Palazzo Reale dal 2 al 24 luglio. Grazie a loro e all’Orchestra e al Coro del Teatro Regio, ogni serata è un tuffo tra meraviglie del belcanto e memorabili pagine sinfoniche scelte dalle più importanti opere di tutti i tempi. La meglio gioventù in concerto si realizza in virtù della collaborazione con i Musei Reali di Torino, con i quali il Teatro Regio è lieto di proseguire la partnership avviata nell’estate del 2023.

Il Regio scommette sul talento di domani

Con La meglio gioventù in concerto, il Teatro Regio rinnova il proprio impegno nella valorizzazione delle nuove generazioni artistiche, offrendo al pubblico un cartellone estivo dedicato ai talenti emergenti, già in ascesa nel panorama internazionale. Una scelta che nasce non solo dalla volontà di sostenere i giovani interpreti, ma anche dal desiderio di stimolare la curiosità del pubblico, invitandolo a lasciarsi sorprendere da nuove bacchette e da sguardi inediti sulla musica. Torinese, classe 1998, Matteo Dal MasoDanila Grassi, nata in Puglia trentadue anni fa; Sieva Borzak, ventotto anni, romano di origini italo-russe; Liubov Nosova, direttrice d’orchestra trentaduenne di San Pietroburgo saliranno sul podio, invitando il pubblico a scoprire le bacchette del futuro.

Mercoledì 2 e giovedì 3 luglio: Sempre Verdi Il primo appuntamento, in programma mercoledì 2 luglio, si intitola Sempre Verdi ed è un omaggio travolgente al campione del melodramma italiano. Un vero e proprio greatest hits delle opere di Giuseppe Verdi, con una selezione di brani sinfonici e cori tra i più emozionanti e amati dal pubblico. Il programma spazia dai titoli giovanili ai capolavori della maturità, offrendo un ritratto appassionato e variegato del compositore. In scaletta, pagine tratte da Un giorno di regnoNabuccoLuisa MillerI masnadieriStiffelioLa battaglia di LegnanoIl trovatoreMacbethErnani La traviata. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio sale il torinese, classe 1998, Matteo Dal Maso, il Coro è istruito da Ulisse Trabacchin; solisti i cantanti del Regio Ensemble Siphokazi Molteno (mezzosoprano) e Janusz Nosek (baritono). 

Lunedì 7 luglio: Girotondo

È sempre una festa quando salgono sul palco: le ragazze e i ragazzi del Coro di voci bianche del Teatro Regio sono ormai applauditi ovunque si esibiscano, dalle tournée internazionali ai concerti più attesi della stagione fino alla partecipazione al Festival di Sanremo. Girotondo è il titolo del concerto che li vede protagonisti lunedì 7 luglio, guidati da Claudio Fenoglio – direttore e pianoforte – in un affascinante viaggio musicale tra secoli e continenti, attraverso culture e stili lontani tra loro, ma uniti – per una sera – dalla forza straordinaria del cantare insieme. Il concerto spazia da Camille Saint-Saëns a Pëtr Il’ič Čajkovskij, da Arrigo Boito a Leonard Bernstein, passando per Peter Maxwell Davies, Georges Bizet, Giacomo Puccini, Jean Absil, Mauro Zuccante e John Rutter. Un repertorio ricco e variegato che, oltre a emozionare il pubblico, rappresenta per i giovani cantori un’esperienza formativa preziosa: cantare in coro insegna l’ascolto, la disciplina, la bellezza del fare musica in armonia con gli altri. 

Mercoledì 9 e giovedì 10 luglio: Intermezzo

Due serate all’insegna dell’emozione pura, dove la musica racconta gioie e seduzioni, trionfi e drammi, passione e tormento. Con Intermezzo, il Teatro Regio invita il pubblico a lasciarsi trasportare in un viaggio musicale intenso e raffinato, in cui ogni brano è un frammento di vita, un’istantanea dell’animo umano. Sul podio, la talentuosa Danila Grassi – nata nel 1993, prima donna a dirigere un’opera nella storia del Festival della Valle d’Itria – guida l’Orchestra e il Coro del Regio e il soprano solista Albina Tonkikh (Artista del Regio Ensemble) in un programma che alterna celebri intermezzi, brani sinfonici e cori tratti da alcune delle opere più struggenti del repertorio verista. Da La Gioconda di Amilcare Ponchielli a Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, da Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni a Fedora di Umberto Giordano, fino ai grandi titoli pucciniani – Le villiManon LescautMadama ButterflyTurandot – ogni pagina musicale è una carezza o un colpo al cuore. Una serata dal fascino romantico e travolgente, un’occasione per lasciarsi avvolgere dalle voci, dai timbri orchestrali e dalle armonie corali che dipingono un mondo fatto di emozioni forti e di dolcissime sfumature.

Martedì 15 e mercoledì 16 luglio: I preferiti di Mozart

Comporre capolavori a vent’anni, rivoluzionare l’opera prima ancora dei trenta, lasciare un’eredità immortale a soli trentacinque: la vita di Mozart è un inno al talento precoce e alla genialità senza tempo. Con I preferiti di Mozart, il Teatro Regio rende omaggio a questo miracolo della musica, proponendo una selezione delle sue pagine più amate: ouverture, arie e danze da Il flauto magicoDon GiovanniLe nozze di FigaroCosì fan tutte e Idomeneo. Una sorta di playlist ideale, da riascoltare ogni volta che si ha bisogno di bellezza. Sul podio, Sieva Borzak – giovane direttore italo-russo nato a Roma nel 1997 – guida l’Orchestra e il Coro del Regio e gli artisti del Regio EnsembleAlbina TonkikhSiphokazi MoltenoDaniel UmbelinoJanusz Nosek e Tyler Zimmerman per una serata scintillante, intrisa di eleganza, humour e pura emozione.

Mercoledì 23 e giovedì 24 luglio: Donne fatali

Seduttrici magnetiche o figure materne e protettive? Le donne raccontate da Georges Bizet oscillano tra questi estremi, diventando protagoniste di storie dove il destino degli uomini si gioca sul filo della passione, del desiderio e dell’illusione. In Donne fatali, l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, diretti da Liubov Nosova – nata nel 1993 a San Pietroburgo – danno voce a due tra le più celebri creazioni musicali del compositore francese: L’Arlésienne, con le sue suggestive musiche di scena trasformate in suite sinfoniche, e Carmen, capolavoro assoluto dell’opera ottocentesca, qui proposta nelle sue pagine orchestrali più iconiche. Un programma di grande impatto emotivo, che esplora l’universo femminile attraverso la forza evocativa della musica di Bizet, capace di dipingere con pochi tratti intensi un’intera gamma di emozioni.

Aperitivo Reale e accesso esclusivo al Giardino DucaleTutti i concerti iniziano alle ore 21. Ai possessori del biglietto è riservata l’apertura eccezionale del Giardino Ducale a partire dalle ore 20 per una passeggiata serale esclusiva e un aperitivo alla Caffetteria Reale. Un invito a vivere l’esperienza del concerto fin dall’attesa. Prenotazione tavoli: info@caffetteriareale.it.

Biglietteria e Informazioni

I concerti hanno luogo presso la Corte d’Onore di Palazzo Reale – Musei Reali (Piazzetta Reale 1 – Torino). I biglietti a € 20 e € 10 per gli under 30 sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio e on line su www.teatroregio.torino.it. Biglietteria Teatro Regio | Piazza Castello 215 – Torino. Tel. 011.8815.241/242 – biglietteria@teatroregio.torino.it. Orario: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica ore 10.30-15.30. Un’ora prima dei concerti i biglietti sono in vendita presso la Golden Box in Piazzetta Reale. 

Quattro bacchette, un’unica passione: il futuro della direzione d’orchestra è qui 

Ventisette anni, direttore d’orchestra nato a Torino, Matteo Dal Maso ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il primo premio alla Athens International Conducting Competition e il premio del pubblico al Concorso “Peter Maag”. Ha diretto orchestre quali BBC Philharmonic, Royal Liverpool Philharmonic, The Hallé, Real Filharmonía de Galicia, Orchestra di Padova e del Veneto, esibendosi in tutta Europa e negli Stati Uniti. Ha debuttato in ambito operistico nel 2021 con Carmen al Teatro dell’Opera di Plzen ed è stato assistente presso prestigiose istituzioni come la BBC Philharmonic e Opera North. Diplomato in clarinetto con lode a Torino, si è perfezionato in direzione d’orchestra al Royal Northern College of Music di Manchester e con maestri del calibro di Jorma Panula, Neeme Järvi e Paavo Järvi. Secondo classificato nell’ultima edizione del Concorso Internazionale di Direzione d’Opera dell’Opéra Royal de Wallonie-Liège, ha vinto anche il Premio del pubblico. «Alla finale ha diretto La Cenerentola di Rossini con il giusto brio, ironia e mostrando particolare complicità con i cantanti, un’interpretazione nel solco della tradizione che è molto piaciuta alla sala». (Alma Torretta, Il Giornale della Musica).

Nata in Puglia, trentadue anni, dopo gli studi sotto la guida di Marcello Bufalini e il perfezionamento con Dario Lucantoni e Donato Renzetti, Danila Grassi ha diretto orchestre quali l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, l’Orchestra Metropolitana della Città di Bari e LaToscanini di Parma. In qualità di direttrice artistica e musicale del progetto Il Guercio di Puglia, ha promosso la prima opera lirica realizzata interamente con artisti pugliesi Under 35, dirigendone la prima esecuzione mondiale dell’opera composta da Nicola Scardicchio. Dal 2021 lavora come assistente di Fabio Luisi per il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, dove ha fatto il suo debutto dirigendo una nuova produzione de La scuola de’ gelosi di Antonio Salieri, affermandosi come la prima donna a dirigere un titolo operistico nella storia del Festival. Tra i suoi impegni futuri, alcuni concerti sinfonici con l’Orchestra Filarmonica di Benevento, al Teatro Petruzzelli di Bari, con l’Orchestra della Toscana e al Maggio Fiorentino. In ambito operistico, il debutto allo Staatstheater di Stoccarda, al Wexford Festival Opera e al Bregenzer Festspiele con L’elisir d’amore. Grassi ha all’attivo una collaborazione con la Rassegna Musicale Curci per cui ha pubblicato le sue ricerche sul genere operistico della Literaturoper.

Ventotto anni, nato a Roma, il giovane direttore italo-russo Sieva Borzak si è formato al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, diplomandosi con lode in direzione d’orchestra e perfezionandosi con maestri come Riccardo Muti, Daniel Oren e Daniele Gatti, affrontando un vasto repertorio operistico e sinfonico. Si è recentemente imposto all’attenzione internazionale come semifinalista al Malko Competition 2024 e vincitore dell’International Opera Conducting Competition dell’Opéra Royal de Wallonie-Liège. Nel 2024 ha debuttato in Turandot per AsLiCo, portando la produzione in tournée nei principali teatri italiani. In ambito sinfonico è Direttore in Residenza della Roma Tre Orchestra, con cui ha diretto oltre 70 concerti, collaborando anche con compagini come Danish National Symphony Orchestra, Sofia Philharmonic e Orchestra dell’Opéra Royal de Wallonie-Liège. Premiato in numerosi concorsi internazionali, ha inciso due album per Brilliant Classics. «La sua direzione di brani dal Rigoletto si è fatta ammirare per gesto preciso e ampio, con dinamiche molto nette, quasi geometriche, una direzione di Verdi con i giusti tempi e le giuste enfasi, vitale ma elegante, che dimostrava una visione chiara, tutto sotto controllo, con personalità». (Alma Torretta, Il Giornale della Musica)

Trentadue anni, nata a San Pietroburgo, Liubov Nosova è direttrice d’orchestra, organista e pianista. Inizia a studiare musica a quattro anni, a nove suona per la prima volta come pianista con un’orchestra e a diciotto dirige per la prima volta l’Orchestra Sinfonica del Collegio Rimskij-Korsakov. Dopo gli studi al Conservatorio, si perfeziona in direzione tra Italia, Francia, Svizzera e Germania, conseguendo nel 2022 il Master con lode alla UdK di Berlino. Ha vinto il Secondo Premio al concorso “Llíria City of Music” in Spagna ed è stata selezionata per l’Accademia Paavo Järvi con l’Orchestra della Tonhalle-di Zurigo e per l’Accademia Chigiana sotto la guida di Luciano Acocella e Daniele Gatti. Durante masterclass, concorsi, concerti e audizioni dirige, tra le altre, orchestre come la Bochum Symphoniker, la Berliner Symphoniker, la Neubrandenburg Philharmonie, la Brandenburgisches Staatsorchester di Francoforte, l’Orchestra dell’Estremadura, l’Orchestra della città di Lliria, l’Orchestra Sinfonica di Stato di Mosca, le orchestre da camera e sinfoniche del Conservatorio di San Pietroburgo, l’Orchestre National de France e molte altre. Lavora come direttrice d’orchestra e assistente a Rostov sul Don, dove dirige regolarmente le prove dell’orchestra e concerti per famiglie e bambini. Dal 2021 Nosova è borsista del Forum dei direttori d’orchestra del Consiglio tedesco per la musica ed è stata ammessa al suo programma di promozione dei concerti nel 2023.

Nato nel 1997 dalla collaborazione tra il Teatro Regio e il Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Torino, il Coro di voci bianche del Teatro Regio Torino è stato diretto sin dalla fondazione dal maestro Claudio Marino Moretti cui, nel 2008, si è avvicendato il maestro Claudio Fenoglio. Presente in numerose produzioni liriche, progetti educativi e concerti sinfonici, ha partecipato a importanti appuntamenti internazionali, tra cui il Children’s Day ONU a Ginevra e il Concerto di Natale ad Assisi. Ha preso parte a celebri allestimenti come Turandot di Zhang Yimou e Lo schiaccianoci di Béjart. Nel 2011 ha inaugurato il Festival MITO con la Sinfonia dei Mille di Mahler diretta da Gianandrea Noseda. Intensa e costante è la partecipazione del Coro negli spettacoli per La Scuola all’Opera, ha interpretato numerose opere per l’infanzia, da Britten a Rossini, fino alle più recenti di Pierangelo Valtinoni. Dalla collaborazione con il Luigi Martinale trio jazz sono scaturiti diversi concerti e il disco Sundials’ Time. Nel 2017, in occasione del 20° anniversario, il Coro si è esibito in diversi luoghi di Torino e del Piemonte e ha tenuto un trionfale concerto al Teatro Regio nell’ambito degli European Opera Days.

Claudio Fenoglio, pianista, compositore e direttore di coro, si è diplomato con lode in Pianoforte, Musica corale e Composizione, ha avviato giovanissimo la carriera nel teatro lirico, collaborando con maestri come Noseda, Bychkov, Gergiev e Luisi, e registi quali Vick, Michieletto, Martone e McVicar. Già Maestro del Coro principale del Regio (2010–2018), ha guidato la compagine corale in tournée in Europa, Asia e America. Dal 2018 al 2020 ha diretto il Coro dell’Accademia Stefano Tempia e oggi è Direttore artistico dell’Associazione Polimnia.