TCBO: DMITRY KORCHAK È WERTHER AL NOUVEAU

Riccardo Frizza dirige per la prima volta il capolavoro di Massenet

Dal 19 al 24 novembre torna l’allestimento firmato da Rosetta Cucchi

È un rinomato interprete del belcanto come il tenore Dmitry Korchak il protagonista del Werther di Jules Massenet, che torna in scena al Comunale Nouveau – da martedì 19 novembre alle 20, con repliche fino al 24 novembre -nella produzione firmata da Rosetta Cucchi nel 2016 per la Sala Bibiena. Affronta per la prima volta il capolavoro di Massenet Riccardo Frizza, Direttore musicale del Donizetti Opera Festival, che sarà impegnato sul podio bolognese anche a gennaio 2025 con La fanciulla del West di Puccini per l’inaugurazione della Stagione lirica. «Quest’opera mi incanta per vari motivi – commenta Frizza – principalmente perché, come aveva annotato Massenet, “Dans la partition de Werther, l’orchestre représente symboliquement le principal personnage”. Il “personaggio principale”, l’orchestra, qui è un formidabile amplificatore delle emozioni dei personaggi grazie ad un uso inconsueto dello strumentale. Ma è tutta la nuance orchestrale del Werther a plasmare un dramma di inconfondibile sensibilità francese. Il protagonismo tenorile fa di Werther “altro” rispetto all’originale goethiano, colorando la sua breve esistenza di passione, bellezza, altruismo e nostalgia di una giovinezza perduta tragicamente».

Rosetta Cucchi riadatta strutturalmente l’allestimento per rispettare le caratteristiche del Nouveau, dando vita visivamente a un effetto Cinemascope: «Ho affrontato questo Werther – dice – in una sorta di piano sequenza sia dal punto di vista del protagonista sia da quello dello sviluppo narrativo con un percorso quasi più cinematografico che teatrale». Non è cambiato, però, il senso dello spettacolo originale che partiva da un quesito: «Qual è il sogno di Werther? – si chiedeva Cucchi – Una vita con Charlotte fatta di piccoli gesti quotidiani. Una casa che inesorabilmente si allontana, lasciandolo nudo in una natura che passo a passo muore con lui. […] Werther è vittima di un sogno rovesciato che contiene ordine, razionalità, prevedibilità. Ecco perché da una poltrona collocata in primo piano, durante ciascun inizio d’atto, come in un piano sequenza, lo accompagniamo negli attimi che precedono il suicidio. Il gesto estremo che lo condurrà finalmente dove desidera». La regista pesarese, che è Direttrice artistica del Wexford Festival Opera, è nuovamente al Comunale dopo l’Adriana Lecouvreur di Cilea del 2021, nata in versione film-opera e successivamente in scena per il pubblico. 

Accanto a Korchak, il mezzosoprano Annalisa Stroppa nei panni di Charlotte per un doppio debutto: quello scenico nella parte – che ha da poco cantato in forma di concerto a Dortmund – e al TCBO.

Nel ruolo di Werther e nella parte di Charlotte si avvicendano con loro nel cast alternativo Kazuki Yoshida e Aoxue Zhu (nelle date del 20 e 22 novembre). Completano la compagine vocale Tommaso Barea come Albert in alternanza con Matteo Guerzè (il 22 e 24 novembre), Claudia Ceraulo come Sophie in alternanza con Silvia Spessot (il 20 e 22 novembre), e ancora Alessio Verna (Le Bailli), Xin Zhang (Schmidt), Dario Giorgelè (Johann), Yuri Guerra (Brühlmann) e Giulia Alletto (Kätchen).

L’Orchestra e il Coro delle Voci Bianche (preparato da Alhambra Superchi) sono quelli del Teatro Comunale di Bologna. Le scene sono curate da Tiziano Santi, i costumi da Claudia Pernigotti (ripresi da Massimo Carlotto) e le luci da Daniele Naldi. Presenting partner dello spettacolo è Pelliconi.

Concluso nel 1886 e andato in scena per la prima volta il 16 febbraio 1892 alla Hofoper di Vienna (oggi la Wiener Staatsoper) – l’Opéra Comique di Parigi l’aveva inizialmente rifiutato – Werther è considerato il capolavoro di Jules Massenet, scritto dopo i successi di Manon e Hérodiade. Il libretto, di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, è tratto dal celebre romanzo epistolare di Goethe Die Leiden des jungen Werther (I dolori del giovane Werther), scritto nel 1774 e considerato il simbolo della corrente romantica denominata Sturm und Drang che dilagò in Europa alla fine del XVIII secolo. Massenet lo conobbe nella traduzione francese, e fu questo a spingerlo verso quelle sonorità morbide e dolci tipiche della sua lingua madre, nel tentativo di realizzare una perfetta contiguità della linea melodica con il verso francese. Nelle sue memorie (Mes souvenirs), Massenet racconta il suo incontro con il romanzo di Goethe: dopo aver ascoltato il Parsifal a Bayreuth, insieme al suo editore Hartmann si recò a Wetzlar, la città dove aveva vissuto Werther. “Trovarmi proprio in quella casa che Goethe aveva reso celebre ambientandovi l’amore del suo eroe, m’impressionò profondamente. Uscendo di là Hartmann mi disse: ‘Ho di che completare l’emozione che provate’. E nel dire queste parole trasse dalla tasca un libretto ingiallito dal tempo. Era la traduzione francese del romanzo di Goethe… Come ebbi in mano quel libro, avido di leggerlo, entrammo in una di quelle immense birrerie che si trovano ovunque in Germania… Non riuscivo a staccarmi dalla lettura più appassionante… Tanto delirio di passione e di estasi mi fece salire le lagrime agli occhi. Che scene emozionanti, che quadri avvincenti potevano venirne fuori! Era Werther…” .

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

I biglietti – da 15 a 100 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4/a) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio.

Info: https://www.tcbo.it/eventi/werther-dal-19-al-24-novembre-al-comunale-nouveau/

ROBERTO DEVEREUX PRIMO TITOLO OPERISTICO DELLA DECIMA EDIZIONE DEL DONIZETTI OPERA

Sul podio il direttore musicale del festival Riccardo Frizza; la regia è di Stephen Langridge
 
Come Elisabetta I il soprano Jessica Pratt, Roberto Devereux è il tenore John Osborne, mentre Simone Piazzola sarà Nottingham e Raffaella Lupinacci Sara
 
La première sarà preceduta dall’incontro di approfondimento e prove aperte di Donizetti Talk e dall’anteprima dedicata agli under 30

Teatro Donizetti, Bergamo
Venerdì 8 novembre, ore 17.30 (Donizetti Talk)
martedì 12 novembre, ore 17 (anteprima under 30)
venerdì 15 novembre, ore 20 (fuori abbonamento)
sabato23 novembre, ore 20 (fuori abbonamento – in opzione al Turno C)
giovedì 28 novembre, ore 20 (Turno A)

Si avvicina il debutto del primo titolo in scena al Teatro Donizetti: Roberto Devereuxopera fra le più amate di Gaetano Donizetti in programma venerdì 15 novembre alle ore 20 (repliche sabato 23 novembre e giovedì 28 novembre sempre alle ore 20). Mancano quindi pochi giorni all’inizio ufficiale della decima edizione del festival Donizetti Opera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata al compositore bergamasco e dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza.
 
Tappa immancabile verso la première di Roberto Devereux il Donizetti Talk in calendario venerdì 8 novembre alle ore 17.30 nella Sala Riccardi del Teatro Donizetti con i musicologi dell’Area scientifica del festival Livio Aragona e Maurizio Merisio e la partecipazione del direttore Riccardo Frizza e del regista Stephen Langridge. Il pubblico avrà poi la possibilità di accedere alle prove d’insieme dell’opera ed assistere quindi in anteprima ad una scena della nuova produzione. Per partecipare è consigliata la prenotazione su www.donizettiopera.org. Martedì 12 novembre alle ore 17.00 sarà invece il pubblico dei giovani a poter assistere all’opera grazie all’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro.
 
«Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita» ha avuto modo più volte di dichiarare il direttore musicale del festival Riccardo Frizza che, dopo averla interpretata in giro per il mondo, sarà sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera portando sui leggii l’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti a cura di Julia Lockhart, pubblicata nel 2022.
«Roberto Devereux è un capolavoro, anzi forse il capolavoro di Donizetti, almeno nel campo dell’opera italiana – sottolinea Frizza­ – È il titolo della svolta, della maturità completa. Ci saranno altri capolavori, specie francesi, ma nessuno sposterà più in alto l’asticella dell’ispirazione donizettiana. Per forza: una vicenda fortissima e appassionante, dai caratteri ben tratteggiati, una straordinaria figura di donna di potere innamorata, una grande invenzione musicale e una grandissima libertà formale, che trascende le forme chiuse che erano ancora la regola del melodramma dell’epoca. E, in fin dei conti, un soggetto tutto sommato insolito, unico, credo, nell’enorme catalogo donizettiano: la caducità del tempo, degli uomini e delle cose».
 
La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. «La nostra messinscena – dichiara Langridge – è sicuramente contemporanea, ma ambientata in un mondo elisabettiano di fantasia. Non ho nulla contro l’uso di abiti contemporanei per esplorare un soggetto storico (Shakespeare lo faceva continuamente!), ma questa volta io e Katie Davenport, che firma sia le scene che i costumi, abbiamo voluto mantenere il sapore del mondo elisabettiano. La produzione non è affatto realistica o oggettiva, ma nemmeno l’opera di Donizetti lo è. È piuttosto una messinscena soggettiva, che consente di esplorare paesaggi emotivi e psicologici interiori».
 
Protagonisti vocali di questa che è «l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor» (P. Fabbri), sono alcuni celebri interpreti del Belcanto come Jessica Pratt (Elisabetta), John Osborn (Roberto Devereux), Simone Piazzola (Nottingham), Raffaella Lupinacci (Sara), David Astorga (Cecil), Ignazio Melnikas (allievo della Bottega Donizetti 2024) e Fulvio Valenti (Un famigliare di Nottingham e Un Cavaliere); scene e costumi sono di Katie Davenport; l’allestimento è coprodotto con il Teatro Sociale di Rovigo.
 
Donizetti lavorò alla composizione dell’opera nel corso dell’estate del 1837, un periodo funestato da eventi negativi, come la morte del terzo figlio e soprattutto dell’amata moglie Virginia Vasselli. Il Devereux è un’opera di svolta. Rispetto ai precedenti titoli “inglesi”, e giovandosi dell’esperienza maturata, il musicista indagò più a fondo la figura di Elisabetta, e ne ricavò un personaggio tragico e sfaccettato, al quale corrisponde una vocalità impervia, virtuosistica e dolente allo stesso tempo.

 
Sostenitori, partner, sponsor
Fondamentale anche nel 2024 il sostegno di Comune di Bergamo, Ministero della Cultura, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Bergamo. E ancora del Main partner Allianz (membro Benemerito della Fondazione Teatro Donizetti). Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, SIAD, KPMG, Polo Tematico Avantgarde, Rea Dalmine, Abilita. Sponsor Curnis / Rolex, Automha. Partner tecnici ATB e Claypaky. In collaborazione con il Politecnico delle Arti “G. Donizetti – G. Carrara”, la Fondazione Mia, Rotary Club Terra di San Marco, Opera Europa, Fedora. Media partner Unibg On Air.
 
Un ringraziamento speciale agli Ambasciatori di Donizetti e a tutti coloro che sostengono l’attività della Fondazione Teatro Donizetti tramite ArtBonus
A2A • ATB Mobilità • Sacbo • Uniacque
Il Maestro Siad
I capolavori Fine Foods
Le pietre miliari Alfaparf Group • Calfin • Curnis Gioielli 3C • Gruppo Rulmeca • IRE OMBA • Legami• Nuova Demi • OMB Valves
Le rarità 3V Eagle • Allegrini • Automha • Before Advisory • Beltrami Linen • Bodega G. & C. • Brembomatic Pedrali • Carba • Caseificio Defendi Luigi • Catellani & Smith • CRS Impianti • CX Centax • Dalmine • Diachem • Effegi • Ferretticasa • Flow Meter • FraMar • Fratelli Rota Nodari • Gemels • Gruppo Alimentare Ambrosini • Impresa Edile Stradale Artifoni • Intertrasport • Iterchimica • Levorato • Lovato Electric • LVF Valve Solutions • MA.BO. • Milestone • Montello • Neodecortech • Panestetic • Pellegrini • Persico • Polo Telematico Avantgarde • Qintesi • Revi4 • Ri.Gom.Ma • Sinergia • Stucchi Group • Studio Berta Nembrini Colombini & Associati • Trussardi Petroli • Zanetti
Hanno inoltre donato ANCE Associazione Nazionale Costruttori Edili Bergamo • Fecs • Rota Fumagalli Gioielleria
 
martedì 12 novembre, ore 17 (anteprima under 30)
venerdì 15 novembre, ore 20 (fuori abbonamento)
sabato23 novembre, ore 20 (fuori abbonamento – in opzione al Turno C)
giovedì 28novembre, ore 20 (Turno A)
 
Teatro Donizetti, Bergamo

Roberto Devereux
tragedia lirica in tre atti di Salvadore Cammarano
Musica di Gaetano Donizetti
 
Prima esecuzione: Napoli, Real Teatro di San Carlo, 28 ottobre 1837
Edizione critica a cura di Julia Lockhart © Casa Ricordi, Milano con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti
 
Direttore Riccardo Frizza
Regia Stephen Langridge
Scene e costumi Katie Davenport
Luci Peter Mumford
Regia animazione pupazzo Poppy Franziska
Assistente alla regia Katerina Petsatodi
 
Elisabetta Jessica Pratt
Il duca di Nottingham Simone Piazzola
Sara Raffaella Lupinacci
Roberto Devereux John Osborn
Lord Cecil David Astorga
Sir Gualtiero Raleigh Ignas Melnikas*
Un famigliare di Nottingham Fulvio Valenti
e Un Cavaliere
 
Allievo della Bottega Donizetti
 
Mimo Luca Maino
Burattinai per l’animazione del pupazzo Noemi Giannico, Matteo Moglianesi
 
Orchestra Donizetti Opera
Coro dell’Accademia Teatro alla Scala
Maestro del Coro Salvo Sgrò
 
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti
in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo


Biglietteria
Piazza Cavour, 15 – Bergamo – T. 035 4160601/602/603 – martedì-sabato, ore 16-20
biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org
gruppi@fondazioneteatrodonizetti.org
 
Costo dei biglietti:
– Roberto Devereux e Don Pasquale: da 120 euro a 16 euro
– Zoraida di Granada: da 105 euro a 16 euro
– LU OpeRave: 25 euro
 
Carnet weekend
Tutti gli spettacoli di ciascun fine settimana con lo sconto del 25%
Carnet sabato
I biglietti per le opere in tre sabati diversi con lo sconto del 25%
 
Gli spettacoli nei giorni feriali avranno inizio alle ore 20 nei giorni feriali e alle ore 15.30 la domenica.

DONIZETTI OPERA 2024: DECIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEDICATO AL COMPOSITORE BERGAMASCO

Programma celebrativo con due capolavori: Roberto Devereux e Don Pasquale Zoraida di Granata è la rarità per #donizetti200

Tornano LU OpeRave, gli incontri tematici, presentazioni, prove aperte, attività per scuole e famiglie

Nelle locandine i nomi di grandi interpreti come Javier Camarena, Roberto de Candia, Cecilia Molinari, John Osborn, Jessica Pratt insieme ad altri affermati più giovani interpreti e agli allievi della Bottega Donizetti

Sul podio Riccardo Frizza, Iván López-Reynoso e Alberto Zanardi

Le regie sono di Stephen Langridge, Amélie Niermeyer, Bruno Ravella e Mattia Agatiello

A Bergamo le attività cominciano il 25 ottobre in attesa dei weekend operistici
dal 14 novembre all’1 dicembre
.

2015-2024: manca meno di un mese alla decima edizione del festival Donizetti Opera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata al compositore bergamasco e organizzata dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza.

Il programma musicale si svolgerà a Bergamo “Città di Gaetano Donizetti” dal 14 novembre al 1° dicembre 2024 ma già dal 25 ottobre sono in programma numerose attività per il pubblico: incontri, conferenze e prove aperte.

«Ci avviciniamo al debutto del Donizetti Opera 2024 con tanti dati davvero incoraggianti – dichiara il Presidente della Fondazione Teatro Donizetti Giorgio Berta – Anche quest’anno la raccolta di fondi provenienti dagli sponsor e dai donatori è stata oltremodo significativa e di grande soddisfazione, attestandosi ad oggi per tutta la Fondazione a 1.300.000 euro. Abbiamo confermato le principali partnership ma anche registrato nuove importanti adesioni. Abbiamo lanciato un nuovo progetto che lega il numero degli Ambasciatori di Donizetti alle 73 opere del catalogo donizettiano e, ad oggi, abbiamo abbinato 50 Ambasciatori ad altrettanti titoli. Anche le prenotazioni e le vendite dei biglietti al momento sono in crescita rispetto allo scorso anno, a dimostrazione che l’equilibrio trovato dal direttore artistico Francesco Micheli fra ricerca e repertorio è vincente. Infine anche la stampa estera è sempre più interessata a raccontare e documentare la programmazione del Donizetti Opera: un’ulteriore conferma dell’internazionalità del festival».

«Il Donizetti Opera – dichiara l’Assessore alla Cultura di Bergamo Sergio Gandi – porterà in scena i titoli di Gaetano Donizetti all’interno di una proposta legata alla contemporaneità che affronterà temi anche di attualità politica, come già successo nelle ultime edizioni. Questo ha contributo nel tempo a far diventare una “star” un autore che per la città era quasi sconosciuto. In generale, questa programmazione articolata e così organizzata,  ha dato al festival e quindi anche a tutta la città un profilo internazionale, così come dimostrano i dati già in nostro possesso, che segnano l’87% di stranieri nelle prenotazioni dei gruppi. Tutto questo ci porta a poter considerare il Donizetti Opera un pilastro dell’identità di Bergamo: questa edizione che celebra le dieci edizioni lo dimostra in modo particolare».

«È la decima edizione del Donizetti Opera – sottolinea il direttore artistico Francesco Micheli – il decimo anno in cui si lavora alla costruzione del monumento a questo artista la cui grandezza è ancora tutta da esplorare, un monumento di cui siamo fieri, e grati, di aver potuto costruire il primo tassello. Abbiamo cercato, da un lato, di risalire alla fonte dell’uomo e dell’artista, proponendo le sue opere, sia quelle più note che quelle che lo sono meno, in edizioni filologicamente ineccepibili e coerenti con la prassi esecutiva dell’epoca. Dall’altro, abbiamo voluto coniugare al presente la rivoluzionaria teatralità di Donizetti, convinti che nessun teatro sia contemporaneo, vitale e necessario come il suo. L’obiettivo è sempre lo stesso, oggi come dieci anni fa: divulgare l’opera di Donizetti, e diffondere il benefico contagio del nostro amore per lui a Bergamo, in Italia e nel mondo intero».

L’edizione 2024 del festival Donizetti Opera è quindi celebrativa, con i weekend che “cominciano” il giovedì. Sarà riproposta al Balzer Globe LU OpeRave (giovedì 14, giovedì 21 e venerdì 29 novembre), la creazione 2023 ispirata alla più celebre delle opere donizettiane firmata dal regista e coreografo Mattia Agatiello con la direzione creativa di Stefano Libertini Protopapa. Al Teatro Donizetti andranno in scena due capolavori di Gaetano Donizetti: Roberto Devereux (venerdì 15, sabato 23 e giovedì 28 novembre) e Don Pasquale (domenica 17, venerdì 22 e sabato 30 novembre) affidati rispettivamente al direttore musicale del festival Riccardo Frizza e al regista inglese Stephen Langridge il dramma elisabettiano e alla regista Amélie Niemeyer e alla bacchetta del giovane messicano Iván López-Reynoso l’ultima grande commedia della maturità. In prima moderna, al Teatro Sociale, andrà in scena con la regia di Bruno Ravella la versione “Roma 1824” di Zoraida di Granata (sabato 16 novembre, domenica 24 novembre, domenica 1° dicembre) per il ciclo #donizetti200 e Alberto Zanardi sul podio.

A contribuire all’atmosfera festivaliera del weekend tornano i concerti Casa e Bottega: domenica 17 novembre alle ore 11 la Casa natale di Donizetti in Città alta ospiterà il primo dei tre concerti in programma, protagonisti Massimo Spadano, primo violino dell’Orchestra Donizetti Opera, e Francesco Libetta pianista e virtuoso celebre, che presenteranno alcune pagine per violino e pianoforte del Bergamasco come anteprima della loro nuova pubblicazione digitale per Sony Music in uscita nel 2025. Le due domenica successive, 24 novembre e 1° dicembre, sempre alle ore 11.00, concerti degli allievi della Bottega Donizetti accompagnati al pianoforte da Hana Lee, impegnati in brani dalle opere del compositore di casa. Com’è noto, l’attività della Bottega Donizetti è sostenuta dal Rotary Club Terra di San Marco attraverso la vendita durante il festival della Torta del Donizèt nella speciale confezione celebrativa da collezione e la realizzazione del dolce, affidata dalle pasticcerie Balzer, La Marianna e Morlacchi.

Ampio spazio durante il festival per l’attività Education e Opera Family. Per la prima volta, l’opera partecipata pensata per gli studenti della scuola primaria e secondaria di I grado, andrà in scena al Teatro Donizetti (non al Sociale come negli anni scorsi) e sarà Don Pasquale. Il grande gioco dell’amore, in programma il 22, 25 e 26 novembre al mattino (doppia recita alle ore 9.30 e alle 11.30; il 26 alle 9.00 e alle 11.00); autore della drammaturgia e regia è Manuel Renga, esperto di spettacoli musicali per bambini e ragazzi, mentre la direzione musicale è di Aram Khacheh con l’Ensemble Donizetti Opera e il pianista Marco Regazzi. Domenica 24 novembre alle 16, Don Pasquale. Il grande gioco dell’amore sarà aperto alle famiglie che alle 14.30 potranno anche partecipare ad un laboratorio di preparazione. Quest’ultimo è uno dei tre appuntamenti del Donizetti Opera Family che prenderanno il via domenica 17 novembre in Città Alta con una caccia al tesoro donizettiana dal titolo Il gufo investigatore (Casa natale, dalle 14 fino alle 16) e poi si completa, sabato 30 novembre (Teatro Donizetti ore 15.30) con Tano di Lammermoor uno spettacolo con i Burattini Cortesi su drammaturgia e regia di Manuel Renga e Simone Dini Gandini e i cantanti Leonardo Moroni, Roberto Dibitonto, Francesca Longa. Fra le attività Donizetti Education rientrano anche le tre anteprime Under30 in programma il 12, 13 e 14 novembre alle ore 17 dedicate alle scuole superiori e all’Università. Particolare importanza in questo ambito riveste la media partnership stretta dal festival con UniBG OnAir, la radio dell’Università di Bergamo.

Attorno ai titoli d’opera sono in programma alcuni momenti di riflessione e approfondimento. Tornano così gli attesi Donizetti Talk a cura dell’Area scientifica del festival con la partecipazione dei direttori e registi delle opere e l’accesso alle prove. Il primo incontro venerdì 8 novembre (Teatro Donizetti, Sala Riccardi, ore 17.30) è per Roberto Devereux con Livio Aragona e Maurizio Merisio; quindi sabato 9 novembre (ore 17.00) alla Biblioteca Mai e poi al Teatro Sociale, sarà dedicato a Zoraida di Granata e vedrà relatori Edoardo Cavalli e Paolo Fabbri. Si prosegue domenica 10 novembre (ore 17.00) nella Sala Riccardi del Teatro Donizetti con Candida Billie Mantica e Livio Aragona per Don Pasquale. Tutti questi incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata su gaetanodonizetti.org

Altro ciclo di incontri è quello dei lunedì di novembre (Teatro Donizetti, Sala Riccardi, ore 18), intitolato Donizetti Today, in cui esperti e professionisti di ambiti non musicali e altre istituzioni cittadine riflettono e discutono su alcuni temi che sostanziano le vicende dei libretti delle opere donizettiane in programma. In dettaglio lunedì 4 novembre Don Giuliano Zanchi, Francesco Mazzucotelli e Andrea Valesini conversano su L’enigma della Pace. Aspirazione necessaria, conflitto inevitabile legato a Zoraida di Granatalunedì 11 novembre Alberto Mattioli e Marco Ubezio su Tutti pazzi per i Royals creando una connessione tra la passione di Donizetti per “i Tudori” e l’attuale famiglia regnante in Gran Bretagna; infine lunedì 18 novembre lo psichiatra Filippo Tancredi con Albert Mattioli, prendendo spunto da Don Pasquale, conversano su Desiderio senza età. Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata su gaetanodonizetti.org

Si parla di biblioteche e libri con Donizetti Bookmarks (Teatro Donizetti, Sala Musica, ore 18), sabato 23 novembre C’è posta per Mai: una nuova lettera di Donizetti alla Biblioteca Civica con Paolo Fabbri e Fabrizio Capitanio in merito a una nuova acquisizione della Biblioteca “Angelo Mai”; quindi sabato 30 novembre si presenta il nuovo libro di Emilio Sala Opera, neutro plurale (il Saggiatore). Anche questi incontri sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata su gaetanodonizetti.org

Venerdì 29 novembre Dies natalis di Gaetano Donizetti sarà il momento culminante dei festeggiamenti per il decennale del festival. Ci sarà infatti D come Dieci, seconda giornata delle iniziative programmate per celebrare il traguardo, ripercorrendo insieme al pubblico e alla città le tappe fondamentali del Donizetti Opera, per ricordare e commentare le produzioni più amate e importanti che hanno permesso di scoprire nuovi aspetti e nuovi tesori dell’arte del compositore orobico. Sarà possibile ancora una volta visitare il Teatro Donizetti (dalle ore 10 alle ore 13), mentre invece in Città alta è in programma (ore 11.15) la tradizionale Elevazione musicale nella Basilica di Santa Maria Maggiore e l’omaggio ai monumenti funebri di Donizetti e Mayr; gli studenti inoltre (ore 10.30) saranno coinvolti in un flash mob in piazza Vecchia per ricordare sia Donizetti che Giacomo Puccini, del quale nello stesso giorno ricorre il centenario della morte. Si torna al Teatro Donizetti (ore 14.30) per DeCineForum con la presentazione e proiezione dell’opera La Favorite messa in scena nel 2021 e riconosciuta dall’Associazione Nazionale Critici Musicali con il Premio Abbiati per il miglior spettacolo dell’anno. Al Donizetti Studio (ore 18) ci sarà un nuovo laboratorio di canto per i più giovani che si esibiranno alle ore 19.30 davanti al Teatro, mentre in Sala Riccardi alle ore 19 torna Un Donizetti è per sempreconversazione e aperitivo tra musica e preziosi grazie a un altro degli Ambasciatori storici del festival, Curnis Gioielli che porterà in teatro le creazioni di Roberto Coin. Già molto attesa (alle 20, ingresso gratuito) l’edizione speciale e dal vivo di Citofonare Gaetano, Amarcord, il format nato per commentare le opere nel periodo covid attraverso il web: per questa edizione speciale Francesco Micheli, Ricardo Frizza e Alberto Mattioli raccoglieranno sul palcoscenico del Donizetti alcuni degli artisti che hanno segnato i dieci anni di festival e proietteranno in anteprima alcuni estratti della prima opera che ha lasciato il segno nella recente interpretazione donizettiana e cioè Anna Bolena nell’edizione del 2015. Finale di serata al Balzer Globe dove ci sarà la replica prevista in programma di LU OpeRave (ore 21.30). Le attività del Dies natalis sono realizzate con il sostegno di Stucchi S.p.A.

Dai prossimi giorni per raccontare da vicino il festival sarà sempre più ricco di informazioni il Donizetti Social Club – community di WhatsApp per conoscere tutto quello che accade intorno a Gaetano con particolare attenzione al festival (novità, backstage, anteprime ecc.). Saranno a breve disponibili sulla Donizetti Opera Tube alcune apprezzate video serie come “Alle prove con Mattioli” – introduzioni alle opere registrate quest’anno nella Casa natale –, “Parla con Gaetano” con gli artisti che si “confessano” davanti alla statua di Donizetti e la nuova “Parla con Gaetano City Edition” con i bergamaschi che dialogano con il compositore, oltre a “I bambini ti raccontano le opere”, giovanissimi narratori d’eccezione raccontano i personaggi e le trame del festival 2024.

Le opere del Donizetti Opera 2024
La ripresa di LU OpeRave
La settimana inaugurale 2024 del festival Donizetti Opera – già vincitore nel 2019 dell’“Oper! Award” come miglior festival europeo per la critica tedesca e con quattro nomination all’International Opera Award sempre come miglior festival dell’anno – si apre al Balzer Globe con la ripresa di uno dei progetti più innovativi e apprezzati durante queste dieci edizioni del festival: LU OpeRave (giovedì 14, giovedì 21 e venerdì 29 novembre) in cui la musica di Donizetti incontra l’elettronica e le nuove tendenze; dal titolo è chiaro il riferimento a Lucia di Lammermoor, alla quale gli autori di questo progetto sperimentale si sono ispirati. All’origine di LU OpeRave ci sono Mixopera vol. 1 e vol. 2, gli EP di musica elettronica ispirati alla musica di Donizetti e realizzati da alcuni fra i più importanti musicisti elettronici europei raccolti intorno all’etichetta Fluidostudio, disponibili su tutte le piattaforme di streaming (Spotify, iTunes, Amazon Music, YouTube Music). Fra gli artisti degli EP coinvolti in LU OpeRave ci sono Stefano Libertini Protopapa (direttore creativo del progetto), ilromanticoH.E.R. autori delle musiche. Il libretto è dei Maniaci d’amore. La regia e la coreografia sono di Mattia Agatiello, che porta in scena la sua Fattoria Vittadini pluripremiata e celebre compagnia di danza con sede a Milano alla Fabbrica del Vapore. Le scene e i costumi sono di Andrea Cammarosano e Leonardo Persico. Gli interpreti sono di formazione ed esperienze musicali diverse – il soprano Laura Ulloa (allieva della Bottega nel 2021), il noto vocalist David Blank e la performer M¥SS KETA come voce narrante – e rappresentano una fusione pensata per parlare al pubblico di ogni generazione, confermando la forza innovativa e rivoluzionaria della poetica donizettiana.

Due capolavori assoluti al Teatro Donizetti
Roberto Devereux  (1837) su libretto di Salvadore Cammarano e Don Pasquale (1843) su libretto di Giovanni Ruffini sono due tra i più noti e amati titoli donizettiani che quest’anno vengono messi in scena per la prima volta al festival; per entrambi si farà riferimento all’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti. Per Roberto Devereux si tratta di quella curata da Julia Lockhart e pubblicata nel 2022, mentre per Don Pasquale sarà una vera primizia, curata da Roger Parker e Gabriele Dotto, la cui uscita ufficiale è prevista nel 2026.
Donizetti è un vero artista romantico, che inaugura il XIX secolo sfidando i canoni classici, drammaturgici e musicali, e proponendo un’arte rivoluzionaria per il suo tempo ma indispensabile anche al nostro. Il tempo non è il miglior giudice, né nell’arte né nella vita. Lo dimostra, fra l’altro, il tema che accomuna due dei tre titoli del Donizetti Opera, Roberto Devereux e Don Pasquale: quello, scottante, della possibilità di amare, e dunque di desiderare, anche in età matura o addirittura tarda, senza distinzione di generi. Un argomento dove, una volta di più, il teatro donizettiano si dimostra capace di parlare alla nostra contemporaneità.

«Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita» ha avuto modo più volte di dichiarare il direttore musicale del festival Riccardo Frizza che, dopo averla interpretata in giro per il mondo, la dirigerà con l’Orchestra Donizetti Opera a Bergamo per il festival 2024 (Teatro Donizetti, venerdì 15, sabato 23 e giovedì 28 novembre). La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che, già a capo della Gothenburg Opera, è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. Protagonisti vocali di questa che è «l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor» (P. Fabbri), sono alcuni celebri interpreti del Belcanto come Jessica Pratt (Elisabetta), John Osborn (Roberto Devereux), Simone Piazzola (Nottingham), Raffaella Lupinacci (Sara), David Astorga (Cecil) e gli allievi della Bottega Donizetti 2023); scene e costumi sono di Katie Davenport; l’allestimento è coprodotto con il Teatro Sociale di Rovigo. Donizetti lavorò alla composizione dell’opera nel corso dell’estate del 1837, un periodo funestato da eventi negativi, come la morte del terzo figlio e soprattutto dell’amata moglie Virginia Vasselli. Il Devereux è un’opera di svolta. Rispetto ai precedenti titoli “inglesi”, e giovandosi dell’esperienza maturata, il musicista indagò più a fondo la figura di Elisabetta, e ne ricavò un personaggio tragico e sfaccettato, al quale corrisponde una vocalità impervia, virtuosistica e dolente allo stesso tempo.

Il dramma buffo Don Pasquale (Teatro Donizetti, domenica 17, venerdì 22 e sabato 30 novembre) è certamente tra i titoli più conosciuti ed amati del Bergamasco sin dal trionfale debutto a Parigi nel 1843:sarà affidato vocalmente a due “maestri” come Roberto de Candia (Don Pasquale) e Javier Camarena (Ernesto) affiancato dalle voci degli allievi della Bottega Donizetti, ribadendo ancora una volta il desiderio della manifestazione bergamasca di essere trampolino di lancio per le voci nuove. Lo spettacolo – firmato dalla regista Amélie Niemeyer con le scene e i costumi di Maria-Alice Bahra – arriva dall’Opéra de Dijon. Sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera il giovane messicano Iván López Reynoso che, rivelatosi al Rossini Opera Festival, è attualmente direttore musicale dell’Orchestra del Teatro Bellas Artes a Città del Messico. «Come Elisir, come LuciaDon Pasquale – sottolinea il direttore scientifico Paolo Fabbri – non ha mai smesso di essere rappresentato da quando nacque. Un capolavoro evergreen dell’ultima stagione creativa di Donizetti. A quell’epoca non è che se ne contassero poi tanti, in ambito comico. Anzi, era proprio il genere dell’opera comica ad essere in crisi. […] Don Pasquale va oltre, verso una commedia da camera il cui protagonista sfiora a tratti la caricatura, ma ne resta quasi sempre al di qua. Delle fregole amorose di un anziano per una giovane, per secoli si era riso: Ruffini e Donizetti preferirono sorriderne con malinconia, anche perché il compositore ‒ come sappiamo dalla sua biografia ‒ stava sorridendo di sé stesso». Donizetti, con la sua musica, sfonda i confini delle convenzioni comiche, tanto che la modernità della partitura avrebbe dovuto trovare riscontro nella messinscena che il compositore desiderava fosse contemporanea.

Il ciclo #donizetti200 al Teatro Sociale
Il titolo che compie i due secoli e che annualmente viene rappresentato come #donizetti200 è, nel 2024, Zoraida di Granata (Teatro Sociale 16 e 24 novembre, 1° dicembre) su libretto di Bartolomeo Merelli e – per la versione che debuttò al Teatro Argentina di Roma il 7 gennaio 1824 – Jacopo Ferretti. Si tratta di una coproduzione con il Wexford Festival Opera che alcuni mesi fa ha presentato lo stesso titolo ma nella versione del 1822; in entrambi i casi l’edizione critica è stata curata da Edoardo Cavalli per la Fondazione Teatro Donizetti. Regista dello spettacolo è Bruno Ravella, nato a Casablanca con origini italiane e polacche, studi in Francia e adesso stabile a Londra; scene e costumi sono di Gary McCann. Il cast comprende Konu Kim (Almuzir, unico interprete in comune con il festival irlandese), Zuzana Marková (Zoraida), Cecilia Molinari, (Abenamet) e anche per questo titolo alcuni personaggi saranno affidati agli Allievi della Bottega Donizetti. Sul podio Alberto Zanardi, giovane bacchetta cresciuta in questi anni “dietro le quinte” del festival, interprete nel 2023 del Piccolo compositore di musica, sarà alla guida dell’orchestra di strumenti d’epoca Gli Originali.

Fondamentale come sempre – nella stesura del programma festivaliero, nella scelta delle edizioni e nella restituzione filologica dei testi musicali – è l’attività di studio e ricerca sull’eredità e sull’individualità stilistica di Donizetti, affidata alle cure della sezione scientifica della Fondazione diretta da Paolo Fabbri.

Prosegue anche nel 2024 la collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala con la presenza del suo Coro diretto da Salvo Sgrò. Come di consueto, in buca ci saranno l’Orchestra Donizetti e l’Orchestra Gli Originali, con cui si sta realizzando l’esplorazione sistematica di pagine donizettiane su strumenti d’epoca.

Giovedì 12 settembre alle ore 20, sala Zubin Mehta, concerto di canto del soprano Jessica Pratt

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Sul podio Riccardo Frizza

Direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Arie di “pazzia”e sinfonie dalle opere di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti

Giovedì 12 settembre alle ore 20, in sala Zubin Mehta, è in programma il concerto di canto del soprano Jessica Pratt che porta in scena le arie contenute nel Cd “Delirio” inciso al Maggio, con l’Orchestra e il Coro del Teatro per l’etichetta Tancredi. Presentato ufficialmente al Teatro del Maggio, lo scorso 20 ottobre 2023, in concomitanza con l’uscita, il cd ha riscosso unanimemente recensioni entusiaste da parte della critica.

Pratt è una delle più talentuose e virtuosiste belcantiste dei nostri tempi e affronta in questo concerto  – e nel Cd – un’antologia di scene unite dal fil rouge della “pazzia” tratte dalle opere di Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini. Sul podio – così come nel Cd – Riccardo Frizza affermato nella lettura ed esecuzione del belcanto italiano e col quale Jessica Pratt collabora con una mirabile sinergia. Le scene presentate in concerto sono eseguite integralmente e con una cura filologica da manuale come per esempio la celeberrima scena da Lucia di Lammermoor eseguita nella tonalità originale in Mi Bemolle. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.

I brani presentati  – in ordine di esecuzione – sono dunque tratti da La Sonnambula di Vincenzo Bellini, da Emilia di Liverpool, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, da I puritani, di Vincenzo Bellini, da Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti. Nel corso del concerto il maestro Frizza dirigerà la sinfonia da I Capuleti e i Monecchi di Vincenzo Bellini, la sinfonia da Roberto Devereux di Gaetano Donizetti e l’ouverture  di La favorite

Nel corso del recital, Jessica Pratt indosserà dei magnifici abiti/costumi disegnati per lei da Giuseppe Palella che sottolineano sia la forza sia la vulnerabilità delle donne interpretate dal soprano e sarà accompagnata nelle esecuzioni di Emilia e Linda da Aleksandra Meteleva.

Questo concerto è il primo di una serie di altri che vedranno come protagonisti il mezzosoprano Teresa Iervolino il prossimo 29 settembre, il baritono Nicola Alaimo il 3 novembre e poi nel corso del 2025, sempre in novembre, il baritono Marco Filippo Romano tutti impegnati sul palcoscenico e con le compagini del Maggio per interpretare live le incisioni discografiche realizzate al Maggio Musicale Fiorentino per l’etichetta Dynamic.

Il programma del concerto:

Vincenzo Bellini

I Capuleti e Montecchi, sinfonia

Da La sonnambula: “Ah! non credea mirarti… Ah! non giunge uman pensiero”

Gaetano Donizetti

Da Emilia di Liverpool: “Madre! Deh placati!… Ah! di contento…”

Roberto Devereux, sinfonia

Da Lucia di Lammermoor: “Il dolce suono… Ardon gl’incensi… Spargi d’amaro pianto”

Vincenzo Bellini

Da I puritani: “O rendetemi la speme… Qui la voce sua soave… Vien diletto è in ciel la luna”

Gaetano Donizetti

La Favorite, ouverture

Da Linda di Chamounix: “Nel silenzio della sera… No, non è ver, mentirono”

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Direttore, Riccardo Frizza

Direttore del Coro, Lorenzo Fratini

Al 50° Festival della Valle d’Itria sabato 3 agosto a Palazzo Ducale di Martina Franca la Nona Sinfonia di Beethoven con l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretti da Riccardo Frizza.

Voci soliste Jacquelyn Wagner, Eleonora Filipponi, Ladislav Elgr, Simon Lim.

 A duecento anni dalla prima esecuzione, l’omaggio del Festival al capolavoro musicale di tutti i tempi

L’1 agosto la replica di “Aladino e la lampada magica” di Nino Rota e il 2 agosto l’ultima replica di “Norma” di Bellini diretta da Fabio Luisi

Patrimonio Unesco, capolavoro di tutti i tempi, simbolo di fratellanza, unità, pace, gioia, la Nona Sinfonia di Beethoven veniva eseguita per la prima volta il 7 maggio 1824 a Vienna in un gremito Theater am Kärntnertor che accolse con entusiasmo quella storica esecuzione. A duecento anni da quell’evento rivoluzionario per la storia della musica occidentale, il 50° Festival della Valle d’Itria propone l’esecuzione della celeberrima partitura chiamando a raccolta a Palazzo Ducale di Martina Franca sabato 3 agosto (ore 21) l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretti da Riccardo Frizza, con le voci soliste di Jacquelyn Wagner (soprano, applauditissima Norma nella produzione in corso del Festival), Eleonora Filipponi (mezzosoprano), Ladislav Elgr (tenore), Simon Lim (basso).

Il concerto viene introdotto dal giornalista e critico musicale Sandro Cappelletto.

Grandiosa architettura sonora, la Sinfonia in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra appare in alcuni frammenti, schizzi e appunti sui taccuini del musicista di Bonn già prima del 1824, segno che da tempo Beethoven aveva immaginato un’opera che fosse un grande affresco sinfonico e corale, che andasse oltre i confini classici strumentali della Sinfonia inserendo nell’ultimo movimento un percorso nuovo, con l’impiego del coro e voci soliste, impegnate nella celebre ode di Schiller An die Freude che era diventata in quegli anni un simbolo degli ideali dei giovani tedeschi.

Il concerto del 7 maggio 1824, al Theater am Kärntnertor, rimase memorabile: la nuova Sinfonia fu diretta dallo stesso autore, insieme a tre brani della Missa Solemnis. Se l’esecuzione non fu impeccabile, a causa del poco tempo a disposizione per le prove, l’entusiasmo del pubblico fu invece enorme, tributando a Beethoven non gli applausi, che difficilmente avrebbe potuto sentire, ma un festoso sventolare di fazzoletti.

“È un grande privilegio affrontare questo monumento della musica di ogni tempo che duecento anni fa rivoluzionò la stessa concezione sinfonica e non solo per la presenza delle voci e del coro quanto per il messaggio di libertà e di fratellanza universale che il compositore prese da Schiller per farlo prima suo e poi di tutti quelli che l’ascoltarono quel 7 maggio del 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, sventolando entusiasticamente alla fine i fazzoletti (affinché Beethoven, sordo, che condivideva il palco con il direttore, intendesse l’entusiasmo dei presenti). E da allora la Sinfonia Corale è una delle pietre miliari della musica e del pensiero occidentali”. Così racconta Riccardo Frizza, gradito ritorno al Festival della Valle d’Itria: “Torno a Martina Franca con emozione. Nell’estate del 2001, che segnò il mio debutto come direttore d’orchestra, lì affrontai un tutto Verdi (i Quattro pezzi sacri e il Libera me, Domine composto come ultimo brano della Messa ideata per celebrare il primo anniversario della morte di Rossini). E torno per partecipare all’edizione del cinquantenario di questo festival nato dalla volontà di alcuni visionari e diventato un autentico patrimonio musicale mondiale”.

Nella stessa giornata, alle ore 17 presso il Chiostro del Carmine, l’ultimo dei Concerti del Sorbetto con “Assaggi rossiniani” offerti dal mezzosoprano Saori Sugiyama, dal tenore Pepe Hannan, dal baritono Francesco Bossi (tutti provenienti dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”), accompagnati al pianoforte da Eugenio Aiello. In programma le più belle arie d’opera di Gioachino Rossini, da La cambiale di matrimonio, L’italiana in Algeri, La Cenerentola, Il signor Bruschino, Il barbiere di Siviglia. Al termine la consueta degustazione di un fresco sorbetto.

LE REPLICHE DELLE OPERE DEL FESTIVAL

Nelle due giornate che precedono la Nona Sinfonia di Beethoven, il Festival prosegue la sua programmazione a Palazzo Ducale giovedì 1 agosto (ore 21) con la seconda replica di Aladino e la lampada magica fiaba musicale di Nino Rota del 1968, per la direzione musicale di Francesco Lanzillotta alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, regia di Rita Cosentino, e venerdì 2 agosto (ore 21) con l’ultima replica della Norma di Bellini, l’opera con cui il Festival ha inaugurato la sua 50esima edizione in omaggio alla storica edizione del 1977 che rese celebre il Festival a livello internazionale. Fabio Luisi dirige i complessi orchestrali e corali del Teatro Petruzzelli di Bari, regia di Nicola Raab, e un cast di voci internazionali.

Programma su www.festivaldellavalleditria.it

Biglietti: Norma e Aladino da 10 a 60 euro, Nona di Beethoven da 10 a 40 euro; Concerto del Sorbetto 5 euro. Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

::::::::::::::::::

sabato 3 agosto

ore 17, Chiostro del Carmine, Martina Franca

ASSAGGI ROSSINIANI

Saori Sugiyama mezzosoprano

Pepe Hannan tenore

Francesco Bossi baritono

Eugenio Aiello pianoforte

Gioachino Rossini (1792-1868)

“Grazie, grazie, troppo presto” da La cambiale di matrimonio (F. Bossi)

“Pensa alla patria” da L’italiana in Algeri (S. Sugiyama)

“Sì, ritrovarla io giuro” da La Cenerentola (P. Hannan)

“Un soave non so che” da La Cenerentola (S. Sugiyama, P. Hannan)

“Nel teatro del grande mondo” da Il signor Bruschino (F. Bossi)

“Cruda sorte, amor tiranno!” da L’italiana in Algeri (S. Sugiyama)

“Ecco, ridente in cielo” da Il barbiere di Siviglia (P. Hannan)

“All’idea di quel metallo” da Il barbiere di Siviglia (P. Hannan, F. Bossi)

“Dunque io son… tu non m’inganni?” da Il barbiere di Siviglia (S. Sugiyama, F. Bossi)

ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

IX SINFONIA DI BEETHOVEN

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

Riccardo Frizza direttore

Jacquelyn Wagner soprano

Eleonora Filipponi mezzosoprano

Ladislav Elgr tenore

Simon Lim basso

Marco Medved maestro del coro

Presentazione a cura di Sandro Cappelletto

Ludwig van Beethoven (1770-1827)

Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra

Il Maggio Musicale Fiorentino illustra la programmazione da settembre a dicembre del 2024.

Daniele Gatti dirigerà Madama Butterfly in un nuovo allestimento con la regia di Lorenzo Mariani per completare il tributo del Maggio nel centenario dalla morte di Giacomo Puccini e tre concerti sinfonici

Molto confortante l’apprezzamento del pubblico per la programmazione del Festival

Gli abbonamenti potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento

Il Maggio Musicale Fiorentino rende nota la programmazione da settembre a dicembre che completa il cartellone del 2024 e che nasce con un semplice quanto sentito ringraziamento al pubblico che ha affollato e riempito le sale del Maggio con ritrovato entusiasmo e interesse. Con il risanamento e dunque il rientro alla gestione ordinaria del Maggio, il sovrintendente Carlo Fuortes, quindi anche confortato dall’onda del successo di pubblico, si è impegnato per arricchire l’offerta musicale del Maggio a partire dalla programmazione “Estate al Maggio!” in Cavea, e dell’ultima a parte della stagione a partire da settembre e fino a dicembre.

Cinque opere liriche e vale a dire la ripresa di Cenerentola di Gioachino Rossini (direttore Gianluca Capuano, regia di Manu Lalli) poi Madama Butterfly di Giacomo Puccini (Daniele Gatti direttore, regia di Lorenzo Mariani) e La traviata di Giuseppe Verdi (Roberto Abbado direttore, regia di Stefania Grazioli), in due nuovi allestimenti e un dittico che associa Mavra (altrettanto nuovo) di Igor Stravinskij alla ripresa Gianni Schicchi di Giacomo Puccini (direttore Francesco Lanzillotta , regia di Denis Krief); diciassette concerti tra appuntamenti sinfonico corali, sinfonici e di canto.

Sul podio per questi Zubin Mehta e Daniele Gatti e con loro Dmitry Matvienko, Riccardo Frizza, Alessandro Bonato, Luciano Acocella, Matteo Parmeggiani, Glass Marcano, Federico Maria Sardelli, Francesco Lanzillotta, Michele Spotti, Ivor Bolton, e recital di canto con Jessica Pratt, Teresa Iervolino e Nicola Alaimo, un concerto speciale dedicato a Puccini “Puccini racconta Puccini” nel giorno del centenario dalla morte, un’opera per bambini, La fiaba di Tristano con la regia di Manu Lalli e la direzione di Giuseppe La Malfa e un Festival dedicato ai Cori di voci bianche di sette Fondazioni lirico sinfoniche italiane, compresa quella dell’Accademia del Maggio, compongono la programmazione che porta il Maggio a chiudere l’anno in corso con questi ultimi mesi del Festival segnati come si è detto da un grandissimo successo di pubblico e che si è riverberato molto favorevolmente e positivamente sulle stime inizialmente previste per la biglietteria.

Successo tale che ha fatto registrare infatti il “tutto esaurito” in tutte le recite delle opere Turandot e Tosca e nel concerto inaugurale del Festival diretto da Daniele Gatti, nel concerto dei Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti, poi per quello diretto da Myung-Whun Chung e in quello finale del 13 giugno diretto da Zubin Mehta. Tutto esaurito anche per i quattro concerti del “Progetto giovani musicisti” con i complessi da camera del Conservatorio Cherubini e della Scuola di Musica di Fiesole e il concerto Gamo del 5 giugno e grande favore di botteghino per le altre occasioni di spettacolo nei tre mesi di programmazione che stanno per concludersi.

La biglietteria

Gli abbonamenti divisi in tre turni A, B e Pomeridiano potranno essere rinnovati a partire dall’11 giugno e fino al 25 giugno compreso

Sono previsti un abbonamento (A, B, Pomeridiano) che riunisce le opere e i concerti sinfonici per un totale di 14 spettacoli con prezzi a partire dai 370 euro in galleria fino ai 975 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 910 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

Un abbonamento (A, B, Pomeridiano) solo alle opere che parte dai 120 euro della galleria fino ai 440 euro nel primo settore di platea per il turno A e di 370 euro nel primo settore di platea per i turni B e Pomeridiano.

È previsto anche un abbonamento solo al ciclo concertistico (10 concerti) che parte dai 275 euro di galleria della Sala Grande e settore C della sala Mehta fino ai 595 euro di platea 1 in Sala Grande e del settore A della sala Mehta.

I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti a partire dal 28 giugno.

I biglietti singoli saranno messi in vendita a partire dall’11 giugno per le date fuori abbonamento e a partire dal 9 luglio per le date in abbonamento.

La programmazione estiva “Estate al Maggio!”

L’estate prevede il ciclo “Estate al Maggio!” inserito nella programmazione dell’Estate Fiorentina 2024 del Comune di Firenze con la messa in scena di Il barbiere di Siviglia il 18, 20, 22 e 24 luglio alle ore 21, in Cavea. Il teatro all’aperto sul tetto del Maggio per l’occasione godrà di un palcoscenico costruito allo scopo e di una buca d’orchestra. L’opera è diretta dal giovane Riccardo Bisatti con l’ormai “tradizionale” regia di Damiano Michieletto, qui ripresa da Andrea Bernard. A quasi vent’anni esatti dalla sua prima messa in scena, avvenuta nel luglio del 2005 al Teatro Romano di Fiesole e dunque nata e pensata in origine per uno spazio aperto, proprio come la Cavea del Maggio, giunge alla sua decima messa in scena nelle stagioni del Teatro. Nonostante l’età, mantiene intatta tutta la sua freschezza, originalità e modernità che ne hanno fatto nel corso del tempo un allestimento “sempre verde” e apprezzatissimo del Maggio.

Sempre in Cavea, sotto le stelle, il concerto sinfonico corale “Sogno di una notte di mezza estate”, musiche di scena Op. 61. di Felix Mendelssohn Bartholdy, il 23 luglio alle 21, sarà diretto da un altro giovane direttore Hankyeol Yoon, già pluripremiato in numerosi concorsi tra cui recentemente il prestigioso primo premio “Herbert von Karajan Young Conductors Award”. Grazie a questa importante vittoria il Maggio Fiorentino gli ha offerto il debutto italiano con il doppio concerto lo scorso febbraio – accolto con calore sia dal pubblico che dalla critica – e lo ha riconfermato per questa estate, anticipando il suo debutto al Festival di Salisburgo nel prossimo mese di agosto.

Questi due appuntamenti fiorentini seguono le due importanti tournée internazionali, la prima in Cina a Tianjin il 19 e 20 giugno e Beijing il 21, 22 e 23 giugno, e la seconda in Slovenia al Ljubljana Festival dall’ 8 al 10 luglio. In entrambi i tour sul podio nelle diverse occasioni salirà il maestro Zubin Mehta. Squisitamente concertistico il programma in Cina: a Tianjin verrà eseguito il 19 giugno il concerto n.2 per pianoforte e Orchestra di Fryderyk Chopin (solista Vanessa Benelli Mosell) e la Sinfonia n. 7 in Re minore, Op. 70, B. 141 di Antonín Dvořák; il 20 verrà eseguito un programma tutto dedicato a Ludwig van Beethoven con il concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 61 con Amira Abouzara solista al violino, e la Sinfonia n. 7 in la maggiore Op. 92. A Beijing verranno proposti i primi due programmi il 21 e il 22, mentre l’ultima sera del 23 giugno assieme al concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Chopin verrà eseguita la beethoveniana sinfonia n.7. A Ljubljana l’8 e il 10 luglio il maestro dirigerà Il trovatore di Giuseppe Verdi, nell’allestimento scenico firmato da Cesare Lievi – ripreso da Stefania Grazioli– che ha debuttato nella Sala Mehta del Teatro del Maggio nell’autunno del 2022 mentre il 9 luglio il maestro Mehta dirigerà un concerto sinfonico con le composizioni di Ludwig van Beethoven.

Le opere da settembre a dicembre 2024

Si alza il sipario della sala Grande del Teatro del Maggio il 20 settembre, con repliche il 22, il 24 e 27 settembre con La cenerentola, di Gioachino Rossini, nell’allestimento del maggio con la regia di Manu Lalli e la direzione di Gianluca Capuano che torna al Maggio dopo il grande successo di Alcina. Le scene sono di Roberta Lazzeri, i costumi di Gianna Poli le luci di Vincenzo Apicella. Lo spettacolo andato in scena all’aperto nel Cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti nel 2017 e stato anche allestito sul palcoscenico della sala grande del Maggio nel 2018. Tra gli interpreti principali Teresa Iervolino, già presente nell’ultima edizione nella parte di Angelina e Marco Filippo Romano in quella di Don Magnifico. Clorinda e Tisbe saranno Maria Laura Iacobellis e Aleksandra Meteleva.

Secondo titolo operistico è Madama Butterfly, di Giacomo Puccini in scena dal 24 ottobre e con repliche 27 e 31 e 2 novembre.

Un nuovo allestimento con la firma di Lorenzo Mariani, le scene di Alessandro Camera e i costumi di Silvia Aymonino e la direzione di Daniele Gatti. Il maestro ha diretto il capolavoro pucciniano solo in tre occasioni nel passato: a Chicago nel 1991 e poi al Met di New York nel 1994 e a Bologna nel 2003. Protagonista dell’opera nella parte di Cio-Cio-San è Carolina Lòpez Moreno, soprano il cui nome ritornerà ancora nelle locandine del Maggio a cominciare da La traviata in scena da novembre, opera nella quale interpreterà – debuttandola – la parte di Violetta. In locandina come Pinkerton torna Piero Pretti il quale ha colto un grande successo nelle recite di Tosca come Cavaradossi ora in cartellone (una recita sarà sostenuta dal tenore Vincenzo Costanzo, anche lui attualmente impegnato in Tosca); Sharpless sarà il baritono Nicola Alaimo che il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale.

Il 19 novembre con repliche il 21, 24, 26, 30 e 1 dicembre va in scena un nuovo allestimento di La traviata di Giuseppe Verdi, con la direzione di Roberto Abbado e la regia di Stefania Grazioli. Le luci sono di Valerio Tiberi. Si alternano nella parte di Violetta Carolina Lòpez Moreno e Julia Muzychenko (entrambe al debutto); Alfredo sarà Giovanni Sala che si alternerà con Matheus Pompeu.

A chiudere la programmazione operistica il 15 dicembre con repliche il 18, 20 e 22 è in cartellone un “buffo” dittico con il nuovo allestimento di Mavra di Igor Stravinskij e la ripresa di Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. La regia e le scene di entrambe sono di Denis Krief, che aveva già firmato lo Schicchi nel 2019 e che per questa occasione ambienterà anche la novità nel medesimo impianto scenico. Sul podio sale Francesco Lanzillotta. Nel cast nelle due opere Ivàn Ayòn Rivas (L’ussaro e Mavra ) in Mavra e Rinuccio nello Schicchi. In Mavra cantano Julia Muzychenco (appena ascoltata anche come Violetta), Kseniia Nikolaieva, Aleksandra Meteleva. In Gianni Schicchi, Roberto De Candia è Gianni Schicchi, Lauretta è Julia Muzychenco, Zita è Kseniia Nikolaieva, Nella è Nikoletta Hertsak; Simone è Adriano Gramigni, La Ciesca è Aleksandra Meteleva.

In tutte le opere in buca l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; in scena il Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro è il maestro Lorenzo Fratini.

Il programma di concerti sinfonico corali, sinfonici e di canto

A dare avvio alla programmazione concertistica il 7 settembre, è in calendario il concerto sinfonico diretto da Dmitry Matvienko (al debutto fiorentino) che eseguirà la suite Romeo e Giulietta di Prokofiev e, di Sergej Rachmaninov, il concerto n.3 in re minore op. 30 per pianoforte e orchestra con il pianista Giovanni Bertolazzi. Questo come i successivi del 19 e del 26 settembre sono dedicati al repertorio russo, proposto per tutti e tre con varie angolazioni sia dal punto di vista dei compositori come Rachmaninov, appunto, poi Cajkovskij e Musorgskij sia dei loro più popolari lavori. Il 19 il concerto è affidato alla bacchetta di Alessandro Bonato e il 26 sul podio salirà Luciano Acocella. A fianco di Bertolazzi, come lui altri due affermati pianisti italiani Francesco Libetta che eseguirà il celebre concerto n.2 in do minore op.18 di Rachmaninov (il 19) e Giuseppe Albanese che affronterà l’altrettanto famosissimo concerto n.1 in si bemolle minore op. 23 di Cajkovskij.

In settembre anche due importanti concerti con protagoniste due stelle del canto molto amate dal pubblico. Il primo dei due è in calendario il 12 e vede il soprano Jessica Pratt, con la quale il Maggio costruirà un progetto artistico pluriennale, con il direttore Riccardo Frizza eseguire con l’Orchestra e il Coro del Maggio, alcune grandi “scene di pazzia”, incorniciate dalle sinfonie, da opere quali La sonnambula e I puritani di Bellini, Emilia di Liverpool, Lucia di Lammermoor, La Favorite e Linda di Chamounix di Donizetti. I brani eseguiti sono tutti contenuti nel CD “Delirio” che dà il nome al concerto e che offre un panorama di quelle eroine che hanno consacrato il soprano australiano come grandissima protagonista del bel canto. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.

Il 29 settembre sarà il mezzosoprano Teresa Iervolino, immediatamente dopo il suo impegno nelle recite di La cenerentola nella parte di Angelina, a essere protagonista del secondo concerto di canto con l’Orchestra del Maggio diretta da Matteo Parmeggiani. Iervolino eseguirà arie da Semiramide di Rossini, da Ernani di Verdi e la cantata per voce e orchestra Giovanna d’Arco di Rossini (nell’orchestrazione di Luca Giovanni Logi); in programma anche le sinfonie da Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioachino Rossini e da Luisa Miller di Giuseppe Verdi.

Il mese di settembre si completa il 28 e 29 (e con l’ultimo concerto il 5 ottobre) con il Festival dei Cori di Voci Bianche di sette Fondazioni Lirico sinfoniche italiane: quella del Maggio con il coro dell’Accademia, e poi del Teatro di San Carlo di Napoli, del Teatro Regio di Torino, del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro dell’Opera di Roma. La maestra del Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.

Il maestro Zubin Mehta, il direttore emerito a vita del Maggio darà avvio alla programmazione sinfonica d’ottobre, il 6 alle ore 17 con l’esecuzione della sinfonia n.8 in do minore di Anton Bruckner mentre il maestro Daniele Gatti il direttore principale, il 10, 17 e il 26 ottobre chiude un ideale “Progetto Brahms”, che ha attraversato il 2024 ed è iniziato nei concerti di febbraio (Hankyeol Yoon e Min Chung), con Ein Deutsches Requiem, il 10 ottobre e poi con l’integrale delle sinfonie: il 17 ottobre la n.3 e la n.1 e poi il 26 ottobre la sinfonia n.2 e la sinfonia n.4.

Il baritono Nicola Alaimo il giorno dopo l’ultima recita di Butterfly del 2 novembre, il 3 tornerà sul palcoscenico per il terzo concerto di canto della stagione autunnale. Sul podio come per il concerto con Teresa Iervolino, troviamo di nuovo Matteo Parmeggiani. In programma rare composizioni tutte di Gaetano Donizetti dalle opere Alahor in Granata, Parisina, Maria di Rohan, Torquato Tasso tutte incluse nel CD edito dal Maggio “Donizetti grand seigneur”.

Il mese di novembre dopo le prime occasioni offerte dall’ultima recita di Butterfly e dal concerto di canto di Alaimo, viene ufficialmente battezzato l’8 – venerdì – alle ore 20 e il 9 – sabato – alle ore 18 dalla talentuosa figura artistica di Glass Marcano vincitrice nel 2020 del premio dell’Orchestra della prima edizione del concorso internazionale “La MaestrA” di Parigi, concorso che si tiene ogni due anni. Venezuelana con una formazione nell’ambito di “El Sistema di Josè Antonio Abreu” la direttrice eseguirà pagine di Leonard Bernstein: West side story e Candide e sarà affiancata dal soprano Génesis Moreno anche lei venezuelana e come Marcano si è formata nel sistema Abreu ed è la recente vincitrice del IX Premio Kraus nel settembre 2023. La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione della Sinfonia n.9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonìn Dvorak.

Il 15 novembre alle ore 20 in Sala Mehta, Federico Maria Sardelli grande interprete del repertorio barocco sale sul podio per un concerto che vedrà la partecipazione del sopranista Bruno de Sà, vera star mondiale del canto barocco dalle qualità vocali straordinarie che per la prima volta canta a Firenze. Pagine di Filz, Mozart, Cherubini e Carl Philipp Emanuel Bach.

Il 29 novembre alle ore 20, giorno esatto in cui ricorre il centenario della morte di Giacomo Puccini, è in programma uno spettacolo ”Puccini racconta Puccini” nel quale, con la drammaturgia di Alberto Mattioli che attinge direttamente dall’epistolario pucciniano per i testi che saranno interpretati da Alfonso Antoniozzi nella parte di Puccini, si racconta la vita del grande compositore; verranno eseguite dall’Orchestra del Maggio con la direzione di Francesco Lanzillotta, alcune delle pagine meno note e più raramente eseguite del repertorio pucciniano come per esempio i pezzi sinfonici. Orchestra e Coro del Maggio, direttore del Coro, Lorenzo Fratini.

Il mese di dicembre si apre con l’ultima recita di La traviata e il 5 è ospite del Maggio l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Thomas Dausgaard; sui leggii la sinfonia n.5 in si bemolle maggiore di Anton Bruckner. Venerdì 13 dicembre alle ore 20 e sabato 14 alle ore 18 Michele Spotti al suo debutto fiorentino dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio in Die erste Walpurgisnacht (La prima notte di Valpurga) cantata di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n.5 in mi minore op.64 di Cajkovskij. Maestro del Coro, Lorenzo Fratini.

Il 21 dicembre torna Ivor Bolton, direttore che è stato molto vicino nel passato al Maggio Fiorentino e che propone un concerto con la sinfonia n.38 in re maggiore K 504, Praga, di Mozart e di Stravinskij, Pulcinella, suite dal concerto e la “Sinfonia di salmi”, per coro – diretto da Lorenzo Fratini – e Orchestra. Il 22 dicembre è in programma il concerto di Natale con il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. La maestra del coro di voci bianche è Sara Matteucci.

La programmazione del periodo autunnale si arricchisce con lo spettacolo per le famiglie La fiaba di Tristano in collaborazione con Venti Lucenti per il progetto “All’Opera”. La regia, la scrittura scenica e i costumi sono di Manu Lalli, direttore Giuseppe La Malfa, in buca l’Orchestra del Maggio. Protagonisti gli attori e gli animatori di Venti Lucenti, i centodieci bambini e ragazzi del Progetto “All’Opera”. È un nuovo allestimento del Maggio Fiorentino in coproduzione con Venti Lucenti e in collaborazione con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. È un progetto di Fondazione CR Firenze a cura di Venti Lucenti. In collaborazione con l’Assessorato all’Educazione, Welfare e Immigrazione del Comune di Firenze.

Il Teatro del Maggio ringrazia i soci fondatori e i soci privati.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia per il sostegno i Soci: Soci di diritto Fondatori Pubblici: Repubblica Italiana nel Ministero della Cultura, Comune di Firenze e Regione Toscana.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia altrettanto i Soci Fondatori privati:

Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo; Baker Hughes, Allianz, Gucci, Publiacqua, Toscana Aeroporti, Unicoop Firenze, Salvatore Ferragamo, Toscana Energia, Università di Firenze, Pitti Immagine; gli Sponsor: Enel, Caffè Borbone, Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, Zignago Vetro, Cassetti Gioielli; gli Sponsor Tecnici: Tecnoconference, Torrigiani.

La Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ringrazia inoltre tutti gli aderenti all’Albo degli Associati: le Aziende mecenati, i Soci Corporate plus, i Sostenitori, i Benemeriti, i Soci effettivi, i Soci effettivi junior, i Soci, e l’Associazione Amici del Maggio Musicale Fiorentino.

Riccardo Frizza dirige “Le villi” al Regio Teatro Regio di Torino, dal 19 al 26 aprile 2024

Pier Francesco Maestrini firma il nuovo allestimento del primo successo di Giacomo Puccini, un’opera giovanile piena di irruenza

Il Teatro Regio prosegue il suo omaggio a Giacomo Puccini, nell’anno del centenario, e porta in scena la sua opera d’esordio: Le villi che, fin dalla sua prima rappresentazione al Teatro Dal Verme di Milano nel 1884, mise immediatamente in evidenza la capacità del giovane compositore di creare melodie intense e potenti scritture sinfoniche. Una nuova versione, rimaneggiata in tempi record all’indomani della prima, debuttò proprio al Regio di Torino nel 1884. Riproponiamo Le villi, per la prima volta dopo quel clamoroso successo di centoquaranta anni fa, con la conduzione di Riccardo Frizza, specialista del repertorio, che dirige Orchestra e Coro del Regio, quest’ultimo istruito da Ulisse Trabacchin. La nuova produzione è curata da Pier Francesco Maestrini, originario di Firenze, che, dal suo debutto nella regia d’opera nel 1993, ha messo in scena oltre 100 produzioni in Italia e nel mondo spaziando dal repertorio barocco al verismo italiano. Il regista, per la prima volta al Regio, è animato dal desiderio di esplorare il mondo ultramondano e demoniaco. Maestrini parte da un presupposto: non deve trarre in inganno che Puccini si sia ispirato al balletto Giselle di Adolphe Adam per l’opera-ballo Le villi, perché nella musica riversa tutta la sua irruenza giovanile con l’intento, non mediato dalla prudenza della maturità, di scioccare lo spettatore. Protagonisti Roberta Mantegna nel ruolo di Anna, Martin Muehle in quello di Roberto e Simone Piazzola come Guglielmo Wulf. La nuova produzione sarà in scena a partire da venerdì 19 aprile alle ore 20 per sei recite fino a venerdì 26 aprile.

Nato a Brescia, Riccardo Frizza si è formato al Conservatorio di Milano e all’Accademia Chigiana di Siena ed è considerato fra i principali direttori d’orchestra della sua generazione. Dal 2017 è direttore musicale del festival Donizetti Opera di Bergamo. Nel giugno 2021 ha vinto il Premio Ópera come migliore direttore musicale per la Lucia di Lammermoor in scena all’Opera di Bilbao. Dal 2022 è Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica e Coro della Radio Ungherese. Torna al Regio dopo aver diretto il Concerto di Gala dedicato ai 50 anni della riapertura del Teatro.

Nel ruolo di Anna Roberta Mantegna, il soprano palermitano ha dato un’ottima prova come duchessa Elena ne I Vespri siciliani del luglio 2023 al Regio. «Forte di un’emissione franca, ben timbrata e sostenuta sul fiato e nella parola […] conferma la completezza e la solidità dell’artista, nonché la capacità di gestire le proprie energie» (L’Ape Musicale).

Accanto a lei, nel ruolo di Roberto, debutta il tenore tedesco-brasiliano Martin Muehle, elogiato dalla stampa per la sua abilità vocale e l’intensità emozionante in alcuni dei ruoli più impegnativi per un tenore spinto drammatico.

Guglielmo Wulf, il padre di Anna, sarà interpretato da Simone Piazzola, uno dei baritoni di punta della sua generazione, che ha vinto due volte il prestigioso Premio Abbiati della critica teatrale: nel 2015 per la sua interpretazione del ruolo di Simon Boccanegra e nel 2019 per l’incisione della Messa per Rossini realizzata da Decca, direttore Riccardo Chailly.

Nei ruoli dei tre protagonisti si alterneranno: Laura Giordano (Anna), Azer Zada (Roberto) e Gezim Myshketa (Guglielmo).

Le scene del nuovo allestimento sono a cura di Guillermo Nova, i costumi di Luca Dell’Alpi, la coreografia è di Michele Cosentino e le luci di Bruno Ciulli.

Ideata inizialmente come un atto unico, l’opera-ballo Le Willis debuttò al Teatro Dal Verme il 31 maggio 1884, il teatro era gremito e il pubblico e la critica entusiasti. Puccini scrisse alla madre: «Successo clamoroso. Diciotto chiamate. Ripetuto tre volte finale primo. Sono felice». Per la successiva rappresentazione al Teatro Regio di Torino, il 26 dicembre 1884, l’opera fu riveduta dall’autore in una versione ampliata, con nuove arie e un nuovo intermezzo orchestrale, e il titolo divenne Le villi. Il pubblico apprezzò l’abile combinazione di tradizione italiana ed elementi wagneriani e l’accolse in trionfo. Seguirono altre rappresentazioni memorabili: ad Amburgo nel 1892 con la direzione di Gustav Mahler e al Metropolitan di New York nel 1908 con Arturo Toscanini sul podio.

Il soggetto risale a una leggenda di origine slava narrata in un saggio dal poeta tedesco Heinrich Heine; il tema venne poi reso maggiormente noto al pubblico teatrale grazie alla versione di Théophile Gautier, con la collaborazione di Vernoy de Saint-Georges, Giselle ou Les Willis, musicato da Adolphe Adam: un balletto romantico, scritto per Carlotta Grisi nel 1841. Sicuramente il librettista Ferdinando Fontana conosceva entrambe le fonti, ma sembra più probabile che abbia tratto il suo argomento dal racconto francese di Alphonse Karr, Les Willis, del 1852. La vicenda è ambientata in un piccolo villaggio della Foresta Nera dove vivono i due fidanzati Anna e Roberto, il quale deve recarsi a Magonza per una eredità e che, nella grande città, tradisce e dimentica la promessa sposa. La giovane, con il cuore infranto, muore e si trasforma in una villi, leggendaria creatura maligna sovrannaturale, che per vendicarsi dell’amante infedele lo costringe a partecipare a una danza infernale e frenetica che lo lascerà senza vita.

L’Anteprima Giovani, riservata agli Under 30, è in programma giovedì 18 aprile alle ore 20.

In occasione del 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini e della prima rappresentazione moderna a Torino dell’opera Le villi, venerdì 19 aprile al Piccolo Regio Puccini si terrà il convegno dal titolo Un genio al debutto. Gli anni giovanili di Giacomo Puccini; interverranno: Andrea Balestri, Virgilio Bernardoni, Gabriella Biagi Ravenni, Francesco Cesari, Elisabetta Fava, Federico Fornoni, Adriana Guarnieri Corazzol, Alessandra Palidda e Marco Targa. Con una testimonianza di Carlo Carignani, nipote dell’omonimo musicista, amico e stretto collaboratore di Puccini. L’organizzazione è a cura del Centro Studi Giacomo Puccini e del Teatro Regio. Ingresso libero.

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI

I biglietti per Le villi sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio e on line su www.teatroregio.torino.it

Biglietteria del Teatro Regio

Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30;

un’ora prima degli spettacoli

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it



 



SARA’ “NORMA” DI BELLINI, IL 17 LUGLIO, AD APRIRE IL 50° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

Festival della Valle d’Itria , Martina Franca (TA), 17 luglio – 6 agosto 2024

Annunciati titoli, cast e date delle tre opere che

segnano l’edizione n. 50 del Festival della Valle d’Itria:

Norma di Bellini, Aladino e la lampada magica di Rota,

Ariodante di Händel

Aperta la biglietteria on line

50 anni di festival. 50 anni di musica, rarità e riscoperte. Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca compie nel 2024 mezzo secolo di storia. Una realtà divenuta nel corso del tempo patrimonio prezioso ed eccellenza della cultura italiana nel mondo, aperta a un pubblico internazionale, attento e curioso.

L’edizione del 2024, firmata dal direttore artistico Sebastian F. Schwarz e organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi, vede un calendario fitto di 21 giorni, dal 17 luglio al 6 agosto.

In foto : Sebastian F. Schwarz

Tre i titoli delle opere, tre diversi stili musicali, dal belcanto al barocco fino al Novecento, in un arco temporale di oltre due secoli: sono Norma di Vincenzo Bellini, Aladino e la lampada magica di Nino Rota, Ariodante di Georg Friedrich Händel.

Il Festival si arricchisce, come di consueto, di un nutrito numero concerti di musica da camera e liederistica, musica sacra, barocca, sinfonica (con l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven a 200 dalla composizione), jazz, incontri con gli artisti e spettacoli di prosa, di cui programmi e date saranno presto resi noti.

A fare da cornice al Festival, alcuni luoghi simbolo di Martina Franca – il Palazzo Ducale, il Teatro Verdi, il chiostro della Chiesa di San Domenico, la Basilica barocca di San Martino – e le più belle masserie del territorio, fra gli uliveti secolari del territorio pugliese.

Più che mai, nella presente edizione – racconta Sebastian F. Schwarz – il festival si rivolge a un pubblico vasto e diverso: agli amanti dell’opera barocca, quanto ai melomani che apprezzano il grande repertorio del Belcanto, alle famiglie intere per una favola da Mille e una notte o a chi vuole ricordare il bicentenario della sinfonia più famosa della storia della musica, come la Nona di Beethoven… Invitiamo tutti in Puglia per festeggiare con noi il 50° Festival della Valle d’Itria”.

LE OPERE IN PROGRAMMA

Aprirà il Festival mercoledì 17 luglio (repliche 21, 28 luglio e 2 agosto, ore 21) nello storico cortile del Palazzo Ducale, una nuova produzione della Norma di Vincenzo Bellini, con la direzione di Fabio Luisi, direttore musicale del Festival, fra le bacchette più autorevoli nel panorama musicale internazionale.

Prendendo come riferimento l’edizione critica di Casa Ricordi, i ruoli di Norma e Adalgisa saranno affidati a due soprani, riportando l’esecuzione all’originale volontà del compositore, come già in una storica edizione del 1977 che rese celebre il Festival della Valle d’Itria a livello internazionale.

Debuttano nei ruoli delle due donne i soprani Jacquelyn Wagner (Norma) e Valentina Farcas (Adalgisa), nel ruolo di Pollione il tenore Airam Hernandez e nel ruolo di Oroveso il basso Simon Lim.

La regia è affidata alla tedesca Nicola Raab, dalla consolidata esperienza internazionale in campo lirico, scene e costumi di Leila Fteita, già premio Abbiati 2022 per l’allestimento de Il Giocatore alla 48ª edizione del Festival.

L’opera, coprodotta con la Fondazione Petruzzelli di Bari, vedrà protagonista l’Orchestra del teatro barese e il suo Coro.

Dal 27 luglio (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto, ore 21) a Palazzo Ducale il Festival omaggia Nino Rota con l’allestimento di Aladino e la lampada magica “fiaba lirica” del 1968 del compositore che scelse la Puglia come terra d’adozione, e di cui il Festival ha già allestito nelle edizioni passate Il cappello di paglia e Napoli Milionaria. Sul podio Francesco Lanzilotta, direttore fra i più interessanti della sua generazione, apprezzato nei maggiori teatri europei, alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Firma la regia l’argentina Rita Cosentino artista presente nei principali palcoscenici teatrali, con una particolare attenzione al pubblico dei più giovani, scene e costumi di Leila Fteita.

Nei ruoli principali il tenore Marco Ciaponi (Aladino), il soprano Claudia Urru (Principessa), Marco Filippo Romano (Mago e Re) e il baritono Alexandr Ilvakhin (Il genio dell’anello). A loro si affianca il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara), nato da un progetto che coinvolge le scuole del territorio, occasione per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica e alla realtà del Festival.

L’attenzione al repertorio barocco, con l’allestimento di titoli di raro ascolto e di grande bellezza, quest’anno verterà sull’Ariodante (1735) di Georg Friedrich Händel, in occasione dei 550 anni della nascita di Ludovico Ariosto, il cui Orlando furioso è fonte di ispirazione dell’opera handeliana. Protagonisti, al Teatro Verdi il 22 luglio (repliche il 25 e 28 luglio, ore 21), l’ensemble Modo Antiquo diretto dal suo fondatore Federico Maria Sardelli (al terzo e ultimo anno di residenza artistica al Festival), e alcuni fra i migliori interpreti specializzati in questo repertorio: Cecilia Molinari (Ariodante), Teresa Iervolino (Polinesso), Biagio Pizzuti (Re di Scozia), Theodora Raftis (Dalinda), Manuel Amati (Lurcanio). Regia, scene e costumi porteranno la firma del consolidato team formato da Torsten Fischer (regia), scene di Herbert Schäfer (drammaturgia e scenografia) e Vasilis Triantafillopoulos (costumista).

IL CONCERTO SINFONICO

Fra gli appuntamenti in programma, si segnala l’esecuzione della imponente Nona Sinfonia di Beethoven a 200 anni dalla composizione, il 3 agosto (ore 21) a Palazzo Ducale, con l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretti da Riccardo Frizza.

Il 50° Festival della Valle d’Itria è realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Martina Franca.

Programma del festival su www.festivaldellavalleditria.it

Abbonamenti e biglietti disponibili su festivaldellavalleditria.vivaticket.it

Biglietti opere: intero da 25 a 70 euro, senior da 20 a 50 euro, under 30 da 15 a 30 euro, under 15 a Palazzo Ducale 10 e 15 euro. Concerto sinfonico: intero 40 e 25 euro (senior 30 e 20 euro, under 30 20 e 15 euro). Abbonamenti alle 3 opere da 120 a 60 euro.

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

Martina Franca (TA), 17 luglio – 6 agosto 2024

50° Festival della Valle d’Itria

NORMA di Vincenzo Bellini

Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani

direttore musicale Fabio Luisi

regia Nicola Raab

allestimento Leila Fteita

17, 21, 28 luglio e 2 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

Protagonisti:

Norma Jacquelyn Wagner (soprano)

Adalgisa Valentina Farcas (soprano)

Pollione Airam Hernandez (tenore)

Oroveso Simon Lim (basso)

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

ARIODANTE

Georg Friedrich Händel

Dramma per musica in tre atti su libretto di Antonio Salvi

direttore musicale Federico Maria Sardelli

regia Torsten Fischer

scene e drammaturgia Herbert Fischer

costumi Vasilis Triantafillopoulos

22, 25 e 29 luglio, ore 21

Teatro Verdi, Martina Franca

Protagonisti:

Ariodante Cecilia Molinari (mezzosoprano)

Polinesso Teresa Iervolino (mezzosoprano)

Dalinda Theodora Raftis (soprano)

Lurcanio Manuel Amati (tenore)

Il Re di Scozia Biagio Pizzuti (basso baritono)

Orchestra Barocca Modo Antiquo

ALADINO E LA LAMPADA MAGICA

Nino Rota

Fiaba lirica in tre atti di Vinci Verginelli da Mille e una notte

27, 30 luglio, 1, 4 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

direttore musicale Franesco Lanzilotta

regia Rita Cosentino

allestimento Leila Fteita

Protagonisti:

Aladino Marco Ciaponi (tenore)

Principessa Claudia Urru (soprano)

Il Mago, il Re Marco Filippo Romano (basso baritono)

Il genio dell’anello Aleksandr Ilvakhin (baritono)

Coro delle voci bianche di Martina Franca

Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125

Ludwig van Beethoven

direttore musicale Riccardo Frizza

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari

Coro del Teatro Petruzzelli di Bari

3 agosto, ore 21

Palazzo Ducale, Martina Franca

Solisti in via di definizione

Completano il programma del Festival (calendario di prossima pubblicazione) il Concerto per lo Spirito, i concerti del sorbetto, i concerti nelle masserie e la rassegna “In orbita. Il Festival tra piazze e contrade”

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

LE OPERE E IL CONCERTO SINFONICO DEL FESTIVAL IN ORDINE CRONOLOGICO

17 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

21 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

22 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

25 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

27 luglio ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

28 luglio NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

29 luglio ARIODANTE di Georg Friedrich Händel (Teatro Verdi)

30 luglio ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

1 agosto ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

2 agosto NORMA di Vincenzo Bellini (Palazzo Ducale)

3 agosto BEETHOVEN, Nona Sinfonia

4 agosto ALADINO E LA LAMPADA MAGICA di Nino Rota (Palazzo Ducale)

Tutti gli spettacoli e il concerto sinfonico hanno inizio alle ore 21