Primo appuntamento della Stagione Lirica 2025 dell’Opera Carlo Felice Genova con : La traviata.

Il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, sarà in scena da domenica 12 gennaio alle ore 20.00.

Maestro concertatore e direttore Renato Palumbo, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, coreografie DEOS, luci Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.

A dare vita ai protagonisti: Carolina López Moreno /Elena Schirru (Violetta Valery), Carlotta Vichi (Flora Bervoix), Chiara Polese (Annina), Francesco Meli / Klodjan Kaçani (Alfredo Germont), Roberto Frontali / Leon Kim (Giorgio Germont), Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Francesco Milanese (Dottor Grenvil), Loris Purpura (Domestico di Flora), Giuliano Petouchoff (Giuseppe), Filippo Balestra (Commissionario).

Lo spettacolo sarà in replica martedì 14 gennaio alle ore 20.00, mercoledì 15 alle ore 20.00, giovedì 16 alle ore 20.00, venerdì 17 alle ore 20.00, sabato 18 alle ore 15.00 e domenica 19 alle ore 15.00.

La traviata fa parte, insieme a Rigoletto e al Trovatore, della cosiddetta “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi. Le tre opere risalgono ai primi anni Cinquanta dell’Ottocento, e rappresentano un momento di svolta nel percorso artistico del compositore. Era l’inizio del 1853, Verdi iniziava la composizione per il Teatro La Fenice di Venezia con il librettista Francesco Maria Piave per adattare il dramma teatrale tratto da La Dame aux camélias, romanzo pubblicato da Alexandre Dumas figlio e già best seller a livello europeo.

Il soggetto ispirato alla vera storia della cortigiana Marie Duplessis aveva molto colpito Verdi, che tuttavia era consapevole delle possibili controversie: la trama era ambientata nella contemporaneità, e venivano trattate tematiche che facilmente si sarebbero scontrate con certe forme di moralismo.

Dopo la prima rappresentazione, il 6 marzo 1853, La traviata iniziò a circolare in tutta Italia (anche se in parte censurata). L’opera ricevette non poche critiche, ma il suo fascino conquistò presto il pubblico, ad oggi è uno dei titoli d’opera più amati e rappresentati al mondo. La portata rivoluzionaria della Traviata si trova sia nelle tematiche – la storia d’amore della protagonista, Violetta, una donna di mondo dalla psicologia complessa raccontata con straordinaria umanità – sia nelle tecniche compositive. Elemento centrale è la profonda introspezione, l’anima dei protagonisti viene esplorata sia dalla drammaturgia sia dalla musica con una coesione unica, dando al pubblico la possibilità di immergersi nella realtà di un amore tragico e senza tempo.

«Con La traviata Verdi sceglie la strada della semplicità – dice Renato Palumbo. Semplice è la trama, semplice la scrittura musicale. Semplice, colloquiale, moderno e illuminato è il libretto di un ispirato Francesco Maria Piave, sicuramente marcato stretto però dall’implacabile Verdi.

Dietro questa semplicità si nasconde un mondo meraviglioso fatto di solitudine, di passione e soprattutto di dolore. Il dolore affettivo ma anche il dolore fisico. Il dolore è quindi presente dalla prima all’ultima nota dell’opera. Il Direttore ha il difficile compito di narrare e creare quest’atmosfera ricercata da Verdi, pensando alla scrittura musicale ma soprattutto alla parola verdiana che in quest’opera diventa quella della quotidianità. Con la sua forza e, in questo caso, con i suoi grandi silenzi. Così sarà la mia lettura di Traviata, un omaggio al ricordo della breve e intensa vita di Marie Duplessis, cortigiana morta sola a Parigi il 3 febbraio del 1847, della quale Verdi più degli altri capì la sofferenza e che cercò di rendere immortale con un’opera perfetta». 

Commenta Giorgio Gallione: «È noto che Verdi pensò La traviata come un’opera contemporanea: uno spietato inno alla vita ambientato nel presente di allora, senza orpelli o simbolismi, di una moderna, audace, ardente interiorità. Con Guido Fiorato, scenografo e costumista, abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa. Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flashback visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime».

Biografie

Renato Palumbo ha studiato Canto, Direzione d’orchestra e coro, Pianoforte e Composizione debuttando sul podio appena diciannovenne con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali Scala di Milano, Opéra di Parigi, Covent Garden di Londra, i Festival di Pesaro e di Martina Franca. Ha diretto inoltre a Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao, Barcellona, Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo. In Italia negli ultimi mesi ha diretto Il trovatore al Teatro Comunale di Bologna, Il corsaro al Carlo Felice, Rigoletto al Teatro Petruzzelli di Bari, Turandot al Festival Pucciniano, Manon Lescaut nell’ambito del Festival Manon Manon Manon del Teatro Regio di Torino, La traviata al Teatro del Maggio Fiorentino. Prossimi impegni: La traviata al Carlo Felice e  Il barbiere di Siviglia al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro Comunale di Bologna.

Giorgio Gallione, regista e drammaturgo, è stato il Direttore artistico del Teatro dell’Archivolto dal 1986 sino alla fusione con il Teatro Stabile di Genova, dando vita nel 2018 al Teatro Nazionale di Genova, per il quale è stato fino al 2021 il regista stabile e consulente artistico. Diplomato nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, inizia la sua attività di regista nel 1981 con Il matrimonio di Brecht e Valentin. In campo operistico ha firmato regie per teatri quali La Scala di Milano (Vita di Tutino), Regio di Torino (La rondine, Tamerlano, Street Scene, Nella colonia penale, Un tram che si chiama desiderio), Arena di Verona (Dylan Dog e Peter Uncino di Tutino), Regio di Parma (Dinorah), Teatro dell’Opera di Roma (Il gatto con gli stivali di Tutino), Teatro Massimo di Palermo (Simon Boccanegra), Comunale di Bologna (Il prigioniero di Dallapiccola e Risorgimento di Ferrero). Con l’Opera Carlo Felice ha lavorato per Candide di Bernstein, per una versione del Barbiere di Siviglia con narratore Maurizio Crozza, e ha firmato le regie della Traviata e della Rondine.

Biglietti 12/01

I settore: 100,00 euro

II settore: 80,00 euro

III settore: 60,00 euro

IV settore: 50,00 euro

V settore: 35,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro

*tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

In un nuovo allestimento Ariadne auf Naxos di Richard Strauss in scena al Teatro La Fenice dal 21 al 30 giugno

Ariadne auf Naxos di Richard Strauss sarà in scena dal 21 al 30 giugno al Teatro La Fenice nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2023-2024. Il nuovo allestimento, realizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e con la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, è affidato al regista scozzese Paul Curran, con scene e costumi di Gary McCann e light design di Howard Hudson.

La direzione musicale sarà affidata a Markus Stenz, alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice e di un cast composto da Karl-Heinz Macek, Markus Werba, Anna Lucia Richter, John Matthew Myers, Nicola Pamio, Blagoj Nacoski, Francesco Milanese, Matteo Ferrara, Erin Morley, Sara Jakubiak, Äneas Humm, Mathias Frey, Szymon Chojnacki, Enrico Casari, Jasmin Delfs, Marie Seidler e Giulia Bolcato. Cinque le recite al Teatro La Fenice, il 21, 23, 25, 27, 30 giugno 2024.

Opera in un atto con prologo su libretto di Hugo von Hofmannsthal ispirato al mito di Arianna, questa composizione nacque come divertissement operistico per una rappresentazione del Bourgeois gentilhomme di Molière. Il progetto iniziale prevedeva che l’opera fosse eseguita come spettacolo presentato nel palazzo del protagonista della commedia; un esempio perfetto di teatro nel teatro. In questa prima forma il lavoro esordì il 25 ottobre 1912 a Stoccarda. Tuttavia il pubblico apprezzò l’opera più della commedia e Hugo von Hofmannsthal decise di slegare le due parti dando vita propria ad Ariadne, a cui aggiunse un Prologo che tiene in piedi l’espediente del teatro nel teatro. Nella nuova forma Ariadne auf Naxos debuttò a Vienna il 4 ottobre 1916.

«Non credo assolutamente che Ariadne sia un puro divertissement – ha spiegato il regista Paul Curran –. In questo lavoro Strauss fa quello che fa in tutte le sue opere: esamina lo stato umano, analizza come gli esseri umani reagiscono tra loro, la difficoltà del compromesso, come nel caso dell’insegnante di musica quando dice al suo studente: «Guarda: se vuoi farlo, devi scendere a compromessi perché il mondo non è perfetto». Quindi penso che – insieme a Hoffmansthal – oggi Strauss ci regali una lezione meravigliosa, in questo nostro mondo dove tutto è digitale, perfetto e meraviglioso. Ma il mondo è tutt’altro che perfetto e meraviglioso e qualsiasi essere umano che voglia raccontare una storia o fare ogni genere di lavoro o avere una relazione di successo dovrà scendere a compromessi e vivere una vita umana piuttosto che idealizzata. Ariadne rappresenta l’ideale: la sua volontà di stare con Teseo è prettamente idealistica. In realtà Teseo non torna, e arriva invece Bacco. La sua vicenda ci dice che l’idealismo vale solo per la mente, e non per la vita reale. Pertanto, ripeto, non penso che sia un divertissement; penso che sia molto divertente e sebbene il prologo sia scritto come una commedia e la seconda parte dell’opera sia una combinazione di commedia e tragedia, nell’ultima parte dell’opera non c’è più commedia dopo il secondo quintetto; si va dritti dentro la storia di Ariadne e Bacco. Credo che sia un lavoro meraviglioso, brillantemente strutturato».

«Quella di Ariadne si può definire una partitura su misura – ha dichiarato il direttore d’orchestra Markus Stenz –, qualcosa di particolarmente adatto e congeniale a questa storia e all’idea sorprendente di avere più situazioni che avvengono simultaneamente. Questo fatto già di per sé la rende molto moderna, perché se si guarda alla vita di oggi ci si rende conto che è estremamente complessa: quante volte alla settimana si deve affrontare una tragedia o ci si può fare una risata? Probabilmente è una verità universale, anche considerando il tempo in cui l’opera è stata scritta. Era particolarmente vera per quell’epoca: tristezza e allegria contemporaneamente, nella stessa scena. Strauss ha quindi inventato qualcosa che ci permette davvero di fare esperienza della completezza della vita, e che rende Ariadne così importante anche per il pubblico di oggi. Pertanto, se è vero che con quest’opera i due artisti volgono lo sguardo indietro, quello che la rende comunque così tanto attuale, simile alle partiture di oggi, è l’idea di unire le complessità della vita».

Ecco il dettaglio delle repliche con gli orari e i turni di abbonamento: venerdì 21 giugno 2024 ore 19.00 (turno A); domenica 23 giugno ore 17.00 (turno B); martedì 25 giugno ore 19.00 (turno D); giovedì 27 giugno ore 19.00 (turno E); domenica 30 giugno ore 17.00 (turno C). Le recite del 21 e 25 giugno rientrano nell’ambito del progetto «La Fenice per la città», quelle del 23, 27 e 30 giugno in «La Fenice per la città metropolitana», iniziative realizzate in collaborazione con la Municipalità e con la Città metropolitana di Venezia dedicate ai residenti nel comune e nel territorio della città metropolitana di Venezia. 

Per informazioni www.teatrolafenice.it

Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini in scena al Teatro La Fenice dal 26 gennaio.

Carnival Cocktail: nella domenica di Carnevale, 11 febbraio, al termine dello spettacolo aperitivo con dj set in maschera nelle Sale Apollinee

Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini torna al Teatro La Fenice: l’amatissimo allestimento firmato dal regista Bepi Morassi con le scene e i costumi di Lauro Crisman sarà ripreso nel palcoscenico di Campo San Fantin con la direzione musicale di Renato Palumbo. Otto le recite in agenda, il 26 e 28 gennaio, l’1, 3, 7, 9, 11 e 13 febbraio 2024.

La replica di sabato 3 febbraio 2024 ore 19.00 sarà tramessa in diretta radiofonica su Rai Radio3.

            A questo titolo è legato anche il carnevale di Venezia e per celebrare la festa veneziana per eccellenza al termine della recita di domenica 11 febbraio alle ore 17.00 sarà possibile gustare, rigorosamente in maschera, un Carnival Cocktail con dj set nelle Sale Apollinee, acquistando il biglietto per il cocktail oltre al biglietto dello spettacolo.

Composta in poche settimane su un libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia Le Barbier de Séville ou La précaution inutile di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (Parigi 1775), l’opera andò in scena per la prima volta al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio 1816 col titolo Almaviva ossia L’inutile precauzione, sia per riverenza verso Paisiello che già si era cimentato col Barbiere (San Pietroburgo 1782), sia per valorizzare la parte del tenore Manuel García, elevato al rango di protagonista. Dopo il fiasco della prima, l’opera trionfò nelle ultime sere del carnevale e in seguito rimase una delle opere più rappresentate al mondo e il capolavoro rossiniano per antonomasia.

In questa nuova ripresa fenicea, inserita nell’ambito delle manifestazioni del Carnevale di Venezia 2024, organizzato in collaborazione con il Comune di Venezia e Vela Spa, Renato Palumbo sarà alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice – maestro del Coro Alfonso Caiani – e di un cast composto da Nico Darmanin nel ruolo del conte d’Almaviva, Omar Montanari in quello di Bartolo, Marina Comparato in quello di Rosina, Alessandro Luongo in quello di Figaro; Francesco Milanese sarà Basilio; Giovanna Donadini, Berta; William Corrò, Fiorello.

Lo spettacolo sarà proposto con sopratitoli in italiano e in inglese. Ecco il dettaglio delle recite: venerdì 26 gennaio 2024 ore 19.00; domenica 28 gennaio ore 15.30; giovedì 1 febbraio ore 19.00; sabato 3 febbraio ore 19.00 (in diretta Rai Radio3); mercoledì 7 febbraio ore 19.00; venerdì 9 febbraio ore 19.00; domenica 11 febbraio ore 17.00 (Carnival Cocktail); martedì 13 febbraio ore 19.00.

I biglietti per lo spettacolo (da € 15,00 a € 210,00, ridotto abbonati da € 10,00 a € 130,00 e quelli per il CarnivalCocktail (opera+cocktail+djset da € 190,00 a € 360,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it