L’ARENA DI VERONA TORNA A PRAGA, CULLA MUSICALE D’EUROPA, DOPO VENT’ANNI E ANNUNCIA AUDIZIONI APERTE PER I CANTANTI DI TUTTO IL MONDO

Gasdia: “Siamo alla ricerca di nuovi e giovani talenti. Tutti gli artisti possono scriverci e sostenere un’audizione privata in ogni momento dell’anno”

All’Istituto Italiano di Cultura di Praga, il più antico del mondo, anche l’Ambasciatore Marsili

Una serata da tutto esaurito. Quasi 150 persone, mercoledì sera, hanno affollato la Cappella barocca dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, il più antico del mondo, per non perdere il ritorno di Fondazione Arena di Verona nella capitale ceca, dopo oltre 20 anni dall’ultimo evento. Accolta dall’Ambasciatore d’Italia a Praga Mauro Marsili e dalla Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura Marialuisa Pappalardo, il Sovrintendente Cecilia Gasdia, davanti ad un pubblico di artisti, direttori d’orchestra, oltre che di tour operator e giornalisti di settore, ha annunciato la possibilità per tutti i cantanti del mondo di sostenere un’audizione privata all’Arena di Verona, fucina di grandi talenti.

“In questi ultimi anni sono stati tantissimi i giovani che hanno cantato e debuttato all’Arena di Verona – afferma il Sovrintendente Cecilia Gasdia –. Siamo sempre alla ricerca di nuovi talenti, di tutte le età, per questo lanciamo un invito a tutti gli artisti: coloro che desiderassero sostenere un’audizione privata, possono scriverci via mail in ogni momento dell’anno e, in base alla provenienza e alle disponibilità, verrà fissato loro un appuntamento. Diamo spazio a tutti, con un occhio di riguardo per i giovani che hanno bisogno di fare esperienza al fianco di grandi artisti. Occasioni che possono cambiare il loro futuro professionale, che li aiutano a formarsi. Ringraziamo l’Istituto Italiano di Cultura di Praga e l’Ambasciata per questa serata, è stata un’emozione tornare qui dove ho cantato tante volte negli anni ‘80 e ‘90”.

Il ritorno della Fondazione Arena di Verona a Praga è stato fortemente voluto dall’’Ambasciata e dall’Istituto Italiano di Cultura, non solo per presentare un’eccellenza italiana del settore, ma anche per rimarcare la passione per la musica e lo spettacolo che unisce l’Italia e la Repubblica Ceca – dichiara l’Ambasciatore d’Italia Mauro Marsili -. Lo straordinario programma del 2025 presentato dagli illustri rappresentanti della Fondazione, le magistrali interpretazioni dei solisti accompagnati al piano da Cecilia Gasdia e l’accoglienza trionfale del pubblico in sala sono la migliore testimonianza di una scelta vincente che ha contribuito a promuovere il genio creativo e la capacità di stupire degli italiani”.

“La bellezza del nostro lavoro è che, spesso, ci regala momenti di pura magia: sentire la nostra Cappella barocca risuonare con la musica di Puccini e Verdi, e al pianoforte la straordinaria Cecilia Gasdia, è stato uno di questi – commenta la Direttrice dell’Istituto, Marialuisa Pappalardo -. Come il nostro Istituto, che nel 2022 ha compiuto 100 anni, il Festival Lirico Areniano vanta una storia centenaria, dedicata alla musica, per un pubblico italiano e internazionale. Il segreto di questa longevità consiste in una proposta artistica sempre di assoluta eccellenza, uno scenario unico al mondo e una capacità di rinnovarsi che, unendo la tradizione ad uno sguardo contemporaneo, si rivolge  e include le giovani generazioni, perchè la passione per la musica deve essere accesa e costantemente nutrita”. 

“La musica è un linguaggio universale, per questo nelle capitali culturali del mondo, l’Arena di Verona riscuote grande interesse ed entusiasmo, micce che innescano nuove idee, opportunità artistiche e commerciali – chiude il Vicedirettore artistico Stefano Trespidi -. Il nostro sogno è disegnare una road map dei prossimi due anni che ci permetta di realizzare nei Paesi stranieri masterclass e audizioni, diventando un punto di riferimento e una continua opportunità di crescita e carriera per gli artisti. L’Arena è un palcoscenico unico al mondo, potersi esibire davanti a diecimila persone a sera è un banco di prova ma anche un trampolino di lancio”.


Da Verona a Praga. Durante la serata, dopo la presentazione del 102° Arena Opera Festival, i solisti Gilda Fiume (Soprano), Gianluca Terranova (Tenore) e Leon Kim (Baritono) hanno eseguito alcune delle più celebri arie di Verdi e Puccini, tratte dalle opere Rigoletto, Aida, La Traviata e Turandot. Ad accompagnarli Cecilia Gasdia al pianoforte, un Petrof recentemente restaurato, sottoposto a un lavoro di revisione della meccanica, ed inaugurato pochi giorni fa. Un gioiello all’interno della Cappella barocca dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, consacrata il 3 luglio 1617 dall’arcivescovo Jan Lohelius alla Vergine Maria e a San Carlo Borromeo. Annoverata tra gli esempi del primo barocco praghese, la chiesa si articola in un’unica navata, con nicchie laterali, coperta da una volta a botte affrescata. Nella volta ancora oggi si possono ammirare rari affreschi monocromi con una delle prime raffigurazioni di San Carlo accanto a Sant’Ambrogio. Nell’abside campeggia una pala raffigurante San Carlo Borromeo adorato dagli orfani, dipinta nel 1839 da Václav Ignác Leopold Markovský. Oggi è uno spazio per eventi, concerti ed esposizioni, alle pareti in questi giorni, infatti, la mostra fotografica “Gabriele Basilico. Roma”.

L’evento è stato organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Praga e dalla Fondazione Arena di Verona, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Praga, la Regione Veneto, la Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca (CAMIC) e l’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, con il supporto di Sartori di Verona presente con i suoi vini. 

Domenica 23 marzo 2025 alle ore 17, in Sala Zubin Mehta, Afanasy Chupin e Antonino Siringo sul podio alla guida, rispettivamente, dell’Orchestra Giovanile Italiana e dell’Orchestra dei Ragazzi.

In programma le musiche di Ludwig van Beethoven; Igor Stravinskij e Sergej Prokof’ev.

Fondazione CR Firenze ha messo a disposizione degli allievi della Scuola di Musica di Fiesole 500 biglietti gratuiti con l’obiettivo di aiutare la crescita di nuovo pubblico e al contempo garantire un’alta partecipazione degli studenti

Domenica 23 marzo 2025 alle ore 17 si accendono le luci della Sala Zubin Mehta per il concerto con protagoniste l’Orchestra Giovanile Italiana – che da poco ha festeggiato i 40 anni di attività con l’esibizione, la scorsa estate, proprio in Sala Mehta – e l’Orchestra dei Ragazzi, due importanti realtà della Scuola di Musica di Fiesole.

Sul podio, rispettivamente alla guida dell’Orchestra Giovanile Italianae dell’Orchestra dei Ragazzii maestri Afanasy Chupin, al suo debutto al Maggio, e Antonino Siringo, di ritorno nel volgere di pochi mesi dopo il concerto di capodanno dello scorso 1º gennaio. 

Il pomeriggio sinfonico si apre con l’esecuzione dell’ouverture di Fidelio – l’unico capolavoro operistico di Ludwig van Beethoven – eseguita nell’arrangiamento di Merle J. Isaac dall’Orchestra dei Ragazzi con Antonino Siringo alla loro testa.

Con l’Orchestra Giovanile Italiana Afanasy Chupin sul podio il concerto prosegue con l’esecuzione di Petruška, Burlesque in 4 scene per grande orchestra firmata da Igor Stravinskij e della Suite n. 2 op. 64 tratta dal celeberrimo Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev.

Afanasy Chupin ha iniziato a suonare il violino all’età di 3 anni e ad esibirsi con un’orchestra sinfonica ad appena 5 anni. Nel 2002, con il sostegno del Lions Club, ha eseguito i suoi primi concerti da solista in Europa. Nel 2004, dopo aver vinto alcune competizioni internazionali, è stato invitato da Teodor Currentzis a unirsi al nuovo ensemble musicAeterna come primo violino,

Fra il 2004 e il 2006 e fra il 2011 e il 2022 è stato ospite di festival prestigiosi come il Salzburger Festspiele, il Festival di Aix-en-Provence e il Lucerne Festival. Come direttore assistente e spalla d’orchestra ha preso parte a produzioni operistiche del Teatro Bol’šoj di Mosca e a produzioni, fra gli altri, di Robert Wilson, Romeo Castellucci e Peter Sellars. Dal 2022 Chupin si è stabilito a Parigi ed è spesso primo violino ospite di prestigiose compagini quali la Mahler Chamber Orchestra, Budapest Festival Orchestra, Camerata Salzburg, l’Orchestre de Chambre de Paris e l’Opera Liceu. La sua esperienza include collaborazioni con molti musicisti tra cui Cecilia Bartoli, Patricia Kopatchinskaja, Alexander Melnikov, Andras Schiff, Anna Prohaska e Nicolas Altstaedt.

Antonino Siringo si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Firenze. 

Completa la sua formazione con i corsi dell’Orchestra Giovanile Italiana a Fiesole, le lezioni di Joaquín Achúcarro all’Accademia Chigiana ed i seminari di Siena Jazz con Stefano Battaglia, Franco D’Andrea e  Bruno Tommaso. Con l’Ensemble Contemporaneo dell’OGI prende parte ai concerti di Musica&Cultura mentre con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai collabora all’incisione di opere di Sciarrino e Solbiati e a molte produzioni sotto la guida di celebri direttori quali Lawrence Foster, Rafael Frühbeck de Burgos, Myung-Whun Chung e Gianandrea Noseda.

Commentando l’iniziativa per i 500 biglietti gratuiti messi a disposizione per gli allievi della Scuola di Musica di Fiesole, il Direttore Generale di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori ha commentato: “La Fondazione CR Firenze sostiene la Scuola di Musica di Fiesole dal 2000 perché crediamo sia importante sostenere la formazione musicale dei giovani. Questo concerto offre ai musicisti dell’Orchestra Giovanile la possibilità di fare un’esperienza di crescita professionale d’eccellenza grazie alla collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Due realtà che riteniamo sia fondamentale dialoghino in uno scambio reciproco di stimoli nel territorio. Abbiamo messo a disposizione gratuitamente i biglietti per i ragazzi della scuola con l’intento di favorire questo legame avvicinando il teatro alle giovani generazioni”.

Orchestra Giovanile Italiana

L’Orchestra Giovanile Italiana, ideata da Piero Farulli nella Scuola di Musica di Fiesole, contribuisce dal 1984 in maniera determinante alla vita musicale del Paese con oltre mille musicisti occupati stabilmente nelle orchestre europee. Tenuta a battesimo da Riccardo Muti, l’Orchestra è stata invitata in alcuni fra i più prestigiosi luoghi della musica internazionale e diretta tra gli altri da Claudio Abbado, Roberto Abbado, Luciano Berio, Daniele Gatti, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Riccardo Muti e Giuseppe Sinopoli.Nel marzo 2014 è stata invitata a Salisburgo per La clemenza di Tito con il cast vocale del Mozarteum e nel 2016 ha partecipato al Festival MiTo. Il 1° giugno 2019 ha tenuto il concerto al Quirinale per la Festa della Repubblica su invito del Presidente Sergio Mattarella. Dal 2016 al 2020 ha partecipato al corso chigiano di direzione di Daniele Gatti, che ha anche diretto l’OGI nel Concerto di Capodanno 2019 a Firenze. Ospite abituale di numerose istituzioni concertistiche, ha inaugurato più volte il Festival dei Due Mondi di Spoleto, con le prime esecuzioni di quattro lavori di Silvia Colasanti. Tra i successi più recenti il concerto allo Young Euroclassic Festival alla Konzerthaus di Berlino (agosto 2022) e la tournée con Martha Argerich all’interno del Peace Orchestra Project, conclusa alla Cité de la Musique di Parigi (settembre 2023).

Orchestra dei Ragazzi

L’Orchestra dei Ragazzi ha nelle proprie file elementi giovanissimi. La disciplina del far musica insieme è la base su cui poggia il lavoro di questo ensemble, con l’obiettivo di un corretto sviluppo artistico e umano. Insieme all’Orchestra Galilei e all’Orchestra Giovanile Italiana, ogni anno offre alla città di Firenze il suo augurio musicale la mattina di Capodanno. Su invito di Luciano Berio ha partecipato nel 2002 alla giornata inaugurale dell’Auditorium-Parco della Musica di Roma; con Salvatore Accardo ha inaugurato la stagione 2011-2012 dell’Accademia Filarmonica Romana. L’Orchestra dei Ragazzi è stata invitata agli Incontri Musicali della Fondazione William Walton (Ischia) e al Festival Musica d’Estate a Bardonecchia, a I Suoni delle Dolomiti e al Festival delle Orchestre Giovanili di Murcia (Spagna). Nel 2016 l’Orchestra dei Ragazzi ha vinto il “World Orchestra Festival”, organizzato dai Wiener Philharmoniker nella capitale austriaca. Direttore – docente è Antonino Siringo, coadiuvato da Leonardo Matucci e Petru Horvath per la preparazione degli archi e da Antonio Sicoli e Luigi Daniele Cantafio per fiati e percussioni. L’attività dell’orchestra è resa possibile dal sostegno della Fondazione CR Firenze.

La locandina:

LUDWIG VAN BEETHOVEN 

Fidelio, Ouverture

(arrangiamento di Merle J.Isaac)

Direttore Antonino Siringo

Orchestra dei Ragazzi

IGOR STRAVINSKIJ

Petruška (1947)

Burlesque in 4 scene per grande orchestra

Scena I: La fiera dell’ultimo giorno di CarnevaleDanza russa

Scena II: Petruška

Scena III: Il MoroValzer

Scena IV: La fiera dell’ultimo giorno di Carnevale

(e la morte di Petruška)

Danza delle nutriciContadino con orso ammaestrato

Zingare e venditore ambulanteDanza dei vetturini

Scena delle maschere. La rissa (Il Moro e Petruška).

Morte di PetruškaLa polizia e il Ciarlatano

Apparizione del fantasma di Petruška.

SERGEJ PROKOF’EV

Romeo e Giulietta, Suite n. 2 op. 64 ter 

Montecchi e Capuleti

Andante. Allegro pesante

La giovane Giulietta (Vivace. Andante dolente) / 

Padre Lorenzo (Andante espressivo) /

Danza (Vivo) / Romeo e Giulietta Prima della separazione

(Lento. Andante. Adagio. Andante) /

Danza delle ragazze delle Antille (Andante con eleganza) / 

Romeo alla tomba di Giulietta (Adagio funebre)

Direttore Afanasy Chupin

Orchestra Giovanile Italiana

Prezzi:

Posto unico 20€

Durata complessiva 1 ora e 55 minuti circa (con intervallo)

Il debutto di Constantinos Carydis e Truls Mørk al Teatro di San Carlo

In una conferenza stampa precedente, presso il Salone degli Specchi del Teatro di San Carlo, c’era stato il saluto di commiato del Sovrintendente Stéphane Lissner, alla fine del suo mandato.

Constantinos Carydis (* 1974 in Athen, Griechische Dirigent) leitet das Mahler Chamber Orchestra am 05. September 2010 in der Philharmonie Köln

La Stagione di Concerti 2024-25 prosegue con un duplice debutto al Teatro di San Carlo: sabato 22 marzo, alle ore 19:00, il direttore Constantinos Carydis e il violoncello solista Truls Mørk saranno protagonisti insieme all’Orchestra del Lirico di Napoli.

Eseguiranno il “Concerto n. 1 per violoncello e orchestra”, op. 107 di Dmitrij Šostakovič. Nella seconda parte la “Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore” op. 97 di Robert Schumann, nota come “Renana”.

Šostakovičcompose il “Concerto n. 1”, op. 107 in soli quaranta giorni nel 1959. Lo dedicò al violoncellista Mstislav Rostropovič, che lo eseguì per la prima volta il 4 ottobre dello stesso anno nella Sala Grande della Filarmonica di Leningrado (oggi San Pietroburgo), sotto la direzione di Evgenij Mravinskij.

Risale quasi a un secolo precedente, invece, la Sinfonian. 3 in mi bemolle maggiore”, op. 97 composta tra il 2 novembre e il 9 dicembre 1850 da Schumann. Cronologicamente lʼultima delle quattro composte, venne eseguita per la prima volta presso il Neues Theater di Düsseldorf il 6 febbraio 1851 con esito entusiastico, e pubblicata lo stesso anno dallʼeditore Simrock di Bonn.

Constantinos Carydis ha già collaborato, tra le altre, con orchestre del calibro dei Wiener Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, WDR Sinfonieorchester Köln, Deutsche Symphonie-Orchester Berlin, Münchner Philharmoniker, Orchestra dellʼAccademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Mahler Chamber Orchestra. In campo operistico, Constantinos Carydis collabora con istituzioni quali la Bayerische Staatsoper e lʼOpera di Francoforte, la Royal Opera House, la Wiener Staatsoper, la Staatsoper di Berlino, lʼOpéra de Lyon e con i più importanti festival, tra cui il Festspiele di Salisburgo.

Truls Mørk si esibisce con le orchestre più illustri, tra cui lʼOrchestre de Paris, i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, i Münchner Philharmoniker, la London Philharmonic e la Gewandhausorchester di Lipsia. In Nord America si è esibito con la New York Philharmonic, le Orchestre di Filadelfia e Cleveland, la Boston Symphony Orchestra e la Los Angeles Philharmonic. Ha collaborato con direttori del calibro di Esa- Pekka Salonen, David Zinman, Manfred Honeck, Gustavo Dudamel, Sir Simon Rattle, Kent Nagano, Yannick Nézet- Séguin e Christoph Eschenbach, tra i molti.

Concerto Sinfonico

22 Marzo 2025

Constantinos Carydis

Direttore | Constantinos Carydis
Violoncello | Truls Mørk

Programma
Dmitrij Šostakovič
Concerto per violoncello e orchestra n. 1, op. 107
Robert SchumannSinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore “Renana”, Op. 97

Orchestra del Teatro di San Carlo

♭ debutto al Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo | CREMISI
sabato 22 marzo 2025, ore 19:00 – S/P – CREMISI – VII

Durata: 1 ora e 40 minuti circa, con intervallo

Die Liebe der Danae al Teatro Carlo Felice

Mitologia gaia in tre atti di Richard Strauss

libretto di Joseph Gregor

Domenica 6 aprile 2025, ore 20.00

Da domenica 6 aprile 2025 sarà in scena – in prima rappresentazione italiana della versione originale con complessi artistici italianiDie Liebe der Danae (L’amore di Danae), mitologia gaia in tre atti di Richard Strauss su libretto di Joseph Gregor.

Dopo il successo di A Midsummer Night’s Dream, titolo inaugurale della Stagione 2023-2024, Laurence Dale cura la regia del nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, con le scene e i costumi di Gary McCann, le coreografie di Carmine De Amicis e le luci di John Bishop. Coreografo e regista collaboratore Carmine De Amicis, costumista collaboratore Gabriella Ingram. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS. Con i danzatori Daniele Bracciale, Luca Cappai, Simone Cristofori e Giuseppe Sanniu, i mimi Erika Melli e Roberto Pierantoni e il mimo acrobata Davide Riminucci.

A dare vita ai protagonisti dell’opera: Scott Hendricks (Jupiter), Timothy Oliver (Merkur), Tuomas Katajala (Pollux), Angela Meade (Danae), Valentina Farcas (Xanthe), John Matthew Myers (Midas), Albert Memeti (Erste König), Eamonn Mulhall (Zweite König), Nicolas Legoux (Dritte König), John Paul Huckle (Vierte König), Anna Graf (Semele), Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmene), Valentina Stadler (Leda), Domenico Apollonio, Bernardo Pellegrini, Davide Canepa, Luca Romano, Andrea Scannerini (Vier Wächter) e Valeria Saladino (Eine Stimme).

Lo spettacolo sarà in replica mercoledì 9 aprile 2025 alle ore 20.00 (turno B), domenica 13 aprile 2025 alle ore 15.00 (turno C) e mercoledì 16 aprile 2025 alle ore 20.00 (turno L).

La Fondazione Teatro Carlo Felice ha ricevuto ieri la seguente comunicazione di Fabio Luisi – direttore onorario dell’Opera Carlo Felice, direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo – a cui era stata affidata la direzione dell’opera:

«Con grande dispiacere devo rinunciare per improvvisi e gravi motivi familiari all’impegno della direzione musicale dell’opera Die Liebe der Danae in programma al mio amato Teatro Carlo Felice di Genova. Questa decisione, riguardante un prestigioso progetto di cui mi ero fatto forte testimone, e per il quale avevo trovato completo consenso e coraggioso appoggio da parte del Teatro, mi addolora, ma è purtroppo necessario. Confidando nella comprensione del Teatro e delle sue maestranze, dell’Orchestra, del Coro, dei Maestri, dei Tecnici e degli Amministrativi, rimango con gli auguri più sinceri per un sereno svolgimento di prove e recite di questa splendida opera».

Il Sovrintendente esprime al Maestro Luisi la sua vicinanza e quella di tutto il Teatro, unitamente a un particolare ringraziamento a Michael Zlabinger per aver accettato di dirigere l’intera produzione.

Die Liebe der Danae (L’amore di Danae), di Richard Strauss, è una mitologia gaia in tre atti composta nel 1940. Circa vent’anni prima, il poeta e drammaturgo Hugo von Hofmannsthal aveva proposto al compositore un canovaccio dal titolo Danae, o il matrimonio di convenienza, che però era stato accantonato in favore di altri progetti. Quando Strauss decise di realizzare l’opera, affidò la bozza di Hofmannsthal al librettista Joseph Gregor. Die Liebe der Danae venne allestita per la prima volta in forma privata nel 1944, mentre la prima rappresentazione pubblica si tenne nel 1952 a Salisburgo. La trama è tratta dalla tradizione greca, e vede protagonisti Danae, Mida e Giove in un intreccio di inganni, amore e desiderio. Anche se inizialmente Danae cerca solo di sfuggire alla condizione di povertà, si innamorerà sinceramente di Mida e nonostante l’ira di Giove riuscirà a far trionfare il proprio amore. Con una scrittura raffinata ed elegante, fatta di frasi morbide e suadenti e di timbri travolgenti, Strauss crea un racconto musicale vibrante di tensione.

Commenta Fabio Luisi: «Sono felicissimo di presentare per la prima volta in Italia l’ultima opera di Richard Strauss, L’amore di Danae, che rappresenta in un certo senso un testamento spirituale e drammaturgico del compositore bavarese. Sempre oscillando, come nei suoi capolavori Arianna a Nasso e La donna senz’ombra fra mitologia e mito, fra commedia e rappresentazione sacra, fra buffo e tragico, Strauss dipinge un poliedrico ed a tratti spietato ritratto delle passioni e delle debolezze umane, con un linguaggio musicale complesso e maturo. Ringrazio l’Opera Carlo Felice per il coraggio nel voler produrre questo progetto».

Laurence Dale: «L’anno scorso ho avuto un’esperienza meravigliosa con la regia di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten all’Opera Carlo Felice Genova. Non c’è complimento più grande che essere nuovamente invitato, e sono molto felice di tornare a Genova per lavorare insieme ai colleghi e agli amici del Teatro a un progetto per me ancora più difficile. Si tratta di Die Liebe der Danae, penultima opera di Richard Strauss. Anche questa volta abbiamo un meraviglioso direttore musicale, Fabio Luisi, esperto in questo repertorio, che conosco da molto tempo e con il quale sono molto contento di lavorare per la prima volta. Per questa produzione molto complessa sul piano vocale abbiamo inoltre gli interpreti più adatti. Die Liebe der Danae è una commedia, caso raro per Strauss se pensiamo a Salome o Elektra, è quindi una bella un’opportunità per realizzare una commedia con una musica di grande ricchezza e invenzione. La protagonista dell’opera è la principessa Danae, della quale Giove è sinceramente innamorato. Danae adora l’oro, così Giove finge di essere Mida, che può trasformare tutto in oro. Danae dovrà scegliere tra il vero amore e la ricchezza, e alla fine troverà l’amore. Non vedo l’ora di tornare a Genova!»

Biografie

Michael Zlabinger si è formato alla Hochschule di Lucerna e all’Università per la musica e le arti interpretative di Vienna, perfezionandosi con Bernard Haitink e Pierre Boulez. La collaborazione con direttori del calibro di Fabio Luisi, Ingo Metzmacher, Kent Nagano e Ralf Weikert gli ha permesso di lavorare come assistente musicale, tra le altre, con Berliner Philharmoniker, al DSO Berlin per Jakobsleiter di Schönberg, alla DR SymfoniOrkestret di Copenaghen, all’Opera di Stato della Baviera, all’Opera di Amburgo e all’Opera di Vienna. Con il suo debutto al Teatro Real di Madrid nel maggio del 2018 con Die Soldaten di Zimmermann è passato alla storia come il più giovane direttore d’orchestra ad aver diretto tale opera, questa che può essere considerata una pietra miliare nella carriera del maestro è da considerarsi come un continuum nella sua costante dedizione allo studio dell’opera del secolo XX.  Nella stagione 2021-22 ha diretto The Lighthouse di Peter Maxwell Davies alla Wiener Kammeroper dopo aver diretto in qualità di ospite il Pierrot lunaire di Arnold Schönberg all’Holland Festival 2021. Si è inoltre esibito come ospite anche presso la Münchner Rundfunkorchester. Ulteriori ingaggi lo portano ad una serie di concerti con la Festival Philharmonie Westfalen e al Festival international d’art lyrique d’Aix-en-Provence per una neoproduzione di Salome. Nel gennaio 2022 ha debuttato al Theater an der Wien con la Tosca di Giacomo Puccini. A partire da maggio 2022 è  direttore musicale della Festival Philharmonie Westfalen.

Laurence Dale, dopo 20 anni di carriera internazionale come tenore lirico, è stato invitato da Peter Brook a dirigere la sua prima opera, La tragédie de Carmen. Durante la sua carriera ha creato allestimenti d’opera in tutta Europa e negli Stati Uniti, tra di essi La cambiale di matrimonio per il Rossini Opera Festival e la Royal Opera House di Muscat, Ariadne auf Naxos all’Opéra de Monte Carlo e alla Royal Opéra de Wallonie, Les Huguenots e Un ballo in maschera a Metz, Aida e I Capuleti e i Montecchi in Sud Africa, La clemenza di Tito per lo Staatstheater Oldenburg, Die Fledermaus per l’Opera Nazionale di Oslo, Il barbiere di Siviglia e Ariadne auf Naxos per la Nederlandse Reisopera (miglior produzione operistica dell’anno 2016 nei Paesi Bassi). All’Opera Carlo Felice Genova ha curato la regia di A Midsummer Night’s Dream, titolo inaugurale della Stagione 2023-24. Tra gli impegni recenti, la ripresa della sua produzione di Liegi di Simon Boccanegra per l’Opera Philadelphia, Sarrasine per Göttingen e una nuova produzione di Le Siège de Corinthe per la Nederlandse Reisopera.

Biglietti

I settore: da 70,00 a 100,00 euro

II settore: da 55,00 a 80,00 euro

III settore: da 45,00 a 60,00 euro

IV settore: da 40,00 50,00 euro

V settore: da 30,00 a 35,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro

*tutti i settoriPer ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

LA BOHÈME, IN UN NUOVO ALLESTIMENTO AL TEATRO REGIO DI PARMA

L’opera di Giacomo Puccini,

nella nuova produzione firmata da Marialuisa Bafunno, vincitrice del bando rivolto a team creativi under 35.

Riccardo Bisatti sul podio della Filarmonica di Parma, della Banda degli Allievi del Conservatorio Peri-Merulo, del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, e del Coro di voci bianche del Teatro Regio preparato da Massimo Fiocchi Malaspina.

Protagonisti Atalla Ayan (Rodolfo), Roberto Lorenzi (Schaunard), Eugenio Maria Degiacomi (Benoit, Alcindoro), Roberta Mantegna (Mimì), Aleksei Kulagin (Colline), Maria Novella Malfatti (Musetta), Francesco Congiu (Parpignol), Angelo Lodetti (Sergente dei doganieri), Matteo Mazzoli (Doganiere), Matteo Nonni (Venditore ambulante).

Teatro Regio di Parma

4, 6, 10, 12 aprile 2025

La Bohème di Giacomo Puccini, scene liriche in quattro quadri sul libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa dal romanzo Scène de la vie de Bohème di Henri Murger, va in scena al Teatro Regio di Parma venerdì 4 aprile alle ore 20.00 (recite domenica 6 aprile ore 15.30, giovedì 10 aprile ore 20.00, sabato 12 aprile ore 17.00) nel nuovo allestimento coprodotto da Teatro Regio di Parma, OperaLombardia e iTeatri di Reggio Emilia, firmato dalla regista e costumista Marialuisa Bafunno, dalla scenografa Eleonora Peronetti, dal light designer Gianni Bertoli e dal coreografo Emanuele Rosa, vincitori del bando rivolto a team creativi under 35 per promuovere la professionalità e creatività di giovani artiste e artisti e stimolare un approccio progettuale che valorizzi temi di accessibilità e sostenibilità, realizzato dal circuito di OperaLombardia, in collaborazione con Opera Europa, con il sostegno di Ministero della Cultura. Anche il podio sarà under 35, con Riccardo Bisatti per la prima volta al Regioalla direzione della Filarmonica di Parma, della Banda degli Allievi del Conservatorio Peri-Merulo, del Coro del Teatro Regio di Parma,maestro del coro Martino Faggiani, e del Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma preparato da Massimo Fiocchi Malaspina. Protagonisti Atalla Ayan (Rodolfo, per la prima volta al Regio), Roberto Lorenzi (Schaunard, per la prima volta al Regio), Eugenio Maria Degiacomi (Benoit, Alcindoro), Roberta Mantegna (Mimì), Alessandro Luongo (Marcello), Aleksei Kulagin (Colline), Maria Novella Malfatti (Musetta, per la prima volta al Regio, che sostituisce l’annunciata Juliana Grigoryan), Francesco Congiu* (Parpignol), Angelo Lodetti (Sergente dei doganieri), Matteo Mazzoli (Doganiere), Matteo Nonni (Venditore ambulante). *già allievo dell’Accademia Verdiana.

“La Bohème, opera perfetta nella forma e nella sintesi – scrive il direttore artistico del Teatro Regio Alessio Vlad. La si conosce benissimo, nota per nota, momento per momento, eppure prende e commuove sempre, come se la si vedesse la prima volta. Modernissima e attualissima nel meccanismo teatrale, nella costruzione musicale, nell’orchestrazione, ma eterna e fuori da qualsiasi definizione temporale nella rappresentazione della vita e dei sentimenti. Esaltazione della giovinezza, delle speranze, della purezza idealizzata dell’amore e della tragicità della vita. La morte della piccola fioraia diventa la rappresentazione assoluta di una tragedia che è di tutti, senza distinzioni. Nello stesso modo l’amicizia, la gelosia, l’illusione, la generosità vengono trasfigurati in una dimensione ideale e assoluta in cui tutto ciò che apparentemente è piccolo diventa grande e ancora più grande perché ci appartiene. Opera della giovinezza e anche per questo affidata ad una squadra di giovanissimi pieni di talento e di energia: dal direttore d’orchestra, 25 anni, Riccardo Bisatti, ai responsabili dell’allestimento, tutti sotto i 35 anni, vincitori di un concorso internazionale dedicato all’allestimento di quest’opera, alla compagnia di cantanti che vede affiancati artisti giovani, ma di consolidata esperienza ad altri che si stanno da poco affacciando alla carriera. Grazie a tutti loro il Teatro guarda avanti e, credendo nel futuro e sostenendo le nuove generazioni, assolve al primo tra i suoi tanti doveri”.

“L’azione di Bohème è rapida e musicalmente legata da una serie di temi conduttori che creano la struttura e tengono insieme la storia – scrive il direttore Riccardo Bisatti. Nell’affrontare una partitura così complessa è necessario innanzitutto partire dal meraviglioso libretto di Illica e Giacosa e successivamente immergersi nelle dettagliatissime indicazioni offerte da Puccini stesso. Il compositore è meticolosissimo nell’indicare le varie sfumature agogiche e dinamiche che il direttore ha il compito di far risaltare in tutta la loro potenza ed intensità. Un’opera caratterizzata non solo dalla tragedia, ma anche dalla commedia; numerosi sono gli episodi in cui il pubblico si lascia andare alla risata nel vedere le azioni dei personaggi. La Bohème è un’opera simmetrica: il primo quadro è imparentato con il quarto sia dal punto di vista di ambientazione sia musicale. A tali quadri vengono contrapposti un secondo di grande massa e movimento e un terzo più descrittivo nella prima parte e nella seconda parte preparatorio alla tragedia dell’ultimo quadro. I personaggi declamano su un tessuto orchestrale, a volte usano il puro parlato oppure, come all’inizio del terzo quadro, questa espressione si unisce alla pittura sonora del paesaggio della Barrière d’Enfer. Quello che colpisce nella Bohème è l’economia nell’uso dei materiali musicali da parte di Puccini: stessi materiali possono essere variati nell’agogica, nel ritmo, nell’armonia e assumono significati completamente diversi. Quando ho affrontato per la prima volta un capolavoro come questo è stato per me un sogno che si è realizzato. Scoprire ogni dettaglio con i cantanti e la regista, un lavoro entusiasmante che si può realizzare solo con un vero gioco di squadra e puro amore verso il teatro”.

“Nella Bohème–la scatola dei ricordi, la vicenda si svolge attraverso gli occhi di un Rodolfo anziano, un artista che arriva dal futuro e ritrova una scatola di latta contenente alcuni oggetti del periodo più felice della sua giovinezza – scrive la regista e costumista Marialuisa Bafunno. Una cuffietta rosa, un quaderno di poesie, una candela profumata, una fotografia sbiadita diventano il filo conduttore per un viaggio nel tempo, riportando Rodolfo alla “bella età d’inganni e d’utopie”. Il ricordo non vive solo nella sua mente ma si materializza sul palcoscenico: una grande scatola si apre svelando “la soffitta” dove il giovane Rodolfo vive la sua vita da bohémien. La scatola non è un semplice elemento scenico, ma il cuore pulsante della narrazione: un confine sottile tra passato e presente, tra memoria e realtà. Gli spazi che si aprono al suo interno sono abbozzati, frammentati come ricordi sbiaditi dal tempo, e come essi oscillano tra momenti realistici e visioni oniriche. Rodolfo, Marcello, Colline e Schaunard vivono in uno spazio di aggregazione, un misto tra laboratorio, studio e loft e coltivano il sogno di una vita condivisa, in balìa del presente e di tutte le sue contraddizioni. I personaggi rappresentano degli “archetipi” del nostro tempo: Marcello è uno street artist che affigge stencil e si trova irresistibilmente attratto da Musetta, un’aspirante ballerina influencer. Colline, oltre a studiare filosofia all’università, si impegna attivamente in un collettivo ambientalista, mentre Schaunard, violinista di giorno, sogna di esibirsi come drag queen di notte. Il giovane Rodolfo è la figura più romantica del gruppo, affascinato da un’idea nostalgica del passato. Si innamora di Mimì, una bellezza pura e antica, che sembra provenire da un’epoca remota. Ognuno di loro si scontra, a modo suo, con una profonda paura che attraversa l’intera opera, diventando il simbolo di un’intera generazione. È la paura del futuro, un sentimento che permea ogni scelta dei protagonisti, sempre alla ricerca del proprio posto nel mondo e della propria strada. In un mondo che spesso sembra ostile e pronto a sabotarli, questa paura offusca le menti e annebbia i giudizi. La neve cade e si posa sui ricordi di un Rodolfo ormai anziano, che affronta solitario il lungo cammino per perdonarsi il grave errore della gioventù: non essere stato vicino alla persona amata nel momento del bisogno. Nel frattempo, tenta disperatamente di cambiare il suo passato, ma non perde l’occasione di accarezzare ancora una volta la sua dolce Mimì. Resta solo uno spazio addobbato a festa dalla sera precedente, qualche bottiglia vuota, un mucchio di neve e la fine di un’epoca”.

“Che poi La Bohème sia musicalmente cucinata in salsa di Falstaff è cosa ben nota – scrive lo storico della musica Giuseppe Martini – ed evidente nella continua adesione allo scorrere dell’azione di una musica cangiantissima che per frammenti si compone e si scompone e si ricompone, musica che senza mai descrivere è densa di significato. Puccini salta cioè il Verdi “aidiano” che lo aveva entusiasmato (ma a diciott’anni, e in mezzo già d’acqua n’era passata) e pure quello otellesco statuario e ridondante da lui lontanissimo, e trova in Falstaff la ricetta per mescolare i modi musicali più disparati, da Wagner al café-concert, fuorché quello verista con cui niente aveva a che spartire: il realismo pucciniano è solo un punto di partenza, l’arredo di un mondo popolato di situazioni e di cose che sanno di poesia e portano a una commozione sorgiva, senza filtri, quella che si prova da bambini, cioè quello di cui il pubblico di quel tempo non sapeva ancora di avere bisogno. Non lo sapeva perché fu Puccini a farglielo scoprire. Il “puccinismo” è nato lì, captandogli umori nell’aria, e infatti parecchi anche fra i critici ci furono che all’indomani della prima torinese alla Bohème preconizzarono vita corta. Perché? Perché erano nientemeno che orfani dei wagnerismi di Manon Lescaut. “Wagnerismo” che in Italia era un parolone magico per dire opera moderna, cioè temi conduttori e fluire musicale, pensa un po’. Visto com’è andata a finire – oggi LaBohème è la quinta opera più rappresentata al mondo – verrebbe voglia a questo punto di mandare all’aria tutti i discorsi da manualetto, che pur son cose che van dette, e spingere l’immaginazione a quei giorni fra gennaio e febbraio del 1896 quando si preparava il debutto al Regio di Torino e Puccini voleva il cast di stelle, e Ricordi glielo negò perché non riteneva fosse il caso, e il pubblico che arrivò addirittura a criticare i manifesti di Adolf Hohenstein – ci si attacca sempre a tutto, come oggi – e Illica gli preparò i cantanti facendogli fare gli attori così bene da smontare persino le perplessità di Puccini sul tenore. Evan Gorga – Evan sta per Evangelista, era ciociaro – si presentava da tenorino di grazia di quelli che il Rodolfo di Caruso avrebbe spazzato via, un tenorino che Puccini considerava una capra, ma fu così scenicamente credibile da arrivare a entusiasmarlo. Fu cioè l’immagine dell’interprete che nella Bohème si fonde alla sua musica asciutta, a uno stile personalissimo che permise a Puccini, di colpo e inaspettatamente, di farsi carico dei malesseri collettivi, che è in fondo il compito di ogni arte. Malesseri di un’Italia che cercava goffamente di compensare con le imprese coloniali il disagio di una società divisa fra chi per sopravvivere si aggrappava alle barricate e chi nei nuovi tram elettrici si compiaceva del proprio benessere in una pletorica fiducia per la tecnologia e il progresso. Anche Puccini se n’era compiaciuto, di quel progresso. Poco prima si era appassionato per “il bicicletto”, con entusiasmo sproporzionato, pare, alla sua capacità di maneggiarlo. Da lì a poco passerà, più o meno sciaguratamente, alle automobili. Ma qui, più che fiducia nel progresso, è segnale di una fuga in una dimensione autarchica e consolante, come lo scanzonato “Club La Bohème” allestito in tempi non sospetti sul lago di Massaciuccoli con un manipolo d’artisti amici. Molto somiglia a quei tempi il nostro, e non è questione di gioventù che si dissolve: bastano la delusione del nuovo, l’apatia di un mondo senz’anima, il rimpianto di quando c’era l’entusiasmo. Puccini l’ha detto con la corda musicale più ombrosa e delicata dell’opera italiana, e per questo La Bohème è ancora fra noi, senza che le si debba cambiare una virgola”.

PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO

Un approfondimento sul compositore, la genesi dell’opera e il capolavoro letterario a cui si ispira, con l’esecuzione dal vivo dei brani più celebri: Prima che si alzi il sipario, ciclo di incontri a ingresso libero alle ore 17.00 al Ridotto del Teatro Regio di Parma, a cura di Giuseppe Martini, presenta La Bohème sabato 29 marzo 2025, con la partecipazione dei cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma Lee Eunhye (Mimì), Erika Kohira (Musetta), Li HaoJun, Zhao Xinran (Rodolfo), Haoran An (Colline), JeongWoo Lee (Marcello) accompagnati al pianoforte da Claudia De Natale e coordinati da Donatella Saccardi.

PROVA UNDER30 CON AFTERSHOW E PROVA APERTA

Nei giorni che precedono il debutto, sono aperte al pubblico la prova riservata agli under30 lunedì 31 marzo ore 20.00, al termine aftershow con aperitivo e dj set di Silvia Milani nelle sale del Ridotto, e la prova aperta al pubblico mercoledì 22 gennaio ore 20.00.

REGIOINSIEME

Diverse le iniziative realizzate in occasione del debutto de La Bohème per Regioinsieme, il progetto dedicato alle comunità sensibili del territorio, nato e sviluppato dal Regio per creare opportunità e rendere accessibili spettacoli, concerti, laboratori, percorsi ed esperienze formative, per fare ancora una volta del teatro e della musica occasioni concrete di inclusione, crescita, di benessere e di arricchimento.

Al Punto, il nuovo hub creativo del Comune di Parma in Piazza Garibaldi, uno spazio di informazione e aggregazione dedicato ai giovani e alle giovani under 35 per promuovere l’arte, mercoledì 26 marzo alle ore 18.30 l’incontro con Martino Dondi.

Saranno esposte nel foyer del Teatro Regio lunedì 31 marzo alle ore 20.00 in occasione della prova under 30 de La Bohème, le creazioni elaborare attraverso la pittura e altre forme espressive e realizzate dai giovani artisti dei Centri Giovani del Comune di Parma nell’ambito del percorso laboratoriale coordinato da Alessandro Scanu.

La rinnovata e accresciuta collaborazione del Teatro Regio di Parma con UICI, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Parma, prosegue con le Conversazioni musicali con Laura Minto e il maestro Milo Martani, nella Sala Gandolfi al Teatro Regio di Parma lunedì 31 marzo 2025, ore 15.00: un incontro di carattere divulgativo per avvicinarsi a La bohème prossima al debutto, con la partecipazione di Marialuisa Bafunno e degli artisti che hanno aderito al Manifesto etico del Teatro Regio di Parma.

Nell’ambito del progetto L’Opera in Carcere, recentemente insignito del Premio Abbiati dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali, Gabriella Corsaro curatrice del laboratorio corale del Teatro Regio negli Istituti Penitenziari di Parma porterà in scena La Bohème sabato 5 aprile 2025 alle ore 11.00 (ingresso riservato, non aperto al pubblico), ove l’opera sarà interpretata dai 30 artisti del Coro dei detenuti e dagli artisti del cast in scena al Teatro Regio che hanno aderito al Manifesto etico del Teatro Regio di Parma, accompagnati al pianoforte da Milo Martani.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Biglietti da 10 a 110 euro. Agevolazioni e riduzioni sono rivolte a Under30, famiglie, lavoratori, neomaggiorenni, studenti e docenti, studenti universitari, gruppi, aziende. Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it

I biglietti sono disponibili online su www.teatroregioparma.it, senza costi di commissione. Orari di apertura: la Biglietteria del Teatro Regio di Parma è aperta da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, il mercoledì e il venerdì dalle 16.00 alle 18.00 e un’ora e mezza prima dello spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora e mezza prima dello spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi.

LA CONSOLAZIONE DELLA FRAGILITÀ UMANA NEL REQUIEM TEDESCO DI BRAHMS DIRETTO DA MARIOTTI

Sabato 22 marzo alle 20 all’Opera di Roma e in diretta su Radio3 Rai

«È un viaggio meditativo e riflessivo intorno all’idea della morte, intesa non solo come parte inalienabile della vita, ma anche come passaggio obbligato verso una dimensione migliore». Così il Direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti descrive Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms, che interpreta per la prima volta nel concerto in programma al Teatro Costanzi sabato 22 marzo alle ore 20, trasmesso in diretta su Radio3 Rai.

«La musica di Brahms – prosegue Mariotti – pur nella sua natura matematica, riesce a non diventare mai calcolata, ma rimane sempre profonda e ricca di sorprese armoniche e melodiche. Scompare il rapporto quasi di sudditanza verso un Dio terribile. Il testo di questo Requiem, liberamente modellato dall’autore, ci parla delle fragilità umane che troveranno conforto e consolazione solo dopo la morte. Questo spiega la predominanza di tonalità calde, maggiori e proprio per questo rassicuranti».

Accanto a Michele Mariotti sono impegnati il soprano Carolina López Moreno, al debutto al Costanzi, e il baritono Derek Welton, che torna invece dopo aver cantato in Elektra (2010-11), Candide (2011-12) e Curlew River (Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 2013).

L’Orchestra e il Coro, diretto da Ciro Visco, sono quelli del Teatro dell’Opera di Roma.

Johannes Brahms (1833-1897) ha composto Ein deutsches Requiem tra il 1854 e il 1868, ispirato probabilmente dalla morte dell’amico Robert Schumann (1856) e, sicuramente, da quella della madre (1865). A lei è dedicata la quinta parte dell’opera (Ihr habt nun Traurigkeit per soprano solo e coro). La composizione venne eseguita nella prima versione in sei movimenti il 10 aprile 1868, Venerdì Santo, nella cattedrale di Brema. Il 18 febbraio 1869 vide la luce la versione completa, con sette movimenti, al Gewandhaus di Lipsia, diretta da Karl Reinecke.

Il Requiem tedesco è il lavoro sinfonico che ha dato notorietà al compositore, allora trentacinquenne. Non si può definire un Requiem in senso propriamente liturgico poiché non ha una diretta relazione con le messe funebri. Il testo è formato da brani biblici scelti da Brahms stesso dalla traduzione tedesca di Martin Lutero.

La proposta sinfonica della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma prosegue il 28 aprile: il Costanzi ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di primavera di Alessandro Scarlatti in occasione dei trecento anni della morte del compositore. Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Il 10 maggio, invece, James Conlon dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven. La programmazione si chiude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino

VOLTI DEL POTERE – STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA | CONCERTI

Direttore Michele Mariotti

JOHANNES BRAHMS

EIN DEUTSCHES REQUIEM

Maestro del Coro Ciro Visco

Soprano Carolina López Moreno

Baritono Derek Welton

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

TEATRO COSTANZI

sabato 22 marzo, ore 20.00, in diretta su Radio3 Rai

Stefano Bollani – Piano Solo Tour al Maggio

Sabato 22 marzo 2025 alle ore 20:45 Stefano Bollani torna al Maggio Musicale Fiorentino.

Nella sua performance  – parte della sua tournée “Piano Solo Tour” – non c’è niente di programmato. 

Ogni concerto è un evento unico e “Piano Solo” è uno spettacolo con un repertorio sempre sorprendente in cui il flusso musicale è governato dall’estro di Bollani stesso.

Il concerto registra già il “tutto esaurito”

A ormai poche settimane di distanza dall’inizio dell’87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino la stagione sinfonica del 2025 del Teatro s’impreziosisce con un nuovo concerto in calendario che segna il ritorno di Stefano Bollani al Maggio. Il concerto “Piano solo”, molto atteso, già a distanza di qualche giorno dall’appuntamento di sabato 22 marzo alle ore 20.45 registra il “tutto esaurito” al botteghino del Maggio.

“Piano solo” fa parte della tournée che a partire dallo scorso febbraio ha portato con un grandissimo successo di pubblico e di critica Stefano Bollani nei principali teatri e sale concerto di tutta Italia.  Come è ormai consuetudine quando sale sul palco, ogni occasione promette di essere un evento unico in cui non c’è niente di programmato e Piano Solo è dunque uno spettacolo che ‘rinasce’ ogni sera, con un repertorio sempre inaspettato in cui il flusso musicale è governato dallo slancio del momento. Seduto al pianoforte, Bollani crea sempre qualcosa di inedito alternandosi fra diversi generi ed epoche, passando dalla musica classica al jazz fino ai ritmi sudamericani, da Poulenc a Lucio Dalla sfiorando la musica di Frank Zappa, in un pittoresco gioco musicale dove improvvisazione e creatività guidano il suo estro. Questo, però, unito ad un unico punto fermo: la grande chimica con il suo pubblico che ogni volta è chiamato a ‘comporre’ insieme all’artista il programma della serata con le proprie imprevedibili richieste.

Stefano Bollani ha esordito sul palcoscenico del Maggio quasi 15 anni fa, nel dicembre del 2011 e, da allora, ha calcato il palco del Teatro in altre cinque diverse occasioni fino al suo ultimo concerto, tenuto nella tarda primavera del 2017. Dopo il diploma di conservatorio conseguito proprio a Firenze nel 1993 sotto la guida del maestro Antonio Caggiula e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop si afferma nel variegato mondo del jazz, salendo su alcuni dei palchi più prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al Montreal Festival, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia fino alla Teatro alla Scala di Milano) e lavorando con musicisti quali Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz e Chick Corea. Collabora con orchestre sinfoniche come la Gewandhaus di Lipsia, la Filarmonica della Scala di Milano e l’Orchestre National de Paris e ha lavorato con direttori quali Zubin Mehta, Riccardo Chailly, Daniel Harding e Antonio Pappano. Ha un forte legame con il Brasile e ha registrato due dischi a Rio de Janeiro (Carioca, 2007, e Que bom, 2018) dove ha avuto modo di suonare con molti artisti brasiliani tra cui Hamilton de Holanda, Caetano Veloso e Chico Buarque. Ha scritto diversi libri (tra cui il romanzo La sindrome di Brontolo) e ideato spettacoli teatrali come Primo Pianocon la Banda Osiris o La regina dada, scritto e interpretato insieme a sua moglie Valentina Cenni.

La locandina:

Sabato 22 marzo 2025, ore 20:45

Sala Grande del Teatro del Maggio

Pianoforte Stefano Bollani

Durata complessiva 1 ora e 30 minuti circa

A Palazzo Medici Riccardi : Opera, Amore Metaopera in un atto

Domenica 23 marzo 2025 alle 11.30 e alle 16.30 presso la Sala “Luca Giordano” di Palazzo Medici Riccardi, debutta Opera, Amore – Metaopera in un atto, un viaggio nella storia del melodramma italiano.

Nato da una collaborazione tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Teatro e l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, lo spettacolo, primo appuntamento del progetto Maggio Metropolitano 2025, celebra l’opera italiana nel mondo.

Un omaggio alla storia dell’opera italiana, un ponte tra passato e futuro, un invito a riscoprire la bellezza del melodramma in tutte le sue sfumature.

Ingresso libero su prenotazione:  info@palazzomediciriccardi.it fino a esaurimento dei posti disponibili

La Sala “Luca Giordano” di Palazzo Medici Riccardi di Firenze è il prestigioso palcoscenico per le due prime rappresentazioni assolute di Opera, Amore, una nuova opera da camera che esplora e racconta oltre quattro secoli di storia del melodramma italiano.

Il tradizionale triangolo dell’opera lirica, lei-lui-l’altro, in cui l’amore dei primi due personaggi viene contrastato dal terzo, attraversa i grandi capolavori dell’opera, da Monteverdi a Puccini, passando per Pergolesi, Mozart, Paisiello, Cimarosa, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Mascagni e Giordano.

In questo caso gli amanti sono la Musica (il soprano) e l’Amore (il tenore). La loro relazione, che in forme e modalità diverse, fra attrazioni, conflitti e colpi di scena, attraversa l’intera storia dell’opera lirica, è inizialmente avversata dall’Odio (mezzosoprano en travesti, in realtà il Teatro mascherato) che alla fine sarà vinto dalla forza dirompente dell’unione di Musica e Amore, si svelerà e celebrerà, insieme, la loro relazione e sé stesso. Questa semplice vicenda sentimentale viene “raddoppiata” da un gioco di citazioni testuali e musicali.

Ogni “numero” dello spartito fa riferimento a un diverso momento storico nell’evoluzione del melodramma italiano, iniziando da un Prologo, una sorta di “Ouverture vocale” e concludendo con un terzetto che chiude lo spettacolo con la celebrazione dell’Opera, lo spettacolo magico dove tutto è finto e niente è falso. 

L’appuntamento – domenica 23 marzo 2025 con doppia recita, la prima alle 11.30 e la seconda alle 16.30 – segna anche l’inizio della IX Edizione del progetto Maggio Metropolitano, un’iniziativa della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, finanziata dalla Città Metropolitana di Firenze, rivolta ai Comuni della Città Metropolitana. Il progetto ha l’obiettivo di mettere in risalto il patrimonio di valori culturali del territorio, intercettare le migliori energie locali e sperimentare nuove forme di partecipazione e collaborazione, potenziando il rapporto tra la cittadinanza metropolitana e il Maggio Musicale Fiorentino, con la consapevolezza che lo sviluppo sociale ed economico di una comunità, piccola o grande che sia, passa anche attraverso la sua crescita culturale. Sono oltre cento gli eventi tra concerti, conferenze e spettacoli per ragazzi che coinvolgono tutte le cinque aree della Città Metropolitana: Chianti, Cintura Fiorentina, Empolese e Valdelsa, Mugello, Valdarno e Valdisieve. Protagonisti di Opera, Amore Maria Rita Combattelli e Sabrina Sanza che interpretano La Musica; Michele Galbiati e Paolo Nevi vestono i panni dell’Amore; Giulia Alletto e Janetka Hoșco sono Il Teatro (mascherato da Odio); al pianoforte si alternano Carlo Manganaro e Romolo Saccomanni; alla fisarmonica Raffaele Diego Cardone e Francesco Moretti.

“Opera, Amore è un progetto originale che ci consente di portare in tutto il mondo, attraverso la rete degli Istituti italiani di cultura, la bellezza e la ricchezza dell’opera” – dichiara Marco Maria Cerbo, Capo dell’Unità per il Coordinamento degli Istituti Italiani di Cultura della Farnesina dal quale è partito lo spunto per questo progetto e il coinvolgimento del regista Francesco Micheli – “Lo abbiamo ideato pensando a un pubblico internazionale, a spettatori che conoscono poco l’opera o che desiderano approfondirne la storia e i meccanismi. Siamo orgogliosi di questa collaborazione con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, che ci consente di promuovere la cultura italiana all’estero con una iniziativa dal forte impatto scenico, cognitivo ed emotivo”.

A proposito del coinvolgimento della Città Metropolitana e dell’inaugurazione con quest’opera del nono ciclo del progetto, Alessia Bettini, responsabile della segreteria della sindaca metropolitana Sara Funaro, sindaca di Firenze e presidente della Fondazione del Maggio, ha detto: “Siamo molto orgogliosi e onorati che questo spettacolo possa partire da Palazzo Medici Riccardi, dove è nato il Rinascimento e anche il pensiero umanistico: faccio un grande complimento al Teatro del Maggio e all’Accademia del Maggio per aver creato quest’opera nell’ambito di una collaborazione che dura da nove edizioni con la Città Metropolitana. Ci tengo a precisare che si tratta di una nuova produzione legata ad una tradizione che riguarda molto Firenze: una città che vuole sempre essere un centro di eventi e di produzioni artistiche che coinvolgono anche i giovani talenti”.

“Possiamo dire che si tratta di un’opera divulgativa, ma fare divulgazione di alto livello è un qualcosa di molto complesso e va fatto con grande attenzione e crediamo che l’opera, in giro per il mondo, vada portata dunque nel migliore dei modi. “Opera, Amore” è quasi un pastiche, un gioco che racconta la storia dell’opera italiana; da questo punto di vista credo quindi che possa essere di grande interesse per tutti i nostri connazionali e per tutte le sedi di cultura nel mondo”.  Così si esprime il sovrintendente del maggio Fiorentino Carlo Fuortes, che continua – “Credo che possa essere interessante inoltre farla circolare qui nel nostro Paese; è un’opera che può far avvicinare al teatro un pubblico nuovo che, probabilmente, ancora non è attratto da questo meraviglioso genere musicale.

È stata definita “Metaopera” perché il testo musicale di essa cita altre opere del passato a partire da Monteverdi per poi passare dal ‘700, all’800 e infine al ‘900: da questo punto di vista possiamo definirla come un’opera ‘sulle altre opere’; un grande gioco sulla storia dell’opera stessa”.

“Con questa produzione” – prosegue Mario Curia, Presidente dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino – “L’Accademia conferma la propria missione di valorizzare e diffondere la tradizione del belcanto, riconosciuta a livello internazionale come espressione di un’eccellenza artistica che unisce musica, teatro, recitazione e messa in scena. Fin dalla sua nascita, l’Accademia ha realizzato progetti di cooperazione con le più prestigiose istituzioni nazionali ed internazionali. Inoltre, il coinvolgimento di Confindustria Firenze come socio fondatore sottolinea il valore strategico della formazione culturale, della crescita e della promozione del patrimonio operistico italiano, con l’obiettivo di tramandare alle nuove generazioni un’eredità di inestimabile valore”.

La musica è di Federico Gon, che ha sottolineato la sua gioia nel prendere parte al progetto: “Sono stato immensamente felice di comporre questa opera, un omaggio alla plurisecolare storia del melodramma. Con questa musica ho cercato di rendere onore a una tradizione che continua a ispirare e a emozionare. È stato un viaggio intenso tra passione, dramma e bellezza, nel segno di un’arte che vive nel tempo. Spero che il pubblico possa percepire la stessa gioia che ho provato nel darle vita”. 

 La regia di Opera, Amore è affidata a Francesco Micheli, tra gli ideatori del progetto: “Un’occasione a dir poco esaltante, non si può chiedere nulla di meglio in questo difficile e tribolato momento. Ricevere la commissione della Farnesina, grazie all’illuminato pensiero di Marco Cerbo, per celebrare il riconoscimento del canto lirico italiano come patrimonio immateriale dell’Umanità nel mondo da parte dell’UNESCO, tramite le falangi oplitica di bellezza incarnata dagli istituti italiani di cultura sparsi nel globo, è davvero prezioso. È inoltre importante poter lavorare con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, fucina di giovani portentosi talenti, sostanziosa speranza per il futuro dell’arte e della civiltà e altresì celebrare quattro gloriosi secoli di storia del melodramma italiano proprio nella città che è stata culla di questa prodigiosa e miracolosa invenzione”.

Il libretto e la drammaturgia sono curati da Alberto Mattioli: “L’idea è stata quella di scrivere un’opera sull’opera, un’opera lirica al quadrato, che aiutasse chi non la conosce a scoprirla e chi la conosce a riscoprirla. Di conseguenza, il libretto è un libretto di libretti, un puzzle fatto di citazioni, incastri e sovrapposizioni che, nel solito triangolo operistico lei-lui-l’altro, racconta in realtà la storia del nostro melodramma da Monteverdi al Novecento”.

Le scene e i costumi sono di Chiara Taiocchi.

La locandina:

OPERA, AMORE

Metaopera in un atto

Da un’idea di
 Marco Maria Cerbo Francesco Micheli

Musica Federico Gon

Libretto e drammaturgia Alberto Mattioli

Regia Francesco Micheli

Scene e costumi Chiara Taiocchi

Pianoforte Carlo Manganaro | Romolo Saccomanni

Fisarmonica Raffaele Diego Cardone | Francesco Moretti

La Musica Maria Rita Combattelli | Sabrina Sanza

L’Amore Michele Galbiati | Paolo Nevi

Il Teatro (mascherato da Odio) Giulia Alletto | Janetka Hoșco

Progetto ideato da Marco Maria Cerbo e Francesco Micheli realizzato dall’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino su commissione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Ingresso libero su prenotazione a info@palazzomediciriccardi.it fino a esaurimento dei posti disponibili.

Fondazione Rete Lirica delle Marche : debutta al Teatro della Fortuna di Fano Madama Butterfly di Puccini

Una produzione realizzata con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona

Cast di rilievo con la regia di Renata Scotto ripresa da Renato Bonajuto e la direzione musicale di Cesare della Sciucca
 

Teatro della Fortuna di Fano, sabato 29 marzo ore 20.30

(anteprima giovani 27 marzo 2025 ore 17.00)
 

 Teatro dell’Aquila di Fermo, sabato 5 aprile ore 21.00

(anteprima giovani 3 aprile 2025 ore 17.00)
 

Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, sabato 12 aprile ore 20.30

(anteprima giovani 10 aprile 2025 ore 17.00)

È Madama Butterfly di Giacomo Puccini il secondo titolo della Stagione 2024/2025 della Fondazione Rete Lirica delle Marche. Il capolavoro giapponese debutterà sabato 29 marzo, alle ore 20.30 al Teatro della Fortuna di Fano da dove prenderà il via la tournée nei teatri della Rete. Seconda tappa sarà al Teatro dell’Aquila di Ferma sabato 5 aprile alle 21, mentre al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno arriverà sabato 12 aprile alle 20.30. Come per ogni produzione della Rete Lirica, i giovani potranno partecipare alle anteprime Under 30 in programma il 27 marzo a Fano, il 3 aprile a Fermo e il 10 aprile ad Ascoli Piceno, tutte alle ore 17.00.

La produzione sarà presentata alla stampa giovedì 27 marzo alle 11.30 nel Foyer del Teatro della Fortuna di Fano con la partecipazione degli artisti e dei referenti istituzionali.

A dirigere la partitura pucciniana sarà il direttore d’orchestra Cesare della Sciucca che salirà sul podio della Orchestra Sinfonica G. Rossini; in scena il Coro del Teatro della Fortuna preparato da Mirca Rosciani. Protagonista un cast di voci già affermate ma giovani, secondo la cifra distintiva della proposta artistica della Rete Lirica: Cio-Cio San sarà Vittoria Yeo, soprano sudcoreano che ha iniziato la sua carriera internazionale con il debutto al Festival di Salisburgo nell’estate del 2015, sotto la direzione di Riccardo Muti, nella parte di Elvira nel verdiano Ernani, tornando poi l’anno successivo per la nuova produzione di Aida come protagonista;  il giovane tenore Matteo Roma sarà invece Pinkerton, mentre Danbi Lee sarà Suzuki e Sergio Vitale sarà Sharpless.

Completano il cast Valentina Dell’Aversana (Kate Pinkerton), Raffaele Feo (Goro),  Wooseok Choi (il principe Yamadori),  Yongheng Dong (lo zio bonzo), Rza Khosrovzade (il commissario imperiale). Per la regia, lo spettacolo porta la firma del celebre soprano Renata Scotto ripresa, per questa produzione, da Renato Bonajuto.

Madama Butterfly, opera lirica in tre atti su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, debuttò nel 1904 al Teatro alla Scala di Milano. L’opera, ispirata alla tragedia di David Belasco, racconta la storia di Cio-Cio-San, una giovane geisha giapponese che sposa l’ufficiale americano Pinkerton, il quale la abbandona dopo pochi mesi. Il ritorno di Pinkerton, tre anni dopo, segna il tragico epilogo della vicenda. Sebbene il debutto di Madama Butterfly fu siglato da un sonoro insuccesso, dopo alcune revisioni e il ritorno in scena a Brescia, è diventata una delle opere più celebri di Puccini.

L’allestimento è coprodotto col Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona con le luci di Andrea Tocchio, i costumi di Artemio Cabassi, le scese del Teatro Coccia di Novara. Renato Bonajuto, che è stato per tanti anni al fianco di Renata Scotto nei suoi lavori di regia, ha così raccontato il lavoro di queste settimane: «Nei giorni in cui ho preparato questa regia ho pensato molto a lei e l’emozione mi ha travolto soprattutto lavorando al secondo atto: è un atto di parola e lei era legatissima alla parola che doveva essere sempre chiara, perfettamente scandita e pronunciata limpidamente, perché è dentro la parola che Renata trovava la chiave per entrare nell’anima del personaggio. Per onorare la parola occorre certamente studio ma, soprattutto, serve un’intelligenza artistica che pochi altri hanno avuto nella stessa misura di Renata Scotto».

La recita di Fano si avvia verso il sold out: gli ultimi biglietti (da 8 a 50 euro) possono essere acquistati presso il botteghino del Teatro della Fortuna in piazza XX Settembre, (tel. 0721.800750, botteghino@teatrodellafortuna.it) o online sul circuito VivaTicket.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.fondazionereteliricadellemarche.it.

Cesare Della Sciucca direttore
Nato ad Atri nel 1991 e formatosi in direzione d’orchestra al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e in organo e composizione al Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara, si è perfezionato con Daniele Gatti all’Accademia Chigiana di Siena. Già direttore artistico e musicale della Schola Cantorum “Aristotele Pacini”, nel 2017 ha vinto il Premio Nazionale delle Arti e ha debuttato nell’Elisir d’amore di Donizetti al Teatro Maggiore di Verbania, quindi al Festival MiTo (Milano-Torino) e nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano per il concerto-spettacolo Divertissement musicale sugli Esercizi di Stile di Raymond Queneau. Nel 2018 ha diretto Carmen di Bizet al Teatro Coccia di Novara e nel 2020 Rigoletto di Verdi al Teatro Sociale di Como e poi anche allo Sferisterio di Macerata e nei teatri della Rete Lirica delle Marche, esibendosi anche al Teatro Grande di Brescia e al Teatro Regio di Parma. Nel 2021 ha debuttato al Teatro Verdi di Firenze con Mozart in equilibrio insieme all’Orchestra Regionale Toscana, quindi ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Bari, l’Orchestra di Padova e del Veneto, ha inaugurato la XXXVI Stagione di musica da camera e sinfonica del Teatro Toniolo di Mestre e ha debuttato per l’Ente Luglio Musicale Trapanese con La medium di Menotti, spettacolo ripreso anche Teatro dell’Opera Giocosa di Savona. Nel maggio 2022 è stato assistente di Roberto Abbado all’Opéra National de Paris e ha debuttato al Rossini Opera Festival dirigendo un gala lirico con l’Orchestra Sinfonica G. Rossini. Fra le altre compagini da lui dirette: l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Orchestra Nazionale dei Conservatori, la Lviv Philharmonic Orchestra, l’Orchestra 1813, l’Orchestra “Senzaspine” e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Tra i suoi impegni più recenti La Cenerentola di Rossini al Teatro Marrucino di Chieti e Le Carnaval des Animaux per il Maggio Musicale Fiorentino.

Renato Bonajuto regista
Nato a Novara nel 1979, ha iniziato la sua carriera di regista come assistente di Beppe De Tomasi affiancandolo nei più prestigiosi teatri del mondo con i più grandi nomi della lirica. Nel 2004 è assistente di Luciano Pavarotti nella produzione della Bohème di Puccini al Teatro della Fortuna di Fano. Ha al suo attivo oltre cento regie e quarantotto titoli debuttati, in teatri italiani ed esteri come Teatro Regio di Parma, Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Coccia di Novara, Teatro Pavarotti di Modena, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Goldoni di Livorno, Luglio Musicale Trapanese, Opera Giocosa, Teatro Sociale di Mantova, Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Teatro Cilea di Reggio Calabria, Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, Teatro Bonci di Cesena. Non sono mancati gli impegni internazionali come al Teatro d’Opera di Stato di Istanbul, al Teatro Ariaga di Bilbao, al Tang Xian Zu International Drama e al Teatro Perez Galdos di Las Palmas. È stato presente a molti festival Firenze Opera Festival, Lirica in Piazza di Massa Marittima, Spiros Argiris di Sarzana, Festival Orizzonti di Chiusi e Tones on the Stones del Verbano Cusio Ossola. È stato coregista assieme a Renata Scotto per l’opera Madama Butterfly di Puccini e con Renato Bruson per Falstaff di Verdi. Già Direttore Artistico del Rhegium Opera Musica Festival del Teatro Cilea di Reggio Calabria, Castingmanager e segretario artistico della Fondazione Teatro Coccia di Novara, è direttore artistico di Asti Lirica – Teatro Alfieri. Tra gl’impegni recenti anche Falstaff all’Opera di Stato di Istanbul, Norma al Teatro Cilea di Reggio Calabria, Cendrillon al Luglio Musicale Trapanese, Il barbiere di Siviglia al Teatro Regio di Parma, La traviata al Teatro Coccia di Novara, Madama Butterfly e Tosca all’Opera Giocosa di Savona, Falstaff all’Opera di Las Palmas di Gran Canaria, lo Stabat Mater di Pergolesi al Teatro Coccia e al Luglio Musicale Trapanese, Gianni Schicchi al Teatro Municipale di Piacenza, Le Villi al Teatro Lirico di Cagliari, il dittico contemporaneo composto da Adapting Boccaccio di Alberto Cara e La zuppa di sasso di Federico Biscione per il Festival Pergolesi Spontini di Jesi.

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MADAMA BUTTERFLY

musica di Giacomo Puccini
Tragedia giapponese in due atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dalla tragedia giapponese Madame Butterfly di David Belasco e dal racconto omonimo di John Luther Long

Casa Ricordi, Milano

Direttore Cesare Della Sciucca
Regia Renata Scotto ripresa da Renato Bonajuto
Luci Andrea Tocchio
Costumi Artemio Cabassi
Scene Teatro Coccia di Novara

Cio-Cio-San Vittoria Yeo
Suzuki Danbi Lee
Kate Pinkerton Valentina Dell’Aversana
B.F. Pinkerton Matteo Roma
Sharpless Sergio Vitale
Goro Raffaele Feo
Il principe Yamadori Wooseok Choi
Lo zio bonzo Yongheng Dong
Il commissario imperiale Rza Khosrovzade

Orchestra Sinfonica G. Rossini
Coro del Teatro della Fortuna
Maestra del coro Mirca Rosciani

In coproduzione con Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e Fondazione Teatro delle Muse di Ancona

FESTA PER L’80A STAGIONE DEI POMERIGGI MUSICALI CON LA NONA SINFONIA DI BEETHOVEN DIRETTA DA DIEGO FASOLIS

Il Coro della Radiotelevisione Svizzera intonerà il celebre “Inno alla gioia” su testo di Schiller.

Solisti vocali il soprano Michela Antenucci, il mezzosoprano Lucia Cirillo, il tenore Charles Sy e il basso Henryk Böhm

L’esecuzione di sabato 22 marzo si avvia al sold out, maggiore disponibilità per giovedì 20 marzo.

Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 20 marzo 2025, ore 20
sabato 22 marzo 2025, ore 17

Altri pomeriggi Under30
giovedì 20 marzo 2025, dalle ore 18.45

Continuano i festeggiamenti per l’80a stagione concertistica 2024/2025 dei Pomeriggi Musicali “80 anni suonati” con un concerto dal forte valore simbolico: giovedì 20 (ore ore 20) e sabato 22 marzo (ore 17) al Teatro Dal Verme di Milano è in programma l’esecuzione della Sinfonia n. 9 in Re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven, monumento sinfonico corale che, com’è noto, si conclude con l’Inno alla gioia su testo di Friedrich Schiller.

Sul podio della compagine milanese torna anche questa settimana un direttore molto amato dal pubblico come Diego Fasolis. La celebre conclusione corale è affidata al Coro della Radiotelevisione Svizzera (diretto da MArtin Steffan), mentre i solisti vocali sono il soprano Michela Antenucci, il mezzosoprano Lucia Cirillo, il tenore Charles Sy e il basso Henryk Böhm. Ai avvia al sold out il concerto di sabato 22 marzo, qualche disponibilità in più per il debutto di giovedì 20 marzo.
 
Giovedì 20 marzo, dalle ore 18.45, ci sarà un nuovo appuntamento del ciclo “Altri Pomeriggi” dedicato agli Under30 che potranno conversare con gli artisti in attesa del concerto, prendendo un aperitivo (biglietto e aperitivo: 10 euro).
Non è previsto invece il concerto In Anteprima del giovedì mattina.
 
«La Nona di Beethoven – ricorda Raffaele Mellace nelle note di sala – è senz’altro tra i titoli più emblematici dell’intera civiltà occidentale. Bastano a dimostrarlo due circostanze, estranee alla qualità estetica della partitura, che nell’arco dell’ultimo mezzo ne hanno sancito il valore simbolico universale. Da un lato l’adozione dell’Inno alla gioia che corona la Nona a inno ufficiale della Comunità (oggi dell’Unione) europea, dal 19 gennaio 1972; dall’altro la decisione presa otto anni dopo dal presidente della Sony Norio Ohga di stabilire la durata standard dei CD ai 74’ dell’incisione della Nona diretta da Wilhelm Furtwängler a Bayreuth nel 1951. […] Monumentale nelle dimensioni, dalla concezione rigorosamente organica, la Nona presenta tanto caratteristiche associabili alla scrittura beethoveniana più tipica (lo Scherzo, che protrae ed esalta l’impeto bellicoso dell’omologo movimento della Settima), portata alle estreme conseguenze (si pensi al materiale tematico essenziale su cui si fonda il I tempo) […]. Ma anche laddove tali caratteristiche richiamano procedimenti tipicamente beethoveniani, in realtà questi si rivelano ormai distanti dalla perentoria incisività dei lavori precedenti (l’Eroica, la Quinta), caratterizzati da un’invenzione tematica plastica e da processi di sviluppo drammatici. Al contempo, questa estrema sinfonia esibisce tratti dello stile tardo del compositore: […].  

La sorpresa più sconcertante sta però nelle scelte irrituali del complesso Finale, vertice di sperimentalismo formale, che con le sue oltre 900 battute amplifica ulteriormente l’impostazione già grandiosa della sinfonia, sbilanciandola verso la conclusione […]. Citando i tempi precedenti, Beethoven ricapitola sinteticamente l’intera sinfonia, conferendole un inedito carattere ciclico; ammette nel genere strumentale per eccellenza solisti vocali e coro; delinea, dapprima attraverso il rifiuto/superamento dei temi dei tempi strumentali, poi attraverso sezioni vocali di diverso carattere (bellico, coreutico, estatico ecc.) il percorso epico, dall’evidente valenza morale, dell’ascesa dell’umanità verso l’ideale di fraternità universale, esaltato dall’illuminismo dell’ode Alla gioia di Schiller, intonata, parzialmente e riorganizzandone il testo, nella versione originaria del 1785, preferita alla revisione d’autore del 1803.

La “voce” schilleriana emerge progressivamente dall’orchestra, sollecitata da un irrituale “recitativo” (così la partitura: Secondo il carattere di un recitativo) di violoncelli e bassi. Paradossalmente, nell’ultima fase creativa beethoveniana, l’orchestra prende così a cantare: il massimo artefice dell’affermazione della musica strumentale sceglie nel suo ultimo, visionario capolavoro sinfonico di ricorrere al coronamento della voce per attingere a una nuova pienezza comunicativa».
 
 
 
Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 20 marzo 2025, ore 20
sabato 22 marzo 2025, ore 17
Altri pomeriggi Under30
giovedì 20 marzo 2025, dalle ore 18.45
 
soprano Michela Antenucci
mezzosoprano Lucia Cirillo
tenore Charles Sy
basso Henryk Böhm
direttore Diego Fasolis
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Coro della Radiotelevisione Svizzera
Maestro del Coro Martin Steffan
 
Ludwig van Beethoven
(Bonn 1770 – Vienna 1827)
Sinfonia n. 9 in Re minore op. 125
 
 
Diego Fasolis direttore
Interprete di riferimento per la musica storicamente informata, ha studiato a Zurigo, Parigi e Cremona, debuttando dapprima come organista esecutore delle integrali di Bach, Mozart, Mendelssohn, Liszt. Nel 1993 è stato nominato direttore stabile dei complessi vocali e strumentali della Radiotelevisione svizzera. Dal 1998 dirige I Barocchisti, ensemble con strumenti storici da lui fondato insieme alla moglie Adriana Brambilla, prematuramente scomparsa, alla quale ha dedicato nel 2013 una Fondazione per il sostegno di giovani musicisti. Direttore ospite di formazioni di primo piano, dal 2012 si esibisce regolarmente anche al Festival di Salisburgo. Alla Scala ha diretto il Trionfo del Tempo e del Disinganno e Tamerlano di Händel. Nel 2016 ha eseguito la Nona Sinfonia di Beethoven al Musikverein di Vienna con il Concentus musicus Wien e l’Arnold Schönberg Chor. Nel 2011 Papa Benedetto XVI gli ha conferito un dottorato honoris causa per il suo impegno nell’interpretazione di Musica sacra. Vanta una discografia di oltre 120 titoli premiata con dischi d’oro, Grand prix du Disque, Echo Klassik e diverse nomination ai Grammy Awards. Nel 2019 ha ricevuto una nomination agli International Opera Award tra i migliori direttori d’opera dell’anno.
 
Michela Antenucci soprano
Vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, ha studiato con Antonio Lemmo e collabora regolarmente con importanti istituzioni come il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro La Fenice di Venezia, il Regio di Torino, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Festival della Valle d’Itria, il Festival Pergolesi-Spontini di Jesi, i teatri di Padova, Modena e Piacenza, Budapest, Toulon, la Fondazione Toscanini di Parma, il LAC di Lugano, e con svariati ensemble e orchestre sinfoniche come Barocchisti e la Tokyo New City Orchestra e direttori quali Fasolis, Dutoit, Rustioni, Bonizzoni, Sardelli, Poschner.
 
Lucia Cirillo mezzosoprano
Vincitrice di diversi concorsi internazionali, collabora con festival e istituzioni musicali in tutto il mondo quali il Concertgebouw Amsterdam, il Festival Chopin di Varsavia, il Festival di Glyndebourne, Festival di Salisburgo, l’Opéra de Paris, il Teatro Real di Madrid, la Staatsoper Berlin, la Shangyin Opera Shanghai, il Teatro La Fenice di Venezia, La Scala di Milano, il Teatro Comunale di Bologna, il Regio di Torino, il Massimo di Palermo, e con direttori quali Biondi, Cambreling, Dantone, Fasolis, Jurowski. Ha partecipato a numerose produzioni edite da Decca, Deutsche Grammophone, Dynamic, Fra Bernardo, Opus Arte, Passacaille, TDK, Vivaldi Edition-Naïve.
 
Charles Sy tenore
Ha studiato all’Università di Toronto e alla Juilliard School di New York ed è stato membro dell’Ensemble Studio della Canadian Opera Company. È vincitore di numerosi premi quali quello della Canadian Opera Company 2014/Centre Stage Competition, il “Jim and Charlotte Norcop” Prize for Song Art dell’Università di Toronto, quello dell’Ottawa Choral Society’s 2014 New Discoveries Competition e il premio del Jeunes Espoir Lyrique Canadien, il premio Jeunes Ambassadeurs Lyriques 2014 e il Prix Lyrique Italien. Si esibisce in tutta Europa e in patria; dal 2021/22 è membro dell’ensemble della Staatsoper Stuttgart.
 
Henryk Böhm basso
Ha studiato canto alla Hochschule für Musik “Carl Maria von Weber” di Dresda. È vincitore del primo premio all’International Robert-Schumann-Wettbewerb di Zwickau e del secondo premio al Bundeswettbewerb Gesang di Berlino. Membro dell’ensemble dello Staatstheater Braunschweig e dei teatri d’opera di Lipsia, Colonia, Hannover, Darmstadt, Coblenza ed Essen, collabora con realtà quali Il festival di Salisburgo, il Dresdner Musikfestspiele, il Rheingau Musik Festival, Wratislavia Cantans e il Bachfest Leipzig. Specializzato e apprezzato nel repertorio liederistico, ha fondato il ciclo “Das Lied in Dresden”. Dal 2013 insegna alla Hochschule für Musik, Theater und Medien di Hannover.
 
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I concerti della 80a Stagione sono programmati come sempre al Teatro Dal Verme il giovedì alle ore 10 e alle ore 20; il sabato alle ore 17.
 
80a stagione 2024/2025.
I biglietti per i singoli concerti hanno un costo da 11 a 20 euro (intero) e da 9 a 16 euro (ridotto).
La riduzione è valida per gli under 30, per gli over 60, gruppi, associazioni ed enti convenzionati.
 
 
Biglietteria TicketOne – Teatro Dal Verme
via San Giovanni sul Muro, 2 – 20121, Milano
Tel. +39 02 87 905 – www.ipomeriggi.it
 
La biglietteria del Teatro Dal Verme è aperta da martedì a sabato ore 10-18
biglietteria@ipomeriggi.it / Te. +39 02 87905 201
 
Acquista online www.ipomeriggi.it/acquista /  www.ticketone.it