GIOVANNA D’ARCO AL REGIO DI PARMA E SU OPERAVISION.EU

L’opera inaugurale della Stagione lirica

nella nuova produzione firmata da Emma Dante

disponibile gratuitamente sulla piattaforma di Opera Europa.

Michele Gamba dirige l’opera per la prima volta,

presentata nell’edizione critica di Alberto Rizzuti,

sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani.

Protagonisti Luciano Ganci, Nino Machaidze, Ariunbaatar Ganbaatar, Francesco Congiu, Krzysztof Bączyk.

Operavision.eu

disponibile gratuitamente fino al 7 settembre 2025

Giovanna d’Arco, l’opera di Giuseppe Verdi che ha inaugurato la Stagione lirica del Teatro Regio di Parma nella nuova produzione firmata da Emma Dante, da stasera è visibile gratuitamente sulla Operavision.eu, la piattaforma di Opera Europa dove resterà disponibile sino al 7 settembre 2025.

OperaVision è la piattaforma streaming gratuita di Opera Europa supportata dal programma dell’Unione Europea Creative Europe, un vero e proprio palcoscenico digitale nato con l’intento di creare una community internazionale di spettatori da ogni parte del mondo.

Per la prima volta al Regio, Emma Dante firma la regia di questo nuovo allestimento realizzato nei laboratori e con le maestranze del Teatro Regio di Parma con le scene di Carmine Maringola,i costumi di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi, lecoreografiedi Manuela Lo Sicco.

Michele Gamba, al suo debutto al Teatro Regio, dirige l’opera per la prima volta, che è eseguita nell’edizione critica a cura di Alberto Rizzuti, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.Protagonisti Luciano Ganci (Carlo VII), Nino Machaidze (Giovanna), Ariunbaatar Ganbaatar (Giacomo), Francesco Congiu (Delil, già Allievo dell’Accademia Verdiana), Krzysztof Bączyk (Talbot, al debutto nel ruolo).

Parma, 19 gennaio 2025

Paolo Maier

Responsabile Comunicazione istituzionale, Ufficio Stampa, Archivio

Teatro Regio di Parma strada Garibaldi, 16/A, 43121 Parma – Italia

Tel. +39 0521 203969  |  p.maier@teatroregioparma.it  |  stampa@teatroregioparma.it

www.teatroregioparma

   

La Stagione Lirica del Teatro Regio di Parma inaugura nel nome di Giuseppe Verdi con Giovanna d’Arco, dramma lirico in tre atti su libretto di Temistocle Solera, da Die Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller, che debutta venerdì 24 gennaio 2025 ore 20.00 (recite domenica 26 ore 15.30, giovedì 30 gennaio e sabato 1 febbraio, ore 20.00).

Per la prima volta al Regio, Emma Dante firma la regia di questo nuovo allestimento realizzato nei laboratori e con le maestranze del Teatro Regio di Parma con le scene di Carmine Maringola,i costumi di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi, lecoreografiedi Manuela Lo Sicco.

Michele Gamba, al suo debutto al Teatro Regio, dirige l’opera per la prima volta, che è eseguita nell’edizione critica a cura di Alberto Rizzuti, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani.Protagonisti Luciano Ganci (Carlo VII), Nino Machaidze (Giovanna), Ariunbaatar Ganbaatar (Giacomo), Francesco Congiu (Delil, già Allievo dell’Accademia Verdiana), Krzysztof Bączyk (Talbot, al debutto nel ruolo).

“Prima delle cinque opere di Verdi dedicate nel titolo ad un personaggio femminile e primo contatto di Verdi con Schiller – scrive Alessio Vlad, Direttore artistico del Teatro Regio. Opera affascinante e molto particolare per la capacità di far convivere elementi tra loro contrastanti: mondo terreno e mondo ultraterreno, sacro e demoniaco, serenità bucolica e violenza della guerra, rivalse patriottiche e vicende affettive; tutto dominato, poi, dal quel contrasto tra padre e figlia presente in tutta la produzione verdiana e che nel Lear di Shakespeare troverà sempre un ideale punto di riferimento. È un’opera, quindi, che si caratterizza innanzitutto nell’esistenza di contrasti, dove la protagonista è una donna che diventa simbolo, quando, con forza, affronta un conflitto in cui si scindono valori diversi e contrastanti a partire da quello tra il corpo e lo spirito. Conflitto teatralmente rappresentato dalla presenza di quel mondo sovrannaturale abitato da angeli e demoni e dal confronto che questi hanno con le vicende terrene, e viceversa. Sotto questo punto di vista è un’opera sorprendente, non convenzionale, che cerca una sua dimensione, tutta a sé nella produzione verdiana, dove la musica riesce a combinare tanti elementi diversi definendoli in una sintesi compiuta. Musica trascinante, fin dalla celebre ouverture, e coinvolgente nel dare raffigurazione ai rapporti umani pervasi e circondati da un sentito afflato patriottico”.

“Di non frequente esecuzione, ripropone, in modo differente, ma complementare, alcuni dei temi trattati nell’ultimo Festival Verdi, dedicato al rapporto nelle opere verdiane con il potere e la storia, e ne anticipa altri che invece saranno affrontati nel prossimo Festival dedicato al rapporto che Verdi ha avuto con Shakespeare, autore, quest’ultimo, che, come pochi altri, ha saputo affrontare la descrizione del legame tra mondo fantastico e mondo reale, del rapporto tra padre e figlia e tra storia e vicende private”.

“Nuovo allestimento del Teatro Regio affidato ad una delle più interessanti e famose protagoniste del teatro di oggi: Emma Dante. Regista di teatro, di opera e di cinema, pluripremiata, amata, discussa, con un notevole senso visivo e grande personalità, punto di riferimento di un teatro che nello studio e nello scavo della tradizione trova tutti gli elementi e gli spunti per dire sempre qualcosa di nuovo, riuscendo sempre a proiettarli nella contemporaneità. Ogni volta in cui si è accostata al teatro musicale ha voluto sempre essere fedele e rispettosa della volontà drammaturgica dell’autore, senza mai però perdere di vista l’analisi e l’approfondimento dei temi a lei più cari come le relazioni familiari, il rapporto tra la vita e la morte, i contrasti sociali, la dissacrazione del potere: tutti temi che Verdi ha affrontato in tutte le sue opere a cominciare proprio da Giovanna d’Arco”.

“Il direttore d’orchestra Michele Gamba, debutta con quest’opera al Teatro Regio.

È uno dei più interessanti e soprattutto poliedrici direttori della nuova generazione. Dirige abitualmente nei più importanti Teatri del mondo e collabora con i migliori complessi orchestrali con una costante curiosità verso i titoli meno frequentati del repertorio e verso i nuovi linguaggi della musica”.

“Più esploravo la partitura di Giovanna d’Arco, – scrive Michele Gamba – più mi affascinava il fatto di poter verificare sempre meglio come il Verdi giovane non sia un musicista rude e grezzo come si è considerato per molto tempo, ma riveli raffinatezze d’impasti e interesse per il colore armonico. E poi mi coinvolge molto la componente del misticismo in questa fase della carriera verdiana. Mi sembra davvero che Verdi si dimostri qui consapevolissimo di quello che stava facendo e nel pieno controllo dei propri mezzi espressivi. Voglio dire che, a dispetto delle idee diffuse sulla musica teatrale di Verdi degli anni Quaranta e a dispetto dei personaggi e dell’ambientazione, qui siamo di fronte a un’opera che potremmo definire cameristica. E sembra proprio che Verdi abbia fatto di tutto per seguire con coerenza questa scelta. […] Devo dire che, oltretutto parlando al di fuori di ogni mia convinzione personale, trovo molto affascinante in Giovanna d’Arco la presenza dell’elemento sacro, che qui si tinge proprio di delirio mistico, e mi sforzo di farlo emergere nella rilettura musicale. Mi incuriosisce anche molto dal punto di vista del percorso personale di Verdi, del suo punto di vista umano, mi sforzo di entrare nella sua testa e nel periodo che viveva durante la composizione di quest’opera, che porta alla rottura con la Scala. Oltretutto nel contesto di quest’opera così intimistica questo aspetto risulta del tutto particolare, e non voglio correre il rischio che venga risucchiato in una dose eccessiva di piglio marziale. […] Insomma Giovanna d’Arco mi ha convinto decisamente sulla necessità di uno sforzo per riscoprire le finezze di scritture del Verdi giovane, che è un lavoro paziente e affascinante: in fondo a suonare un “forte” siamo capaci tutti, trovare un colore e sostenerlo è meno semplice, ma molto più intrigante”.

“Nella mia idea di messa in scena dalle ferite nascono i fiori, – scrive Emma Dante – già nell’overture, infatti, i soldati francesi torneranno dalla guerra mutilati ma fioriti. Alcuni senza una gamba, altri senza un braccio, ma nei punti del corpo in cui sono feriti sbocceranno i fiori. Per tutta la sinfonia iniziale sfilerà un’umanità devastata dalla guerra e dopo che i soldati si strapperanno di dosso la divisa rimanendo a torso nudo, lentamente si accasceranno, attirati dal mucchio di cadaveri, uno sopra l’altro. Una preghiera accoglierà le loro anime, e una volta liberati dalle bende insanguinate, i corpi verranno lavati e ricomposti in una piccola processione funebre da cui affiora una Madonnina mitragliata, dai cui fori uscirà la luce. Dal mucchio dei cadaveri nascerà il grande albero dove il re deporrà le armi, dopo aver sognato la Vergine che gli ordina di abdicare. Il grande albero pieno di rami e radici accoglierà il sogno di Giovanna”.

“La pulzella d’Orléans è ‘diversa’ da tutti e da tutte, ha visioni mistiche, sente le voci, sogna in maniera forsennata. Forse è pazza, forse è una santa ispirata dal cielo, forse è una strega succube degli spiriti malvagi, ma certamente è una donna eccezionale. Un’eccellenza nel suo genere. Indagheremo la sua inquietudine interiore, la sua schizofrenia che la porta ad essere angelica e diabolica allo stesso tempo. La sua lotta per liberare la Francia dagli invasori inglesi è solo un pretesto per aprire un varco tra la fiamma del suo misticismo e il fuoco dell’inferno. Giovanna è posseduta dalle voci e dagli spiriti, è un’anima tormentata, non ha requie. Pur essendo amata dal re, lei non ricambia con amore terreno, lei ama il celestiale, il divino, e forse è attratta dagli inferi. Gli spiriti del bene e gli spiriti del male saranno i suoi compagni di viaggio. Le taglieranno i capelli e l’armeranno, incitandola alla guerra. Giovanna è una donna che sfida con coraggio le convenzioni sociali fino al sacrificio della vita. Alla fine del dramma l’eroina sguaina la spada e corre verso di noi, seguita da un cavallo bianco con un gigantesco drappo bianco macchiato di sangue”.

“Giovanna non sceglie la vita, non vi è salvezza in lei, e quando il re apprende la notizia della sua morte, per metterne in risalto la bellezza, chiede al popolo di riempirle la bara di fiori. Per un attimo Giovanna resuscita e sventola la bandiera in segno di patriottismo, poi ricade esanime nella sua tomba di fiori”.

DUE CELEBRI “QUINTE” PER JAMES CONLON ALL’OPERA DI ROMA

Sabato 10 maggio il concerto sinfonico che vede in programma

musiche di Beethoven di Šostakovič

Nei giorni in cui torna sul podio dell’Opera di Roma per Tosca di Puccini, dal 9 al 13 maggio, James Conlon è protagonista anche di un concerto sinfonico con l’Orchestra dell’Opera di Romasabato 10 maggio alle ore 20. Direttore musicale della Los Angeles Opera dal 2006, Conlon ha precedentemente guidato prestigiose istituzioni internazionali, tra cui l’Opéra di Parigi e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, di cui è stato direttore principale, e insieme la Gürzenich-Orchester e l’Oper Köln come direttore musicale generale della Città di Colonia. Nel concerto del 10 maggio interpreta, con l’Orchestra della Fondazione capitolina, la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven e la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič.

La celebre Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Ludwig van Beethoven è stata scritta tra il 1804 e il 1808. Nella sua aperta professione di eroismo, che raggiunge l’apice nella possente cellula ritmica iniziale, definita dallo stesso compositore «il destino che bussa alla porta», il brano lascia intravedere le vette in cui l’autore si avventurerà negli anni successivi.

La Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Šostakovič è stata scritta nel 1937 all’indomani degli attacchi della censura di regime contro le tendenze formalistiche dell’opera Una Lady Macbeth del Distretto di Mcensk. Con il proposito di attenuare la sua immagine di artista pericolosamente al di fuori degli schemi del realismo socialista, Šostakovič ritirò la Quarta Sinfonia che aveva scritto nel frattempo e presentò la Quinta in occasione del ventesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. Grazie a un linguaggio solo in apparenza semplificato e ottimistico, il brano gli procurò un immediato riscatto senza intaccare la sua personalità autoriale.

Tosca di Puccini torna dal 9 al 13 maggio nella versione scenica della prima rappresentazione assoluta, di cui ricorre il 125° anniversario. In questa ripresa è impegnato un unico cast che vede Anna Pirozzi nel ruolo di Tosca, Luciano Ganci in quello di Cavaradossi, Ariunbaatar Ganbaatar, al debutto all’Opera di Roma, come Scarpia. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. Con la partecipazione della Scuola di Canto Corale. L’allestimento vede le scene e i costumi ricostruiti, rispettivamente da Carlo Savi Anna Biagiotti, a partire dagli originali bozzetti di Adolf Hohenstein. Lo spettacolo, una produzione della Fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi, dal 2015 va in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi, ripresa in questa occasione da Arianna Salzano.

JAMES CONLON TORNA SUL PODIO DELL’OPERA DI ROMA PER TOSCA

Recite dal 9 al 13 maggio. Protagonisti Anna Pirozzi, Luciano Ganci e Ariunbaatar Ganbaatar

Dopo aver festeggiato alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella i 125 anni dalla sua prima rappresentazione assoluta lo scorso 14 gennaio e dopo una ripresa in marzo con una straordinaria protagonista come Anna Netrebko, Tosca, il più romano dei capolavori di Giacomo Puccini, torna all’Opera di Roma per l’ultima ripresa della stagione 2024/25, dal 9 al 13 maggio 2025. Sul podio torna l’americano James Conlon. Direttore musicale della Los Angeles Opera dal 2006, ha precedentemente guidato prestigiose istituzioni internazionali, tra cui l’Opéra di Parigi e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, di cui è stato direttore principale, e insieme la Gürzenich-Orchester e l’Oper Köln come direttore musicale generale della Città di Colonia. Conlon, nel corso delle repliche di Tosca, dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma anche in un concerto sinfonico, sabato 10 maggio alle ore 20. In programma la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven e la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič.

Nelle tre repliche di Tosca dirette da James Conlon, venerdì 9 maggio (ore 20), domenica 11 (ore 16.30) e martedì 13 (ore 20), è impegnato un unico cast che vede Anna Pirozzi nel ruolo di Tosca, Luciano Ganci in quello di Cavaradossi, Ariunbaatar Ganbaatar, al debutto all’Opera di Roma, come Scarpia.

Accanto a loro ci sono Luciano Leoni (Cesare Angelotti), Domenico Colaianni (Sagrestano) e Matteo Mezzaro (Spoletta), anche lui al suo primo impegno al Costanzi.

Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. Con la partecipazione della Scuola di Canto Corale.

Lo spettacolo è proposto nella versione scenica della prima rappresentazione assoluta, ricostruita dalla fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi nel 2015 a partire dagli originali bozzetti e, da allora, in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi, ripresa in questa occasione da Arianna Salzano. Le scene e i costumi di Tosca, disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti rispettivamente da Carlo Savi Anna Biagiotti.

Nell’anno in cui il Teatro capitolino celebra i 125 anni della nascita di Tosca, gli spettatori dell’opera e del concerto, possono visitare la mostra ‘Tosca 125. Oltre la scena’, nella sala-museo al terzo piano del Costanzi. Il coinvolgente percorso espositivo in sette tappe, che svela le origini di Tosca nell’omonimo dramma di Victorien Sardou ammirato da Puccini; racconta aspetti poco noti del lavoro del compositore, del suo editore e dei suoi librettisti; illustra come vennero concepite scene, costumi e attrezzeria dell’originario allestimento di Adolf Hohenstein; e narra attraverso contributi audiovisivi in che modo il Teatro dell’Opera di Roma abbia ridato vita, nei propri laboratori e sul proprio palcoscenico, alla prima Tosca.

Tosca 125 è curata da Giuliano Danieli, Maria Pia Ferraris, Pierluigi Ledda e Alessandra Malusardi, ed è frutto della collaborazione istituzionale tra Teatro dell’Opera di Roma e Archivio Storico Ricordi, con l’apporto di LeviDigiLab – Fondazione Ugo e Olga Levi per i contenuti audiovisivi. Oltre che prima e durante gli intervalli degli spettacoli, la mostra è fruibile gratuitamente anche nel corso delle visite guidate.

Info: operaroma.it

Biglietti: https://www.operaroma.it/spettacoli/tosca3maggio/ e al Botteghino dell’Opera di Roma