La fille du régiment al Teatro di San Carlo da domenica 18 maggio

Teatro di San Carlo

Domenica 18 maggio, ore 17:00

Fino a martedì 27 maggio

È “La fille du régiment” di Gaetano Donizetti il prossimo titolo della Stagione d’Opera 2024-25 al Teatro di San Carlo: il sipario si alzerà domenica 18 maggio alle ore 17:00, con repliche fino a martedì 27 maggio per un’opera che torna al Lirico di Napoli dopo sessant’anni di assenza.

Firma la regia di questo nuovo allestimento, in coproduzione con la Bayerische Staatsoper, Damiano Michieletto, uno dei rappresentanti più interessanti della nuova generazione di registi italiani.

Salirà sul podio il giovane direttore Riccardo Bisatti, per la prima volta a Napoli, alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, quest’ultimo preparato da Fabrizio Cassi.

Le scene sono di Paolo Fantin, i costumi di Agostino Cavalca, le luci di Alessandro Carletti. Firma la corografia Thomas Wilhelm. La drammaturgia è di Mattia Palma.

Pretty Yende interpreta Marie, giovane orfana cresciuta nel rigido contesto di un reggimento francese. Tonio, il tirolese di cui si innamora, avrà la voce e il volto di Ruzil Gatin. Il sergente Sulpice, figura paterna per la ragazza, è interpretato da Sergio Vitale, mentre Sonia Ganassi è la Marchesa di Berkenfield, che rivendica la maternità di Marie e cerca di sottrarla alla vita militare. Al suo fianco Hortensius, suo intendente, è interpretato da Eugenio Di Lieto.

Elemento di novità è rappresentato dal ruolo della Duchesse de Crakentorp, affidato a Marisa Laurito: una narratrice che accompagna lo spettacolo sostituendo i dialoghi parlati con una narrazione originale. Completano il cast vocale due Artisti del Coro del San Carlo: Salvatore De Crescenzo (un caporale) e Ivan Lualdi (un contadino).

La rilettura registica che Michieletto opera su La fille du régiment ruota intorno alla ricerca della propria identità: “Al di sotto della commedia, del divertimento e dell’apparente leggerezza della storia, ci sono temi più ampi – commenta -. Di fatto, è la storia di una bambina che viene cresciuta da soldati, in un reggimento militare. Tutti uomini, e lei unica donna. Ecco, quindi, il primo punto di domanda: come si sente questa ragazzina, il cui sogno è di diventare come il gruppo di militari che l’ha adottata, che poi viene sradicata da quell’ambiente naturale in cui ha sempre vissuto e portata nelle regole di una casa dove il modello presentato e imposto è quello di assumere la condizione femminile di brava ragazza e rispettare le etichette volute dalla società? Non sa di chi è figlia, non sa da dove proviene… una condizione a livello psicologico molto forte: non conoscere la tua origine ti fa sempre dubitare della tua identità. Altra domanda è quella sul modo giusto di essere. Qual è la scelta che lei dovrà fare e quale sarà il suo futuro? Quello di vivere insieme a Tonio, tornando a essere quella che è sempre stata, o diventare l’erede della sua famiglia, mandando avanti il modello imposto dalla società come tutti si aspettano da lei?”

Con gentile preghiera di pubblicazione e/o diffusione

Rossana Russo,

Responsabile della comunicazione creativa e strategica e relazioni con la Stampa

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Opera

Dal 18 Maggio al 27 Maggio

La fille du régiment

Opéra-comique in due atti
Musica di Gaetano Donizetti
Libretto di Jean-François Bayard e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges

Direttore | Riccardo Bisatti 
Regia | Damiano Michieletto
Scene | Paolo Fantin ♭
Costumi | Agostino Cavalca ♭
Luci | Alessandro Carletti
Coreografia | Thomas Wilhelm
Drammaturgia | Mattia Palma 

Interpreti
Marie | Pretty Yende
Tonio | Ruzil Gatin
Sulpice | Sergio Vitale
Marquise de Berkenfield | Sonia Ganassi
Hortensius | Eugenio Di Lieto
Duchesse Krakenthorp | Marisa Laurito 
Un caporal | Salvatore De Crescenzo 
Un paysan | Ivan Lualdi 

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro | Fabrizio Cassi

 Coproduzione Teatro di San Carlo e Bayerische Staatsoper

debutto al Teatro di San Carlo
Coro del Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo | CREMISI
domenica 18 maggio 2025, ore 17:00 – A – CREMISI – II
mercoledì 21 maggio 2025, ore 20:00 – B – CREMISI – III
venerdì 23 maggio 2025, ore 20:00 – C/D – CREMISI – III
domenica 25 maggio 2025 , ore 17:00 – F – CREMISI – II
martedì 27 maggio 2025, ore 20:00 – F.A. – CREMISI – III

Opera in francese con sovratitoli in italiano e inglese
Durata: 2 ore e 40 minuti circa, con intervallo

Mitridate, re di Ponto : l’opera milanese di Mozart alla Scala con Jessica Pratt e la direzione di Christophe Rousset

Prossima al tutto esaurito l’esecuzione in forma di concerto

dell’opera d’esordio del compositore

Restano pochissimi posti disponibili domenica 18 maggio per l’unica data di Mitridate, re di Ponto, la prima opera scritta nel 1770 da un Mozart quattordicenne per il Regio Ducal Teatro di Milano, per cui avrebbe composto Ascanio in Alba nel 1771 e Lucio Silla nel 1772. L’opera, su libretto di Vittorio Amedeo Cigna Santi tratto da Racine e rimaneggiato dal Parini, arriva alla Scala in forma di concerto con Les Talens Lyriques diretti da Christophe Rousset e un brillante cast che comprende Lavy Sekgapane come Mitridate, Jessica Pratt come Aspasia, Olga Bezsmertna come Sifare, Rose Naggar-Tremblay come Farnace, Maria Kokareva come Ismene, Alasdair Kent come Marzio e Nina van Essen come Arbate.

Grande è l’attesa per il ritorno alla Scala di Jessica Pratt dopo le ovazioni per la sua Konstanze nella Entführung aus dem Serail diretta da Thomas Guggeis nel 2024 e il clamoroso successo all’Opera di Firenze nella parte di Norma. Torna anche Olga Bezsmertna, ascoltata alla Scala in un repertorio che spazia dalla Calisto di Cavalli al Ring wagneriano, incluso il grande successo come protagonista di Rusalka. Debutta invece alla Scala Alasdair Kent, tenore australiano che si è rapidamente imposto nelle principali sale internazionali in un repertorio tra il Settecento e il Belcanto.

Christophe Rousset

Clavicembalista, direttore d’orchestra e didatta, Christophe Rousset è una delle figure di spicco nell’esecuzione del repertorio preclassico, classico e preromantico secondo la prassi storicamente informata. Dopo gli studi di clavicembalo con Huguette Dreyfus e poi con Bob van Asperen nel 1991 crea l’ensemble Les Talens Lyriques, con cui si esibisce regolarmente in tutta Europa (Opéra National de Paris, Opéra Comique, Théâtre des Champs-Élysées, Philharmonie de Paris, Opéra Royal de Versailles, Dutch National Opera, Concertgebouw di Amsterdam, Opéra di Losanna, Teatro Real di Madrid, Staatsoper di Vienna e Theater an der Wien, Théâtre Royal de La Monnaie e Bozar di Bruxelles, Wigmore Hall di Londra e Barbican Centre), nonché in tournée in altre parti del mondo (Messico, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti…). L’ultima fatica discografica di Rousset con Les Talens Lyriques è uscita da poche settimane è Cublai, Gran Kan de’ Tartari di Salieri, l’allievo di Gassmann.

Contemporaneamente continua a esibirsi come clavicembalista e musicista da camera e svolge un’intensa attività didattica. Alla Scala ha debuttato nel 2013 con La scala di seta di Rossini ed è tornato nel 2021 con una fortunata produzione della Calisto di Cavalli con la regia di David McVicar e nel 2025 con L’opera seria di Florian Leopold Gassman con la regia di Laurent Pelly. In concerto ha recentemente diretto il Monteverdi Choir e gli English Baroque Soloists in una serata dedicata a Charpentier e Bach.

Les Talens Lyriques

L’Ensemble, che prende il nome dal sottotitolo dell’opera di Rameau Les Fêtes d’Hébé (1739), è stato fondato nel 1991 dal clavicembalista e direttore d’orchestra Christophe Rousset. Con un vasto repertorio lirico e strumentale che va dal primo Barocco al nascente Romanticismo, l’orchestra cerca di far luce sui grandi capolavori della storia della musica, spesso riscoprendo opere rare o inedite, veri e propri anelli mancanti del patrimonio musicale europeo. Tale lavoro musicologico ed editoriale è una priorità per l’Ensemble e contribuisce alla sua fama. L’Ensemble si esibisce in tutto il mondo, con organici che vanno da pochi musicisti a oltre sessanta interpreti. La nuova stagione per il 2024-2025, intitolata “Miti e storie”, esplorerà vicende mitologiche e leggendarie, quali Ifigenia in Aulide di Nicola Porpora, l’Orlando e il Giulio Cesare di Händel, Mitridate di Mozart, L’opera seria di Gassmann, l’Oratorio di Pasqua di Bach e Proserpine di Lully. Contemporaneamente, il gruppo offrirà una serie di concerti e recital con una giovane generazione di solisti oltre ai fedeli interpreti che parteciperanno alle tournee internazionali. L’Ensemble vanta una ricca discografia che comprende oggi più di cento incisioni, tra le quali la colonna sonora del film Farinelli (1994) di Gérard Corbiau, che ha venduto oltre un milione di copie. Recentemente il gruppo ha pubblicato: Airs de Cantates pour alto con Zoltan Darago, la prima ricreazione mondiale di Cublai, Gran Kan de’ Tartari di Antonio Salieri, la ristampa digitale dell’integrale dei brani per clavicembalo di Francois Couperin e The Complete Toccatas, che conclude l’esplorazione del corpus tastieristico di J.S. Bach.

Mitridate, re di Ponto

Spiega Raffaele Mellace nel programma di sala: “Il 26 dicembre 1770 la stagione principale del Teatro Regio Ducale – la sala che sarebbe stata ridotta in cenere appena cinque anni dopo e sostituita nel 1778 dal Teatro alla Scala – si apriva con il lavoro di un compositore neppure quindicenne. L’allestimento del Mitridate, re di Ponto rappresentò il debutto d’un Mozart adolescente nella carriera da operista, tramite la porta principale di uno dei massimi teatri della Penisola, nella serata inaugurale della stagione e nel genere maggiore dell’opera seria, dopo il tentativo fallito di proporre un’opera buffa a Vienna due anni prima e altre esperienze sceniche minori. Propiziò la prestigiosa commissione la frequentazione del conte Karl Joseph Firmian, ministro plenipotenziario della Lombardia austriaca, da parte di Mozart e del padre Leopold. […] La vicenda dell’opera, ambientata a Ninfea (Nymphaeum), città portuale nella Penisola di Crimea, ruota attorno a Mitridate VI Eupatore (132-63 a.C.), spina nel fianco della Roma repubblicana, come narrano gli storici antichi, da Plutarco a Plinio il vecchio. […] Nel Mitridate, re di Ponto l’adolescente Wolfgang, perfettamente a giorno dei modelli italiani coevi (come l’Armida abbandonata di Jommelli, vista a Napoli nel maggio 1770, alla vigilia della composizione del Mitridate), non solo esibisce compiuta maturità nel confezionare parti adeguate a interpreti esigenti e nel gestire la vasta campata di un’opera seria, ma aspira a innovare le strutture classiche del dramma metastasiano insufflandovi una materia musicale debordante, che supera per potenza e sottigliezza espressiva la produzione allora corrente. Vi contribuiscono arie articolate e complesse oppure compatte, che spiccano per l’evidenza della caratterizzazione drammatica, e i frequenti (ben sette), sofisticati recitativi accompagnati, che squadrano implacabili i recessi dell’animo con sorprendente maturità di penetrazione psicologica”.

Prezzi: da 60 a 15 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Al Teatro del Maggio la “Banda La Polverosa”

Nell’ambito dei concerti del “Maggio aperto”

Torna al Teatro del Maggio la “Banda La Polverosa” con tre appuntamenti in programma sabato 17 (ore 18) e domenica 18 maggio 2025 (ore 18 e ore 21), tutti in Sala Zubin Mehta.

Negli spettacoli pomeridiani del 17 e 18 maggio sono protagonisti i componenti della “Banda La Polverosa”; dei “Gruppi Junior” e della “Banda classi prime, seconde e terze” diretti da Giulia Raimondi e Dario Scimone. Al loro fianco il Coro dell’Istituto Comprensivo “Verdi” di Firenze.

Nel concerto del 18 maggio delle ore 21 protagonista l’Orchestra di Fiati della Toscana diretta da Massimo Cardelli e Andrea D’Amico e la “Banda La Polverosa”; la “Banda classi terze” e la “Banda adulti” dirette da Nicola Cellai, Giada Moretti e Dario Scimone.

Si rinnova anche quest’anno la felice collaborazione fra il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e la Banda La Polverosa, nata ormai oltre quindici anni fa con il concerto di debutto avvenuto nel 2008 allo Sferisterio delle Cascine.

Nel cartellone di “Maggio aperto”, tre concerti in Sala Zubin Mehta, uno in programma alle sabato 17 maggio alle ore 18 e due domenica 18 maggio: il primo alle ore 18 e il secondo alle ore 21, entrambi già tutti esauriti

Tantissimi gli artisti degli spettacoli: negli eventi delle ore 18 protagonisti la “Banda La Polverosa”, i “Gruppi Junior” e la “Banda classi prime, seconde e terze” con Giulia Raimondi e Dario Scimone sul podio insieme al Coro dell’Istituto Comprensivo “Verdi” di Firenze.  La direttrice del Coro è Tiziana Fuso.

Nel concerto del 18 maggio delle ore 21 sono sul palco i membri dell’Orchestra di Fiati della Toscana diretta da Massimo Cardelli e Andrea D’Amico e la “Banda La Polverosa”; la “Banda classi terze” e la “Banda adulti” dirette da Nicola Cellai, Giada Moretti e Dario Scimone.

In cartellone una corposa e divertente selezione di composizioni che spaziano fra oltre due secoli di musica con brani di Michael Sweeney, Ludwig van Beethoven, Edward Elgar, Alan Silvestri, John Williams, Coldplay, Queen e molti altri.

Le locandine:

Concerto del 17 maggio 2025 ore 18

Concerto del 18 maggio 2025 ore 18

Banda La Polverosa

Gruppi Junior

Banda classi prime, seconde e terze

Musiche di

Mark Williams, Jimmi Dodd, Michael Sweeney, James M. Black, Ludwig van Beethoven, Tom Molter, Edward Elgar, Vince Guaraldi, Richard Berry, Harry Gregoson-Williams, Alan Silvestri, Adam F. Duritz, Eric Osterling, John Williams, Kristen Anderson-Lopez/ Robert Lopez, Vivir Quintana, Coldplay, Queen

Direttori

Giulia Raimondi e Dario Scimone

Coro dell’Istituto Comprensivo “Verdi” di Firenze

Direttrice del Coro

Tiziana Fuso

Concerto del 18 maggio ore 21

Orchestra di Fiati della Toscana

Direttori

Massimo Cardelli e Andrea D’Amico

Banda La Polverosa

Banda classi terze

Banda adulti

Musiche di

John Williams, Leonard Bernstein, Kristen Anderson-Lopez/ Robert Lopez, Queen, Camilla Cabello/Louis Bell/ Pharrell Williams, Julius Fučík, Gustav Holst, Modest Mussorgskij, Ennio Morricone, Alfred Reed, George Gershwin

Direttori

Nicola Cellai, Giada Moretti e Dario Scimone

Prezzi

Posto unico: 5€

IL NABUCCO ‘ATOMICO’ FIRMATO DA STEFANO PODA INAUGURA IL 102° ARENA DI VERONA OPERA FESTIVAL

Dal 13 giugno al 6 settembre, all’Arena di Verona 51 serate di spettacolo: 5 titoli d’opera, 5 gala fra concerti e balletti. In scena e sul podio, le stelle internazionali dell’opera

Inaugurazione il 13 e 14 giugno con la nuova produzione firmata da Stefano Poda: un Nabucco ‘atomico’ che racconta il potente dramma di Verdi con effetti scenici inediti e nuove tecnologie applicate al costume

In luglio si celebrano i 150 anni di Carmen e della scomparsa di Georges Bizet, oltre ai 30 anni dell’allestimento areniano di Zeffirelli

Un viaggio senza tempo dal conflitto alla riconciliazione, dalla superbia alla speranza, tra umanesimo e tecnologia, tra richiami alla pittura barocca e visioni futuristiche: è l’umanità, individuale e corale, secondo Stefano Poda, che firma regia, scene, costumi, luci e coreografie del nuovo Nabucco verdiano, pronto a conquistare l’immenso palcoscenico dell’Arena di Verona dal 13 giugno. Una produzione che è anche una grandissima sfida tecnica per le maestranze areniane e per i numerosi laboratori coinvolti, con inedite soluzioni per costumi ed effetti scenici.

L’Arena Opera Festival 2025 propone ben 51 serate di spettacolo, dal 13 giugno al 6 settembre, con 5 titoli d’opera e 5 fra concerti e balletti, dai 300 anni delle Quattro stagioni celebrati da Viva Vivaldi ai Carmina Burana e al gala di Jonas Kaufmann, da Roberto Bolle and Friends a Zorba il greco per i 100 anni di Theodorakis. E soprattutto l’opera: accanto al nuovo Nabucco, tornano grandi allestimenti della storia recente dell’Arena con stili diversi e complementari, Aida nell’edizione “di cristallo” che ha celebrato il 100° Festival, La Traviata nella Parigi belle époque di Hugo De Ana, la Carmen kolossal e cinematografica con cui Franco Zeffirelli debuttò in Arena, il Rigoletto autentico tributo alla tradizione areniana delle scene dipinte.

In scena le voci e le interpretazioni delle stelle dell’opera da tutto il mondo: da Anna Netrebko, per la prima volta in Arena nel ruolo di Abigaille, all’esordio di Marina Rebeka, passando per grandi ritorni come quelli di Jonas Kaufmann, Nadine Sierra, Luca Salsi, Francesco Meli, Ludovic Tèzier, Anna Pirozzi, Yusif Eyvazov, Amartuvshin Enkhbat, Aleksandra Kurzak, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Aigul Akhmetshina, Brian Jagde, Mariangela Sicilia, Piotr Beczała, Anita Rachvelishvili, Maria José Siri, Christian Van Horn, Gregory Kunde, Rosa Feola, Erwin Schrott, Vittorio Grigolo e Vasilisa Berzhanskaya. Molti anche i debutti di voci prestigiose come quelle di Angel Blue, Pene Pati, Enea Scala, Erin Morley. Sul podio Pinchas Steinberg, Andrea Battistoni, Francesco Ivan Ciampa, Daniel Oren, Michele Spotti, Speranza Scappucci per la prima volta in un’opera e Francesco Ommassini al suo debutto assoluto.

UN NABUCCO ‘ATOMICO’. Le prove sono già in corso, artisti e tecnici al lavoro da molti mesi: i riflettori stanno per accendersi su Nabucco, primo capolavoro verdiano e titolo da sempre amatissimo in Arena per la sua intrinseca e spettacolare coralità. La nuova produzione è firmata dal visionario Stefano Poda, che cura regia, scene, costumi, luci e coreografie in un progetto che è già stato definito “atomico” e che, nella sua ricchezza e multimedialità, pone anche una grande sfida tecnica alle maestranze areniane e ai numerosi laboratori coinvolti, con inedite soluzioni per costumi ed effetti scenici. Grandi elementi simbolici e disegni di luci innovativi si combinano sulla scena, al servizio del dramma di Verdi che racconta un conflitto non solo fra popoli ma all’interno di ogni individuo, tra superbia, coscienza e speranza. Una idea di conflitto permanente che viene declinata in ogni momento della messa in scena, attraverso molteplici visioni belliche, da minacciose sciabolate post-moderne fino ad un missile atomico.

«Due polarità si attraggono e si respingono durante tutta l’azione scenica – spiega Stefano Poda – fino a un punto di massima repulsione e scissione, per poi arrivare alla sintesi del Finale in cui i due opposti si riconciliano. La metafora è quella dei legami fra le particelle atomiche: dalla loro unione si origina la materia, ma l’Uomo ha scoperto come separarle causando totale distruzione. Il progresso tecnologico rende tutto possibile e Nabucco non esita ad usare la sua superiorità materiale contro gli sconfitti, fino ad arrivare a conseguenze drammatiche: l’insegnamento di questo capolavoro è che la razionalità, per essere ben diretta, non può prescindere dalla spiritualità».

In scena la contrapposizione tra ragione e fede, tra tecnologia e filosofia. Due valori apparentemente distinti, due dimensioni rappresentate da altrettante semisfere, imponenti installazioni tecnologiche che ruotano per ricongiungersi nel finale. Come l’uomo che prima separa e divide, e poi ricostruisce, riunisce sperando di ritrovare l’armonia. Ad incombere, una grande clessidra, simbolo di ‘Vanitas’, pronta a rompersi e a liberare la vita dallo scorrere del tempo, dalla mortalità. E un’esplosione ‘atomica’ che, a 80 anni da Hiroshima e Nagasaki, è allo stesso tempo un monito e una riflessione sull’istinto autodistruttivo dell’uomo. Ma che ricorda anche quella esplosione generativa che diede vita all’Umanità, il Big Bang. Un connubio tra arti e discipline. Tra cui la scherma, sorprendente protagonista delle coreografie firmate da Poda e alla quale si stanno allenando più di 200 artisti.

Nabucco, nella doppia inaugurazione, è interpretato da Amartuvshin Enkhbat, grande baritono verdiano di oggi, con due diversi cast composti rispettivamente da Anna Pirozzi, Roberto Tagliavini, Francesco Meli, Vasilisa Berzhanskaya e Maria José Siri, Alexander Vinogradov, Galeano Salas, Francesca Di Sauro, alternati anche nelle recite successive. Alla guida di Orchestra e Coro di Fondazione Arena, a venticinque anni dal suo debutto, torna il Maestro Pinchas Steinberg. Per tutte le rappresentazioni, salgono sul palcoscenico areniano i più grandi interpreti di oggi: Anna Netrebko interpreta per la prima volta in Italia la parte di Abigaille, villain dell’opera, per tre sere (17, 24, 31/7), con Olga Maslova (dal 9 agosto) accanto alla Fenena di Aigul Akhmetshina. Baritoni titolari saranno Luca Salsi, Youngjun Park e Igor Golovatenko, mentre nei panni di Zaccaria si avvicendano anche Christian Van Horn e Simon Lim.

Con Nabucco, sono cinque i titoli operistici del 102° Arena di Verona Opera Festival 2025: nel segno di Verdi anche Aida, La Traviata e Rigoletto, e il grande anniversario di Carmen di Bizet. Ogni sera in Anfiteatro le più grandi stelle internazionali dell’opera rendono unica ogni serata. Più di 100 le presenze da tutto il mondo per canto, direzione, danza, con graditi ritorni fra i più richiesti interpreti di oggi e i migliori giovani emergenti.

AIDA. Diretta da Daniel Oren, l’opera ‘regina’ dell’Arena vede schierati dal 20 giugno al 4 settembre Maria José Siri, Luciano Ganci, Clémentine Margaine, Igor Golovatenko e Alexander Vinogradov, oltre ai debutti nei diversi ruoli di Marina Rebeka, Brian Jagde, Aleksandra Kurzak e Roberto Alagna, e il ritorno di artisti quali Anna Netrebko, Gregory Kunde, Ludovic Tézier, Agnieszka Rehlis. Lo spettacolo è l’edizione “di cristallo” creata dallo stesso visionario Stefano Poda per celebrare le 100 stagioni d’opera in Arena, con inediti giochi di luce in Anfiteatro e una personale unione di antica simbologia egizia e alta moda contemporanea.

LA TRAVIATA. Dal 27 giugno al 2 agosto La Traviata torna in Arena nell’elegante allestimento di Hugo De Ana creato per i 150 anni dell’Unità d’Italia e mancante in Anfiteatro dal 2016. Sul podio Speranza Scappucci, principal guest conductor alla Royal Opera House di Londra, musicista apprezzata in tutto il mondo e volto noto in Italia anche come co-conduttrice del programma tv La gioia della musica. In Arena diresse un’unica data, quattro anni fa: la Messa da requiem verdiana. È quindi al suo debutto in una produzione operistica. Accanto a lei un cast d’eccezione: Violetta è il soprano statunitense Angel Blue, che debutta in Arena, con cui si avvicendano Rosa Feola e Nadine Sierra. Nel ruolo di Alfredo si alternano Galeano Salas, Enea Scala e Dmitry Korchak con i Germont di Enkhbat, Salsi e Tézier. Per due recite, e una di Aida, esordisce in Arena Francesco Ommassini, direttore veneziano applaudito in importanti teatri nazionali, a Mosca e Seoul, già alla guida dei complessi artistici areniani nelle stagioni lirica e sinfonica al Teatro Filarmonico.

CARMEN. L’opera di Bizet torna nella classica produzione-kolossal di Zeffirelli che festeggia i 30 anni in Anfiteatro, e omaggia Georges Bizet sia nel 150° anniversario della sua morte sia del debutto del suo capolavoro, portando in Arena una Siviglia vivida e cinematografica dal 4 luglio al 3 settembre. Protagonista Aigul Akhmetshina, Carmen di riferimento dei nostri giorni, che torna dopo il trionfo della scorsa stagione. Con lei si alternano Alisa Kolosova e Anita Rachvelishvili. Accanto a loro la coppia d’arte e di vita Kurzak-Alagna, ma anche i tenori Meli, Beczała, De Tommaso, Grigolo, Eyvazov (al debutto come don Josè), il soprano Mariangela Sicilia, i baritoni Erwin Schrott, Luca Micheletti, Giorgi Manoshvili. Sul podio Francesco Ivan Ciampa e in scena oltre 500 tra cori, voci bianche, mimi, figuranti, danzatori e la compagnia di ballo Antonio Gades.

RIGOLETTO. Dall’8 agosto al 6 settembre Rigoletto torna nell’allestimento storico che, con le scene di Raffaele Del Savio, ricostruisce la prima dell’opera in Arena nel 1928, firmata da Ettore Fagiuoli, architetto e primo scenografo dell’Anfiteatro per oltre vent’anni. Il direttore Michele Spotti, dopo il successo della Turandot inaugurale del 2024, torna alla guida dei complessi artistici areniani e di grandi voci, tra le quali Enkhbat, Salsi e Park nei panni del protagonista. I soprani Nadine Sierra, Erin Morley e Rosa Feola danno vita a Gilda, sedotta dal Duca di Mantova del tenore Pene Pati, all’esordio in Arena, alternato a Salas. Completano il cast Gianluca Buratto e, in quest’opera e nelle altre del Festival, affermati interpreti e giovani emergenti da tutto il mondo anche nei ruoli di fianco, come Sofia Koberidze, Jan Antem, Carlo Bosi, Nicolò Ceriani, Francesca Maionchi, Vincent Ordonneau, Abramo Rosalen, Daniela Cappiello, Matteo Macchioni, Gabriele Sagona, Riccardo Rados, Ramaz Chikviladze, Giulio Mastrototaro.

Ai 5 titoli d’opera si aggiungono altrettanti appuntamenti straordinari per 8 serate-evento tra danza e concerti. JONAS KAUFMANN IN OPERA. Il tenore torna in Arena come protagonista di un grande gala il 3 agosto: una serata interamente dedicata all’opera italiana, di cui Kaufmann è uno dei più richiesti interpreti in tutto il mondo.

CARMINA BURANA. Orchestra e Coro a pieni ranghi sono chiamati ad eseguire i Carmina Burana di Orff il 15 agosto, diretti da Andrea Battistoni con le voci di Erin Morley, Youngjun Park e del controtenore Raffaele Pe.

VIVA VIVALDI. In coproduzione con Balich Wonder Studio, il violinista Giovanni Andrea Zanon è solista e maestro concertatore delle Quattro stagioni in Viva Vivaldi. The Four seasons immersive concert, il 27 agosto, a 300 anni esatti dalla pubblicazione dei celebri concerti, in uno spettacolo multimediale che, nel 2024, è stato accolto da migliaia di giovani e standing ovation alla sua anteprima mondiale in Arena.

ROBERTO BOLLE AND FRIENDS.  Doppia data il 22 e 23 luglio per Roberto Bolle and Friends, spettacolo coprodotto con Artedanza che, in un programma tutto nuovo, unisce sapientemente classico, moderno e contemporaneo con l’étoile scaligera Bolle e primi ballerini dai principali palcoscenici del mondo.

ZORBA IL GRECO. Nel 2025 il compositore greco Mikis Theodorakis avrebbe compiuto 100 anni; la Fondazione lo omaggia con la sua opera più celebre, divenuta simbolo della danza all’Arena di Verona, per cui fu espressamente scritta. Dopo i sold-out della singola data 2023 e delle due date 2024, Zorba il greco torna al Teatro Romano, questa volta per tre date, il 26, 27 e 31 agosto. 

Confermati gli orari d’inizio spettacolo già in vigore la scorsa estate: le rappresentazioni di giugno iniziano alle 21.30, quelle di luglio alle 21.15 e in agosto e settembre il sipario si alza alle 21.

I biglietti per tutte le date sono già in vendita su arena.it, sui canali social dell’Arena di Verona e su Ticketone. Speciali riduzioni sono riservate agli under 30 e agli over 65.

Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena di Verona: «Questa sarà la stagione che traghetterà l’Arena dalla fine del restauro dell’anfiteatro alle cerimonie Olimpiche. Non vediamo l’ora di dare il via al 102esimo Arena di Verona Opera Festival, ricco di tante belle novità. Sono entrata in Arena per la prima volta a cinque anni, come spettatrice, sono stata comparsa, artista del coro, cantante solista e da otto anni sovrintendente. L’amore per l’Arena è infinito e vogliamo renderla sempre più grande, internazionale e ricca di eventi per attrarre il pubblico di tutto il mondo, ma anche tutti gli italiani che amano la musica e l’arte».

Stefano Trespidi, Vicedirettore artistico di Fondazione Arena di Verona: «L’Arena è l’unico teatro che registra 420mila spettatori in una stagione, il 60 per cento stranieri da tutto il mondo. Rappresenta un orgoglio della cultura del nostro Paese. La possibilità per tutti di vedere l’opera in diverse declinazioni, dalle scene dipinte, al realismo, alla modernità. Tutte le fasi e le epoche della regia operistica. Un’opportunità per il pubblico che nell’arco di tre mesi potrà vedere spettacoli molto diversi tra loro».

Alla conferenza, che si è tenuta nella sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia a Palazzo Grazioli (Roma), erano presenti anche Gianmarco Mazzi, Sottosegretario alla Cultura, Fulvio Macciardi, Presidente ANFOLS, la parlamentare Maddalena Morgante, i membri del Consiglio d’Indirizzo di Fondazione Arena Federico Pupo e Stefano Soso.

L’Arena di Verona Opera Festival 2025 conta sul sostegno di numerosi sponsor, in primis UniCredit, che vanta una longevità di collaborazione di oltre 25 anni, e poi Calzedonia, Pastificio Rana, Volkswagen Group Italia, DB Bahn, Forno Bonomi, RTL 102.5, Genny, che ha firmato le divise del personale adibito all’accoglienza del pubblico, e Müller, che sostiene i progetti di accessibilità dedicati alle persone con disabilità. Tra gli official partner marchi storici quali Veronafiere, Air Dolomiti, A4 Holding, Metinvest, SABA Italia, SDG Group, Sartori di Verona, Palazzo Maffei e Mantova Village. Così come Calvisius Arena Foyer, ManPower Group e Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Ferroli. Oltre a imprese, privati, ordini professionali che compongono la schiera della Membership 67 Colonne per l’Arena di Verona, fondata da Gianluca Rana dell’omonimo pastificio e da Sandro Veronesi, patron del Gruppo Oniverse, con il Gruppo Editoriale Athesis, media partner.

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