IL TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO ANNUNCIA LA STAGIONE 2026E L’88ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL

Sei le tipologie di abbonamento offerte al pubblico; i rinnovi possono essere effettuati
a partire dal 7 luglio.

I nuovi abbonamenti sono in vendita a partire dal 15 luglio. I biglietti per i singoli spettacoli sono in vendita a partire dall’8 settembre.

Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino annuncia la prossima stagione 2026 e l’88esima edizione del Festival Maggio Musicale: dodici titoli d’opera – in un arco temporale dal barocco al contemporaneo, con una nuova commissione –  2 cicli sinfonici diretti dal Direttore musicale Daniele Gatti, numerosi concerti sinfonici e sinfonico-corali con le numerose presenze di Zubin Mehta che nel 2026 festeggerà i suoi 90 anni, due balletti e gli spettacoli per le famiglie e le scuole.

ToscaPagliacci in dittico con Cavalleria RusticanaIl castello di Barbablù in dittico con
La voix humaineThe Death of Klinghoffer – titolo inaugurale del Festival –
Un ballo in mascheraGiulio CesareWozzeckRomanzo criminaleSimon Boccanegra
Les contes dHoffmann sono i titoli d’opera che compongono la stagione lirica e il Festival.

“Dodici titoli, dodici mondi. La nuova stagione d’opera del Maggio Musicale Fiorentino – dice il sovrintendente Carlo Fuortes – è un viaggio nel tempo, nella società e nell’anima umana. Un intreccio forte di storie che parlano di tutti noi: amori impossibili, solitudini, violenze, rivolte, sogni infranti e desideri che resistono. L’opera, qui, non è solo patrimonio da custodire: è materia viva, che brucia ed emoziona.

Un ballo in mascheraSimon BoccanegraToscaI racconti di Hoffmann: titoli amati, carichi di tradizione e bellezza ma anche di inquietudini che parlano del presente. Il doppio binomio verista Pagliacci/Cavalleria Rusticana riporta in scena un teatro crudo, passionale, dove ogni gesto è vita o morte. E poi Giulio Cesare di Händel: il barocco come specchio del potere, della seduzione e dell’ambiguità. Ma è nella frattura, e forse nell’azzardo – continua Fuortes – che il cartellone del 2026 trova la sua voce più forte. Con The Death of Klinghoffer di John Adams, titolo di forte impatto politico e civile, l’opera si apre al mondo e alle sue ferite ancora aperte. Wozzeck di Berg scava nella follia, nel disagio, nel linguaggio frammentato del nostro tempo. La voce umana di Poulenc e Il castello di Barbablù di Bartok raccontano, ciascuno a modo suo, il dolore muto e la distanza tra le persone. Il presente entra in scena con forza grazie a Romanzo criminale, nuova commissione del Maggio e di Musica per Roma, dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, che cura il libretto e con la musica di Nicola Piovani. Una storia italiana, cruda e affascinante, che diventa teatro musicale per la prima volta: un ponte tra il linguaggio del cinema, del noir e la forza evocativa della musica dal vivo.”

I direttori impegnati sul podio in questo “viaggio tra mito e realtà” sono 
Michele GambaRiccardo FrizzaMartin RajnaLawrence Renes
Emmanuel TjeknavorianGianluca CapuanoThomas GuggeisNicola Piovani
James Conlon Kent Nagano. Nomi, alcuni, di nuove affermazioni della direzione d’orchestra, giovani talenti che già oggi segnano comunque il futuro della musica, accanto a direttori acclamati e più acclarati del podio internazionale, capaci di rinnovare la grande tradizione operistica con autorevolezza e sensibilità. A rendere questa stagione un grande affresco scenico contribuisce un parterre di registi tra i più interessanti e visionari del panorama internazionale: Robert CarsenClaus GuthDeborah WarnerValentina Carrasco
Àlex Ollé (La Fura dels Baus), Davide LivermoreMassimo Popolizio e Laurent Pelly
La regia della nuova produzione di The Death of Klinghoffer sarà a cura di Luca Guadagnino. “Le loro letture porteranno in scena mondi estetici diversi ma certamente di grande interesse ed emozione, tra classicità reinventata, radicalità visiva, precisione psicologica e impatto cinematografico” commenta il sovrintendente.

Il versante sinfonico e sinfonico corale mette in cartellone il ciclo dedicato alle nove sinfonie di Ludwig van Beethoven e il ciclo dedicato a Felix Mendelssohn che sono affidati a Daniele Gatti, Direttore musicale del Maggio, ruolo che assumerà ufficialmente a partire dal Festival. “Gatti offrirà al pubblico – continua Fuortes – due percorsi sinfonici di grande respiro: l’integrale delle Sinfonie di Beethoven, vera colonna vertebrale della musica occidentale, e un ciclo dedicato a Felix Mendelssohn, con tutte le sinfonie e l’oratorio Elias, restituendo la pienezza spirituale e intellettuale di un autore ancora poco esplorato nei teatri d’opera italiani; e qui mi fa particolare piacere di ricordare oltre alla nostra smagliante Orchestra uno dei protagonisti di questi cicli, presente in tre concerti, in quasi tutte le opere, e in molti dei concerti della stagione: il mirabile Coro del Maggio, diretto da Lorenzo Fratini”.

Nel corso della stagione concertistica, molto ricca, con decine di appuntamenti sono previsti i più grandi direttori d’orchestra della scena internazionale a partire da Zubin Mehta, direttore onorario a vita del Maggio, che proporrà ben cinque programmi musicali tra cui un concerto particolarmente simbolico che il maestro dirigerà il 29 aprile, proprio nel giorno del suo 90esimo compleanno che ha deciso di festeggiare al Maggio e a Firenze.  Sul podio del nostro teatro saliranno Myung-Whun ChungPhilippe Jordan (con Beatrice Rana al pianoforte), Gianandrea NosedaTeodor Currentzis alla guida della musicAeterna Orchestra, Michele Mariotti (con Andrea Lucchesini al pianoforte), Daniele Rustioni
Diego Ceretta (con Benedetto Lupo al pianoforte e l’Orchestra della Toscana), 
Thomas Guggeis, Tomàs Netopil, Dmitry Sinkovski, Aziz Shokhakimov (con 
Alexandra Dovgan al pianoforte), Christophe Rousset. Inoltre i recital di canto di 
Jessica Pratt (sul podio Christopher Franklin), Asmik Grigorian (al pianoforte 
Lukas Geniušas),  Francesco Meli e Luca Salsi (al pianoforte Nelson Calzi); due concerti con la voce di Drusilla Foer (sul podio per il primo Salvatore Percacciolo e Timothy Brock nel secondo), e il concerto di Natale del 6 dicembre con il Coro di Voci bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino diretto da Sara Matteucci.



Due gli spettacoli di balletto: Zakharova &Repin in Pas de deux for toes and fingers e il ritorno, sempre attesissimo, di Roberto Bolle; gli appuntamenti di “C’è musica e Musica” giunto alla terza edizione dedicati alle famiglie e le scuole con 6 appuntamenti (4 alla domenica e 2 di sabato) lo spettacolo di Venti lucenti firmato da Manu Lalli, La danza delle maschere, che sarà ispirato al “Ballo in maschera” opera in programmazione nel corso della Stagione 2026.

Be Luminous : La Stagione 2025/2026 del Teatro di San Carlo

Tredici titoli operistici, quattro balletti, diciotto concerti, quattro recital del Festival pianistico e undici appuntamenti della rassegna di Musica da Camera per 120 alzate di sipario: la Stagione 2025-2026 del Teatro di San Carlo si presenta sotto il segno di “Be Luminous”.

L’Inaugurazione, sabato 6 dicembre 2025, scrive una nuova pagina di storia: prima rappresentazione al Lirico di Napoli per Medea di Luigi Cherubini con Sondra Radvanovsky nel ruolo del titolo. Firma la regia Mario Martone, sul podio Riccardo Frizza.

“Be Luminous” è un invito a vivere la luce del teatro e della musica, a rifletterla, a nutrirla con prospettive diverse. La tradizione si apre a nuove traiettorie, con titoli mai rappresentati al Teatro di San Carlo: non solo Medea, ma anche due opere per riscoprire due estremi cronologici del Settecento, Alcina di Händele Mitridate, re di Ponto di Mozart. Titoli meno frequentati si accostano a capolavori del repertorio: la Stagione attraversa il Belcanto di RossiniconLa Cenerentola e di DonizetticonLucia di Lammermoor, ripercorre le stagioni di Verdi con Nabucco, Aida e Falstaff. L’opera francese è rappresentata da MassenetconWerther, il verismo italiano da Cilea con Adriana Lecouvreur fino a Puccini con La bohème e Turandot.

Accanto al grande melodramma, l’apertura al contemporaneo nel segno dell’innovazione: Partenope, unica opera lirica scritta da Ennio Morricone, debutta in prima esecuzione assoluta, con la regia di Vanessa Beecroft, tra le voci più autorevoli della performance art della scena mondiale. Collaborazioni che ridefiniscono i confini di genere e aprono la musica a nuovi linguaggi visivi, performativi, concettuali. È in questa prospettiva che, per la Stagione di Concerti, Marina Abramović porta una concezione artistica inedita creata appositamente per il Teatro di San Carlo.

Per la regia, accanto ai debutti di Laurent Pelly, Andreas Homoki e Bárbara Lluch, tornano a Napoli Claus Guth, Willy Decker, Gianni Amelio, Damiano Michieletto, Davide Livermore, Vasily Barkhatov.

Nella stagione d’opera si avvicenderanno sul podio Marco Armiliato, Dan Ettinger, Riccardo Frizza, Francesco Lanzillotta, Iván López-Reynoso, Vincenzo Milletarì, Lorenzo Passerini, Pinchas Steinberg, Speranza Scappucci.

Le grandi voci del panorama lirico internazionale saranno ancora una volta protagoniste con una proposta vocale di assoluto rilievo: per citarne solo alcune, Anna Netrebko, Jonas Kaufmann, Ludovic Tézier, Elīna Garanča, Lisette Oropesa, Sondra Radvanovsky, Pretty Yende, Luca Salsi, Anita Rachvelishvili, Jessica Pratt, Franco Fagioli, Marina Rebeka, Rosa Feola, Anna Pirozzi, Maria Agresta, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Brian Jagde, Michele Pertusi, Aigul Akhmetshina, Andrzej Filończyk, Mattia Olivieri, Piero Pretti, Elsa Dreisig, Varduhi Abrahamyan, Francesco Demuro, Artur Ruciński, Mariangela Sicilia, Marina Monzó, Kang Wang, Giovanni Sala, Giorgi Manoshvili.

Particolare risalto anche ai già Allievi dell’Accademia del Teatro di San Carlo, ampiamente coinvolti nel corso della Stagione anche in ruoli di primo piano.

Inaugurazione della Stagione di Concerti martedì 18 novembre con Asmik Grigorian sotto la direzione di Dan Ettinger.

Direttori di forte identità ed esperienza internazionale guideranno l’Orchestra del Teatro di San Carlo: Gustavo Dudamel, Fabio Luisi, Michele Mariotti, Nicola Luisotti, Ingo Metzmacher, Riccardo Frizza, Giacomo Sagripanti, Jochen Rieder, Karel Mark Chichon.

UnospecialeRequiem di Giuseppe Verdi in memoria di Roberto De Simone, riunirà in palcoscenico Pretty Yende, Elīna Garanča, Pene Pati e John Relyea, per una edizione del capolavoro verdiano con il Coro del Teatro di San Carlo, preparato da Fabrizio Cassi, che sarà a sua volta protagonista di altri due appuntamenti.

Tra i solisti che si esibiranno con l’Orchestra del Lirico vi sono Leonidas Kavakos, Rudolf Buchbinder, Alessandro Taverna, Anna Tifu e Federico Colli. Particolare attenzione dedicata ancora alle grandi voci: Sondra Radvanovsky condividerà il palcoscenico con Freddie De Tommaso, Jonas Kaufmann con Ludovic Tézier. Tra i solisti, anche Matthias Goerne e Marina Monzò. Due recital completano l’offerta artistica della Stagione diConcerti: Aigul Akhmetshina e Anita Rachvelishvili.

Quattro gli appuntamenti del Festival Pianistico, che si estenderanno per l’intera Stagione da gennaio a ottobre: apre Beatrice Rana, seguita da Seong-Jin Cho, Hélene Grimaud e Yunchan Lim.

La Danza apre con Lo Schiaccianoci nella coreografia di Simone Valastro, una rilettura capace di coniugare rigore accademico e sensibilità contemporanea. Le scelte artistiche puntano su una soirée dedicata a George Balanchine e Coppélia di Léo Delibes, per arrivare a Boléro, l’appuntamento conclusivo che sarà arricchito da una nuova creazione firmata da Garrett Smith.

La Stagione Lirica

Sabato 6 dicembre 2025 si alza il sipario sulla Stagione 2025/2026 con Medea, operadi Luigi Cherubini su libretto di François-Benoît Hoffmann e proposta nella versione italiana di Carlo Zangarini: una nuova produzione del Teatro di San Carlo per la regia di Mario Martone.

Sarà Riccardo Frizza a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo, quest’ultimo preparato da Fabrizio Cassi.

Firma le scene Carmine Guarino. Le luci sono di Pasquale Mari.

Sondra Radvanovsky, già acclamata alla Metropolitan Opera per la sua straordinaria interpretazione, darà voce e volto per la prima volta in Italia alla terribile maga assetata di vendetta. La affiancano Francesco Meli nel ruolo di Giasone, il marito argonauta, e Anita Rachvelishvili in quello di Neris, sua confidente. Creonte, padre di Medea, sarà Giorgi Manoshvili. Tre ex-Allieve dell’Accademia del Teatro di San Carlo completano il cast vocale: Désirée Giove sarà Glauce, sua rivale in amore, affiancata dalle ancelle Maria Knihnytska e Anastasia Sagaidak.

Mercoledì 3 dicembre precedel’Inaugurazione un’anteprima riservata al pubblico Under 30, che conferma l’impegno del Teatro nel dialogo con le nuove generazioni. Quattro il totale delle repliche, fino a martedì 16 dicembre.

Prima esecuzione assoluta per l’unica opera lirica scritta da Ennio Morricone, edita da SZ Sugar: Partenope, “Musica per la sirena di Napoli” su libretto di Guido Barbieri e Sandro Cappelletto, sarà in scena venerdì 12 e domenica 14 dicembre in un atto unico affidato alla visione contemporanea di Vanessa Beecroft che per il San Carlo firmerà una regia inedita.

Sul podio Riccardo Frizza, alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, quest’ultimo preparato da Fabrizio Cassi. La storia del mito fondativo di Napoli vedrà in scena due Partenope, Jessica Pratt e Maria Agresta. Francesco Demuro interpreta Melanio, Désirée Giove Persefone. La voce narrante sarà quella di Mimmo Borrelli.

L’opera si inserisce nel programma di “Napoli millenaria”, la rassegnache celebra i 2500 anni dalla fondazione di Napoli.

I due prossimi titoli in cartellone sono due capolavori verdiani agli estremi del catalogo, specchio di stagioni opposte dell’arco espressivo e drammaturgico del compositore. Domenica 18 gennaio 2026, e fino a sabato 31, sarà in scena Nabucco, l’opera che consacrò il giovane Verdi. Produzione dell’Opernhaus Zürich, lo spettacolo segna il debutto a Napoli del regista Andreas Homoki. La direzione dell’Orchestra e del Coro del Teatro di San Carlo è affidata a Riccardo Frizza.

Le scene sono di Wolfgang Gussmann, che firma anche i costumi con Susana Mendoza. Le luci sono di Franck Evin.

Impegnato nel ruolo del titolo sarà Ludovic Tézier, con Marina Rebeka nelle vesti di Abigaille e Michele Pertusi in quelle di Zaccaria. Piero Pretti sarà Ismaele, Cassandre Berthon Fenena. Completano il cast Lorenzo Mazzucchelli (Il gran Sacerdote di Belo), l’ex Allievo dell’Accademia Francesco Domenico Doto (Abdallo) e Caterina Marchesini (Anna).

All’impeto drammatico degli esordi risponde la leggerezza sapiente e beffarda di Falstaff, l’ultima opera di Giuseppe Verdi, che sarà in scena da domenica 15 fino a martedì 24 febbraio nell’allestimento del Teatro Real di Madrid in coproduzione con La Monnaie / De Munt, l’Opéra National de Bordeaux e Tokyo Nikikai Opera Foundation.

La regia è di Laurent Pelly, al suo debutto al Teatro di San Carlo, mentre sarà Marco Armiliato a dirigere Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo.

Le scene di Barbara de Limburg si combinano con i costumi a firma dello stesso Pelly. Le luci sono di Joël Adam.

Sir John Falstaffavràvolto e voce di Luca Salsi, con Andrzej Filończyk nel ruolo di Ford e Francesco Demuro in quello di Fenton. Il quartetto femminile vede Maria Agresta interpretare Alice Ford, Anita Rachvelishvili Mrs. Quickly, Désirée Giove, già Allieva dell’Accademia di Canto, Nannetta e Caterina Piva Meg Page. Completano Gregory Bonfatti (Dott. Cajus), Enrico Casari (Bardolfo) e Piotr Micinski (Pistola).

La Stagione prosegue con Lucia di Lammermoor, il capolavoro che Gaetano Donizetti compose per il Lirico di Napoli. Torna, da mercoledì 11 a martedì 24 marzo, nella produzione sancarliana con la regia di Gianni Amelio, le scene di Nicola Rubertelli, i costumi di Maurizio Millenotti e le luci di Pasquale Mari. Dirige, in questa occasione, Francesco Lanzillotta. Impegnata l’Orchestra del Teatro di San Carlo, insieme al Coro preparato da Fabrizio Cassi e il Balletto diretto da Clotilde Vayer.

Interpreta Lucia, eroina sospesa tra innocenza e follia, Rosa Feola, con René Barbera al suo fianco nel ruolo di Edgardo. Mattia Olivieri sarà Enrico, mentre Alexander Köpeczi Raimondo. Tra gli ex-Allievi dell’Accademia di Canto vi saranno Sun Tianxuefei (Arturo), Sayumi Kaneko (Alisa) e Francesco Domenico Doto (Normanno).

È la volta de La bohème di Giacomo Puccini,in scena da mercoledì 8 a martedì 14 aprile. Firma la regia Bárbara Lluch, per la prima volta al Lirico di Napoli. Sarà, invece, il Direttore Musicale Dan Ettinger a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo insieme al Coro di Voci Bianche preparato da Stefania Rinaldi.

Le scene e i costumi sono rispettivamente di Alfons Flores e Clara Peluffo Valentini, con le luci di Urs Schönebaum. Mar Flores Flo cura il video, Merce Grané la coreografia.

Un doppio cast darà voce alle tensioni e alle tenerezze dell’universo bohémien, alternandosi nelle due coppie protagoniste. Nelle repliche dell’8, 10 e 12 aprile Pretty Yende e Kang Wang interpreteranno Mimì e Rodolfo, tra fragile purezza e fervore giovanile. Marina Monzó e Artur Ruciński saranno Musetta e Marcello, coppia vivace e contrastata.

Nelle date del 9, 11 e 14 aprile, invece, Mimì e Rodolfoavranno voce e volto di Elsa Dreisig e René Barbera,Musetta e Marcello quelli di Maria Knihnytska e Liam James Karai. Alessio Arduini sarà Schaunard, Gianluca Buratto Colline.

Mancava dal 2007 Werther di Jules Massenet,ritratto struggente dell’inquietudine romantica. Torna mercoledì 20 maggio, e fino a martedì 26, nella produzione dell’Oper Frankfurt con la regia di Willy Decker, le scene e i costumi di Wolfgang Gussmann e le luci di Joachim Klein. Lorenzo Passerini dirige l’Orchestra e il Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo, quest’ultimo preparato da Stefania Rinaldi.

Si alterneranno nel ruolo del titolo Jonas Kaufmann (20 e 22 maggio) e Francesco Demuro (24 e 26 maggio) con Caterina Piva a interpretare Charlotte. Lodovico Filippo Ravizza sarà Albert. Nel cast vocale, ancora Sergio Vitale (Le Bailli) e Désirée Giove (Sophie), Roberto Covatta (Schmidt) e Maurizio Bove (Johann), nonché i due Artisti del Coro Vasco Maria Vagnoli (Brühlmann) e Sabrina Vitolo (Käthchen).

Davide Livermore firma la regia di Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea nell’allestimento dell’Opéra de Monte-Carlo in coproduzione con l’Opéra de Saint-Étienne e l’Opéra de Marseille. Sarà Pinchas Steinberg a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo nelle quattro repliche, da domenica 14 a sabato 20 giugno.

Le scene di Giò Forma si uniscono ai costumi di Gianluca Falaschi. Le luci sono di Nicolas Bovey, la coreografia di Eugénie Andrin.

Protagonista sarà Aleksandra Kurzak con Brian Jagde nel ruolo di Maurizio. La principessa e il principe di Bouillon avranno voce e volto di Elīna Garanča e Antonio Di Matteo. Pietro Spagnoli è Michonnet. Completano il cast Paweł Horodyski (Quinault) e Matteo Macchioni (Poisson), Chiara Polese (Jouvenot) e Monica Bacelli (Dangeville), Roberto Covatta (L’abate di Chazeuil) e Salvatore De Crescenzo (Un maggiordomo).

Secondo titolo in cartellone di Giacomo Puccini è Turandot. Torna da domenica 5 a mercoledì 15 luglio l’allestimento del Teatro di San Carlo che ha inaugurato la Stagione 2023-24 con la regia di Vasily Barkhatov. In questa occasione sarà Vincenzo Milletarì a dirigere l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del Lirico di Napoli.

Le scene sono di Zinovy Margolin, i costumi di Galya Solodovnikova, le luci di Alexander Sivaev. Firma la coreografia Dina Khuseyn.

Un cast internazionale vede in primo piano Anna Pirozzi affrontare il ruolo della principessa Turandot con, al suo fianco, Brian Jagde nei panni del principe Calaf e Pretty Yende in quelli di Liù.

In alternanza con il cast principale ci saranno invece, nelle recite del 7, 10, 12 e 15 luglio, Inara Kozlovskaya (Turandot), Angelo Villari (Calaf) e Hasmik Torosyan (Liù).

Completano Raúl Giménez (Imperatore Altoum), Alexander Vinogradov (Timur), Gianluca Failla (Ping), Matteo Macchioni (Pang), Francesco Pittari (Pong), Hae Kang (Un mandarino).

La Stagione d’Opera riprende dopo la pausa estiva con un’unica data per Aida di Giuseppe Verdi, domenica 6 settembre. L’opera, proposta in forma di concerto, vedrà Riccardo Frizza dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo.

Si riuniranno in palcoscenico alcune tra le più grandi voci della lirica contemporanea: Anna Netrebko sarà la principessa protagonista con Jonas Kaufmann nel ruolo di Radamès. Elizabeth DeShong interpreta Amneris, Luca Salsi Amonasro, Alexander Köpeczi Ramfis. Completano il cast vocale Andrea Pellegrini (Il re d’Egitto) e due ex-Allievi dell’Accademia di Canto: Désirée Giove (Una sacerdotessa) e Sun Tianxuefei (Un messaggero).

Coproduzione internazionale tra il Teatro di San Carlo con il Teatro Real di Madrid, l’Oper Frankfurt e il Grand Teatre del Liceu di Barcellona è Mitridate, re di Ponto. L’opera verrà rappresentata per la prima volta al Lirico di Napoli giovedì 24 settembre con quattro repliche fino a giovedì 1 ottobre.

È ancora Riccardo Frizza a salire sul podio per dirigere l’Orchestra del Teatro di San Carlo. Firma la regia Claus Guth. Le scene sono di Christian Schmidt, i costumi di Ursula Kudrna, le luci di Olaf Winter. Sommer Ulrickson cura la coreografia.

Un cast di specialisti del repertorio settecentesco e mozartiano dà corpo all’impervia scrittura vocale dell’opera. Giovanni Sala darà voce e volto al re di Ponto, ultimo baluardo all’espansione romana in Oriente. Aspasia sarà interpretata da Sara Blanch, mentre Sifare, figlio fedele del re, avrà la voce di Mariangela Sicilia. Franco Fagioli sarà Farnace, fratello rivale e figura ambigua. Ismene, a lui promessa, sarà Giuliana Gianfaldoni. Completano il cast Alasdair Kent (Marzio) e Agustín Pennino (Arbate).

Incursione nel Barocco di Georg Friedrich Händel con Alcina. Verrà presentata in forma di concerto venerdì 9 e domenica 11 ottobre sotto la direzione di Iván López-Reynoso alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo.

Protagonista Lisette Oropesa con Franco Fagioli nel ruolo di Ruggiero e Varduhi Abrahamyan inquello diBradamante. Erin Morley è Morgana e, a completare il cast, sono tre ex-Allievi dell’Accademia di Canto: Sun Tianxuefei (Oronte), Sayumi Kaneko (Oberto), Yunho Eric Kim (Melisso).

Chiude la Stagione d’Opera 2025-26 La Cenerentola di Gioachino Rossini, in scena da martedì 20 a martedì 27 ottobre. Altra coproduzione internazionale per il Teatro di San Carlo, questa volta con la Semperoper Dresden, con Damiano Michieletto a firmare la regia. La direzione è affidata a Speranza Scappucci alla guida di Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo.

Le scene sono di Paolo Fantin, i costumi di Agostino Cavalca, le luci di Alessandro Carletti. Firma la drammaturgia Juliane Schunke. La coreografia è a cura di Chiara Vecchi.

Un doppio cast si alternerà nei ruoli principali. Nelle recite del 20, 23 e 27 ottobre Aigul Akhmetshina sarà Angelina e Jack Swanson Don Ramiro. Il 21 e il 25 ottobre, invece, i due protagonisti avranno la voce e il volto di Aleksandra Meteleva e Dave Monaco. E ancora nel cast vocale Florian Sempey (Dandini), Giulio Mastrototaro (Don Magnifico) Gianluca Margheri (Alidoro). Completano gli ex-Allievi dell’Accademia di Canto Laura Ulloa (Clorinda) e Sayumi Kaneko (Tisbe).

La Stagione di Danza

L’apertura della Stagione di Danza, che vede protagonisti le Étoiles, i Solisti e il Balletto del Teatro di San Carlo diretto da Clotilde Vayer, è fissata per sabato 20 dicembre 2025.In scena il tradizionale balletto delle feste natalizie: Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij, nella coreografia firmata da Simone Valastro, una rilettura che mantiene l’impianto narrativo originale, ma introduce elementi coreografici innovativi che enfatizzano la dimensione onirica e il passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Si alternano sul podio Jonathan Darlington (20, 23, 27, 28, 30 dicembre) e Maurizio Agostini (2, 3 e 4gennaio) per dirigere l’Orchestra del Teatro di San Carlo. La produzione del Massimo napoletano coinvolgerà la Scuola di Ballo e il Coro di Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi. Le scene di Nicola Rubertelli dialogano in scena con i costumi di Giusi Giustino. Firma le luci Valerio Tiberi, il video è di Alessandro Papa. Non mancheranno, inoltre, le matinée dedicate alle famiglie.

Il genio di George Balanchine, uno dei grandi maestri del ventesimo secolo, verrà celebrato con unprogramma dedicato, in scena dal 28 aprile al 3 maggio. La soirée si compone di tre creazioni: Serenade, su musica di Pëtr Ilʼič Čajkovskij, la cui coreografia verrà ripresa da Sandra Jennings; Le fils prodigue di Sergej Prokofʼev ripresa da Paul Boss; in chiusura Symphony in C su musica di Georges Bizet. A dirigere l’Orchestra del Lirico di Napoli sarà Paul Connelly.

Nuova produzione del Teatro di San Carlo per un’opera cardine del balletto tardo-romantico: Coppélia di Léo Delibes sarà in scena da sabato 25 a venerdì 31 luglio nella coreografia di Charles Jude con le scene di Giulio Achilli, i costumi di Philippe Binot e le luci di François Saint-Cyr. È Philippe Béran a dirigere l’Orchestra del Teatro di San Carlo.

La Stagione di Danza si conclude con Boléro, in scena da giovedì 5 a martedì 10 novembre. Il trittico prende il nome dal cuore della serata: l’omonima opera di Maurice Ravel nella coreografiadi Maurice Béjart, rito scenico carico di tensione collettiva e sensualità crescente. Aprirà una nuova creazione di Garrett Smith, coreografo contemporaneo di rilievo internazionale che ha creato opere, tra gli altri, per il Balletto Bol’šoj e il Balletto Mariinskij, lo Houston Ballet e il New York City Ballet, l’Opéra National de Bordeaux e il Teatro alla Scala.

In chiusura Three Preludes di Sergej Rachmaninov nella coreografia di Ben Stevenson, composizione neoclassica che racchiude una storia d’amore in una narrazione essenziale, carica di eleganza e sentimento. Sul podio Jonathan Darlington per dirigere l’Orchestra del Teatro di San Carlo.

La Stagione di Concerti

Sono diciotto gli appuntamenti che compongono la Stagione di Concerti: quindici vedranno in primo piano l’Orchestra del Teatro di San Carlo.

Inaugurazione martedì 18 novembre con il Direttore Musicale Dan Ettinger alla guida dell’Orchestrae di Asmik Grigorian come solista. Un percorso che si snoda tra desiderio, potere e solitudine in pagine che hanno, come protagoniste, figure femminili di grande complessità. Dall’Ouverture dei Meistersinger von Nürnberg di Richard Wagner, si prosegue con le eroine di Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi: Cio-Cio-San con “Un bel dì vedremo”, Manon Lescaut con “Sola, perduta e abbandonata”, Lady Macbeth con “Vieni, t’affretta”. In chiusura Salome di Richard Strauss, nella scena finale che fonde eros e morte: “Ah! du wolltest mich nicht deinen Mund küssen lasse”.

Due serate con il Coro del Teatro di San Carlo per riscoprire il calore del canto natalizio: giovedì 4 e martedì 17 dicembre il Concerto di Natale vedrà protagonisti la compagine diretta da Fabrizio Cassi con Vincenzo Caruso al pianoforte. Proporranno un viaggio attraverso i Christmas Carols di varie parti del mondo.

È la volta di Riccardo Frizza, che sabato 24 gennaio sarà sul podio per dirigere l’Orchestra del Teatro di San Carlo e il pianista Federico Colli. Tra slancio romantico e apertura all’orizzonte americano, il programma si snoda tra Les préludes, S. 97 di Franz Liszt, il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54 di Robert Schumann per concludersi con la Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal nuovo mondo”, op. 95 di Antonín Dvořák.

Torna Ingo Metzmacher al Teatro di San Carlo: domenica 1 febbraio dirige l’Orchestrain un itinerario musicale tra Germania, Napoli e Vienna: si apre con La selva incantata di Hans Werner Henze, compositore tedesco del secondo Novecento, seguito dalle Fünf neapolitanische Lieder, raffinato omaggio a melodie popolari partenopee. Baritono solista sarà Matthias Goerne. In chiusura, la Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 73 di Johannes Brahms.

È dedicato a Ludwig van Beethoven il successivo concerto: sabato 21 febbraio il direttore Karel Mark Chichon e il pianista Rudolf Buchbinder eseguiranno, insieme all’Orchestra di casa, il Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore “Imperatore”, op. 73. Nella seconda parte, la Sinfonia n. 5 in do minore, op. 67.

Due appuntamenti per onorare la memoria di Roberto De Simone: venerdì 27 e sabato 28 febbraio Nicola Luisotti sarà sul podio del Teatro di San Carlo per il Requiem di Giuseppe Verdi. Insieme all’Orchestra e il Coro del Lirico di Napoli, vi saranno i solisti Pretty Yende, Elīna Garanča, Pene Pati e John Relyea.

Fabio Luisi sarà impegnato in due diversi concerti. Sabato 14 marzo, con il pianista Alessandro Taverna, propone il Concerto n. 21 in do maggiore, K. 467 di Wolfgang Amadeus Mozart e, a seguire, la Sinfonia n. 8 in fa maggiore, op. 93 di Ludwig van Beethoven.

Mozartiana è anche l’apertura del concerto di domenica 22 marzo, con la Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner”, K. 385. Si contrappone all’equilibrio formale del genio di Salisburgo la complessità poetica di Gustav Mahler: nella seconda parte, insieme al soprano Marina Monzó, verrà proposta la Sinfonia n. 4 in sol maggiore.

Martedì 7 aprile si prosegue con il recital di Aigul Akhmetshina: un viaggio vocale attraverso epoche, stili e lingue diverse, dalla tradizione operistica europea al repertorio moderno e contemporaneo. La accompagna al pianoforte Jonathan Papp in un programma che spazia da arie di Rossini, Donizetti e Verdi, alle pagine meno frequentate di Borodin e Rimskij-Korsakov, fino a brani del Novecento. Punta di diamante sarà la prima esecuzione mondiale di “Mujer fatal”, che Elena Roussanova ha composto appositamente per la cantante.

Un evento di straordinario rilievo vede unirsi la direzione di Gustavo Dudamel alla visione artistica di Marina Abramović, una nuova produzione del Teatro di San Carlo in sinergia con la New York Philharmonic. Sono due le date, sabato 18 e domenica 19 aprile, insiemeall’Orchestra del Lirico di Napoli. Due capolavori del repertorio del Novecento, Histoire du Soldat di Igor Stravinskij ed El amor brujo di Manuel de Falla, si intrecciano in un allestimento originale che vedrà Marina Abramović, radicale innovatrice della performance art contemporanea, firmare una regia inedita per il Lirico di Napoli: un passo significativo nel dialogo tra tradizione musicale e sperimentazione artistica.

Nuovo appuntamentoper Riccardo Frizza. Insieme al violino solista Anna Tifu proporranno un capolavoro del repertorio romantico, il Concerto in mi minore, op. 64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy. In apertura e in chiusura di concerto, Ernst von Dohnányi, con i Minuti sinfonici, op. 36,e Richard Strauss, con “Aus Italien”, Fantasia sinfonica in sol maggiore, op. 16.

Torna Michele Mariotti sul podio del Teatro di San Carlo per dirigere l’Orchestra di casa. Il programma accosta due Sinfonie ispirate alla natura e ai paesaggi: la Sinfonia n. 6 in fa maggiore “Pastorale”, op. 68 di Ludwig van Beethoven, manifesto del legame tra musica e ambiente naturale, e la Sinfonia n. 3 in la minore “Scozzese”, op. 56 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, che riflette i suggestivi scenari della Scozia.

Sondra Radvanovsky e Freddie De Tommaso sono i protagonisti d’eccezione del concerto di domenica 21 giugno, con la direzione Giacomo Sagripanti alla guida della compagine orchestrale sancarliana. Il programma propone un percorso attraverso alcune delle pagine più intense e famose del melodramma italiano, firmate da compositori quali Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Umberto Giordano.

Un’altra straordinaria coppia è quella dell’appuntamento di venerdì 17 luglio: Jonas Kaufmann e Ludovic Tézier proporranno i più famosi duetti tratti da opere di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Amilcare Ponchielli. A dirigere l’Orchestra del San Carlo è Jochen Rieder.

Il ritorno del Direttore Musicale Dan Ettinger, venerdì 11 settembre, segna la ripresa della Stagione Sinfonica dopo la pausa estiva. In programma, la Sinfonia n. 7 in mi maggiore di Anton Bruckner.

L’ultimo appuntamento della Stagione di Concerti per Riccardo Frizza, domenica 27 settembre, lo vede accostato a uno dei più grandi virtuosi al mondo: il violinista Leonidas Kavakos. Il programma si apre con l’ouverture di Ruslan e Ljudmila di Michail Glinka, pietra miliare del repertorio russo. Al centro, il Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, autentico capolavoro per virtuosismo e intensità espressiva. In chiusura, la Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore, op. 70 di Dmitrij Šostakovič.

Nuovo recital venerdì 2 ottobre, questa volta con Anita Rachvelishvili come protagonista e, al pianoforte, Vincenzo Scalera: un viaggio che attraversa l’ampio spettro della canzone da concerto e dell’aria d’opera. Dalla Russia di Čajkovskij e Rachmaninov si passa alle suggestioni della musica georgiana e spagnola con Taktakishvili e de Falla fino alle più celebri e amate arie di Francesco Paolo Tosti. La seconda parte si concentra sulle grandi voci del melodramma europeo, con pagine di Giuseppe Verdi, Camille Saint-Saëns, Georges Bizet e Francesco Cilea.

La Stagione di Concerti chiude sabato 24 ottobre con una preziosa immersione nel giovane Verdi. In primo piano il Coro del Teatro di San Carlo diretto da Fabrizio Cassi con, al loro fianco, l’Orchestra di casa. Il percorso proposto, che si avvale della revisione critica di Dino Rizzo, valorizza sinfonie e pagine sacre inedite o poco frequentate: la Sinfonia in do maggiore e in sol minore, i Tantum ergo per tenore e basso con orchestra fino alla Messa per soli, coro e orchestra.

Il Festival Pianistico

Torna il Festival Pianistico, ora alla sua V edizione, con quattro appuntamenti che, per quest’anno, si estenderanno lungo l’intera Stagione 2025-2026.

L’apertura, mercoledì 21 gennaio, è affidata a Beatrice Rana, interprete di consolidata esperienza e fine sensibilità musicale. Il programma si incentra sul repertorio pianistico del Novecento, partendo dall’atmosfera drammatica di Prokof’ev con selezioni da Romeo e Giulietta, per poi esplorare la raffinatezza impressionista dei Douze Études dal Livre II, L. 143 di Claude Debussy. Si prosegue con Lo schiaccianoci di Pëtr Ilʼič Čajkovskij nella Suite per pianoforte arrangiata da Mikhail Pletnev prima di chiudere con la Sonata n. 6 in la maggiore, op. 82 di Sergej Prokof’ev.

Protagonista dell’appuntamento di martedì 10 marzo è Seong-Jin Cho, così acclamato sul Wall Street Journal: “Cho è un maestro. Ha mostrato un’impressionante varietà di colori tonali e una tecnica notevole, eseguita con sbalorditiva eleganza. Aveva qualcosa da dire e lo ha comunicato bene”. Propone un programma che attraversa più di due secoli di musica per pianoforte, dalla Partita n. 1 in si bemolle maggiore, BWV di Johann Sebastian Bach alla modernità della Suite per pianoforte, op. 25 di Arnold Schönberg. Si passa poi per il lirismo della “Faschingsschwank aus Wien” di Robert Schumann e la raffinata varietà di una ricca selezione di valzer di Fryderyk Chopin.

Giovedì 29 marzo sarà la volta di Hélène Grimaud, un’altra grande protagonista della scena pianistica internazionale. Il programma intreccia tre grandi snodi della scrittura pianistica: l’ultimo Beethoven, con la Sonata n. 30 in mi maggiore, op. 109, il Brahms crepuscolare delle raccolte tarde con i Tre intermezzi, op. 117 e le Sette fantasie, op. 116. In chiusura, l’omaggio bachiano nella celebre trascrizione di Ferruccio Busoni della Chaconne dalla Partita n. 2 in re minore, BWV 1004.

Chiude il Festival Yunchan Lim, giovane talento che si è rapidamente imposto sulla scena mondiale. Il suo recital, in programma lunedì 12 ottobre, è interamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart. Lim eseguirà le Sonate n. 1 in do maggiore, K 279, la n. 2 in fa maggiore, K 280, la n. 3 in si bemolle maggiore, K 281 e la n. 4 in mi bemolle maggiore, K 282.

Stagione di Musica da Camera 

con i Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo

La Stagione di Musica da Camera giunge alla sua quinta edizione: anche quest’anno i Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo saranno protagonisti di un nuovo ciclo di concerti dedicato alla Musica da Camera che li vedrà impegnati in diverse formazioni. Un totale di undici appuntamenti una domenica al mese, da novembre 2025 a ottobre 2026.

DONIZETTI OPERA 2025 : LA PRIMA EDIZIONE CON LA NUOVA DIREZIONE ARTISTICA DI RICCARDO FRIZZA

Quattro titoli per tre nuovi allestimenti che ruotano attorno al tema del “matrimonio” affrontato in diverse sfaccettature: al Teatro Donizetti Caterina Cornaro e

Il furioso nell’isola di S. Domingo e al Teatro Sociale il dittico formato da

Il campanello e Deux hommes et une femme

Nei ruoli principali grandi interpreti come Carmela Remigio, Mariangela Sicilia,

Paolo Bordogna, Alessandro Corbelli, Vito Priante, Enea Scala e Bruno Taddia,

che saranno affiancanti da più giovani artisti come Riccardo Fassi e Giulia Mazzola e dagli allievi della Bottega Donizetti

Sul podio, oltre al direttore artistico e musicale Riccardo Frizza,

due giovani talenti come Alessandro Palumbo ed Enrico Pagano

Firmano le regie Francesco Micheli, Manuel Renga e Stefania Bonfadelli

Bergamo, dal 14 al 30 novembre 2025

Biglietti in vendita dal 21 giugno 2025

Sarà la prima edizione firmata da Riccardo Frizza, nella doppia veste di direttore artistico e musicale, quella del Donizetti Opera 2025, festival internazionale dedicato al celebre compositore bergamasco che animerà i teatri della “Città di Gaetano Donizetti” dal 14 al 30 novembre

Il Donizetti Opera è organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, con il sostegno del Comune di Bergamo. È realizzato, inoltre, grazie al supporto di Allianz (Main Partner della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo), Intesa Sanpaolo, SIAD e un crescente numero di imprese partner e realtà aderenti al progetto Ambasciatori di Donizetti che supportano il festival tramite Art Bonus.

«Il programma del Donizetti Opera 2025 – commenta Riccardo Frizza – già rispecchia la strada indicata dalle linee guida triennali che abbiamo presentato lo scorso gennaio e a cui abbiamo lavorato accuratamente in questi mesi, a partire da una maggiore internazionalizzazione del festival. Infatti, oltre alla coproduzione con il Teatro Real di Madrid, fra i più prestigiosi teatri al mondo, questa visione si concretizza anche nella collaborazione con Opera Rara, che permetterà al pubblico di ascoltare, nell’arco di un triennio a partire da quest’anno, l’integrale delle Romanze di Donizetti, tra cui alcune in prima esecuzione assoluta, all’interno della rassegna dei concerti della domenica mattina. Inoltre, l’attenzione alla voce e alla musica donizettiana è il cuore pulsante delle iniziative in cartellone: le quattro opere, tutte proposte in nuovi allestimenti, presentano cast formati da artisti di fama internazionale affiancati da giovani talenti, che un festival ha il dovere di promuovere e far scoprire. Penso ai miei due colleghi di podio, Alessandro Palumbo ed Enrico Pagano, e poi a Carmela Remigio, Mariangela Sicilia, Paolo Bordogna, Alessandro Corbelli, Vito Priante, Enea Scala, Bruno Taddia, che lavoreranno con Giulia Mazzola, Riccardo Fassi e i talentuosi allievi della Bottega Donizetti, realtà fondamentale per la formazione di una generazione di artisti che saprà affrontare il repertorio donizettiano con consapevolezza. L’attenzione ai giovani vedrà, inoltre, l’apertura imminente di un bando d’eccezione, rivolto a librettisti Under 35, per la nuova opera young dedicata a Gaetano Donizetti e suo fratello Giuseppe, che debutterà nel 2026. E ancora, la valorizzazione della rete donizettiana e il coinvolgimento della città di Bergamo troveranno nel Donizetti Opera occasioni di incontro e di scoperta, unitamente alla grande attenzione da sempre rivolta alle attività per i più piccoli e le famiglie, perché il nome di Donizetti sia sempre più un collante sociale e un punto di riferimento per l’intera comunità».

Il Donizetti Opera 2025 presenta, quindi, per tre weekend consecutivi quattro titoli proposti in tre nuovi allestimential Teatro Donizetti andranno in scena Caterina Cornaro in prima moderna, con l’intero testo poetico musicato da Donizetti e il finale secondo la volontà del compositore (venerdì 14, sabato 22 e domenica 30 novembre), e Il furioso nell’isola di S. Domingo nella versione integrale della partitura del 1833 (domenica 16, venerdì 21 e sabato 29 novembre); al Teatro Sociale, in Città Alta, sarà presentato il dittico formato dagli atti unici Il campanello, nella versione del 1837, e Deux hommes et une femme nella versione originale francese (sabato 15, domenica 23 e venerdì 28 novembre).

Il lavoro filologico sulle opere scelte per l’edizione 2025 è stato supportato e seguito dal Centro Studi della Fondazione Teatro Donizetti diretto da Paolo Fabbri, che ha contribuito a individuare le edizioni critiche delle partiture pubblicate da Casa Ricordi, realizzate con il contributo e la collaborazione della Fondazione bergamasca.

«Le trame che il festival Donizetti Opera 2025 porta in scena – spiega Paolo Fabbri – paiono variazioni su un unico tema: il matrimonio. In Caterina Cornaro la protagonista vorrebbe stringerlo con l’amato, ma ragioni politiche, dure fino al ricatto, la obbligano a un’unione d’altro tipo. Una moglie fedifraga e sprezzante ha fatto smarrire il senno al Furioso che impazza nell’isola di S. Domingo. Le fantasiose trovate di un ex della sposa, nel Campanello, impediscono al neo-coniuge di trascorrere con lei la prima notte di nozze. In Deux hommes un marito redivivo e il nuovo sposino fanno a gara per sbarazzarsi di une femme troppo volitiva e perfino manesca».

Si confermano per questa undicesima edizione del Donizetti Opera le compagini protagoniste degli ultimi anni, con l’Orchestra Donizetti Opera impegnata nei due titoli al Teatro Donizetti, l’Orchestra Gli Originali – formazione che adotta strumenti d’epoca – al Teatro Sociale e il Coro dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Salvo Sgrò in tutte le produzioni.

Caterina Cornaro Il furioso nell’isola di S. Domingo

Sarà l’ultima opera composta da Gaetano Donizetti ad aprire il festival: Caterina Cornaro, titolo ideato sul libretto di Giacomo Sacchero nel 1842 per il Theater am Kärntnertor di Vienna, su richiesta dell’impresario Bartolomeo Merelli, ma andato poi in scena nel 1844 al San Carlo di Napoli. Nella città partenopea l’opera andò incontro a un clamoroso insuccesso dettato da una serie di motivazioni, fra cui un ampio rimaneggiamento del libretto da parte della censura che inficiò la chiarezza della trama e un’orchestrazione pensata per un teatro austriaco. Da qui la volontà di Donizetti di intervenire in modo sostanzioso sulla drammaturgia nella terza parte dell’opera: proprio questo finale, di cui esiste il manoscritto, sarà per la prima volta rappresentato a Bergamo, così come il testo poetico di Sacchero sarà quello originale prima degli interventi della censura napoletana. L’edizione critica adottata al festival è stata curata da Eleonora Di Cintio per Casa Ricordi e sarà eseguita dall’Orchestra Donizetti Opera sotto la bacchetta del direttore artistico e musicale Riccardo Frizza, con il Coro dell’Accademia Teatro alla Scala, guidato da Salvo Sgrò.

La storia della regina di Cipro, diventata tale grazie a una singolare amicizia fra i suoi due contendenti, con il potere del Consiglio dei Dieci pronto ad abbattersi su chiunque intralciasse gli interessi della Repubblica di Venezia, sarà portata in scena al Teatro Donizetti con la regia di Francesco Micheli, che racconta: «Caterina Cornaro è di fatto l’ultima opera che Donizetti compone, all’inizio del travagliato declino della sua salute fisica e mentale. La nuova edizione critica, che ho seguito negli anni scorsi come direttore artistico del festival, ci permette di comprendere appieno questo autentico canto del cigno dove il tema centrale è proprio il lento spegnimento del protagonista maschile. Per me una grande occasione per salutare definitivamente il festival e omaggiare il grande Gaetano. Restituire la sconvolgente bellezza di questo capolavoro sconosciuto è un’impresa incredibile, che mi ricorda i giorni incredibili di Ange de Nisida».

Il nuovo allestimento in prima assoluta, coprodotto con il Teatro Real di Madrid, vedrà le scene di Matteo Paoletti Franzato, i costumi di Alessio Rosati, le luci di Alessandro Andreoli, Dramaturg Alberto Mattioli. Nel ruolo del titolo torna al Donizetti Opera una delle beniamine del pubblico, Carmela Remigio, accanto al Gerardo di Enea Scala e al Lusignano di Vito Priante. Interprete di Mocenigo sarà Riccardo Fassi, mentre Fulvio Valenti sarà Andrea Cornaro e Francesco Lucii interpreterà il doppio ruolo di Strozzi e di Un cavaliere del re. 

Caterina Cornaro inaugura venerdì 14 novembre alle ore 20.00 e replica sabato 22 novembre sempre alle ore 20.00 e domenica 30 novembre alle ore 15.30. L’anteprima dedicata agli Under30 è in programma martedì 11 novembre alle ore 17.00.

Sorte totalmente differente da quella che toccò a Caterina Cornaro ebbe Il furioso nell’isola di S. Domingo, rappresentato per la prima volta al Teatro Valle di Roma nel 1833, dove riscosse un immediato successo con decine e decine di repliche in tutta Italia: a Napoli, addirittura, venne rappresentato in tre teatri contemporaneamente. Il Donizetti Opera 2025 propone l’edizione critica di Eleonora Di Cintio per Casa Ricordi, che ripristina un paio di tagli effettuati durante la stagione del debutto romano, inserendo quindi la versione completa del recitativo secco che segue il duetto fra Cardenio ed Eleonora «La mia vittima è qui… Apri il ciglio» e l’impiego della Sinfonia al posto del Preludio.

L’opera si incentra sulla figura di Cardenio, personaggio ispirato all’uomo senza senno della Sierra Morena nel Don Chisciotte di Cervantes e protagonista di un lavoro teatrale in cinque atti anonimo da cui Jacopo Ferretti trasse il libretto. Il ruolo venne interpretato da Giorgio Ronconi, considerato dai più il primo baritono “moderno”.

Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti vede la regia di Manuel Renga, che per il Donizetti Opera ha curato diversi progetti per i più piccoli e che quest’anno, dato il plauso conseguito, è stato chiamato ad affrontare anche un titolo del festival, oltre all’Opera Family ispirata a questo lavoro donizettiano. Lo spettacolo avrà le scene e i costumi di Aurelio Colombo e le luci di Emanuele Agliati. Così Renga introduce la sua lettura: «Una fotografia e la nebbia della mente si dirada. O almeno così pare. Il furioso nell’Isola di S. Domingo, fra i più eclatanti successi di Donizetti, è un’opera semiseria in cui il protagonista è folle e furioso, come il matto della Sierra Morena del Don Chisciotte di Cervantes. Comunemente si parla della follia come di una pianta a cui si possono tagliare i rami, ma le radici rimangono per sempre. Nel nuovo allestimento la chiave di lettura attraverso cui vedere tutta la vicenda è proprio la radice della follia, che anni dopo gli avvenimenti dell’isola, dà nuovo germoglio. Il folle anziano Cardenio, isolato nel suo mondo di ricordi chiuso nel passato, ritirato in una casa di cura, attraverso i pochi oggetti di una vita lontana ritorna ai tempi dell’avventura sull’isola di S. Domingo: l’incontro con Marcella e Bartolomeo, il rapporto con Kaidamà, il ritorno dell’amata Eleonora, il salto nel vuoto, nelle profondità dell’oceano. I ricordi, però, confondono, i sentimenti si sfocano, realtà e fantasia non si distinguono più, finché la forza della volontà e dell’amore emergono per ridare chiarezza e serenità alla vita: si risveglia il vero amore, quello per cui è lecito anche impazzire».

A interpretare il ruolo Cardenio sarà il baritono Paolo Bordogna mentre, con il ruolo di Eleonora, farà il suo debutto al Donizetti Opera Mariangela Sicilia, vincitrice quest’anno della 44esima edizione del Premio “Abbiati”. I panni di Kaidamà saranno vestiti da Bruno Taddia e quelli di Marcella da Giulia Mazzola. Fernando e Bartolomeo saranno rispettivamente Santiago Ballerini e Valerio Morelli. Sul podio, alla guida dell’Orchestra Donizetti Opera e del Coro dell’Accademia Teatro alla Scala, salirà Alessandro Palumbo.

Il furioso nell’isola di S. Domingo debutta domenica 16 novembre alle ore 15.30, con repliche venerdì 21 novembre alle ore 20.00 e sabato 29 novembre alle ore 20.00. L’anteprima Under30 sarà giovedì 13 novembre alle ore 17.00.

Il campanello e Deux hommes et une femme

Il sipario del Teatro Sociale in Bergamo Alta si aprirà sul dittico formato dalla farsa Il campanello e dall’opéra-comique Deux hommes et une femme, entrambe in un atto ed entrambe incentrate sul triangolo sentimentale di una donna e due uomini: nel primo caso la giovane Serafina viene promessa in sposa allo speziale Don Pistacchio, ma l’amato Enrico, grazie a mille travestimenti, interromperà la prima notte di nozze suonando di continuo il campanello della farmacia; la protagonista della seconda opera è invece Rita, sposata in prime nozze con il violento Gasparo, ma che si unisce in seconde nozze con il timido Pepè, credendo il primo marito scomparso in mare. Il ritorno improvviso di Gasparo genera un “tira e molla” parossistico, in cui al centro finisce proprio la protagonista.

Il campanello andrà in scena con l’edizione critica a cura di Ilaria Narici per Casa Ricordi con il contributo del Comune di Bergamo. La versione è quella del 1837 per il Teatro del Fondo di Napoli, con i recitativi cantati al posto dei dialoghi parlati presenti nella prima versione dell’anno precedente scritta per il Teatro Nuovo. Quest’opera ci dà prova – ancora una volta – di un Gaetano Donizetti vero uomo di teatro, oltre che artista generoso: regalò, infatti, la partitura della farsa alla compagnia del Teatro Nuovo che navigava in cattive acque. «Degno di nota – spiega ancora Paolo Fabbri – che, nel Campanello, Donizetti si presentasse come autore al cento per cento: della musica ma anche del libretto, dando prova di abilità da poeta teatrale, assimilata sul campo ma anche frutto di una disposizione creativa a buon diritto definibile ‘naturale’, che si manifestava anche con le parole, oltre che con le note».

Se Caterina Cornaro è stata l’ultima opera a debuttare con Donizetti in vita, Deux hommes et une femme rientra in quel gruppo di lavori che videro la ribalta dopo la morte del compositore. Venne ideato per il Teatro dell’Opéra-Comique nel 1839 su libretto di Gustave Vaëz, autore di versi ricchi di cinismo e decisamente poco inclini alla parità di genere che, dopo un tentativo di portare in scena l’opera in una versione italiana al Teatro del Fondo di Napoli andato fallito, riuscì a far eseguire la partitura nel 1860 all’Opéra-Comique con il titolo Rita, ou le mari battu. A Bergamo Deux hommes et une femme sarà eseguita nella versione originale francese, con il libretto derivato dalla fonte autografa nell’edizione critica a cura di Paolo A. Rossini per Casa Ricordi, con la collaborazione di Francesco Bellotto.

Per entrambe le opere l’allestimento sarà curato da un unico team creativo, interamente al femminile: la regia è di Stefania Bonfadelli, le scene di Serena Rocco, i costumi di Valeria Bettella e le luci di Fiammetta Baldiserri. «Trovo particolarmente felice l’idea di unire queste due opere che sembrano un tutt’uno – racconta la regista. Una si compenetra nell’altra sia dal punto di vista musicale che nell’intreccio drammaturgico, in primis, per il fatto che nel Campanello un marito parte e in Deux hommes et une femme uno ritorna dopo molti anni, ma soprattutto per quel sapore schiettamente francese tra il “boulevard” e il “vaudeville”, a cui Donizetti le consegna allontanandole dalla tipicità delle sue opere comiche più celebri. Qui sembra che Donizetti lasci spazio solo al divertimento tout court, anche un po’ assurdo se vogliamo, senza implicazioni psicologiche palesi. Le due opere oltrepassano sia la farsa che l’opera buffa per strizzare l’occhio un po’ a Feydeau e un po’ a Ionesco, in surreali rapporti matrimoniali, travestimenti e agnizioni».

Alla guida dell’orchestra di strumenti d’epoca Gli Originali ci sarà Enrico Pagano, inserito nel 2021 da Forbes Italia nella lista dei 100 Under 30 leader italiani del futuro, concertatore di un cast interamente formato dagli allievi della Bottega Donizetti 2025, curata da Giulio Zappa. A questo gruppo di giovani talenti farà da mentore Alessandro Corbelli, interprete del ruolo di Gasparo in Deux hommes et une femme. Completa la partecipazione del Coro dell’Accademia Teatro alla Scala.

Il dittico è proposto sabato 15 novembre alle ore 20.00, domenica 23 novembre alle ore 15.30 e venerdì 28 novembre alle ore 20.00, con anteprima Under30 mercoledì 12 novembre alle ore 17.00.

La nuova collaborazione con Opera Rara

Le collaborazioni internazionali del Donizetti Opera si estendono grazie alla nuova intesa che si sta sviluppando in queste settimane con Opera Rara, istituzione culturale britannica che ha come obiettivo quello di ritrovare, studiare e divulgare con incisioni e performance dal vivo composizioni poco eseguite o obliate. Fra queste rientrano le centinaia di canzoni, arie, barcarole, cantate per voce e piano composte da Gaetano Donizetti che, dal 2023, Opera Rara sta riportando alla luce. Al festival, fra brani più noti e alcuni preziosi inediti, saranno protagonisti gli interpreti della Bottega Donizetti in occasione del nuovo appuntamento della domenica mattina al Teatro Donizetti, che completerà così la programmazione di ogni weekend della manifestazione, dove troverà anche spazio il repertorio vocale da camera di Donizetti.

Dies Natalis e Opera Family

Il programma del Donizetti Opera si completa con la grande festa in occasione del Dies natalis di Gaetano Donizetti, il 29 novembre, che coinvolgerà fin dal mattino l’intera città. Una programmazione speciale per un giorno altrettanto speciale, che si concluderà con la recita alle 20.00 al Teatro Donizetti dell’opera Il furioso nell’isola di S. Domingo. 

Ma già dal pomeriggio il Teatro Donizetti sarà festosamente invaso dal pubblico delle famiglie grazie alla programmazione Opera Family che, ogni sabato del festival, proporrà un’attività per grandi e piccoli. Nel giorno del compleanno del compositore si potrà assistere e interagire con l’opera partecipata tratta proprio da Il furioso nell’isola di S. Domingo, proposta con il titolo Il furioso Gaetano nell’isola di S. Domingo, a cui si aggiunge il sottotitolo Ovvero le mirabolanti memorie d’un musicista visionario, con la regia di Manuel Renga, la drammaturgia musicale di Alberto Zanardi in collaborazione con Mariagrazia Mercaldo e le musiche di Gaetano Donizetti dirette da Giulio Arnofi. Ad eseguire la partitura sarà l’Ensemble Donizetti Opera che imbraccerà gli strumenti dell’Orchestra del Mare, realizzati dalla Liuteria del carcere di Opera con il legno delle barche dei migranti, in segno dell’attenzione che il festival rivolge ai temi cruciali della nostra contemporaneità. Lo spettacolo, consigliato a partire dagli 8 anni, sarà anche aperto al pubblico delle scuole con doppia recita il 26 e 27 novembre alle 9.30 e alle 11.30, e il 28 novembre alle 9.00 e alle 11.00.

Ma le proposte Opera Family non finiscono qui. Inizieranno, infatti, già sabato 15 novembre con il laboratorio Qui Lucia, tenuto da Clelia Epis, che darà l’opportunità di immergersi fra i tesori dell’archivio iconografico delle produzioni di Lucia di Lammermoor della Fondazione Teatro Donizetti e quelli monumentali del Teatro Donizetti da scoprire con una visita interattiva (laboratorio ore 15.00 e visita ore 16.00, attività consigliata dagli 8 anni).

Infine, per i bambini e le bambine dai 3 anni, sabato 22 novembre alle ore 16.00 al Ridotto Gavazzeni del Teatro Donizetti andrà in scena Piccolo Signor Rumorela storia-gioco di Enrico Gabrielli fra disegni, rumori e musica, preceduta da un laboratorio creativo alle ore 15.00. Con Enrico Gabrielli al pianoforte, Sebastiano De Gennaro alle percussioni e ai rumori e Marcello Corti agli ottoni e voce narrante.

CineDOpera, il cineforum dedicato a Donizetti

In questi mesi che ci separano dall’inizio del festival 2025, prepara il pubblico al linguaggio e alla musica donizettiana il cineforum proposto dal Centro Studi della Fondazione Teatro Donizetti in Sala della Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti. Un appuntamento al mese nel weekend, da maggio a ottobre, dalle ore 15.00 alle 18.30 circa ad ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili, con prenotazione consigliata su Eventbrite. Il calendario propone, quindi, sabato 17 maggio il titolo Chiara e Serafina, andato in scena per il Donizetti Opera 2022, introdotto da Candida Mantica, che domenica 15 giugno torna a presentare L’aio nell’imbarazzo, sempre nella messa in scena del DO 2022. Domenica 6 luglio sarà la volta di Livio Aragona e Maurizio Merisio con Rosmonda d’Inghilterra, dal DO 2016, per ritrovarsi poi a fine estate, domenica 14 settembre con Paolo Fabbri che introduce Il diluvio universale (DO 2023). Candida Mantica chiuderà le proiezioni domenica 5 ottobre con La fille du régiment (DO 2021).

Dichiara Elena Carnevali, Sindaca del Comune di Bergamo: «Il Donizetti Opera è ormai un appuntamento irrinunciabile non solo per Bergamo, ma per l’intero panorama culturale italiano e internazionale. È molto più di un festival: è un patrimonio vivo della nostra città, espressione della sua identità profonda e del suo spirito accogliente, creativo, colto. Con la nuova direzione artistica di Riccardo Frizza il legame con Gaetano Donizetti si rinnova con forza, nel segno di una visione che unisce continuità e innovazione, e punta ad una maggiore internazionalizzazione a partire dalla coproduzione del titolo inaugurale. È così che Bergamo si conferma centro vitale della cultura musicale e operistica, ambasciatrice nel mondo di un’eredità che parla italiano, ma che appartiene all’umanità intera. Al cuore del festival c’è anche una grande attenzione alle nuove generazioni: giovani artisti trovano qui spazio per crescere e formarsi, mentre bambini, famiglie e scuole sono coinvolti in percorsi che rendono la musica e il teatro un bene condiviso. Mi piace ricordare tra le tante iniziative il bando per giovani librettisti al fine di cercare nuovi talenti per l’opera contemporanea. Perché questo è il senso più profondo del Donizetti Opera: custodire il passato guardando al futuro».

Prosegue Giorgio Berta, Presidente della Fondazione Teatro Donizetti: «Il festival Donizetti Opera è il risultato di un lavoro collettivo che concerta istituzioni, artisti e pubblico, nonché partner, sostenitori e Ambasciatori di Donizetti, che colgo l’occasione per ringraziare del prezioso sostegno, tutti uniti in un progetto culturale ambizioso che vede la voce e la musica al centro. Con Riccardo Frizza si è aperto un nuovo corso, segnato dalla continuità nell’innovazione, come l’opera inaugurale ben rappresenta. Infatti, pur a seguito del naturale avvicendamento alla direzione artistica, il fertile rapporto tra la Fondazione e Francesco Micheli prosegue anche quest’anno con forme diverse, ma con il comune obiettivo di valorizzare la figura del grande compositore bergamasco Gaetano Donizetti. In tal senso si inserisce la collaborazione nella regia dell’opera Caterina Cornaro, nonché la conferma da parte del M° Frizza dei titoli proposti dal predecessore per il cartellone, a cui il nuovo direttore artistico e musicale ha lavorato cesellando accuratamente la scelta delle voci, con nomi di punta del repertorio belcantista, nel segno di una voluta continuità di intenti, ampiamente testimoniata».

Conclude Massimo Boffelli, Direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti: «Ogni edizione del Donizetti Opera è una sfida creativa e organizzativa, che tutta la Fondazione affronta con grande entusiasmo, competenza e professionalità. Il festival anno dopo anno è in continua crescita, come dimostrano numeri, qualità e visibilità, oltre al gradimento espresso dal pubblico, sempre più internazionale, e dalla critica. Con la direzione artistica di Riccardo Frizza e un cast di grande valore, l’edizione 2025 segna un nuovo importante passo avanti, volto ad appassionare un pubblico sempre più ampio che, partendo dal coinvolgimento di tutte le fasce di spettatori della nostra città, stringe legami importanti anche oltre i confini nazionali. Questo con l’obiettivo primario di valorizzare il repertorio donizettiano con uno sguardo contemporaneo e continuare a rafforzare il prestigio del festival a livello mondiale. E il cartellone 2025 ne è la prova concreta».

TCBO: L’OMBRA DELLA MORTE IN “UN BALLO IN MASCHERA” DI VERDI  

    

Debutta a Bologna l’allestimento firmato da Daniele Menghini, con Riccardo Frizza sul podio

Fabio Sartori, Maria Teresa Leva e Amartuvshin Enkhbat interpretano Riccardo, Amelia e Renato  

Da domenica 13 aprile alle 18.00 e in replica fino al 19 aprile al Comunale Nouveau   

   

Nasce dalla collaborazione del Teatro Comunale di Bologna con il Teatro Regio di Parma e con la Fondazione Rete Lirica delle Marche l’allestimento di Un ballo in maschera che ha debuttato a Busseto per il XXIV Festival Verdi, nella lettura del giovane regista in ascesa – con esperienza anche nel mondo della prosa – Daniele Menghini, e che arriva per la prima volta al Comunale Nouveau da domenica 13 aprile alle ore 18.00 e in replica fino al 19 aprile.    

   

Cast di pregio per questo titolo, il secondo della stagione lirica sotto la bacchetta di Riccardo Frizza dopo La fanciulla del West di Puccini inaugurale. Il tenore Fabio Sartori – che proprio sul palco bolognese, nel 1998, aveva cantato per la prima volta due parti verdiane come quella di Gabriele Adorno nel Simon Boccanegra e il ruolo del titolo nel Don Carlo – interpreta il conte Riccardo; il soprano Maria Teresa Leva – che esordì nel teatro d’opera felsineo nel 2011 nell’Olimpiade di Mysliveček – è Amelia, sostituendo Anastasia Bartoli che a causa di un’indisposizione non prenderà parte alla produzione; il baritono Amartuvshin Enkhbat, artista pluripremiato nato in Mongolia, ospite dei maggiori teatri – dalla Scala al Metropolitan di New York – debutta invece al Comunale nelle vesti di Renato. Accanto a loro troviamo il mezzosoprano Silvia Beltrami come la maga Ulrica, mentre il soprano Silvia Spessot è il paggio Oscar. Con i cinque artisti si scambiano rispettivamente nelle diverse date Matteo Lippi, Laura Stella (giovane talento, allieva della Scuola dell’Opera del TCBO, al debutto nella parte di Amelia), Sebastian Catana, Chiara Mogini e Claudia Ceraulo. Completano la compagine vocale Andrea Borghini (Silvano), Zhibin Zhang (Samuel), Kwangsik Park (Tom), Cristobal Campos Marin (Primo giudice) e Sandro Pucci in alternanza con Alfredo Stefanelli (Un servo d’Amelia). Sul podio dell’Orchestra e del Coro – preparato da Gea Garatti Ansini – del Teatro Comunale di Bologna torna Frizza, direttore artistico e musicale del Donizetti Opera Festival, che ha definito l’opera di Verdi un “enigmatico capolavoro” sia per l’atmosfera che precede lo smascheramento, dove il pubblico, scoprendo quali personaggi si nascondano dietro le maschere, diventa motore partecipe dell’azione arrivando a svelare l’enigma prima del crescendo drammaturgico finale, sia per il grande equilibrio fra la drammaticità musicale e la leggerezza da opera buffa che si esplicita, ad esempio, nella figura del paggio Oscar. 

Lo spettacolo, con le scene di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli, «ha un impianto visivo che nasce da un profondo ascolto di tutta la gamma dei colori della sua partitura – dice il regista Menghini, che al Comunale ha collaborato anche con Graham Vick nel 2021 per la ripresa della Bohème di Puccini del 2018 che vinse l’“Abbiati” – Verdi è affascinato dall’opera francese, ci gioca però con colori e toni che potremmo definire per certi versi nordeuropei. Del resto, tutto nasce dal Gustavo III svedese, c’è qualcosa di quel mondo e c’è il mondo cortigiano costantemente in fuga dove la festa diventa la chiave di volta per fuggire dall’oppressione costante della morte. La festa è il dispositivo che abbiamo fatto esplodere e che va a permeare tutta l’opera. […] L’orrido campo è un luogo terribile cosparso di teste mozzate, al confine fra realismo e allucinazione; […] il fatto che il duetto d’amore avvenga qui rappresenta già un cortocircuito potente. Ecco perché ho voluto visivamente giocare con l’immagine e la suggestione della morte».   

È infatti ispirato a un regicidio, quello di Gustavo III di Svezia durante un ballo mascherato, il melodramma in tre atti di Verdi su libretto di Antonio Somma da Gustave III ou Le bal masqué di Eugène Scribe, in cui l’intreccio politico fa da sfondo a quello amoroso che coinvolge i personaggi. Note sono le difficoltà che ebbe l’opera a vedere la luce a causa della censura, in particolare quella napoletana che fece tramontare l’idea di una rappresentazione al Teatro di San Carlo. Un ballo in maschera debuttò infine con successo al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859, seppur con alcuni aggiustamenti: ne sono un esempio lo slittamento della vicenda dalla corte illuminista svedese al Massachusetts del XVII secolo e la trasformazione del protagonista da re a conte, governatore di Boston. La prima rappresentazione dell’opera negli Stati Uniti avvenne all’Academy of Music di New York City, con sette recite a partire dall’11 febbraio 1861: tra il pubblico, il 20 febbraio, era presente Abraham Lincoln, presidente eletto che avrebbe assunto l’incarico dopo poche settimane, il 4 marzo.   

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.   

   

I biglietti – da 25 a 150 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4/a) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio.   

   

STAGIONE D’OPERA 2025 DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA  

  

Un ballo in maschera  

Melodramma in tre atti  

  

Musica di Giuseppe Verdi  

Libretto di Antonio Somma tratto da Gustave III ou Le bal masqué di Eugène Scribe   

  

Direttore Riccardo Frizza  

Regia Daniele Menghini  

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini  

  

Scene Davide Signorini   

Costumi Nika Campisi   

Luci Gianni Bertoli   

Assistente alla regia Andrea Piazza   

Assistente alla regia per i movimenti scenici e coreografici Marco Caudera  

  

Personaggi e interpreti  

  

Riccardo Fabio Sartori (13, 16 e 19 aprile) | Matteo Lippi (15 e 17 aprile)  

Renato Amartuvshin Enkhbat (13, 15 e 16 aprile) | Sebastian Catana (17 e 19 aprile)   

Amelia Maria Teresa Leva (13, 16 e 19 aprile) | Laura Stella (15 e 17 aprile)

Ulrica Silvia Beltrami (13, 16 e 19 aprile) | Chiara Mogini (15 e 17 aprile)   

Oscar Silvia Spessot (13, 16 e 19 aprile) | Claudia Ceraulo (15 e 17 aprile)   

Silvano Andrea Borghini  

Samuel Zhibin Zhang  

Tom Kwangsik Park  

Primo giudice Cristobal Campos Marin   

Un servo d’Amelia Sandro Pucci (13, 16 e 19 aprile) | Alfredo Stefanelli (15 e 17 aprile)  

  

In collaborazione per le azioni sceniche con la Scuola di Teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone   

  

Nuova Produzione del Teatro Comunale di Bologna con Teatro Regio di Parma e Fondazione Rete Lirica delle Marche   

  

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna   

  

Presenting partner Marchesini Group  

  

Comunale Nouveau  

Domenica 13 aprile, ore 18 | Prime   

Martedì 15 aprile, ore 18 | Pomeriggio 1   

Mercoledì 16 aprile, ore 20 | Sera   

Giovedì 17 aprile, ore 18 | Pomeriggio 2   

Sabato 19 aprile, ore 16 | Domenica  

TCBO: RICCARDO FRIZZA SUL PODIO DEL MANZONI PER LA “QUINTA” DI MAHLER E I “SEI LIEDER GIOVANILI” DI SCHÖNBERG TRASCRITTI DA SOLBIATI

Solista il mezzosoprano Monica Bacelli

Venerdì 28 marzo alle 20.30 all’Auditorium Manzoni

Architettura possente quella della Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler, pagina tra le più impegnative del repertorio sinfonico, che segna il ritorno di Riccardo Frizza sul podio dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna dopo l’inaugurazione di stagione con La fanciulla del West di Puccini lo scorso gennaio. Nel concerto in programma all’Auditorium Manzoni venerdì 28 marzo alle 20.30, il Direttore artistico e musicale del Donizetti Opera Festival accosta a questo lavoro i Sei Lieder giovanili di un altro compositore austriaco, Arnold Schönberg, nella trascrizione di Alessandro Solbiati e con solista il mezzosoprano Monica Bacelli.

Scritta da Mahler tra il 1901 e il 1902, dopo aver superato un grave problema di salute, e sottoposta a continue revisioni fino agli ultimi mesi della sua vita, la “Quinta” fu eseguita per la prima volta a Colonia nel 1904sotto la direzione dello stesso autore. Suddivisa in tre blocchi di cinque movimenti complessivi, legati grazie a richiami tematici, quest’opera segnò una svolta nel linguaggio poetico mahleriano. Ad amplificare la notorietà della sinfonia ha contribuito anche il grande schermo, a partire dall’impiego che Luchino Visconti fece dell’Adagietto in “Morte a Venezia” e fino al recente film “Tár”, con protagonista Cate Blanchett nei panni di una direttrice d’orchestra ossessionata proprio da questa partitura.

Vengono proposti nella trascrizione per voce femminile e orchestra realizzata nel 2012 da Alessandro Solbiati – già presentata a Bologna nel 2013 per il progetto “The Schoenberg Experience” con solista Natascha Petrinsky e direttore Philipp von Steinaecker – i Sei Lieder giovanili, selezionati tra i trentadue Lieder senza numero d’opera originariamente scritti per voce e pianoforte da Schönberg tra il 1893 e il 1899. Solista è il mezzosoprano Monica Bacelli, vincitrice del “Premio Abbiati”, riconosciuta interprete del teatro musicale contemporaneo, che ha collaborato anche con Luciano Berio e con compagini di primo piano come i Berliner Philharmoniker e la Filarmonica della Scala.

Dopo questo appuntamento, Riccardo Frizza sarà nuovamente ospite del TCBO per Un ballo in maschera di Verdi, in scena al Nouveau dal 13 al 19 aprile con la regia di Daniele Menghini.

I biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo. 

Per ogni concerto della Stagione Sinfonica 2025 prosegue “Note a margine”, una rassegna di incontri con il pubblico che si tengono circa 30 minuti prima dell’inizio del concerto presso il foyer del bar dell’Auditorium Manzoni. 

Info: https://www.tcbo.it/eventi/stagione-sinfonica-2025-riccardo-frizza-direttore/

RICCARDO FRIZZA RACCONTA IL SUO FESTIVAL DONIZETTI OPERA PER IL TRIENNIO 2025-2027: LA PAROLA CHIAVE È “EVOLUZIONE”

Il Maestro Riccardo Frizza, direttore d’orchestra di fama internazionale, già direttore musicale del Donizetti Opera dal 2017, nominato anche direttore artistico della manifestazione il 4 dicembre scorso dal CdA della Fondazione Teatro Donizetti, annuncia la sua visione del festival per il triennio 2025-2027. Sotto il segno della parola “evoluzione”, il M° Frizza intende proseguire il percorso intrapreso negli ultimi anni con una visione innovativa, che coniuga continuità e futuro.Se la manifestazione in precedenza ha inaugurato il suo format rinnovando la programmazione artistica e invadendo la città con la figura di Donizetti quale illustre bergamasco, ora si mira a un’evoluzione che riporti al centro il Gaetano Donizetti compositore, protagonista assoluto, accompagnato da un progetto culturale che ambisce a consolidare la posizione del festival tra i grandi eventi internazionali.Sei le linee guida fondamentali che indirizzeranno la manifestazione nei prossimi tre anni, a partire da internazionalità e alta qualità artistica, per un festival senza confini. Il Donizetti Opera, infatti, intende rafforzare e ampliare la sua dimensione internazionale, puntando ancora di più sulla qualità artistica e sulla ricerca musicologica, per collocarsi tra i grandi eventi del panorama culturale mondiale. Produzioni di altissimo livello e un dialogo attivo con il pubblico oltre confine faranno del festival un punto di riferimento per gli appassionati e gli esperti del settore, ma anche per i neofiti e i curiosi che vorranno avvicinarsi al corpus del celebre compositore bergamasco, attirati dagli eventi collaterali alla programmazione artistica.

Secondo obiettivo strategico la costruzione di ponti tra culture, grazie a gemellaggi e coproduzioni. Il festival si vuole porre come un luogo d’incontro tra culture e tradizioni diverse: in quest’ottica le coproduzioni diventano veri e propri gemellaggi che coinvolgono il Teatro e la città. Uniscono comunità, intrecciano storie, stimolano nuove letture e visioni, e creano una contaminazione artistica e culturale che abbatte le barriere e le diversità, per una manifestazione profondamente inclusiva.

Terzo punto focale fare di Bergamo la culla della Voce, grazie a progetti rinnovati e nuove proposte che abbracciano diverse arti e discipline. Partendo dalla tradizione belcantistica donizettiana, si celebra la voce in tutte le sue forme, come simbolo contemporaneo di eccellenza e creatività.

Quarto obiettivo la costruzione di una Rete Donizetti: il festival andrà a consolidare il concetto, che si è fatto strada in questi anni, di “Bergamo Città di Donizetti”, puntando a un’ulteriore valorizzazione del Centro Studi della Fondazione e alla costruzione di una rete che renda Bergamo epicentro del patrimonio donizettiano per stimolare un dialogo a livello mondiale.Quindi, sul versante educazione e formazione, le iniziative vedranno il Donizetti Opera per le Life Skills: il festival rinnova il suo impegno verso le nuove generazioni, integrando nei percorsi formativi le Life Skills, così come riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quali comportamenti positivi nelle aree emotive, cognitive e relazionali, che permettono all’individuo di far fronte efficacemente alle sfide quotidiane, sia in termini personali che relazionali e sociali. I programmi educational, pensati per bambini e ragazzi, in collaborazione con le scuole e gli istituti di ogni ordine e grado, connettono sogni, aspettative, sfide e visioni delle nuove generazioni con il linguaggio universale della musica, al fine di guidarle all’ascolto di sé e della propria voce come espressione della propria vocazione.

Ultimo punto, a completamento della strategia, la riflessione che vede il territorio nel Teatro e il Teatro per il territorio. Il Teatro Donizetti, con il suo prestigioso festival, si fa sempre più cuore pulsante della Bergamo creativa e diventa la “Casa della Città”. Un luogo vivo e accessibile, anche oltre le rappresentazioni, non solo per i turisti ma per tutta la comunità. A questo si lega un dialogo sempre più stretto e biunivoco con il fervido terzo settore cittadino e il tessuto produttivo del territorio, invitato a riflettere sul concetto di leadership armonica.«C’è molto della visione della nostra Amministrazione nel progetto del nuovo direttore artistico Riccardo Frizza per il Donizetti Opera 2025-2027: apertura, inclusività e attrattività. Un progetto volto a rafforzare l’internazionalizzazione e rilanciare il grande compositore Gaetano Donizetti, proiettando Bergamo nel mondo sulle note della sua musica.
La cultura, lo abbiamo sempre detto, è motore di crescita, è risorsa dinamica per costruire opportunità. Il progetto del direttore Frizza va in questa direzione, tessendo reti di collaborazione e progettazione con altre città, Paesi e le loro culture, valorizzando l’impegno musicologico e il belcanto, investendo nell’educazione delle nuove generazioni e lavorando per avvicinare sempre più l’opera alle persone, non solo al pubblico appassionato. L’opera lirica, infatti, è un’arte profondamente universale, che parla a tutti, al di là delle competenze tecniche o delle conoscenze specifiche, capace da sempre di raccontare le passioni, i sentimenti e le storie che appartengono a ogni essere umano.
Anche chi non è un “addetto ai lavori” può entrare nel mondo dell’opera, perché essa non richiede di essere esperti per emozionarsi di fronte a una voce potente, una melodia struggente o una messa in scena che stupisce e talvolta interroga. È un linguaggio immediato, che attraversa il tempo e i confini, e che continua a parlare a tutti coloro che vogliono lasciarsi coinvolgere.


Ci aspettiamo, quindi, molto da questa nuova fase e siamo certi che sarà un ulteriore passo per l’affermazione di Bergamo come città di cultura ed “evoluzione”», dichiara Elena Carnevali, Sindaca del Comune di Bergamo.«Della programmazione proposta da Riccardo Frizza, apprezzo particolarmente il termine evoluzione: partire da basi solide per passare a una successiva fase di maturazione, crescere contando su una identità forte e strutturata. È in linea con quello che auspicavamo per questa nuova fase della Fondazione Teatro Donizetti. Il Donizetti Opera avrà una vocazione sempre più internazionale, portando nuove e inedite collaborazioni della nostra città con altre comunità nazionali ed europee e generando nuova linfa anche nella produzione artistica cittadina. Il tema delle alleanze è altrettanto stimolante, soprattutto con altre istituzioni importanti della città, così ricche in ambiti e discipline diversi. Un’alleanza che si potrà esprimere nello sviluppo del tema della “Voce”, filo rosso della produzione donizettiana, e soprattutto nella valorizzazione delle Life Skills, un modo nuovo e originale di calare la musica nella vita quotidiana, con quella consueta attenzione alle giovani generazioni che la Fondazione già esprime da tempo», afferma Sergio Gandi, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo.

«La visione del M° Riccardo Frizza, già stimato direttore musicale e oggi anche direttore artistico del Donizetti Opera in cui riponiamo piena fiducia, è stata favorevolmente accolta e condivisa dal Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, che ne ha colto l’innovazione nella continuità. Questo progetto non solo celebra la centralità della figura di Donizetti, ma conferma la prospettiva di un festival indirizzato verso un futuro sempre più internazionale. Siamo certi che, con la sua guida, il Donizetti Opera raggiungerà traguardi straordinari, consolidando Bergamo come capitale della voce e del belcanto, e punto di riferimento musicale nel mondo», prosegue Giorgio Berta, Presidente della Fondazione Teatro Donizetti.

«Con la parola “evoluzione” vogliamo consolidare il ruolo di un festival che non si pone solo quale evento artistico di alto livello, ma anche come motore di crescita culturale, sociale ed economica per Bergamo. La nostra città, sede dei più alti studi donizettiani, merita un maggior riconoscimento internazionale per la sua capacità di approfondire, stimolare, innovare e innovarsi partendo dalla tradizione. Questo triennio vedrà, quindi, l’attenzione rivolta alla costituzione di reti e gemellaggi, in cui il dialogo con nuove realtà internazionali porterà la città e il suo Teatro quale esempio di eccellenza e innovazione», aggiunge Massimo Boffelli, Direttore generale della Fondazione.

«Dopo la rivoluzione, di cui sono stato parte attiva negli anni scorsi, che ha radicato il festival nel tessuto della città di Bergamo, ora vogliamo guardare avanti, rafforzando le fondamenta costruite e immaginando un futuro di crescita dal respiro internazionale. Immagino un festival che evolve senza perdere la sua identità, che sperimenta e si consolida partendo dalla tradizione e forte delle sue radici, come la figura di Gianandrea Gavazzeni, padre della cosiddetta “Donizetti Renaissance”, con uno sguardo sempre più aperto al mondo», conclude il M° Riccardo Frizza.Con questa visione ambiziosa il direttore artistico Riccardo Frizza, coadiuvato da Marco Vinco nel ruolo di coordinatore della programmazione e dal rinnovato team del Donizetti Opera, si prepara a scrivere un nuovo capitolo nella storia culturale di Bergamo e del suo Teatro, per una manifestazione che, oltre all’autunno, animi tutto l’anno e che sia appuntamento imperdibile per il pubblico di tutto il mondo.

TCBO: DMITRY KORCHAK È WERTHER AL NOUVEAU

Riccardo Frizza dirige per la prima volta il capolavoro di Massenet

Dal 19 al 24 novembre torna l’allestimento firmato da Rosetta Cucchi

È un rinomato interprete del belcanto come il tenore Dmitry Korchak il protagonista del Werther di Jules Massenet, che torna in scena al Comunale Nouveau – da martedì 19 novembre alle 20, con repliche fino al 24 novembre -nella produzione firmata da Rosetta Cucchi nel 2016 per la Sala Bibiena. Affronta per la prima volta il capolavoro di Massenet Riccardo Frizza, Direttore musicale del Donizetti Opera Festival, che sarà impegnato sul podio bolognese anche a gennaio 2025 con La fanciulla del West di Puccini per l’inaugurazione della Stagione lirica. «Quest’opera mi incanta per vari motivi – commenta Frizza – principalmente perché, come aveva annotato Massenet, “Dans la partition de Werther, l’orchestre représente symboliquement le principal personnage”. Il “personaggio principale”, l’orchestra, qui è un formidabile amplificatore delle emozioni dei personaggi grazie ad un uso inconsueto dello strumentale. Ma è tutta la nuance orchestrale del Werther a plasmare un dramma di inconfondibile sensibilità francese. Il protagonismo tenorile fa di Werther “altro” rispetto all’originale goethiano, colorando la sua breve esistenza di passione, bellezza, altruismo e nostalgia di una giovinezza perduta tragicamente».

Rosetta Cucchi riadatta strutturalmente l’allestimento per rispettare le caratteristiche del Nouveau, dando vita visivamente a un effetto Cinemascope: «Ho affrontato questo Werther – dice – in una sorta di piano sequenza sia dal punto di vista del protagonista sia da quello dello sviluppo narrativo con un percorso quasi più cinematografico che teatrale». Non è cambiato, però, il senso dello spettacolo originale che partiva da un quesito: «Qual è il sogno di Werther? – si chiedeva Cucchi – Una vita con Charlotte fatta di piccoli gesti quotidiani. Una casa che inesorabilmente si allontana, lasciandolo nudo in una natura che passo a passo muore con lui. […] Werther è vittima di un sogno rovesciato che contiene ordine, razionalità, prevedibilità. Ecco perché da una poltrona collocata in primo piano, durante ciascun inizio d’atto, come in un piano sequenza, lo accompagniamo negli attimi che precedono il suicidio. Il gesto estremo che lo condurrà finalmente dove desidera». La regista pesarese, che è Direttrice artistica del Wexford Festival Opera, è nuovamente al Comunale dopo l’Adriana Lecouvreur di Cilea del 2021, nata in versione film-opera e successivamente in scena per il pubblico. 

Accanto a Korchak, il mezzosoprano Annalisa Stroppa nei panni di Charlotte per un doppio debutto: quello scenico nella parte – che ha da poco cantato in forma di concerto a Dortmund – e al TCBO.

Nel ruolo di Werther e nella parte di Charlotte si avvicendano con loro nel cast alternativo Kazuki Yoshida e Aoxue Zhu (nelle date del 20 e 22 novembre). Completano la compagine vocale Tommaso Barea come Albert in alternanza con Matteo Guerzè (il 22 e 24 novembre), Claudia Ceraulo come Sophie in alternanza con Silvia Spessot (il 20 e 22 novembre), e ancora Alessio Verna (Le Bailli), Xin Zhang (Schmidt), Dario Giorgelè (Johann), Yuri Guerra (Brühlmann) e Giulia Alletto (Kätchen).

L’Orchestra e il Coro delle Voci Bianche (preparato da Alhambra Superchi) sono quelli del Teatro Comunale di Bologna. Le scene sono curate da Tiziano Santi, i costumi da Claudia Pernigotti (ripresi da Massimo Carlotto) e le luci da Daniele Naldi. Presenting partner dello spettacolo è Pelliconi.

Concluso nel 1886 e andato in scena per la prima volta il 16 febbraio 1892 alla Hofoper di Vienna (oggi la Wiener Staatsoper) – l’Opéra Comique di Parigi l’aveva inizialmente rifiutato – Werther è considerato il capolavoro di Jules Massenet, scritto dopo i successi di Manon e Hérodiade. Il libretto, di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, è tratto dal celebre romanzo epistolare di Goethe Die Leiden des jungen Werther (I dolori del giovane Werther), scritto nel 1774 e considerato il simbolo della corrente romantica denominata Sturm und Drang che dilagò in Europa alla fine del XVIII secolo. Massenet lo conobbe nella traduzione francese, e fu questo a spingerlo verso quelle sonorità morbide e dolci tipiche della sua lingua madre, nel tentativo di realizzare una perfetta contiguità della linea melodica con il verso francese. Nelle sue memorie (Mes souvenirs), Massenet racconta il suo incontro con il romanzo di Goethe: dopo aver ascoltato il Parsifal a Bayreuth, insieme al suo editore Hartmann si recò a Wetzlar, la città dove aveva vissuto Werther. “Trovarmi proprio in quella casa che Goethe aveva reso celebre ambientandovi l’amore del suo eroe, m’impressionò profondamente. Uscendo di là Hartmann mi disse: ‘Ho di che completare l’emozione che provate’. E nel dire queste parole trasse dalla tasca un libretto ingiallito dal tempo. Era la traduzione francese del romanzo di Goethe… Come ebbi in mano quel libro, avido di leggerlo, entrammo in una di quelle immense birrerie che si trovano ovunque in Germania… Non riuscivo a staccarmi dalla lettura più appassionante… Tanto delirio di passione e di estasi mi fece salire le lagrime agli occhi. Che scene emozionanti, che quadri avvincenti potevano venirne fuori! Era Werther…” .

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

I biglietti – da 15 a 100 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4/a) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio.

Info: https://www.tcbo.it/eventi/werther-dal-19-al-24-novembre-al-comunale-nouveau/

ROBERTO DEVEREUX PRIMO TITOLO OPERISTICO DELLA DECIMA EDIZIONE DEL DONIZETTI OPERA

Sul podio il direttore musicale del festival Riccardo Frizza; la regia è di Stephen Langridge
 
Come Elisabetta I il soprano Jessica Pratt, Roberto Devereux è il tenore John Osborne, mentre Simone Piazzola sarà Nottingham e Raffaella Lupinacci Sara
 
La première sarà preceduta dall’incontro di approfondimento e prove aperte di Donizetti Talk e dall’anteprima dedicata agli under 30

Teatro Donizetti, Bergamo
Venerdì 8 novembre, ore 17.30 (Donizetti Talk)
martedì 12 novembre, ore 17 (anteprima under 30)
venerdì 15 novembre, ore 20 (fuori abbonamento)
sabato23 novembre, ore 20 (fuori abbonamento – in opzione al Turno C)
giovedì 28 novembre, ore 20 (Turno A)

Si avvicina il debutto del primo titolo in scena al Teatro Donizetti: Roberto Devereuxopera fra le più amate di Gaetano Donizetti in programma venerdì 15 novembre alle ore 20 (repliche sabato 23 novembre e giovedì 28 novembre sempre alle ore 20). Mancano quindi pochi giorni all’inizio ufficiale della decima edizione del festival Donizetti Opera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata al compositore bergamasco e dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza.
 
Tappa immancabile verso la première di Roberto Devereux il Donizetti Talk in calendario venerdì 8 novembre alle ore 17.30 nella Sala Riccardi del Teatro Donizetti con i musicologi dell’Area scientifica del festival Livio Aragona e Maurizio Merisio e la partecipazione del direttore Riccardo Frizza e del regista Stephen Langridge. Il pubblico avrà poi la possibilità di accedere alle prove d’insieme dell’opera ed assistere quindi in anteprima ad una scena della nuova produzione. Per partecipare è consigliata la prenotazione su www.donizettiopera.org. Martedì 12 novembre alle ore 17.00 sarà invece il pubblico dei giovani a poter assistere all’opera grazie all’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro.
 
«Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita» ha avuto modo più volte di dichiarare il direttore musicale del festival Riccardo Frizza che, dopo averla interpretata in giro per il mondo, sarà sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera portando sui leggii l’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti a cura di Julia Lockhart, pubblicata nel 2022.
«Roberto Devereux è un capolavoro, anzi forse il capolavoro di Donizetti, almeno nel campo dell’opera italiana – sottolinea Frizza­ – È il titolo della svolta, della maturità completa. Ci saranno altri capolavori, specie francesi, ma nessuno sposterà più in alto l’asticella dell’ispirazione donizettiana. Per forza: una vicenda fortissima e appassionante, dai caratteri ben tratteggiati, una straordinaria figura di donna di potere innamorata, una grande invenzione musicale e una grandissima libertà formale, che trascende le forme chiuse che erano ancora la regola del melodramma dell’epoca. E, in fin dei conti, un soggetto tutto sommato insolito, unico, credo, nell’enorme catalogo donizettiano: la caducità del tempo, degli uomini e delle cose».
 
La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. «La nostra messinscena – dichiara Langridge – è sicuramente contemporanea, ma ambientata in un mondo elisabettiano di fantasia. Non ho nulla contro l’uso di abiti contemporanei per esplorare un soggetto storico (Shakespeare lo faceva continuamente!), ma questa volta io e Katie Davenport, che firma sia le scene che i costumi, abbiamo voluto mantenere il sapore del mondo elisabettiano. La produzione non è affatto realistica o oggettiva, ma nemmeno l’opera di Donizetti lo è. È piuttosto una messinscena soggettiva, che consente di esplorare paesaggi emotivi e psicologici interiori».
 
Protagonisti vocali di questa che è «l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor» (P. Fabbri), sono alcuni celebri interpreti del Belcanto come Jessica Pratt (Elisabetta), John Osborn (Roberto Devereux), Simone Piazzola (Nottingham), Raffaella Lupinacci (Sara), David Astorga (Cecil), Ignazio Melnikas (allievo della Bottega Donizetti 2024) e Fulvio Valenti (Un famigliare di Nottingham e Un Cavaliere); scene e costumi sono di Katie Davenport; l’allestimento è coprodotto con il Teatro Sociale di Rovigo.
 
Donizetti lavorò alla composizione dell’opera nel corso dell’estate del 1837, un periodo funestato da eventi negativi, come la morte del terzo figlio e soprattutto dell’amata moglie Virginia Vasselli. Il Devereux è un’opera di svolta. Rispetto ai precedenti titoli “inglesi”, e giovandosi dell’esperienza maturata, il musicista indagò più a fondo la figura di Elisabetta, e ne ricavò un personaggio tragico e sfaccettato, al quale corrisponde una vocalità impervia, virtuosistica e dolente allo stesso tempo.

 
Sostenitori, partner, sponsor
Fondamentale anche nel 2024 il sostegno di Comune di Bergamo, Ministero della Cultura, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Bergamo. E ancora del Main partner Allianz (membro Benemerito della Fondazione Teatro Donizetti). Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, SIAD, KPMG, Polo Tematico Avantgarde, Rea Dalmine, Abilita. Sponsor Curnis / Rolex, Automha. Partner tecnici ATB e Claypaky. In collaborazione con il Politecnico delle Arti “G. Donizetti – G. Carrara”, la Fondazione Mia, Rotary Club Terra di San Marco, Opera Europa, Fedora. Media partner Unibg On Air.
 
Un ringraziamento speciale agli Ambasciatori di Donizetti e a tutti coloro che sostengono l’attività della Fondazione Teatro Donizetti tramite ArtBonus
A2A • ATB Mobilità • Sacbo • Uniacque
Il Maestro Siad
I capolavori Fine Foods
Le pietre miliari Alfaparf Group • Calfin • Curnis Gioielli 3C • Gruppo Rulmeca • IRE OMBA • Legami• Nuova Demi • OMB Valves
Le rarità 3V Eagle • Allegrini • Automha • Before Advisory • Beltrami Linen • Bodega G. & C. • Brembomatic Pedrali • Carba • Caseificio Defendi Luigi • Catellani & Smith • CRS Impianti • CX Centax • Dalmine • Diachem • Effegi • Ferretticasa • Flow Meter • FraMar • Fratelli Rota Nodari • Gemels • Gruppo Alimentare Ambrosini • Impresa Edile Stradale Artifoni • Intertrasport • Iterchimica • Levorato • Lovato Electric • LVF Valve Solutions • MA.BO. • Milestone • Montello • Neodecortech • Panestetic • Pellegrini • Persico • Polo Telematico Avantgarde • Qintesi • Revi4 • Ri.Gom.Ma • Sinergia • Stucchi Group • Studio Berta Nembrini Colombini & Associati • Trussardi Petroli • Zanetti
Hanno inoltre donato ANCE Associazione Nazionale Costruttori Edili Bergamo • Fecs • Rota Fumagalli Gioielleria
 
martedì 12 novembre, ore 17 (anteprima under 30)
venerdì 15 novembre, ore 20 (fuori abbonamento)
sabato23 novembre, ore 20 (fuori abbonamento – in opzione al Turno C)
giovedì 28novembre, ore 20 (Turno A)
 
Teatro Donizetti, Bergamo

Roberto Devereux
tragedia lirica in tre atti di Salvadore Cammarano
Musica di Gaetano Donizetti
 
Prima esecuzione: Napoli, Real Teatro di San Carlo, 28 ottobre 1837
Edizione critica a cura di Julia Lockhart © Casa Ricordi, Milano con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti
 
Direttore Riccardo Frizza
Regia Stephen Langridge
Scene e costumi Katie Davenport
Luci Peter Mumford
Regia animazione pupazzo Poppy Franziska
Assistente alla regia Katerina Petsatodi
 
Elisabetta Jessica Pratt
Il duca di Nottingham Simone Piazzola
Sara Raffaella Lupinacci
Roberto Devereux John Osborn
Lord Cecil David Astorga
Sir Gualtiero Raleigh Ignas Melnikas*
Un famigliare di Nottingham Fulvio Valenti
e Un Cavaliere
 
Allievo della Bottega Donizetti
 
Mimo Luca Maino
Burattinai per l’animazione del pupazzo Noemi Giannico, Matteo Moglianesi
 
Orchestra Donizetti Opera
Coro dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestro del Coro Salvo Sgrò
 
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti
in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo


Biglietteria
Piazza Cavour, 15 – Bergamo – T. 035 4160601/602/603 – martedì-sabato, ore 16-20
biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org
gruppi@fondazioneteatrodonizetti.org
 
Costo dei biglietti:
– Roberto Devereux e Don Pasquale: da 120 euro a 16 euro
– Zoraida di Granada: da 105 euro a 16 euro
– LU OpeRave: 25 euro
 
Carnet weekend
Tutti gli spettacoli di ciascun fine settimana con lo sconto del 25%
Carnet sabato
I biglietti per le opere in tre sabati diversi con lo sconto del 25%
 
Gli spettacoli nei giorni feriali avranno inizio alle ore 20 nei giorni feriali e alle ore 15.30 la domenica.

DONIZETTI OPERA 2024: DECIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEDICATO AL COMPOSITORE BERGAMASCO

Programma celebrativo con due capolavori: Roberto Devereux e Don Pasquale Zoraida di Granata è la rarità per #donizetti200

Tornano LU OpeRave, gli incontri tematici, presentazioni, prove aperte, attività per scuole e famiglie

Nelle locandine i nomi di grandi interpreti come Javier Camarena, Roberto de Candia, Cecilia Molinari, John Osborn, Jessica Pratt insieme ad altri affermati più giovani interpreti e agli allievi della Bottega Donizetti

Sul podio Riccardo Frizza, Iván López-Reynoso e Alberto Zanardi

Le regie sono di Stephen Langridge, Amélie Niermeyer, Bruno Ravella e Mattia Agatiello

A Bergamo le attività cominciano il 25 ottobre in attesa dei weekend operistici
dal 14 novembre all’1 dicembre
.

2015-2024: manca meno di un mese alla decima edizione del festival Donizetti Opera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata al compositore bergamasco e organizzata dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza.

Il programma musicale si svolgerà a Bergamo “Città di Gaetano Donizetti” dal 14 novembre al 1° dicembre 2024 ma già dal 25 ottobre sono in programma numerose attività per il pubblico: incontri, conferenze e prove aperte.

«Ci avviciniamo al debutto del Donizetti Opera 2024 con tanti dati davvero incoraggianti – dichiara il Presidente della Fondazione Teatro Donizetti Giorgio Berta – Anche quest’anno la raccolta di fondi provenienti dagli sponsor e dai donatori è stata oltremodo significativa e di grande soddisfazione, attestandosi ad oggi per tutta la Fondazione a 1.300.000 euro. Abbiamo confermato le principali partnership ma anche registrato nuove importanti adesioni. Abbiamo lanciato un nuovo progetto che lega il numero degli Ambasciatori di Donizetti alle 73 opere del catalogo donizettiano e, ad oggi, abbiamo abbinato 50 Ambasciatori ad altrettanti titoli. Anche le prenotazioni e le vendite dei biglietti al momento sono in crescita rispetto allo scorso anno, a dimostrazione che l’equilibrio trovato dal direttore artistico Francesco Micheli fra ricerca e repertorio è vincente. Infine anche la stampa estera è sempre più interessata a raccontare e documentare la programmazione del Donizetti Opera: un’ulteriore conferma dell’internazionalità del festival».

«Il Donizetti Opera – dichiara l’Assessore alla Cultura di Bergamo Sergio Gandi – porterà in scena i titoli di Gaetano Donizetti all’interno di una proposta legata alla contemporaneità che affronterà temi anche di attualità politica, come già successo nelle ultime edizioni. Questo ha contributo nel tempo a far diventare una “star” un autore che per la città era quasi sconosciuto. In generale, questa programmazione articolata e così organizzata,  ha dato al festival e quindi anche a tutta la città un profilo internazionale, così come dimostrano i dati già in nostro possesso, che segnano l’87% di stranieri nelle prenotazioni dei gruppi. Tutto questo ci porta a poter considerare il Donizetti Opera un pilastro dell’identità di Bergamo: questa edizione che celebra le dieci edizioni lo dimostra in modo particolare».

«È la decima edizione del Donizetti Opera – sottolinea il direttore artistico Francesco Micheli – il decimo anno in cui si lavora alla costruzione del monumento a questo artista la cui grandezza è ancora tutta da esplorare, un monumento di cui siamo fieri, e grati, di aver potuto costruire il primo tassello. Abbiamo cercato, da un lato, di risalire alla fonte dell’uomo e dell’artista, proponendo le sue opere, sia quelle più note che quelle che lo sono meno, in edizioni filologicamente ineccepibili e coerenti con la prassi esecutiva dell’epoca. Dall’altro, abbiamo voluto coniugare al presente la rivoluzionaria teatralità di Donizetti, convinti che nessun teatro sia contemporaneo, vitale e necessario come il suo. L’obiettivo è sempre lo stesso, oggi come dieci anni fa: divulgare l’opera di Donizetti, e diffondere il benefico contagio del nostro amore per lui a Bergamo, in Italia e nel mondo intero».

L’edizione 2024 del festival Donizetti Opera è quindi celebrativa, con i weekend che “cominciano” il giovedì. Sarà riproposta al Balzer Globe LU OpeRave (giovedì 14, giovedì 21 e venerdì 29 novembre), la creazione 2023 ispirata alla più celebre delle opere donizettiane firmata dal regista e coreografo Mattia Agatiello con la direzione creativa di Stefano Libertini Protopapa. Al Teatro Donizetti andranno in scena due capolavori di Gaetano Donizetti: Roberto Devereux (venerdì 15, sabato 23 e giovedì 28 novembre) e Don Pasquale (domenica 17, venerdì 22 e sabato 30 novembre) affidati rispettivamente al direttore musicale del festival Riccardo Frizza e al regista inglese Stephen Langridge il dramma elisabettiano e alla regista Amélie Niemeyer e alla bacchetta del giovane messicano Iván López-Reynoso l’ultima grande commedia della maturità. In prima moderna, al Teatro Sociale, andrà in scena con la regia di Bruno Ravella la versione “Roma 1824” di Zoraida di Granata (sabato 16 novembre, domenica 24 novembre, domenica 1° dicembre) per il ciclo #donizetti200 e Alberto Zanardi sul podio.

A contribuire all’atmosfera festivaliera del weekend tornano i concerti Casa e Bottega: domenica 17 novembre alle ore 11 la Casa natale di Donizetti in Città alta ospiterà il primo dei tre concerti in programma, protagonisti Massimo Spadano, primo violino dell’Orchestra Donizetti Opera, e Francesco Libetta pianista e virtuoso celebre, che presenteranno alcune pagine per violino e pianoforte del Bergamasco come anteprima della loro nuova pubblicazione digitale per Sony Music in uscita nel 2025. Le due domenica successive, 24 novembre e 1° dicembre, sempre alle ore 11.00, concerti degli allievi della Bottega Donizetti accompagnati al pianoforte da Hana Lee, impegnati in brani dalle opere del compositore di casa. Com’è noto, l’attività della Bottega Donizetti è sostenuta dal Rotary Club Terra di San Marco attraverso la vendita durante il festival della Torta del Donizèt nella speciale confezione celebrativa da collezione e la realizzazione del dolce, affidata dalle pasticcerie Balzer, La Marianna e Morlacchi.

Ampio spazio durante il festival per l’attività Education e Opera Family. Per la prima volta, l’opera partecipata pensata per gli studenti della scuola primaria e secondaria di I grado, andrà in scena al Teatro Donizetti (non al Sociale come negli anni scorsi) e sarà Don Pasquale. Il grande gioco dell’amore, in programma il 22, 25 e 26 novembre al mattino (doppia recita alle ore 9.30 e alle 11.30; il 26 alle 9.00 e alle 11.00); autore della drammaturgia e regia è Manuel Renga, esperto di spettacoli musicali per bambini e ragazzi, mentre la direzione musicale è di Aram Khacheh con l’Ensemble Donizetti Opera e il pianista Marco Regazzi. Domenica 24 novembre alle 16, Don Pasquale. Il grande gioco dell’amore sarà aperto alle famiglie che alle 14.30 potranno anche partecipare ad un laboratorio di preparazione. Quest’ultimo è uno dei tre appuntamenti del Donizetti Opera Family che prenderanno il via domenica 17 novembre in Città Alta con una caccia al tesoro donizettiana dal titolo Il gufo investigatore (Casa natale, dalle 14 fino alle 16) e poi si completa, sabato 30 novembre (Teatro Donizetti ore 15.30) con Tano di Lammermoor uno spettacolo con i Burattini Cortesi su drammaturgia e regia di Manuel Renga e Simone Dini Gandini e i cantanti Leonardo Moroni, Roberto Dibitonto, Francesca Longa. Fra le attività Donizetti Education rientrano anche le tre anteprime Under30 in programma il 12, 13 e 14 novembre alle ore 17 dedicate alle scuole superiori e all’Università. Particolare importanza in questo ambito riveste la media partnership stretta dal festival con UniBG OnAir, la radio dell’Università di Bergamo.

Attorno ai titoli d’opera sono in programma alcuni momenti di riflessione e approfondimento. Tornano così gli attesi Donizetti Talk a cura dell’Area scientifica del festival con la partecipazione dei direttori e registi delle opere e l’accesso alle prove. Il primo incontro venerdì 8 novembre (Teatro Donizetti, Sala Riccardi, ore 17.30) è per Roberto Devereux con Livio Aragona e Maurizio Merisio; quindi sabato 9 novembre (ore 17.00) alla Biblioteca Mai e poi al Teatro Sociale, sarà dedicato a Zoraida di Granata e vedrà relatori Edoardo Cavalli e Paolo Fabbri. Si prosegue domenica 10 novembre (ore 17.00) nella Sala Riccardi del Teatro Donizetti con Candida Billie Mantica e Livio Aragona per Don Pasquale. Tutti questi incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata su gaetanodonizetti.org

Altro ciclo di incontri è quello dei lunedì di novembre (Teatro Donizetti, Sala Riccardi, ore 18), intitolato Donizetti Today, in cui esperti e professionisti di ambiti non musicali e altre istituzioni cittadine riflettono e discutono su alcuni temi che sostanziano le vicende dei libretti delle opere donizettiane in programma. In dettaglio lunedì 4 novembre Don Giuliano Zanchi, Francesco Mazzucotelli e Andrea Valesini conversano su L’enigma della Pace. Aspirazione necessaria, conflitto inevitabile legato a Zoraida di Granatalunedì 11 novembre Alberto Mattioli e Marco Ubezio su Tutti pazzi per i Royals creando una connessione tra la passione di Donizetti per “i Tudori” e l’attuale famiglia regnante in Gran Bretagna; infine lunedì 18 novembre lo psichiatra Filippo Tancredi con Albert Mattioli, prendendo spunto da Don Pasquale, conversano su Desiderio senza età. Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata su gaetanodonizetti.org

Si parla di biblioteche e libri con Donizetti Bookmarks (Teatro Donizetti, Sala Musica, ore 18), sabato 23 novembre C’è posta per Mai: una nuova lettera di Donizetti alla Biblioteca Civica con Paolo Fabbri e Fabrizio Capitanio in merito a una nuova acquisizione della Biblioteca “Angelo Mai”; quindi sabato 30 novembre si presenta il nuovo libro di Emilio Sala Opera, neutro plurale (il Saggiatore). Anche questi incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata su gaetanodonizetti.org

Venerdì 29 novembre Dies natalis di Gaetano Donizetti sarà il momento culminante dei festeggiamenti per il decennale del festival. Ci sarà infatti D come Dieci, seconda giornata delle iniziative programmate per celebrare il traguardo, ripercorrendo insieme al pubblico e alla città le tappe fondamentali del Donizetti Opera, per ricordare e commentare le produzioni più amate e importanti che hanno permesso di scoprire nuovi aspetti e nuovi tesori dell’arte del compositore orobico. Sarà possibile ancora una volta visitare il Teatro Donizetti (dalle ore 10 alle ore 13), mentre invece in Città alta è in programma (ore 11.15) la tradizionale Elevazione musicale nella Basilica di Santa Maria Maggiore e l’omaggio ai monumenti funebri di Donizetti e Mayr; gli studenti inoltre (ore 10.30) saranno coinvolti in un flash mob in piazza Vecchia per ricordare sia Donizetti che Giacomo Puccini, del quale nello stesso giorno ricorre il centenario della morte. Si torna al Teatro Donizetti (ore 14.30) per DeCineForum con la presentazione e proiezione dell’opera La Favorite messa in scena nel 2021 e riconosciuta dall’Associazione Nazionale Critici Musicali con il Premio Abbiati per il miglior spettacolo dell’anno. Al Donizetti Studio (ore 18) ci sarà un nuovo laboratorio di canto per i più giovani che si esibiranno alle ore 19.30 davanti al Teatro, mentre in Sala Riccardi alle ore 19 torna Un Donizetti è per sempreconversazione e aperitivo tra musica e preziosi grazie a un altro degli Ambasciatori storici del festival, Curnis Gioielli che porterà in teatro le creazioni di Roberto Coin. Già molto attesa (alle 20, ingresso gratuito) l’edizione speciale e dal vivo di Citofonare Gaetano, Amarcord, il format nato per commentare le opere nel periodo covid attraverso il web: per questa edizione speciale Francesco Micheli, Ricardo Frizza e Alberto Mattioli raccoglieranno sul palcoscenico del Donizetti alcuni degli artisti che hanno segnato i dieci anni di festival e proietteranno in anteprima alcuni estratti della prima opera che ha lasciato il segno nella recente interpretazione donizettiana e cioè Anna Bolena nell’edizione del 2015. Finale di serata al Balzer Globe dove ci sarà la replica prevista in programma di LU OpeRave (ore 21.30). Le attività del Dies natalis sono realizzate con il sostegno di Stucchi S.p.A.

Dai prossimi giorni per raccontare da vicino il festival sarà sempre più ricco di informazioni il Donizetti Social Club – community di WhatsApp per conoscere tutto quello che accade intorno a Gaetano con particolare attenzione al festival (novità, backstage, anteprime ecc.). Saranno a breve disponibili sulla Donizetti Opera Tube alcune apprezzate video serie come “Alle prove con Mattioli” – introduzioni alle opere registrate quest’anno nella Casa natale –, “Parla con Gaetano” con gli artisti che si “confessano” davanti alla statua di Donizetti e la nuova “Parla con Gaetano City Edition” con i bergamaschi che dialogano con il compositore, oltre a “I bambini ti raccontano le opere”, giovanissimi narratori d’eccezione raccontano i personaggi e le trame del festival 2024.

Le opere del Donizetti Opera 2024
La ripresa di LU OpeRave
La settimana inaugurale 2024 del festival Donizetti Opera – già vincitore nel 2019 dell’“Oper! Award” come miglior festival europeo per la critica tedesca e con quattro nomination all’International Opera Award sempre come miglior festival dell’anno – si apre al Balzer Globe con la ripresa di uno dei progetti più innovativi e apprezzati durante queste dieci edizioni del festival: LU OpeRave (giovedì 14, giovedì 21 e venerdì 29 novembre) in cui la musica di Donizetti incontra l’elettronica e le nuove tendenze; dal titolo è chiaro il riferimento a Lucia di Lammermoor, alla quale gli autori di questo progetto sperimentale si sono ispirati. All’origine di LU OpeRave ci sono Mixopera vol. 1 e vol. 2, gli EP di musica elettronica ispirati alla musica di Donizetti e realizzati da alcuni fra i più importanti musicisti elettronici europei raccolti intorno all’etichetta Fluidostudio, disponibili su tutte le piattaforme di streaming (Spotify, iTunes, Amazon Music, YouTube Music). Fra gli artisti degli EP coinvolti in LU OpeRave ci sono Stefano Libertini Protopapa (direttore creativo del progetto), ilromanticoH.E.R. autori delle musiche. Il libretto è dei Maniaci d’amore. La regia e la coreografia sono di Mattia Agatiello, che porta in scena la sua Fattoria Vittadini pluripremiata e celebre compagnia di danza con sede a Milano alla Fabbrica del Vapore. Le scene e i costumi sono di Andrea Cammarosano e Leonardo Persico. Gli interpreti sono di formazione ed esperienze musicali diverse – il soprano Laura Ulloa (allieva della Bottega nel 2021), il noto vocalist David Blank e la performer M¥SS KETA come voce narrante – e rappresentano una fusione pensata per parlare al pubblico di ogni generazione, confermando la forza innovativa e rivoluzionaria della poetica donizettiana.

Due capolavori assoluti al Teatro Donizetti
Roberto Devereux  (1837) su libretto di Salvadore Cammarano e Don Pasquale (1843) su libretto di Giovanni Ruffini sono due tra i più noti e amati titoli donizettiani che quest’anno vengono messi in scena per la prima volta al festival; per entrambi si farà riferimento all’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti. Per Roberto Devereux si tratta di quella curata da Julia Lockhart e pubblicata nel 2022, mentre per Don Pasquale sarà una vera primizia, curata da Roger Parker e Gabriele Dotto, la cui uscita ufficiale è prevista nel 2026.
Donizetti è un vero artista romantico, che inaugura il XIX secolo sfidando i canoni classici, drammaturgici e musicali, e proponendo un’arte rivoluzionaria per il suo tempo ma indispensabile anche al nostro. Il tempo non è il miglior giudice, né nell’arte né nella vita. Lo dimostra, fra l’altro, il tema che accomuna due dei tre titoli del Donizetti Opera, Roberto Devereux e Don Pasquale: quello, scottante, della possibilità di amare, e dunque di desiderare, anche in età matura o addirittura tarda, senza distinzione di generi. Un argomento dove, una volta di più, il teatro donizettiano si dimostra capace di parlare alla nostra contemporaneità.

«Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita» ha avuto modo più volte di dichiarare il direttore musicale del festival Riccardo Frizza che, dopo averla interpretata in giro per il mondo, la dirigerà con l’Orchestra Donizetti Opera a Bergamo per il festival 2024 (Teatro Donizetti, venerdì 15, sabato 23 e giovedì 28 novembre). La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che, già a capo della Gothenburg Opera, è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. Protagonisti vocali di questa che è «l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor» (P. Fabbri), sono alcuni celebri interpreti del Belcanto come Jessica Pratt (Elisabetta), John Osborn (Roberto Devereux), Simone Piazzola (Nottingham), Raffaella Lupinacci (Sara), David Astorga (Cecil) e gli allievi della Bottega Donizetti 2023); scene e costumi sono di Katie Davenport; l’allestimento è coprodotto con il Teatro Sociale di Rovigo. Donizetti lavorò alla composizione dell’opera nel corso dell’estate del 1837, un periodo funestato da eventi negativi, come la morte del terzo figlio e soprattutto dell’amata moglie Virginia Vasselli. Il Devereux è un’opera di svolta. Rispetto ai precedenti titoli “inglesi”, e giovandosi dell’esperienza maturata, il musicista indagò più a fondo la figura di Elisabetta, e ne ricavò un personaggio tragico e sfaccettato, al quale corrisponde una vocalità impervia, virtuosistica e dolente allo stesso tempo.

Il dramma buffo Don Pasquale (Teatro Donizetti, domenica 17, venerdì 22 e sabato 30 novembre) è certamente tra i titoli più conosciuti ed amati del Bergamasco sin dal trionfale debutto a Parigi nel 1843:sarà affidato vocalmente a due “maestri” come Roberto de Candia (Don Pasquale) e Javier Camarena (Ernesto) affiancato dalle voci degli allievi della Bottega Donizetti, ribadendo ancora una volta il desiderio della manifestazione bergamasca di essere trampolino di lancio per le voci nuove. Lo spettacolo – firmato dalla regista Amélie Niemeyer con le scene e i costumi di Maria-Alice Bahra – arriva dall’Opéra de Dijon. Sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera il giovane messicano Iván López Reynoso che, rivelatosi al Rossini Opera Festival, è attualmente direttore musicale dell’Orchestra del Teatro Bellas Artes a Città del Messico. «Come Elisir, come LuciaDon Pasquale – sottolinea il direttore scientifico Paolo Fabbri – non ha mai smesso di essere rappresentato da quando nacque. Un capolavoro evergreen dell’ultima stagione creativa di Donizetti. A quell’epoca non è che se ne contassero poi tanti, in ambito comico. Anzi, era proprio il genere dell’opera comica ad essere in crisi. […] Don Pasquale va oltre, verso una commedia da camera il cui protagonista sfiora a tratti la caricatura, ma ne resta quasi sempre al di qua. Delle fregole amorose di un anziano per una giovane, per secoli si era riso: Ruffini e Donizetti preferirono sorriderne con malinconia, anche perché il compositore ‒ come sappiamo dalla sua biografia ‒ stava sorridendo di sé stesso». Donizetti, con la sua musica, sfonda i confini delle convenzioni comiche, tanto che la modernità della partitura avrebbe dovuto trovare riscontro nella messinscena che il compositore desiderava fosse contemporanea.

Il ciclo #donizetti200 al Teatro Sociale
Il titolo che compie i due secoli e che annualmente viene rappresentato come #donizetti200 è, nel 2024, Zoraida di Granata (Teatro Sociale 16 e 24 novembre, 1° dicembre) su libretto di Bartolomeo Merelli e – per la versione che debuttò al Teatro Argentina di Roma il 7 gennaio 1824 – Jacopo Ferretti. Si tratta di una coproduzione con il Wexford Festival Opera che alcuni mesi fa ha presentato lo stesso titolo ma nella versione del 1822; in entrambi i casi l’edizione critica è stata curata da Edoardo Cavalli per la Fondazione Teatro Donizetti. Regista dello spettacolo è Bruno Ravella, nato a Casablanca con origini italiane e polacche, studi in Francia e adesso stabile a Londra; scene e costumi sono di Gary McCann. Il cast comprende Konu Kim (Almuzir, unico interprete in comune con il festival irlandese), Zuzana Marková (Zoraida), Cecilia Molinari, (Abenamet) e anche per questo titolo alcuni personaggi saranno affidati agli Allievi della Bottega Donizetti. Sul podio Alberto Zanardi, giovane bacchetta cresciuta in questi anni “dietro le quinte” del festival, interprete nel 2023 del Piccolo compositore di musica, sarà alla guida dell’orchestra di strumenti d’epoca Gli Originali.

Fondamentale come sempre – nella stesura del programma festivaliero, nella scelta delle edizioni e nella restituzione filologica dei testi musicali – è l’attività di studio e ricerca sull’eredità e sull’individualità stilistica di Donizetti, affidata alle cure della sezione scientifica della Fondazione diretta da Paolo Fabbri.

Prosegue anche nel 2024 la collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala con la presenza del suo Coro diretto da Salvo Sgrò. Come di consueto, in buca ci saranno l’Orchestra Donizetti e l’Orchestra Gli Originali, con cui si sta realizzando l’esplorazione sistematica di pagine donizettiane su strumenti d’epoca.

Giovedì 12 settembre alle ore 20, sala Zubin Mehta, concerto di canto del soprano Jessica Pratt

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Sul podio Riccardo Frizza

Direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Arie di “pazzia”e sinfonie dalle opere di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti

Giovedì 12 settembre alle ore 20, in sala Zubin Mehta, è in programma il concerto di canto del soprano Jessica Pratt che porta in scena le arie contenute nel Cd “Delirio” inciso al Maggio, con l’Orchestra e il Coro del Teatro per l’etichetta Tancredi. Presentato ufficialmente al Teatro del Maggio, lo scorso 20 ottobre 2023, in concomitanza con l’uscita, il cd ha riscosso unanimemente recensioni entusiaste da parte della critica.

Pratt è una delle più talentuose e virtuosiste belcantiste dei nostri tempi e affronta in questo concerto  – e nel Cd – un’antologia di scene unite dal fil rouge della “pazzia” tratte dalle opere di Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini. Sul podio – così come nel Cd – Riccardo Frizza affermato nella lettura ed esecuzione del belcanto italiano e col quale Jessica Pratt collabora con una mirabile sinergia. Le scene presentate in concerto sono eseguite integralmente e con una cura filologica da manuale come per esempio la celeberrima scena da Lucia di Lammermoor eseguita nella tonalità originale in Mi Bemolle. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.

I brani presentati  – in ordine di esecuzione – sono dunque tratti da La Sonnambula di Vincenzo Bellini, da Emilia di Liverpool, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, da I puritani, di Vincenzo Bellini, da Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti. Nel corso del concerto il maestro Frizza dirigerà la sinfonia da I Capuleti e i Monecchi di Vincenzo Bellini, la sinfonia da Roberto Devereux di Gaetano Donizetti e l’ouverture  di La favorite

Nel corso del recital, Jessica Pratt indosserà dei magnifici abiti/costumi disegnati per lei da Giuseppe Palella che sottolineano sia la forza sia la vulnerabilità delle donne interpretate dal soprano e sarà accompagnata nelle esecuzioni di Emilia e Linda da Aleksandra Meteleva.

Questo concerto è il primo di una serie di altri che vedranno come protagonisti il mezzosoprano Teresa Iervolino il prossimo 29 settembre, il baritono Nicola Alaimo il 3 novembre e poi nel corso del 2025, sempre in novembre, il baritono Marco Filippo Romano tutti impegnati sul palcoscenico e con le compagini del Maggio per interpretare live le incisioni discografiche realizzate al Maggio Musicale Fiorentino per l’etichetta Dynamic.

Il programma del concerto:

Vincenzo Bellini

I Capuleti e Montecchi, sinfonia

Da La sonnambula: “Ah! non credea mirarti… Ah! non giunge uman pensiero”

Gaetano Donizetti

Da Emilia di Liverpool: “Madre! Deh placati!… Ah! di contento…”

Roberto Devereux, sinfonia

Da Lucia di Lammermoor: “Il dolce suono… Ardon gl’incensi… Spargi d’amaro pianto”

Vincenzo Bellini

Da I puritani: “O rendetemi la speme… Qui la voce sua soave… Vien diletto è in ciel la luna”

Gaetano Donizetti

La Favorite, ouverture

Da Linda di Chamounix: “Nel silenzio della sera… No, non è ver, mentirono”

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Direttore, Riccardo Frizza

Direttore del Coro, Lorenzo Fratini