Elisabetta Riva nominata Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna

A seguito della proposta unanime espressa dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Comunale di Bologna presieduto dal Sindaco e Presidente Matteo Lepore, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha nominato, in conformità alla proposta ricevuta, Elisabetta Riva nuova Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, con decorrenza dal 23 aprile 2025.

Direttrice Generale e Artistica di prestigiose istituzioni e iniziative culturali, con una consolidata esperienza internazionale nel management di eventi e produzioni teatrali, Riva è nata a Monza nel 1973. Dal 2013 ha diretto il Teatro Coliseo di Buenos Aires, unico teatro al mondo di proprietà dello Stato italiano fuori dai confini nazionali.

«Accolgo con sincera emozione e profonda gratitudine la nomina a Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, un incarico che rappresenta per me un grande onore – dice Elisabetta Riva – La mia esperienza internazionale ha rafforzato il legame con la cultura italiana, che ho sempre promosso con passione. Ora, intendo mettere questo bagaglio professionale al servizio del Teatro, affiancata da una squadra di talento per valorizzare la sua ricca tradizione e proiettarla verso nuove prospettive. Desidero esprimere la mia sincera gratitudine a tutti coloro che hanno riposto fiducia in me».

Elisabetta Riva

Direttrice Generale e Artistica di prestigiose istituzioni e iniziative culturali, con una consolidata esperienza internazionale nel management di eventi e produzioni teatrali.

Nata a Monza nel 1973, ha conseguito la Laurea in Lettere Moderne con specializzazione in Comunicazioni Sociali presso l’Università Cattolica di Milano e un Diploma post-laurea in Acting presso la Arts Educational Drama School di Londra, città nella quale ha vissuto 4 anni.

Vive a Buenos Aires dal 2007 e dal 2013 dirige il Teatro Coliseo, unico teatro al mondo di proprietà dello Stato italiano fuori dai confini nazionali. Sotto la sua guida, il teatro ha vissuto un’importante rinascita, passando da una fase di declino a punto di riferimento culturale in Argentina.

La sua expertise manageriale si è distinta nell’implementazione di un ambizioso Master Plan che ha saputo integrare ristrutturazione edilizia, riorganizzazione gestionale, rinnovamento della programmazione artistica, fundraising strategico, rinnovamento del pubblico e modernizzazione della comunicazione.

Ha rilanciato con successo “NUOVA HARMONIA”, prestigioso ciclo di abbonamento dedicato alla musica classica, all’opera e al balletto, che presenta dieci concerti all’anno con orchestre e solisti di calibro internazionale.

Ha ideato e diretto “ITALIA_XXI”, progetto pluriennale di grande impatto che ha riportato l’eccellenza italiana dello spettacolo dal vivo a Buenos Aires. Grazie a questa iniziativa, il Teatro Coliseo è diventato un generatore di reti e sinergie sul territorio argentino, sviluppando collaborazioni con le principali istituzioni culturali locali e creando un modello virtuoso di promozione culturale integrata.

Presso il Teatro Colón ha curato “DIVINA ITALIA”, stagione di opera lirica, balletto e concerti sinfonici con Italia come paese invitato.

In precedenza ha fondato e diretto compagnie teatrali, curato festival e sviluppato progetti in diversi ambiti della cultura, dall’indipendente al pubblico e al privato.

Parla fluentemente inglese, spagnolo e francese. Per il suo contributo alla promozione della cultura italiana all’estero, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana il titolo di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia (2017).

È sposata con l’argentino Leonardo Kreimer dal 2005 con il quale ha un figlio di 13 anni: Akira.

Il ritorno di Frédéric Chaslin sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo

“Una vita d’eroe” di Richard Strauss

Torna sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, dopo appena un mese dal successo di Faust, il direttore d’orchestra, compositore e pianista di talento, Frédéric Chaslin, per dirigere martedì 29 aprile alle 20:30 Una vita d’eroe” (Ein Heldenleben), il poema sinfonico autobiografico del compositore bavarese Richard Strauss.

Composta nel 1898, Una vita d’eroe (Ein Heldenleben), Op. 40, è una delle opere sinfoniche più emblematiche e ambiziose di Richard Strauss. Celebre per la sua ricchezza orchestrale, ha un organico imponente che include una vasta gamma di strumenti a fiato, percussioni e un ruolo solistico di grande virtuosismo affidato al primo violino. Racconta la vita di un uomo che riconsidera tutta la sua esistenza e il senso della propria opera. Il compositore tedesco si ritrae come un “eroe”, non in senso convenzionale, ma come un artista impegnato nella sua lotta creativa e nella sua visione del mondo. La partitura è suddivisa in sei sezioni che spaziano da scene di battaglia eroiche a momenti di profonda introspezione, e delineano un intenso autoritratto musicale. La prima sezione, L’eroe, evoca un ritratto del protagonista del poema; la seconda, Gli avversari dell’eroe è una sezione che raffigura i critici e gli oppositori dell’eroe, con dissonanze e suoni aspri; la terza La compagna dell’eroe celebra l’amore con un lungo assolo del violino; la quarta Il campo di battaglia descrive le lotte e le sfide affrontate dall’artista, culminando in un’esplosione sonora; la quinta Le opere di pace riprende temi dalle precedenti opere di Strauss e dai suoi successi artistici; la sesta e ultima Il ritiro dal mondo e la fine dell’eroe è un epilogo malinconico che segna il distacco dell’eroe dalle lotte terrene e il raggiungimento di una pace interiore.

Alla sua prima, l’opera suscitò reazioni contrastanti, alcuni critici la considerarono presuntuosa e auto celebrativa, criticando il modo in cui Strauss si ritraeva come un eroe e le caricature dei suoi detrattori, tanto da essere definita da un critico “un quadro rivoltante di quest’uomo rivoltante”. Oggi è considerata un vero caposaldo del repertorio orchestrale e si apprezza come Strauss utilizzasse l’elemento personale per esplorare temi universali sulla lotta dell’artista, l’amore e il raggiungimento della pace interiore. La partitura è un vero tour de force di virtuosismo e innovazione orchestrale, con sezioni solistiche impegnative e un impiego maestoso di tutta la gamma degli strumenti.

Frédéric Chaslin. Direttore d’orchestra, compositore e pianista di talento, Frédéric Chaslin vanta una carriera internazionale di prestigio. Ha ricoperto ruoli di primo piano in alcune delle istituzioni musicali più importanti del mondo, tra cui l’Opéra National de Paris, la Staatsoper di Berlino e la Wiener Staatsoper. La sua versatilità musicale spazia dal repertorio sinfonico a quello operistico, con interpretazioni acclamate dalla critica per la loro profondità, eleganza e passione. Il suo ritorno sul podio del Teatro Massimo testimonia un legame artistico consolidato e la sua capacità di instaurare una sintonia speciale con l’orchestra palermitana. Il pubblico avrà l’opportunità di assistere a una direzione carismatica e ricca di sfumature, capace di svelare ogni dettaglio della complessa partitura straussiana. Durata: circa cinquanta minuti Biglietti: da 12 a 30 euro.

Mercoledì 30 aprile 2025 alle ore 20 – nella Sala Orchestra del Maggio – prende il via il “Maggio Aperto”.

Il volto del Festival che rinnova le numerose cooperazioni fra il Teatro e le altrettanto nutrite realtà musicali del territorio di Firenze.

In programma, in collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori, una serata interamente dedicata al suono del fortepiano e alle composizioni di Fryderyk Chopin.

Solista al fortepiano Ingrid Fliter.

Prende il via la nuova serie di appuntamenti del Maggio Aperto, il ciclo di spettacoli che avvicinano il Teatro del Maggio e il suo Festival al mondo delle variegate realtà musicali del territorio fiorentino. Questi eventi si articoleranno dal 30 aprile fino al 13 giugno, alle soglie della Stagione Estiva del Teatro.

Mercoledì 30 aprile alle ore 20 un interessante concerto per fortepiano, in coproduzione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori, interamente dedicato alle composizioni di Fryderyk Chopin; la protagonista della serata è Ingrid Fliter, il concerto è in programma nella Sala Orchestra del Teatro. 

Si rinnova dunque la collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori, che sarà protagonista nel corso del Maggio Aperto in altre tre diverse occasioni: il 7 con Giulio Biddau, il 14 con  Yoko Kikuchi e il 22 maggio con Jun Ju, alle ore 20, sempre nella Sala Orchestra del Teatro.

Ingrid Fliter, vincitrice del prestigioso Gilmore Artist Award 2006, è una delle pochissime pianiste – e l’unica donna – ad aver ricevuto tale riconoscimento. La sua carriera si divide tra il Nord America e l’Europa. In Europa si è esibita ad Amsterdam, Londra, Berlino, Francoforte, Salisburgo e Colonia, partecipando a festival come La Roque d’Anthéron e il Prague Autumn Festival. Tra i recenti impegni europei figurano i concerti con le Filarmoniche di Monte-Carlo, Osaka, Helsinki e Stoccolma; la Philharmonia, la Royal Philharmonic Orchestra, la BBC Symphony e i Proms di Londra; l’Orchestra Sinfonica della Radio Danese e la Swedish Chamber Orchestra oltre a numerosi recital a Parigi, Barcellona, Milano, Lisbona e Londra, presso la Wigmore Hall e la Queen Elizabeth Hall. In Asia si è esibita con le Filarmoniche di Israele e Osaka, alle World Pianist Series di Tokyo, alle International Piano Series di Singapore e ha effettuato numerose tournées a Hong Kong, in Australia e in Nuova Zelanda.

Il programma è tutto rivolto alle composizioni di Chopin: in apertura la Mazurka op. 6 n. 1 in fa diesis minore seguita dalla Mazurka op. 6 n. 4 in mi bemolle minore, cui seguono la Mazurka op. 7 n. 1 in si bemolle maggiore, la Mazurka op. 67 n. 4 (WN60) in la minore, la Mazurka op. 59 n. 2 in la bemolle maggiore, la Mazurka op. 59 n. 3 in fa diesis minore, la Mazurka op. 63 n. 3 in do diesis minore e dal Notturno op. 9 n. 3in si maggiore e il Notturno op. 48 n. 2 in fa diesis minore. Chiude la serata la Sonata op. 58 in si minore.

La collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori, che si rinnova a distanza di dieci anni dalla prima collaborazione, è un modo importante per dare ‘voce’ uno strumento come il fortepiano: la radice del pianoforte, capace di restituire una gamma di suoni che favoriscono la comprensione del processo compositivo e indicano la trasformazione dell’estetica musicale negli ultimi duecento anni.

Con il concerto del 30 aprile si riaprono anche le porte della Sala Orchestra del Maggio, un modo per il pubblico di poterne gustare la formidabile acustica e struttura.

La locandina: 

Fryderyk Chopin

Mazurka op. 6 n. 1 in fa diesis minore 

Mazurka op. 6 n. 4 in mi bemolle minore 

Mazurka op. 7 n. 1 in si bemolle maggiore 

Mazurka op. 67 n. 4 (WN60) in la minore 

Mazurka op. 59 n. 2 in la bemolle maggiore 

Mazurka op. 59 n. 3 in fa diesis minore 

Mazurka op. 63 n. 3 in do diesis minore 

Notturno op. 9 n. 3 in si maggiore 

Notturno op. 48 n. 2 in fa diesis minore

Sonata op. 58 in si minore I. Allegro maestoso

II. Scherzo: molto vivace

III. Largo

IV. Finale: Presto non tanto. Ag

ANDREA CHÉNIER AL TEATRO REGIO DI PARMA

L’opera di Umberto Giordano, nell’allestimento firmato da Nicola Berloffa, con Francesco Lanzillotta sul podio dell’Orchestra Filarmonica Italiana e del Coro del Teatro Regio di Parma.

Protagonisti Gregory Kunde, Luca Salsi, Saioa Hernandez

Teatro Regio di Parma

3, 6, 9, 11 maggio 2025

Andrea Chénier, dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, composto tra il 1894 e il 1896 (prima rappresentazione il 28 marzo 1896 al Teatro alla Scala di Milano), debutta al Teatro Regio di Parma sabato 3 maggio 2025 alle ore 20.00 (recite martedì 6, venerdì 9 maggio ore 20.00, domenica 11 maggio ore 15.30) nell’allestimento di Teatro Regio di Parma, Teatro Comunale di Modena, Teatri di Piacenza, iTeatri di Reggio Emilia, Ravenna Manifestazioni, Opéra de Touloncon la regia di Nicola Berloffa ripresa da Florence Bass, le scene di Justin Arienti, i costumi di Edoardo Russo, le luci di Valerio Tiberi riprese da Simone Bovis.

Francesco Lanzillotta dirige l’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. In scena Gregory Kunde (AndreaChénier), Luca Salsi (Carlo Gérard), Saioa Hernandez (Maddalena di Coigny), Arlene Miatto Albeldas* (La mulatta Bersi), Natalia Gavrilan (La Contessa di Coigny), Manuela Custer (Madelon, per la prima volta al Regio), Andrea Pellegrini (Roucher), Lorenzo Barbieri (Pietro Fléville / Fouquier Tinville), Matteo Mancini (Mathieu), Enrico Casari (Un Incredibile, per la prima volta al Regio), Anzor Pilia* (L’Abate), Eugenio Maria Degiacomi (Schmidt / Il maestro di casa / Dumas). *già allievi dell’Accademia Verdiana

LA GLORIA DI PRIMAVERA PER LA PRIMA VOLTA AL COSTANZI CELEBRA I TRECENTO ANNI DALLA SCOMPARSA DI ALESSANDRO SCARLATTI

Lunedì 28 aprile ore 20. Ospite l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori

diretta da Ignazio Maria Schifani al debutto con l’Opera di Roma

Concerto in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca

È un omaggio ad Alessandro Scarlatti nei trecento anni dalla scomparsa il concerto che il Teatro dell’Opera di Roma organizza con il Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo, lunedì 28 aprile alle 20. La Fondazione capitolina ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di Primavera, brano riportato all’attenzione del pubblico in tempi recenti, nonostante non si tratti di un’opera periferica di un compositore di secondo piano, ma di un grande capolavoro di un gigante del periodo barocco all’apice della sua carriera. La serenata, mai eseguita prima d’ora all’Opera di Roma, segna il debutto di Schifani al Costanzi e vede impegnati cinque solisti: le soprano Jiayu Jin (Primavera) e Martina Licari (Estate), il contralto Chiara Brunello (Autunno), il tenore Luca Cervoni (Inverno) e il basso Antonino Arcilesi (Giove).

Commissionata ad Alessandro Scarlatti (Palermo, 2 maggio 1660 – Napoli, 24 ottobre 1725) dal principe napoletano Gaetano d’Aragona e dalla moglie Aurora Sanseverino, La gloria di Primavera è stata eseguita il 19 maggio 1716. L’occasione era la sfarzosa festa per la nascita dell’arciduca Leopoldo (13 aprile 1716), erede del sovrano, il Sacro Romano Imperatore Carlo VI. Compositore di corte, Scarlatti era anche tra i più importanti in Europa per l’opera seria italiana. Questa grande ed elaborata serenata, sontuosa così come la prima rappresentazione con scenografie e costumi di Cristoforo Schor, è una testimonianza del suo grande talento. Vide la luce in appena un mese e non ebbe revisioni successive. Il primo pubblico de La gloria fu talmente rapito dall’esecuzione che, dopo la prima, l’opera dovette essere eseguita altre due volte. Parallelamente al suo dedicatario, che morì pochi mesi dopo, anche La gloria di Primavera è svanita nell’oblio fino a tempi recentissimi. Una delle prime esecuzioni che ha riportato il brano all’attenzione del pubblico è avvenuta nel 2015 alla First Congregational Church di Berkley, con la Philharmonia Baroque Orchestra di San Francisco diretta da Nicholas McGegan.

Nella scrittura musicale troviamo allusioni alla natura, al Danubio, all’aquila e al vento, e immagini pastorali; in questo “paesaggio musicale” naturale dell’Austria imperiale le quattro stagioni, personificate, si sfidano per stabilire la supremazia della più importante per il principe appena nato. Per risolvere la contesa invocano Giove come giudice. Il dio ascolta le loro rivendicazioni e decreta che la Primavera è la vincitrice. Non mancano i richiami agli orrori della guerra (quella di successione spagnola appena conclusa), dopo la quale arriva la pace portata dal trattato di Utrecht (1713) e dalla nascita dell’erede al trono.

Ignazio Maria Schifani, direttore, clavicembalista e organista nato a Palermo, è tra gli interpreti più apprezzati del repertorio antico. L’intensa attività concertistica lo ha portato nelle più importanti istituzioni e festival in tutto il mondo, in Europa, Stati Uniti e Sud America.

L’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori Italiani è stata fondata a Palermo nel 2016. Affronta repertori che spaziano dalla musica profana a quella sacra del barocco europeo, di grandi autori ma anche di compositori meno noti. Regolarmente invitata a festival e stagioni musicali, l’Orchestra è stata guidata da direttori quali Enrico Onofri, Rinaldo Alessandrini, Enrico Gatti, Alessandro Quarta e Toni Florio.

La proposta sinfonica della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma prosegue il 10 maggio, con James Conlon che dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven, e si conclude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.

Info https://www.operaroma.it/ 

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/spettacoli/ignazio-maria-schifaniorchestra-nazionale-barocca-dei-conservatori/ e al botteghino

Foto https://drive.google.com/drive/folders/1UFGKQvGF4BmseEkAqb5frO4c_xd3PEpO?usp=sharing

L’utilizzo è concesso per articoli sullo spettacolo con obbligo di citare il credito fotografico indicato nei nomi dei file.

24 aprile 2025

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Cosimo Manicone

ufficio stampa

cosimo.manicone@operaroma.it

Paolo Cairoli

direttore della comunicazione

paolo.cairoli@operaroma.it

VOLTI DEL POTERE – STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA | CONCERTI

Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 – Napoli, 1725)

La gloria di primavera

Serenata a cinque voci. Edizione moderna a cura di Thomas Griffin

Nella ricorrenza dei 300 anni dalla morte di Alessandro Scarlatti

DIRETTORE Ignazio Maria Schifani

SOLISTI

Primavera Jiayu Jin, soprano

Estate Martina Licari, soprano

Autunno Chiara Brunello, contralto

Inverno Luca Cervoni, tenore

Giove Antonino Arcilesi, basso

ORCHESTRA NAZIONALE BAROCCA DEI CONSERVATORI

Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo

TEATRO COSTANZI

Lunedì 28 aprile, ore 20.00

TCBO: JORDI BERNÀCER SOSTITUISCE DANIEL OREN PER DIRIGERE WAGNER, BRITTEN E ČAJKOVSKIJ 

Mercoledì 30 aprile alle 20.30 all’Auditorium Manzoni 

Presenza frequente delle ultime stagioni, recentemente sul podio per Lucia di Lammermoor di Donizetti, Daniel Oren è nuovamente protagonista del cartellone sinfonico del Teatro Comunale di Bologna dirigendo il Siegfried-Idyll (Idillio di Sigfrido)WWV 103 di Richard Wagner, la suite Matinées musicales, op. 24 di Benjamin Britten e la Quarta Sinfonia in fa minore, op. 36 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Il concerto, in programma mercoledì 30 aprile alle 20.30 all’Auditorium Manzoni, si apre con la composizione cameristica scritta da Wagner per festeggiare a sorpresa il compleanno della moglie Cosima, eseguita nella villa di famiglia la mattina del 25 dicembre del 1870. Il titolo omaggia il loro terzo figlio Siegfried, nato l’anno precedente. L’Idillio è costruito su due motivi tematici che confluiranno poi nel terzo atto del Siegfried, penultimo dramma musicale della Tetralogia – all’epoca ancora in gestazione – che tra l’altro si avrà l’occasione di ascoltare in forma di concerto al Manzoni il prossimo 13 giugno (replica il 15) sotto la bacchetta di Oksana Lyniv.

È invece un tributo rispettoso alla musica di Rossini la suite orchestrale scritta da Britten durante un viaggio coast-to-coast da New York a Puerto Escondido, nell’estate del 1941, insieme al compagno Peter Pears. Le Matinées musicales scaturirono in realtà da una commissione di Lincoln Kirstein per l’American Ballet Company, con l’idea di creare un nuovo balletto su coreografia di George Balanchine.

Sul podio dell’Orchestra del TCBO, Oren propone infine la Sinfonia n. 4 di Čajkovskij, nata tra il 1876 e il 1878 durante un momento di crisi personale ed esistenziale del compositore, reduce anche dal fallito matrimonio con una sua allieva. Innegabile l’influenza positiva che ebbe in quel periodo la ricca mecenate Nadežda von Meck, con cui Čajkovskij costruì un fortissimo legame, seppur solo epistolare, a cui la Sinfonia è dedicata e che presenziò alla prima esecuzione avvenuta a Mosca il 10 febbraio 1878 sotto la direzione di Nikolaj Rubinštejn.

Direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno, nella sua lunga carriera Oren ha lavorato su palcoscenici prestigiosi, dal Metropolitan di New York alla Scala di Milano passando per la ROH Covent Garden di Londra, con orchestre come i Berliner Philharmoniker, la Filarmonica di Israele e la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunk, oltre che con grandi cantanti di allora e di oggi, da Luciano Pavarotti e Raina Kabaivanska ad Anna Netrebko.

Main Partner della Stagione Sinfonica 2025 del Teatro Comunale di Bologna è Intesa Sanpaolo, grazie al cui sostegno sono inoltre aperte gratuitamente alle scuole gran parte delle prove generali dei concerti.

I biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo. 

Per ogni concerto della Stagione Sinfonica 2025 prosegue “Note a margine”, una rassegna di incontri con il pubblico che si tengono circa 30 minuti prima dell’inizio del concerto presso il foyer del bar dell’Auditorium Manzoni.

Info: https://www.tcbo.it/eventi/stagione-sinfonica-2025-daniel-oren-direttore/

Attila di Giuseppe Verdi in forma di concerto al Teatro di San Carlo

Teatro di San Carlo

Giovedì 24 aprile, ore 20:00

Domenica 27 aprile, ore 17:00

La Stagione d’Opera 2024-25 al Teatro di San Carlo prosegue con “Attila” di Giuseppe Verdi.

Proposta in forma di concerto, sarà in scena per due repliche, giovedì 24 aprile alle ore 20:00 e domenica 27 alle ore 17:00.

La direzione è affidata a Vincenzo Milletarì: sarà alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, quest’ultimo preparato da Fabrizio Cassi.

È Giorgi Manoshvili il re degli Unni. Una straordinaria Anna Pirozzi, già Minnie ne La fanciulla del West al Teatro di San Carlo, darà voce e volto anche a Odabella interpretando due ruoli di grande complessità nello spazio di una sola settimana. È un ruolo che la accompagna dall’inizio della carriera ma, in questa occasione al Lirico di Napoli, lo affronterà per la prima volta in Italia: “Non vedo l’ora – aggiunge – di cantarla al San Carlo, nella mia città, con un pubblico di cui sento tutto il caloroso affetto”.

Ernesto Petti interpreta Ezio, mentre Luciano Ganci sarà Foresto. Completano il cast vocale gli Allievi dell’Accademia di Canto Lirico del San Carlo: Francesco Domenico Doto (Uldino) e Sebastià Serra (Leone).

Ispira l’opera la «tragedia romantica» “Attila, König der Hunnen” di Zacharias Werner. Il libretto verrà affidato a Temistocle Solera, al suo ultimo lavoro per Verdi, e sarà completato da Francesco Maria Piave. La sua genesi si colloca in anni cruciali per la Storia d’Italia coprendo il periodo che va dal 1844 al 1846, anno in cui andrà in scena a La Fenice di Venezia. È proprio nel 1848 che approda al Teatro di San Carlo, in una Napoli percorsa da fremiti rivoluzionari. Tra le opere del repertorio verdiano meno frequentate al Massimo partenopeo, sarà assente per i successivi 121 anni e tornerà solo nel 1970 come Inaugurazione di Stagione. L’ultima rappresentazione a Napoli risale al gennaio 2006.

Tracce di Archivio

Storie di un patrimonio vivo: il Museo e l’Archivio Storico del Teatro di San Carlo

Episodio 1: Attila. Tre epoche, un palcoscenico

Il debutto in scena di “Attila” si accompagna al primo episodio di “Tracce di archivio”, il nuovo format audiovisivo del Teatro di San Carlo che apre le porte del suo Museo e dell’Archivio Storico. Pensato per una fruizione accessibile e inclusiva, in “Tracce di archivio” s’intrecciano narrazione visiva, documenti d’epoca e audio originali, per raccontare il teatro più antico d’Europa ancora in attività come spazio vivo di cultura e memoria, radicato nel presente e proiettato nel futuro. Il racconto di “Attila” prende vita seguendo tre tracce d’Archivio: tre Stagioni, dall’infuocata messa in scena del 1848, al grande ritorno nel 1970 fino alla ripresa del 1987. Un viaggio nel tempo che unisce musica, memoria e trasformazioni sceniche nelle storie di un patrimonio vivo.

La prima puntata è disponibile sui canali social del Teatro di San Carlo, nonché su tutte le principali piattaforme audio e audiovisive.

Il format prende vita grazie al sostegno del Ministero della Cultura (Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali) agli Istituti culturali inseriti nella Tabella Triennale 2024/2026.

FONDAZIONE ARENA DI VERONACELEBRA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DANZA

Speciale promozione per Roberto Bolle and Friends
e Teatro Filarmonico protagonista su Rai 1

Martedì 29 aprile, in tutto il mondo, si celebra la Giornata Internazionale della Danza. Fondazione Arena di Verona, per l’occasione, ha pensato ad un regalo per tutti gli appassionati dell’arte coreutica.

Dal 26 al 29 aprile, biglietti di platea in promozione per i gala Roberto Bolle and Friends. Un’opportunità per vivere dalla ‘prima fila’ le due serate-evento con le grandi étoile della danza, all’interno di una cornice unica come quella dell’Arena di Verona.

Lo spettacolo, coprodotto da Fondazione Arena e ARTEDANZAsrl, tornerà, infatti, anche nell’estate 2025 con due imperdibili date, il 22 e 23 luglio.

Una promozione del 20 per cento sarà applicata ai biglietti di platea che saranno acquistati, nelle quattro giornate,sul sito arena.it, all’interno del circuito Ticketone e alla biglietteria dell’Arena, in via Dietro Anfiteatro, a Verona.

La città scaligera sarà protagonista anche in tv. Proprio il 29 aprile, per la Giornata Internazionale della Danza, Rai 1 trasmetterà in prima serata il programma evento di Roberto Bolle Viva la Danza. L’étoile della Scala di Milano danzerà anche dal Teatro Filarmonico di Verona. In dialogo danza e arte, in uno spettacolo immersivo che farà rivivere attraverso il movimento 22 dipinti del maestro seicentesco Caravaggio. Lo spettacolo è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura.

Roberto Bolle, étoile della Scala di Milano dal 2004, ha un rapporto privilegiato con i palcoscenici della città di Verona. Nel 2002 si esibì per la prima volta al Teatro Filarmonico; calcò il palcoscenico del Teatro Romano nel 2001. Per più stagioni danzò all’Arena in Aida di Verdie dal 2014 torna ogni estate per il gala Roberto Bolle and Friends, che celebra la danza invitando sul palcoscenico ballerini/solisti dei teatri più importanti al mondo, in un programma eclettico e di eccezionale livello che unisce classico e contemporaneo.

Biglietteria

Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 800.51.51

www.arena.it

Punti di prevendita TicketOne

Informazioni 

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona

Via Roma 7/D, 37121 Verona

tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939

ufficio.stampa@arenadiverona.it 

Sabato 26 aprile 2025, alle ore 20, Alexander Soddy sul podio della Sala Mehta per un appuntamento sinfonico interamente dedicato alle musiche di Richard Strauss. 

In cartellone “Der Rosenkavalier”, Walzerfolge n. 1 e n. 2; il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra e la celeberrima “Also sprach Zarathustra” op. 30.

Alessio Dainese è il solista al corno nel corso dell’esecuzione del Concerto n. 2.

Mentre sono ancora in corso le recite della Salome da lui diretta, con un entusiastico riscontro sia da parte del pubblico che della critica, Alexander Soddy sale sul podio della Sala Mehta – alla guida dell’Orchestra del Maggio – per un concerto tutto straussiano che si lega a doppio filo con l’opera che ha inaugurato l’87ª edizione del Festival del Maggio.

In cartellone una selezione di alcune delle composizioni di Richard Strauss: aprono la serata sinfonica i “Walzerfolge n. 1 e n. 2 op. 59”, tratti da una delle più celebri opere del musicista, Der Rosenkavalier.

Seguono, in quest’ordine, il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra e l’arcinoto poema sinfonico Also sprach Zarathustra op. 30, fra i più amati lavori di Strauss di sempre.  Nel corso dell’esecuzione del Concerto n. 2 protagonista il primo corno dell’Orchestra del Maggio Alessio Dainese.

“Il fatto di poter dirigere un concerto con le musiche di Strauss mentre è ancora in corso la Salome è davvero interessante perché mi permette di confrontarmi con composizioni appartenenti a diversi periodi della sua vita: è possibile così esplorare, insieme all’Orchestra, tutte le numerose sfaccettature della musica di Strauss” ha sottolineato il maestro Soddy. “Il programma è affascinante” – ha proseguito – “con il Concerto per corno, composto nella prima parte della sua carriera e alcuni estratti da Der Rosenkavalier , un’opera che in parte rappresenta un ‘cambio di marcia’rispetto alle precedenti Elektra Salome, opere dalle tinte decisamente più forti, quasi estreme. Lo spettacolo si chiude poi con il poema Also sprach Zarathustra, attraverso il quale posso nuovamente sottolineare quanto sia appagante lavorare insieme a quest’Orchestra”.

Nei Walzerfolge n. 1 e n. 2 non si avverte il divario cronologico e di contesto che esiste fra le due sequenze. La prima ad essere realizzata, la Walzerfolge n. 2, basata sui temi del terzo atto, nasce verso il 1911, prima della Grande Guerra, sostanzialmente in contemporanea con Der Rosenkavalier. La Walzerfolge n. 1, basata sui temi tratti dai primi due atti, viene invece preparata attorno al 1947, nella scorata devastazione del secondo dopoguerra, a opera di un compositore che, giunto all’ultima fase della sua vita, sconta le privazioni causate dal conflitto, si dichiara ormai a riposo, ma allo stesso tempo produce sia opere che gli garantiscano entrate economiche, sia pagine elevate come Metamorphosen e il Concerto per oboe che precedono la sequenza.

Il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra fu composto nel 1942, a distanza di di sei decenni dal primo, ed entrambi sono connessi da un da un sottile fil rouge, ossia la figura di suo padre, Franz Strauss, primo corno dell’Orchestra del Teatro di Corte di Monaco. Entrambe le composizioni, infatti, sono state scritte per il padre: il Primo è un lavoro giovanile del quale Franz, malato di asma, non fu nemmeno il primo interprete, il Secondo è invece un omaggio alla sua memoria.

Also sprach Zarathustra, composta fra il fra il febbraio e l’agosto del 1896, venne ispirato all’omonima opera poetico-filosofica del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Strauss era molto affascinato dalla figura del mistico Zarathustra e dal mito dell’oltreuomo. Come sottotitolo mise la prima parte della prefazione dell’opera di Nietzsche, come riferimento, dove si narra come Zarathustra iniziò la sua predicazione a trent’anni dopo aver lasciato il proprio paese chiedendo la benedizione del sole. Il compositore scelse poi otto frasi del libro che mise all’inizio di ognuna delle diverse parti del poema.

Il concerto:

Der Rosenkavalier, Walzerfolge n. 1 e n. 2 op. 59 (1909-1910)

Rappresentato a Dresda il 26 gennaio 1911, Der Rosenkavalier, commedia per musicadi Richard Strauss su libretto di Hugo von Hofmannsthal, segnò uno dei vertici artistici nella lunga carriera del compositore. Il successo fu tale da indurlo a estrapolarne alcune pagine che furono rielaborate per l’esecuzione concertistica: la Prima serie di valzer impaginata nel 1944 che contiene brani dal I e II atto, e la Seconda serie di valzer che risale al 1911 e che raccoglie brani del III atto. Nell’una e nell’altra rivivono i momenti più noti e amati dell’opera: la musica appassionata che vede protagonisti La Marescialla e il giovane amante Octavian dopo la notte d’amore trascorsa insieme; il brano di magistrale fattura che accompagna l’ingresso di Octavian con la rosa d’argento nel palazzo di Sophie, promessa sposa del goffo e volgare barone Ochs von Lerchenau; il valzer di Ochs; fino al culmine lirico per eccellenza, la musica del terzetto finale intrisa di dolcezza e nostalgia.

Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra

Il concerto per corno e orchestra n. 2 in mi bemolle maggiore fu realizzato nel 1942 da un Richard Strauss quasi ottantenne. Come il primo concerto per corno e orchestra, composto molti decenni prima, quando il compositore di anni ne aveva una ventina, anche il secondo fu pensato come omaggio al padre, che era stato per oltre quarant’anni il primo corno dell’orchestra di corte di Monaco nonché uno dei più valenti virtuosi dello strumento nel XIX secolo. Eseguito per la prima volta l’11 agosto 1943 al Festival di Salisburgo con Gottfried von Freiberg solista e i Wiener Philharmoniker diretti da Karl Böhm, il Concerto n. 2 si distingue per la trasparenza di scrittura, modellata sull’esempio del concerto mozartiano. Nei tre canonici movimenti – AllegroAndante con motoRondò – il solista è sovente impegnato in un gioco dialogico con la sezione dei legni ma è anche chiamato a cimentarsi in numerosi passaggi di bravura che ne sottolineano il ruolo predominante nell’opera.

Also sprach Zarathustra op. 30

Da febbraio ad agosto del 1896 Richard Strauss fu impegnato nella stesura di Also sprach Zarathustra, suo sesto poema sinfonico ispirato all’omonimo saggio filosofico di Friedrich Nietzsche. Il musicista tedesco – che in quegli anni era all’apice della carriera – fu affascinato dalla figura del mistico profeta Zarathustra e dal concetto nietzschiano di Übermensch, il superuomo che in virtù del suo potere individuale riesce a controllare il proprio destino. Also sprach Zarathustra op. 30 è articolato in nove sezioni: un’introduzione più otto episodi che recano i titoli di altrettanti paragrafi o capitoli del testo filosofico senza seguirne l’ordine originale. Strauss tenne infatti a precisare che la sua composizione era liberamente tratta da Nietzsche senza voler essere una pura illustrazione musicale dei concetti filosofici e come indicazione programmatica appose all’inizio della partitura il primo paragrafo della prefazione del saggio. Dopo anni di meditazione e isolamento sui monti, Zarathustra decide di tornare tra gli uomini per dispensare la propria sapienza. Il suo viaggio inizia con il saluto al sole nascente, che nella celeberrima introduzione del poema sinfonico è affidato al tremolo indistinto dei contrabbassi da cui sorge sgargiante il tema della Natura intonato dalle trombe. Ma le molteplici esperienze di Zarathustra assumono nel poema di Strauss i contorni più diversi: dalla citazione del Credo gregoriano (primo episodio) alla complessa fuga basata sul tema dell’uomo (quinto episodio), dal valzer sfrenato e vitale che anima il penultimo episodio, all’estatico canto del finale in cui le misteriose dissonanze dettate dall’ambiguità tonale si spengono in dissolvenza.  

La locandina:

Richard Strauss

Dall’opera Der Rosenkavalier, Walzerfolge n. 1 e n. 2 op. 59 (1909-1910)

Richard Strauss

Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra

Allegro / Andante con moto /

Rondo. Allegro molto

Alessio Dainese,Corno

Richard Strauss

Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra),

poema sinfonico (liberamente tratto da Friedrich Nietzsche) per grande orchestra op. 30

Einleitung (Introduzione)

Von den Hinterweltlern (Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo)

Von der grossen Sehnsucht (Del grande anelito)

Von der Freuden – und Leidenschaften (Delle gioie e delle passioni)

Das Grablied (Canto dei sepolcri)

Von der Wissenschaft (Della scienza)

Der Genesende (Il convalescente)

Das Tanzlied (La canzone a ballo)

Das Nachtwandlerlied (Il canto del nottambulo)

Direttore Alexander Soddy

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Il concerto è preceduto dalla guida all’ascolto tenuta da Maddalena Bonechi nel Foyer della Sala Mehta.

È riservata ai possessori del biglietto e si svolge 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo (durata: 30 minuti circa).

Prezzi:

Settore D: 20€

Settore C: 35€

Settore B: 50€

Settore A: 70€

Durata complessiva 2 ore circa, intervallo compreso

PER IL FESTIVAL DELLE CULTURE A RAVENNA : VOCI E MUSICHE DALLA PALESTINA

Nell’anno in cui Ravenna Festival riflette sulla possibilità di riscrivere il concetto di coraggio – un coraggio che non impugna spade ma idee, empatia e speranza – il dialogo con il Festival delle Culture ha dato vita a Voci e musiche dalla Palestina, una rassegna di quattro concerti con artisti della diaspora palestinese.

Il primo appuntamento è giovedì 24 aprile al Teatro Rasi, con Rasha Nahas, giovane vocalist e chitarrista che, dalla dimensione cantautorale fino all’elettronica, riflette sull’identità come problematico mosaico.

A maggio, sarà invece il Teatro Alighieri a ospitare un fine settimana di musica. Figura carismatica, già voce principale dei Sabreen, pionieristico gruppo palestinese di Gerusalemme Est, Kamilya Jubran (venerdì 23 maggio) è un’influenza decisiva per molti protagonisti della scena mediorientale per la riuscita ibridazione fra tradizione classica araba, musica popolare palestinese, improvvisazione ed elettronica. Gruppo di elettro-hip hop formato nel 2013, 47Soul (sabato 24 maggio) si è affermato come uno dei gruppi arabi di punta sulla scena internazionale e il genere musicale che ha creato, lo Shamstep, combina musica da strada, influenze funk, hip-hop e rock, in un mix di arabo e inglese.

Bashar Murad (domenica 25 maggio) è  invece un cantautore e regista il cui ironico pop cosmopolita sfida gli stereotipi e illumina questioni sociali.

Biglietti 5 Euro