La fabbrica illuminata di Luigi Nono e Erwartung di Arnold Schönberg in dittico al Teatro La Fenice dal 13 al 22 settembre 2024.

Nel 2024 cadrà un duplice anniversario, il centenario della nascita di Luigi Nono e il centocinquantesimo dalla nascita di Arnold Schönberg: la Fenice celebrerà i due grandi maestri della musica moderna con uno spettacolo in dittico che abbina La fabbrica illuminata di Luigi Nono e Erwartung di Arnold Schönberg. La messinscena sarà un nuovo allestimento con la regia di Daniele Abbado, le scene e il light design di Angelo Linzalata, i costumi di Giada Masi e i movimenti coreografici di Riccardo Micheletti. La direzione musicale sarà di Jérémie Rhorer alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Interprete della Fabbrica illuminata sarà il soprano Valentina Corò, con Alvise Vidolin alla regia del suono. Mentre Heidi Melton interpreterà la donna nell’Attesa. Il dittico è in programma al Teatro La Fenice il 13, 15, 17, 19, 22 settembre 2024 nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2023-2024. La recita di martedì 17 settembre ore 19.00 sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3.

            Composta per voce femminile e nastro magnetico, su testi fortemente politicizzati di Giuliano Scabia e un frammento di Due poesie a T. di Cesare Pavese, La fabbrica illuminata è una composizione del 1964 che debuttò proprio al Teatro La Fenice di Venezia il 15 settembre 1964, interprete il mezzosoprano Carla Henius e Nono alla regia del suono, in occasione della ventisettesima edizione del Festival Internazionale di Musica Contemporanea. 

            Entwartung di Arnold Schönberg è un monodramma in un atto articolato su quattro scene su libretto di Marie Pappenheim che può essere considerato il primo esempio di teatro musicale espressionista: debuttò al Deutsches Landestheater di Praga il 6 giugno 1924. 

            «L’accostamento di un brano celeberrimo come Erwartung e un pezzo breve e intenso come La fabbrica illuminata è un assolutamente inedito – spiega il regista Daniele Abbado –, inclusa la particolare successione cronologica, perché la serata inizierà con La fabbrica illuminata e proseguirà con Erwartung. Il progetto è stato impostato così dal sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina e in un primo momento mi ha un po’ stupito, ma poi ho aderito con entusiasmo, perché ho riflettuto su questa scelta. Mi sembra evidente la volontà di strappare Erwartung dalla sua abituale storicizzazione di monodramma che racconta un caso clinico, in quanto coevo agli studi sull’isteria di Freud e Breuer. Rinchiudere Erwartung in questa lettura storica non sembra più interessante. Il significato e il valore di quest’opera oggi vanno ben al di là dell’analisi clinica. Anzi la travalicano completamente. Questo è stato il primo impulso che ho provato. 

            Pur non essendo la prima in assoluto – prosegue Abbado – La fabbrica è l’opera in cui Luigi Nono si confronta totalmente e con coraggio con le possibilità tecnologiche del suo tempo. Stiamo parlando di un nastro magnetico su quattro piste, cioè di suoni reali registrati nella fabbrica di Cornigliano ed elaborati poi nello Studio di Fonologia di Milano con la collaborazione di Marino Zuccheri. È questa nuova possibilità di teatro musicale in presa diretta con la realtà a interessare e stimolare Nono, che affronta l’impresa con un coraggio enorme. Per lui significa soprattutto rifuggire da qualsiasi lettura o interpretazione di tipo naturalistico. Non si tratta di comporre un ritratto, ma di fissare l’esperienza della fabbrica, degli operai, e allo stesso tempo anche l’esperienza del compositore, che entra come protagonista in questo rapporto. Giuliano Scabia, parlando di questo lavoro, dice appunto che la composizione illumina un momento di relazione, composta da diversi soggetti e situazioni. L’opera parla cioè della realtà della fabbrica attraverso i suoni, le voci, le parole, i testi che Nono e Scabia acquisiscono. Dietro questo c’è la realtà esistenziale che vivono gli operai, e ovviamente anche la presenza e l’intervento del compositore e del poeta. Non soltanto nell’elaborazione musicale, artistica e drammaturgica del progetto, ma anche ‘in avanti’, quindi nel confronto e nella restituzione. […] Erwartung – che è attesa, ma anche lutto, perdita – parla di una solitudine disperata e collettiva. Per questo il suggerimento di proporla dopo La fabbrica illuminata nel lavoro che stiamo costruendo potrebbe costituire non tanto la prosecuzione, ma la transizione da un mondo a un altro».

«Mi sembra che il progetto di affiancare La fabbrica illuminata e Erwartung sia frutto di una intelligente visione italiana – commenta il direttore d’orchestra Jérémie Rhorer – e lo dico assolutamente in senso positivo. È un modo di creare un legame tra due opere che possono essere distanti tra loro nel panorama culturale generale, cui solo gli italiani possono dare un senso perché le immettono nelle antiche radici greche e romane che caratterizzano in senso ampio la loro cultura. Ovviamente c’è una connessione tra Nono e Schönberg, ma questo è meno interessante dell’immaginare una risonanza tra due esperienze lontane tra loro nel tempo che possono però essere ridefinite da un’altra forma artistica.

Per me in Erwartung – prosegue Rhorer – c’è una reale scienza dell’orchestrazione, basata sul peso e sulla forza variabili dell’orchestra. È quello che ho tentato di sottolineare nella mia lettura dell’opera, e sono felice che molti critici l’abbiano messo in evidenza. Si incontra la grande esplosione di suono, chiaramente identificabile come post-wagnerismo o reminiscenza straussiana, ma allo stesso tempo ci si imbatte in una riduzione della tessitura musicale in termini minimali, che rivela gli elementi psicologici dell’opera. Mi piace molto questo lato di Erwartung, dove l’orchestra è ridotta quasi al silenzio dopo il grande climax. In questo contrasto si può definire Schönberg un maestro dell’orchestrazione. Non è tanto il trovare il giusto equilibrio in ogni momento, ma il padroneggiare la struttura bilanciando l’opposizione dei timbri e delle densità».             Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: venerdì 13 settembre 2024 ore 19.00 (turno A); domenica 15 settembre ore 17.00 (turno B); martedì 17 settembre ore 19.00 (turno D); giovedì 19 settembre ore 19.00 (turno E); domenica 22 settembre ore 17.00 (turno C). Le recite del 13 e 17 settembre fanno parte dell’iniziativa La Fenice per la città realizzata in collaborazione con il Comune di Venezia; quelle del 15, 19 e 22 settembre fanno parte della Fenice per la città metropolitana, in collaborazione con la Città Metropolitana di Venezia.

IN SCENA GLI INTERMEZZI “MOSCHETTA E GRULLO” E “EURILLA E BELTRAMME” 

Al Teatro Caio Melisso di Spoleto dal 6 all’8 settembre 2024

due Intermezzi del ‘700 napoletano di Domenico Sarro

Tornano al Teatro Caio Melisso di Spoleto due Intermezzi del ‘700 napoletano: Moschetta e Grullo e Eurilla e Beltramme di Domenico Sarro (spettacoli: venerdì 6 esabato 7 settembre ore 20.30; domenica 8 settembre ore 17.00). 

«In scena anche quest’anno due Intermezzi barocchi (brevi operine tra il comico e il farsesco che a Napoli si rappresentavano negli intervalli tra gli atti delle opere serie). Si tratta di Moschetta e Grullo, già “battezzata” con successo l’estate scorsa, e di Eurilla e Beltramme, in prima rappresentazione moderna. Sono entrambe pagine frutto della scoppiettante invenzione musicale di Domenico Sarro, esponente di punta della gloriosa stagione della Scuola Napoletana di primo Settecento, quella che ha esportato l’opera italiana in tutta Europa», così Enrico Girardi, condirettore artistico dello Sperimentale.

La direzione musicale è affidata al maestro Pierfrancesco Borrelli. Regia e scene Moschetta e Grullo di Andrea Stanisci; regia e scene Eurilla e Beltramme di Laura Cosso. Protagonisti i cantanti del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto. 

La conferenza di presentazione dello spettacolo si terrà a Spoleto, venerdì 6 settembre 2024 alle ore 18.00, presso la Galleria Polid’Arte (ingresso da piazza della Signoria).

I “MOTI” DI MITO SETTEMBREMUSICA PER IL PRIMO FESTIVAL FIRMATO DA GIORGIO BATTISTELLI 

Milan e Torino uniscono tifosi di calcio e appassionati di musica; si commemorano gli “Invincibili” a 75 anni dalla tragedia di Superga 

Stefano Massini porta due nuovi melologhi sulle storiche aziende Campari e Martini & Rossi 

In Piazza San Carlo: inaugurazione con la Nona di Beethoven; Ludovico Einaudi; Giovanni Sollima con i 100 cellos 

Il melologo di Toni Servillo per celebrare Puccini  

A Torino e Milano dal 6 al 22 settembre 2024 

Un Festival per raggiungere tutti, ovunque. Un Festival pensato proprio per gli spazi che ha a disposizione. Un Festival che non è solo una vetrina di ciò che accade oggi nella musica italiana e internazionale, ma che interpreta in modo creativo la contemporaneità, connettendo in modo insolito mondi apparentemente distanti. MITO SettembreMusica 2024 non è quindi solo la rassegna di Milano e Torino, ma diventa un Festival che valorizza l’unicità delle due città. Unici e non replicabili sono anche gli appuntamenti della diciottesima edizione – in programma dal 6 al 22 settembre a Torino e Milano, con dedica alla memoria di Anna Gastel – ideati dal nuovo Direttore artistico Giorgio Battistelli: «Il Festival quest’anno propone eventi fortemente diversificati fra i due poli tra i quali si svolge, per mettere in moto gli spettatori e creare quanto più possibile un “pubblico di MITO”, con uno scambio più stretto fra le due città».  

È Piazza San Carlo a Torino il palcoscenico dell’inaugurazione, venerdì 6 settembre alle 21, con la monumentale Nona Sinfonia di Beethoven diretta dal giovane Michele Spotti, Direttore musicale dell’Opera e della Filarmonica di Marsiglia, qui alla guida dei complessi del Teatro Regio di Torino. Oltre che al centro del concerto di apertura, Beethoven sarà una figura che attraversa, illumina e lega con un filo invisibile tutta la programmazione del Festival, come uno specchio del passato per riflettere sul presente. Si apre invece al Teatro alla Scala il cartellone milanese, domenica 8 settembre alle 18, con la Filarmonica della Scala e Riccardo Chailly sul podio, in un programma che include due figure fondamentali della musica del secondo dopoguerra, Luciano Berioe Wolfgang Rihm, accostate a Maurice Ravel.  

Gioco di parole con MITO, il titolo “MOTI” non è il solo tema di quest’anno: “MITOlogie orchestrali”; “Ascoltare con gli occhi”; “Artistiche imprese”; “Puccini, la musica, il mondo”; “Musica su due piedi” sono le cinque isole tematiche attraverso le quali si snoda il cartellone 2024, «tutte abitate da creazioni contemporanee – spiega Battistelli – che spesso sono accostate a grandi classici nei concerti sinfonici o concepite (e commissionate) per progetti specialmente sviluppati per MITO. L’attenzione speciale riservata alla musica del presente, imperativo morale per un festival che si voglia pensare come contemporaneo, vuole anche riannodare un filo con il SettembreMusica delle origini attraverso le monografie dedicate a grandi figure di compositori contemporanei». 

“Musica su due piedi” vede il tifoso di calcio seduto accanto all’appassionato di musica, per creare un cortocircuito tra la dimensione sportiva e quella della musica contemporanea. Protagoniste due leggendarie squadre calcistiche come il Milan e il Torino. In particolare, a 75 anni dalla tragedia di Superga che il 4 maggio 1949 vide scomparire il Grande Torino, MITO commemora la squadra degli “Invincibili” con un progetto musicale molto simbolico. “Musica su due piedi vuole essere un omaggio alla cultura calcistica espressa dalle due città: le serate di Milano e Torino si rivolgono a diverse tipologie di spettatori, ampliando il potenziale bacino di appassionati di musica d’arte con un pubblico di tifosi. Questo “quasi melodramma” dedicato alle grandi squadre delle due città è uno spettacolo della memoria, con immagini di repertorio e musiche create per l’occasione dai compositori Fabio Vacchi e Carlo Crivelli. Per la serata “Un diavolo a tutto campo. Un incontro tra musica, video arte e gioco del calcio. Protagonista la squadra AC Milan” le composizioni di Vacchi saranno eseguite dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro Sinfonico di Milano diretti da Diego Ceretta, lunedì 9 settembre alle ore 20 all’Auditorium di Milano. Le musiche di Crivelli per la serata “All’infinito. Storia e gloria del Torino e dei tifosi granata tra musica, video arte e gioco del calcio” saranno interpretate dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e dal Coro Maghini diretti da Enrico Pagano, venerdì 20 settembre alle 20 all’Auditorium “Giovanni Agnelli” del Lingotto. Per entrambe le serate l’utilizzo del prezioso materiale d’archivio è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Teche Rai. 

“Artistiche imprese” è il progetto inedito affidato a Stefano Massini, che sceglie per i suoi due nuovi melologhi le storiche aziende di Torino e Milano Martini & Rossi e Camparie propone una riflessione su quale impatto queste abbiano avuto e continuino ad avere sulle città e sui cittadini. «Le vicende delle due aziende si prestano a comporre un quadro appassionante e inedito del nostro evolverci nel tempo, a cavallo fra i secoli – dice il Direttore artistico. A fare da sfondo le due capitali industriali del Nord italiano, motore di sviluppo sociale ma anche culturale in senso ampio per l’intero Paese». La voce del drammaturgo toscano dialogherà con un ensemble jazz, a Torino sabato 7 settembre alle ore 17 al Teatro Carignano e a Milano domenica 8 settembre alle ore 21 al Teatro Dal Verme. 

In “Ascoltare con gli occhi” è centrale l’aspetto visivo della musica: sono concerti che spaziano dal Barocco alla Contemporanea e abitano spazi insoliti ai confini del teatro o della performance. Il torinese Ludovico Einaudi sarà protagonista sabato 7 settembre alle 21 di In a Time Lapse Reimagined in Piazza San Carlo a Torino con un grande concerto per la sua città. Lo stesso palcoscenico accoglierà, domenica 8 settembre alle 21, anche i 100 cellos guidati dall’estro di Giovanni Sollima e di Enrico Melozzi. All’interno del percorso “Ascoltare con gli occhi” sono anche presentate in prima italiana Ishjärta di Lisa Streich e no Concerto di Simon Steen-Andersen, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Robert Treviño, e la partecipazione della pianista Rei Nakamura e dell’attore Vinicio Marchioni; e ancora – sempre con l’Orchestra Rai diretta da Vimbayi Kaziboni – A House Of Call del tedesco Heiner Goebbels, ciclo di invocazioni, preghiere, poesie e canzoni per grande orchestra con registrazioni di suoni e voci provenienti da tutto il mondo; in prima italiana anche Erdenmarsch di Fabio Nieder con la Percussion Orchestra e lo Schlagquartett Köln diretti da Peter Rundel. Lo spazio insolito ma suggestivo di Le Roi Music Hall di Torino e l’antica Chiesa di Santa Maria Rossa in Crescenzago a Milano, sono invece lo scenario dei concerti di musica barocca che vedono protagonista il grande specialista di questo genere Ottavio Dantone, insieme al contralto Delphine Galou

Con “Puccini, la musica e il mondo” non manca l’omaggio al grande compositore nel centesimo anniversario della scomparsa, accostando la sua poetica e le sue tecniche compositive a quelle di autori contemporanei e coevi. Composizioni di Erich Wolfgang Korngold, Alexander Zemlinsky, Richard Strauss e Béla Bartók, ma anche di Franco Alfano, Giorgio Federico Ghedini e Alfredo Casella abbozzano un affresco sonoro di un’epoca a cavallo di due secoli dalla quale il grande lucchese trasse la linfa per le sue composizioni. All’interno di questa area tematica, Toni Servillo porta il melologo “Puccini, Puccini che cosa vuoi da me” su testo di Giuseppe Montesano, insieme all’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Gianna Fratta, giovedì 19 settembre alle 20 all’Auditorium del Lingotto. Oltre 200 bambini delle scuole di Milano e Torino e circa 30 studenti dei Conservatori sono, inoltre, coinvolti nel progetto educativo La principessa di gelo, costruito attorno alla Turandot pucciniana, mercoledì 18 settembre a Torino e domenica 22 settembre a Milano. 

Per il tema “MITOlogie orchestrali” sono ospiti di MITO grandi compagini: oltre alle già citate Filarmonica della Scala e Orchestra del Teatro Regio, che aprono i cartelloni delle due città, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia guidata da Gianandrea Noseda interpreta Con brio di Jörg Widmann, il Concerto per due pianoforti K.365 di Mozart con Jan Lisiecki e Francesco Piemontesi e la Quinta di Beethoven, domenica 15 settembre a Milano. Noseda è anche sul podio della Filarmonica di Torino, martedì 10 settembre all’Auditorium Rai, in un programma che comprende Lyric for strings di George Walker, i frammenti sinfonici dalla Donna serpente di Casella e la Settima Sinfonia di Beethoven. Inoltre, gli attesi appuntamenti con l’Orchestra e il Coro dell’Opera di Lione, diretti da Daniele Rustioni, confermano la volontà di MITO di aprirsi all’internazionalità. A Milano il 13 e a Torino il 14 settembre. 

Infine, rilievo particolare nella programmazione è dato a giovani interpreti italiani, molti già affermati a livello internazionale, sollecitati in proposte musicali inconsuete e spesso aperte alla lingua del presente. «Con loro e grazie a loro si metteranno in moto i diversi eventi del Festival», conclude Giorgio Battistelli. 

«MITO ci dimostra come la cultura non sia da considerarsi statica, monolitica, ma una serie di realtà e di possibilità in movimento – dicono i Sindaci della Città di Torino e Milano Stefano Lo Russo e Giuseppe Sala. In questo quadro la musica è il veicolo ideale: una forma d’arte capace di parlare a tutte e tutti, senza distinzione, in grado di essere trasversale alle generazioni e di oltrepassare i confini, facendosi punto di unione e incontro». 

MITO SettembreMusica è un progetto delle Città di Torino e Milano, con il contributo del Ministero della Cultura, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino e dalla Fondazione I Pomeriggi Musicali, con il sostegno – sin dalla prima edizione – del Partner Intesa Sanpaolo, della Fondazione Compagnia di San Paolo, degli sponsor Iren, Pirelli e Fondazione Fiera Milano e ancora dello sponsor tecnico Xori Group, con il contributo di Fondazione CRT e del supporter Nova Coop. Intesa Sanpaolo, oltre a essere Presenting Partner dei tre concerti torinesi in Piazza San Carlo e del concerto inaugurale con la Filarmonica della Scala a Milano, ospita nell’Auditorium del proprio grattacielo a Torino due concerti: il primo mercoledì 11 settembre, dedicato a liriche di Franco Alfano, e il secondo lunedì 16 settembre, con Harawi per voce e pianoforte di Olivier Messiaen. 

La Rai – con Rai CulturaRai 5 e Radio3 – e i quotidiani La Stampa e Corriere della Sera sono Media partner del Festival. 

Il treno ufficiale di MITO è Frecciarossa

www.mitosettembremusica.it  

IL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO : “LA TRADIZIONE DEL NUOVO”

Il Maggio Musicale Fiorentino presenta la programmazione artistica di tutto il 2025 e dell’87esimo Festival del Maggio Musicale. Complessivamente 10 opere liriche, 25 concerti sinfonici e sinfonico corali, 2 balletti, l’opera per i ragazzi, il ciclo domenicale di concerti alle 11 e altri appuntamenti fuori abbonamento.

Tra i numerosi nomi in cartellone i maestri Zubin Mehta, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Antonio Pappano, Michele Mariotti e Kent Nagano; tra le regie quelle firmate da Emma Dante, Damiano Michieletto,

Mario Martone, Romeo Castellucci, Davide Livermore, Wim Wenders; nei concerti e nelle opere, le voci – tra le tante – di Anna Netrebko, Jessica Pratt, Pretty Yende, Olga Peretyatko, Olga Maslova,

Vanessa Goikoetxea, Monica Bacelli, Marco Filippo Romano, Ian Bostridge, Amartuvshin Enkhbat, Luca Salsi, SeokJong Baek, Celso Albelo, Javier Camarena, Iván Ayón Rivas, Michele Pertusi;

tra i solisti Grigory Sokolov, Anna Tifu, Alexander Gadjiev.

Cinque le tipologie di abbonamento offerte al pubblico; la vendita inizia in prelazione

a partire dal 9 settembre. Per i sottoscrittori dei due abbonamenti più ampi, è prevista la possibilità di dividere in due tranche il pagamento relativo

Firenze 5 settembre 2024 – “La tradizione del nuovo” questo è il motto che riassume in sé e presenta il cartellone di tutto l’anno 2025 e dell’87esima edizione del Festival del Maggio Musicale che fin dalla sua nascita, e per lunghi decenni, è stato palcoscenico – appunto – del nuovo, dimostrando quanto l’opera, la più grande tradizione artistica del nostro Paese, riesca a intercettare la cultura contemporanea e

diventarne un’espressione. Fin dal 1933, anno della sua fondazione, il Festival del Maggio ha programmato nuove composizioni liriche e anticipato in prima italiana lavori musicali di celebri compositori stranieri.

Sperimentando contaminazioni inedite tra lo spettacolo dal vivo e le arti visive, grazie alla collaborazione con pittori, scultori e artisti contemporanei, coinvolti nella realizzazione di scenografie e costumi, precorrendo tendenze oggi diffuse nei principali festival internazionali.

Onorare la grande tradizione musicale e promuovere forme contemporanee di rappresentazione artistica: le strade percorse nel Novecento continuano a essere le linee guida del prossimo futuro per la programmazione del Maggio le cui linee programmatiche del 2025 si sono basate dunque su ricerca, sorpresa, proposte, conferme, qualità e modernità per guardare con slancio verso il prossimo futuro. Un programma ambizioso di 10 titoli operistici (dei quali 6 nuovi allestimenti) e 25 concerti sinfonici e sinfonico corali e due occasioni fuori abbonamento oltre ai concerti mattutini della domenica, l’opera per i ragazzi,

all’altezza della reputazione internazionale del Maggio ma sostenibile è perciò calato nel presente, realizzato per rispettare sia la grande tradizione musicale del Teatro che le strade percorse dal Maggio nel corso del Novecento.

Nel seguire questa filosofia, quindi opere di grande richiamo che si devono al pubblico, insieme a riscoperte ma anche il repertorio d’opera con direzioni di prestigio e regie che potranno suscitare stimoli, discussioni e sorprese e stimolare la curiosità del pubblico; inoltre due balletti e l’ampia proposta sinfonica di grandissimo valore, sia per la composizione delle locandine sia per i maestri che saliranno sul podio. Tra gli artisti di altissima caratura presenti in cartellone ritroviamo molti nomi amati e “di casa” ma altrettanto numerosi sono gli importanti e attesi debutti fiorentini tra i direttori, i registi e molti artisti delle compagnie di canto.

“Dopo l’anno di commissariamento terminato nel marzo del 2024, il cammino avviato dal Maggio nella sua gestione ordinaria procede verso un futuro solido e di eccellenza artistica” ha detto il sovrintendente Carlo Fuortes, “In cinque mesi, dal mio arrivo, abbiamo lavorato sulla scorsa edizione del Festival, sulla stagione estiva, abbiamo perfezionato la programmazione autunnale che prenderà avvio il 7 settembre e chiuso tutto il cartellone del 2025, mettendo già dei punti importanti per il 2026 e per il 2027. Il Maggio e con ciò intendo tutte le persone che lo compongono, ha reagito concretamente e con forza positiva alle aspre difficoltà del recente passato e si è riaperto alla città, il pubblico ha dimostrato di crederci perché è tornato ad affollare – letteralmente – le sale del Teatro e della Cavea. La stagione 2025 che presentiamo adesso non è né una scommessa né tantomeno una sfida ma rappresenta la consapevolezza più sincera e genuina del ruolo del Maggio che è in grado di raccontare quello che è e quello che sarà”.

Il cartellone d’opera e balletto

Per caratterizzare al massimo le proposte di titoli sia del Festival che della stagione e per rispettare la storia del Maggio, nel comporre le compagnie – podio, regia e cast – sono stati cercati e coinvolti interpreti e

artisti “nuovi”, stranieri e italiani, che “sbocciano” e si avviano in carriere molto importanti oppure sono artisti di grandissima fama ma che al Maggio compaiono solo raramente oppure segnano addirittura il loro debutto nel nostro Teatro; tutto ciò senza dimenticare di attingere da quella inesauribile fucina di giovani talenti che è l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Seguendo dunque la strada dell’ “innovare nella tradizione” e della speculare “tradizione dell’innovazione” propria del Maggio, ma seguendo anche quella di proporre titoli popolari che sono “in casa” e di grande successo o che pur facendo parte del grande repertorio mancano da troppo dal cartellone del Teatro, il versante operistico del 2025 prende avvio il 16 febbraio (con tre repliche successive: il 18, il 20 e il 23 ) con la ripresa di Rigoletto, di Giuseppe Verdi, sul podio Stefano Ranzani e la regia di Davide Livermore; tra gli interpreti principali Celso Albelo,

Daniel Luis de Vicente/Leon Kim (18), Olga Peretyatko, Alessio Cacciamani, Eleonora Filipponi. Il 9 marzo (tre repliche successive: 11, 14, 16 marzo) è la volta di Norma di Vincenzo Bellini, opera celeberrima del grande repertorio ma che manca da Firenze dal 1978; sul podio, al suo debutto al Maggio, Michele Spotti. La regia segna anche il debutto del duo franco-belga Moshe Leiser e Patrice Caurier – nell’edizione per il Festival di Salisburgo del 2013 riallestito completamente per il Maggio – che traspongono la vicenda dalla Gallia occupata dai romani alla Francia occupata dai nazisti, con gusto cinematografico e una narrazione ricca di colpi di scena coerenti con le prescrizioni librettistiche. Tra gli interpreti principali Jessica Pratt, Maria Laura Iacobellis, Mert Süngü, Riccardo Zanellato.

Dopo queste due opere si inaugura il Festival, il 13 aprile (tre repliche successive: 16, 23, 27 aprile), con la messa in scena di Salome di Richard Strauss, che segna due importanti debutti al Maggio: quello di Alexander Soddy sul podio e, alla regia, di Emma Dante. Alexander Soddy maestro al quale è affidato anche un concerto nel Festival e un’ulteriore opera in stagione, il Macbeth, ha colto successi a Londra, Parigi,

Vienna, New York, fa parte di quella schiera di artisti in netta ascesa all’estero e che il Maggio decide doverosamente di proporre al suo pubblico. Emma Dante finalmente arriva nel nostro teatro e promette “una produzione molto fantasiosa e visionaria così come è visionaria quest’opera”. Tra gli interpreti principali Nikolai Schukoff, Anna Maria Chiuri, Allison Oakes, Iain Paterson, Eric Fennell.

Il 25 maggio, con repliche il 28 e 31 maggio, Der Junge Lord brillante e satirica opera di Hans Werner Henze del 1964 con la direzione di Markus Stenz e la regia di Daniele Menghini. Quest’opera incarna perfettamente la missione del Maggio, vale a dire quella di programmare e proporre titoli che non si trovano, oppure solo raramente, nei cartelloni degli altri teatri. Nel caso specifico sarà la prima volta che in Italia quest’opera viene messa in scena in lingua originale dopo la prima e unica volta della sua programmazione a Roma nel 1965 in italiano. Tra gli interpreti Levent Bakirci, Matteo Falcier,

Caterina Dellaere, Andreas Mattersberger, Marina Comparato, Eleonora Bellocci, Antonio Mandrillo.

Chiude il Festival la verdiana Aida (la prima è il 19 giugno e le repliche il 25, 28 e 1 luglio) titolo tra i più celebri del grande repertorio, con la direzione di Zubin Mehta, messo in scena però con la regia forte e dura di Damiano Michieletto (nell’allestimento della Bayerische Staatsoper di Monaco) che l’ambienta non in Egitto ma in una palestra bombardata che serve da rifugio ai profughi di guerra. Gli interpreti principali sono Olga Maslova, SeokJong Baek, Agnieszka Rehlis, Amartuvshin Enkhbat/Leon Kim, Simon Lim, Manuel Fuentes.

Dopo il Festival e la programmazione estiva che verrà successivamente annunciata, il cartellone riprende il 16 settembre con tre repliche il 19, il 21 e il 23, di Les pêcheurs de perles di George Bizet; sul podio il francese Jérémie Roher, altro direttore in grande ascesa, e la regia evocativa e “ieratica” di Wim Wenders nell’allestimento della Staastoper Unter der Linden di Berlino; tra gli interpreti Pretty Yende, Javier Camarena, Lucas Meachem. Il 12 ottobre, con altre tre repliche il 14, 17 e 19, un altro importante titolo verdiano dopo Aida, il Macbeth con la direzione di Alexander Soddy e la regia di Mario Martone che ritorna al Maggio dopo una assenza quasi ventennale: è infatti del 2007 la sua regia di Antigone di Ivan Fedele che inaugurò in prima mondiale il 70esimo Festival del Maggio Musicale. Le scene dell’opera sono firmate da Mimmo Paladino. Nel cast figurano Luca Salsi, Antonio Di Matteo, Vanessa Goikoetxea, Antonio Poli.

Il 9 novembre (e tre repliche: 11, 14, 16 novembre) è la volta di Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti che manca dalle stagioni del Teatro dal 1976, con la direzione di Francesco Ivan Ciampa e la regia di

Andrea Bernard; nelle parti principali Mirco Palazzi, Jessica Pratt, René Barbera, Laura Verrecchia. Il 4 dicembre con repliche il 6 e 7 dicembre, in un allestimento particolare che vedrà il pubblico seduto su degli spalti costruiti sul palcoscenico della sala Grande, andrà in scena la Matthäus Passion di Johann Sebastian

Bach con la direzione di Kent Nagano e la regia di Romeo Castellucci entrambi per la prima volta al Maggio; la parte di Evangelist è sostenuta al tenore Ian Bostridge.

Chiude la programmazione operistica del 2025, il 20 dicembre, la ripresa di La bohème di Giacomo Puccini con la direzione di Diego Ceretta e la regia di Bruno Ravella; le repliche dopo la prima saranno sette in

totale: 21, 23, 28, 30 e 31 dicembre e lambiranno anche i primi giorni dell’anno nuovo con le recite del 2 e 4 gennaio 2026. In locandina le voci di Carolina López Moreno/Nombulelo Yende, Mariam Battistelli/

Elisa Balbo, Iván Ayón Rivas/Davide Giusti, Danylo Matviienko/Francesco Samuele Venuti. In buca

sempre l’Orchestra del Maggio e sul palcoscenico il Coro del Maggio, direttore del Coro Lorenzo Fratini, e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino diretto dalla maestra

Sara Matteucci.

Due i titoli di balletto, programmati nel mese di gennaio 2025 e che vedranno esibirsi la compagnia

Les ballets de Monte-Carlo: il 10 con due repliche Roméo et Juliette con la coreografia di

Jean-Christophe Maillot, e la direzione di Garrett Keast su musiche di Sergej Prokofiev e il 16 gennaio con due repliche successive Lac, da Il lago dei cigni su musiche di Čajkovskij e Bertand Maillot, la coreografia è di Jean-Christophe Maillot e sul podio risale Garrett Keast. In buca l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.

L’opera per bambini, il classico appuntamento di Venti Lucenti con la regia, scrittura scenica e costumi di Manu Lalli proposto quest’anno è Le streghe di Macbeth, ispirato al Macbeth di Giuseppe Verdi e con l’elaborazione musicale dell’opera di Luca Giovanni Logi. Va in scena a partire dal 13 marzo e anticipa il Macbeth in cartellone nel mese di ottobre. Sul podio Giuseppe La Malfa.

Il cartellone concertistico

La stagione sinfonica, sinfonico-corale e concertistica è molto ricca con 25 concerti in abbonamento e due occasioni proposte fuori abbonamento. Si inizia in gennaio, per siglare il periodo festivo sia natalizio che d’inizio d’anno, il 3, 4 e 5 con Fantasia Live in Concert dai due celebri film di Walt Disney. Il cartoon verrà proiettato su un grande schermo mentre la musica eseguita dall’Orchestra del Maggio sarà diretta da Timothy Brock. L’altro appuntamento fuori abbonamento è il concerto pianistico realizzato in collaborazione con Amici della Musica Firenze, protagonista Grigory Sokolov il 16 giugno nell’ambito del Festival.

Il lungo elenco concertistico in abbonamento si muove parallelamente a quello operistico per la filosofia della proposta ecco quindi che oltre a nomi “monumentali” come quelli di Zubin Mehta, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Antonio Pappano con la London Symphony Orchestra, e il debutto clamoroso di

Kent Nagano, ecco l’affermatissimo Michele Mariotti che torna al Maggio dopo 10 anni, gli importanti ritorni di Dame Jane Glover, Marc Minkowski, Henrik Nánási, del giovane Min Chung, di Cornelius Meister, il già citato Alexander Soddy, Timur Zangiev, Thomas Guggeis, Alejo Pérez, Bertie Baigent e la direttrice Bar Avni che ha recentemente vinto il concorso “La maestra”.

La stagione prende avvio il 24 gennaio in sala Mehta con il concerto diretto da Giulio Prandi, con composizioni di Niccolò Zingarelli e Wolfgang Amadeus Mozart e le voci soliste di Nikoletta Hertsak, Giuseppina Bridelli, Krystian Adam, Alessandro Ravasio; il 7 febbraio Alejo Pérez dirigerà composizioni di Sergej Rachmaninov, Manuel De Falla, Maurice Ravel; il 21 febbraio torna a Firenze il celebre soprano Anna Netrebko accompagnata al pianoforte da Pavel Nebolsin e dal mezzosoprano Elena Maximova per un concerto di canto proposto in sala Grande; il giorno dopo, 22 gennaio, sempre in sala Grande

Bertie Baigent dirigerà musiche di Paul Dukas, Maurice Ravel, Wolfgang Amadeus Mozart; al pianoforte Cédric Tiberghien . Il 7 marzo in sala Mehta si annuncia il debutto di Michele Spotti che dirigerà composizioni di Franz Schubert e Hector Berlioz (dal 9 marzo Spotti dirige l’opera Norma); il 21 marzo in sala Grande ritorna al Maggio la direttrice Dame Jane Glover per un concerto tutto bachiano imperniato sui Concerti Brandeburghesi per la prima volta eseguiti al Maggio in un’unica serata. In sala Grande il direttore emerito a vita del Maggio Zubin Mehta il 28 marzo dirigerà l’ultimo concerto prima dell’inizio del Festival salendo sul podio per un programma dedicato a Mozart; solista al clarinetto Edoardo Di Cicco, professore dell’Orchestra del Maggio.

I concerti programmati nel Festival prendono avvio in maniera solenne, in sala Grande, con Zubin Mehta il 18 aprile per la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi; solisti Roberta Mantegna, Agnieszka Rehlis, SeokJong Baek, Michele Pertusi; il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Il 26 aprile,

Alexander Soddy impegnato nel frattempo nella direzione dell’opera Salome, dirige un concerto con musiche di Richard Strauss; solista al corno Alessio Dainese; il 3 maggio Diego Ceretta dirige

il War Requiem di Benjiamin Britten; in buca della sala Grande, oltre all’Orchestra del Maggio anche

l’Orchestra della Toscana; le voci soliste sono di Elizaveta Shuvalova, Ian Bostridge, Dietrich Henschel;

il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini, il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio è diretto da Sara Matteucci. L’ 8 maggio, in sala Mehta, Michele Mariotti che torna al Maggio dopo circa 10 anni, per un concerto sinfonico corale dirige composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart, Igor Stravinskij

e Francis Poulenc, voce solista il soprano Emőke Baráth; il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. L’11 maggio torna Daniele Gatti con un concerto sinfonico corale con un programma che sarà prossimamente annunciato; il 15 maggio, in sala Mehta, Timur Zangiev accompagnato al pianoforte da Alexander Gadjiev dirigerà composizioni di Sergej Prokof’ev e Pëtr Il’ič Čajkovskij; il 30 maggio

Cornelius Meister, con il mezzosoprano Monica Bacelli, dirigerà musiche di Carl Maria von Weber, Luciano Berio, Robert Schumann; il 5 giugno Thomas Guggeis dirigerà musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e

Sergej Prokof’ev. Il 10 giugno in sala Grande l’importante ospitalità alla London Symphony Orchestra che sarà diretta da sir Antonio Pappano con programma di musiche di Richard Strauss, Giacomo Puccini e Hector Berlioz. La felice collaborazione con gli Amici della Musica Firenze si concretizza anche quest’anno con il concerto pianistico fuori abbonamento di Grigory Sokolov, il 16 giugno in sala Mehta; il programma è ancora da definire. Il direttore emerito a vita del Maggio Zubin Mehta, nel mentre impegnato con le recite di Aida, dirige l’ultimo concerto del programma sinfonico del Festival, con musiche di Ludwig van Beethoven e Richard Strauss; al violino Amira Abouzahra.

La programmazione concertistica riprende poi il 20 settembre con Jérémie Rhorer (impegnato anche nella direzione dell’opera Les pêcheurs de perles) e il soprano Elizabeth Llewellyn per un concerto con musiche di Claude Debussy, Maurice Ravel e Igor Stravinskij; il 26 settembre Min Chung dirige composizioni di Olivier Messiaen e Camille Saint-Saëns. Il 18 ottobre Marc Minkowski dirige l’oratorio di Franz Joseph Haydn

Die Jahreszeiten; il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Il 24 ottobre Henrik Nànàsi dirige composizioni di Franz Liszt e Béla Bartók; il 21 novembre Pietari Inkinen dirige musiche di Jean Sibelius e Maurice Ravel. Il 23 novembre è in programma un concerto di canto in occasione dell’uscita del suo CD, con il baritono Marco Filippo Romano; l’Orchestra del Maggio è diretta da Christopher Franklin; in programma musiche di Gaetano Donizetti, Gioachino Rossini, Domenico Cimarosa del quale verrà eseguito Il maestro

di cappella; il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini. Il 12 dicembre la direttrice Bar Avni salirà sul podio della sala Mehta per un concerto con musiche di Unsuk Chin, Ludwig van Beethoven,

Antonín Dvořák; soliste al violino Anna Tifu, al violoncello Erica Piccotti e al pianoforte Leonora Armellini. Chiude la programmazione sinfonica del 2025 il maestro Riccardo Muti che dedicherà un concerto sinfonico corale alla memoria del maestro Vittorio Gui in occasione dei 50 anni dalla sua morte; il

programma diretto da Muti prevede l’Incompiuta di Franz Schubert e il Requiem in do minore di Luigi Cherubini. Direttore del Coro Lorenzo Fratini.

Il tradizionale concerto di Natale, in programma il 21 dicembre in Sala Mehta alle ore 11, vedrà esibirsi il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino diretto dalla maestra Sara Matteucci con la partecipazione dell’Associazione “L’Astrolabio” di Firenze.

I concerti domenicali

Tornano i concerti domenicali in sala Mehta alle ore 11, dell’Orchestra del Maggio, del ciclo “C’è Musica e Musica 2.0” che prendono avvio il 19 gennaio con una serie di nuovi concerti; la prima a salire sul podio è la direttrice Keren Kagarlitsky con lo spettacolo “Giocando con la musica”, su musiche Edmund Angerer, Franz Joseph Haydn. Il ciclo prosegue il 26 gennaio “Lorenzo Baglioni racconta Mozart” con

Lorenzo Baglioni e la direzione di Salvatore Percacciolo. Il 9 febbraio va in scena “Water&Fire” con la direzione di Nima Keshavarzi, la voce recitante di Gaia Nanni su musiche di Georg Friedrich Händel. Il 15 febbraio ma alle ore 16, “Lorenzo Baglioni racconta Rossini” con Lorenzo Baglioni e la direzione di

Luca Ballabio. Il 30 marzo alle ore 11, “Tutto d’un fiato”, sul podio la direttrice Danila Grassi; all’ottavino

Francesco Viola, al corno inglese Massimiliano Salmi, al basso tuba Mario Barsotti, tutti professori

dell’Orchestra del Maggio; le musiche sono Boris Papandopulo, Gaetano Donizetti, John Williams.

In settembre il ciclo riprende con la riproposta di tre dei grandi successi della prima edizione: il 28 alle ore 11 “Pierino e il lupo” di Sergej Prokof’ev, con la voce recitante di Alfonso Antoniozzi e la direzione di Nicolò Umberto Foron; il 26 ottobre alle ore 11, la “Guida del giovane all’Orchestra” di Benjamin Britten; sul podio Enrico Lombardi, nella parte del compositore, Henry Purcell, Lorenzo Baglioni. Il ciclo termina il 23 novembre con “Il carnevale degli animali” di Camille Saint-Saëns, sul podio la direttrice Roberta Peroni, nella parte della zoologa, torna l’attrice Gaia Nanni.

Gli abbonamenti e i biglietti

Il Maggio ha previsto per il 2025 e il per Festival, cinque tipologie di abbonamenti; quattro includono le opere e i balletti e i concerti sono declinati su tre turni A, B e pomeridiano; il quinto raccoglie tutta la programmazione sinfonica. I rinnovi possono essere effettuati a partire dal 9 settembre, i nuovi abbonamenti possono essere sottoscritti a partire dal 23 settembre 2024. Dal 7 ottobre sarà attiva la libera vendita degli abbonamenti. Chi desiderasse pagare l’abbonamento “Tutto Maggio 2025” o “Sinfonica 2025” in due tranche potrà deciderlo al momento della sottoscrizione e in tal caso, pagherà contestualmente la prima rata e la seconda entro l’1 aprile 2025.

Dal 9 settembre possono essere acquistati i biglietti per tutte le date delle recite fuori abbonamento delle opere e dei concerti Fantasia live, dei posti a bassa visibilità della sala Grande per ogni rappresentazione d’opera e concertistica, dei posti del settore D della sala Mehta e dei concerti della domenica mattina.

  • TUTTO MAGGIO 2025: Stagione e Festival (2 balletti, 9 opere, 25 concerti) su tre turni A, B, pomeridiano;
  • TUTTO FESTIVAL 2025: (10 concerti, 3 opere) su tre turni A, B, pomeridiano;
  • OPERA E BALLETTO 2025: Stagione e Festival (2 balletti e 9 opere) su tre turni A, B, pomeridiano;
  • OPERA 2025: Stagione e Festival (9 opere) su tre turni A, B, pomeridiano;
  • SINFONICO 2025: Stagione e Festival (25 concerti).

Il ciclo d’abbonamento TUTTO MAGGIO 2025* parte da un minimo di 950 € per la Galleria della sala Grande e del Settore C della sala Mehta, a un massimo di 2.590 € per la Platea 1 della sala Grande e del settore A della sala Mehta per il turno A; e di un massimo di 2.445 € per i turni B e Pomeridiano per la Platea 1 e del settore A.

Il ciclo d’abbonamento TUTTO FESTIVAL 2025 parte da un minimo di 380 € per la Galleria della sala Grande e del Settore C della sala Mehta, a un massimo di 1.010 € per la platea 1 della sala Grande e del Settore A della sala Mehta per il turno A; e di un massimo di 960 € per i turni B e Pomeridiano per la Platea 1 e del Settore A.

Il ciclo d’abbonamento OPERA E BALLETTO 2025 parte da un minimo di 315 € per la Galleria della sala

Grande e del Settore C della sala Mehta, a un massimo di 1.145 € per la Platea 1 della sala Grande e del

Settore A della sala Mehta per il turno A; e di un massimo di 990 € per i turni B e Pomeridiano per la Platea

1 e del Settore A.

Il ciclo d’abbonamento OPERA 2025 parte da un minimo di 265 € per la Galleria della sala Grande e del

Settore C della sala Mehta, a un massimo di 990 € per la Platea 1 della sala Grande e del Settore A della sala Mehta per il turno A; e di un massimo di 840 € per i turni B e Pomeridiano per la Platea 1 e del Settore A.

Il ciclo d’abbonamento SINFONICO 2025* parte da un minimo di 690 € per la Galleria della sala Grande e del Settore C della sala Mehta, a un massimo di 1.605 € per la Platea 1 della sala Grande e del Settore A della sala Mehta per il turno A.

La Matthäus Passion – fuori abbonamento – verrà rappresentata sul palcoscenico della sala Grande con una distribuzione di posti equivalenti ai settori della sala Mehta con prezzi a partire dai 35 € del settore 4 fino ai 130 € per la prima per il settore A e 110 € per le repliche. Per quest’opera non sono previsti i posti di solo ascolto e visibilità limitata. La data della messa in vendita dello spettacolo verrà posticipata rispetto alla vendita del 9 settembre 2025 e verrà comunicata successivamente. Agli abbonati del ciclo “Tutto Maggio 2025”, “Opera e Balletto 2025”, “Opera 2025”, sarà offerta la prelazione sull’acquisto e garantito lo stesso rateo di sconto dell’abbonamento al quale fanno riferimento.

* Chi desiderasse pagare l’abbonamento “Tutto Maggio 2025” o “Sinfonico 2025” in due tranche lo può comunicare all’operatore al momento della sottoscrizione e potrà, in tal caso, pagare la prima rata al momento della sottoscrizione e la seconda entro l’1 aprile 2025.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia per il sostegno i Soci: Soci Fondatori: il Ministero della Cultura, il Comune di Firenze e la Regione Toscana.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia altrettanto i Soci privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo.

Inoltre: Baker Hughes, Gucci, Publiacqua, Toscana Aeroporti, Unicoop Firenze, Salvatore Ferragamo, Toscana Energia, Università di Firenze, Pitti Immagine; gli Sponsor: Caffè Borbone, Officina Profumo- Farmaceutica di Santa Maria Novella, Cassetti Rolex; gli Sponsor Tecnici: Tecnoconference, Torrigiani.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia inoltre tutti gli aderenti all’Albo degli Associati: le Aziende mecenati, i Corporate plus, gli Associati Sostenitori, i Benemeriti, gli Associati effettivi, gli Associati e l’Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino.