Domenica 13 aprile 2025, alle ore 18, si alza il sipario sull’87ª edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.

In programma, nella Sala Grande del Teatro, “Salome” di Richard Strauss.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, il maestro Alexander Soddy; la regia è di Emma Dante. 

Nella parte di Salome il debutto fiorentino del soprano Lidia Fridman.

La recita del 13 aprile sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3 e in differita televisiva su Rai 5 (ore 21:15)

Si alza il sipario del Festival del Maggio Musicale Fiorentino che quest’anno giunge alla sua 87ª edizione. In programma, domenica 13 aprile 2025 alle ore 18, nella Sala Grande del Teatro, uno dei grandi capolavori del ’900 che torna al Maggio a distanza di 15 anni dalla sua ultima messinscena, la Salome di Richard Strauss. Altre tre sono le recite previste in cartellone: il 16 e il 23 aprile alle ore 20 e il 27 aprile alle ore 15:30.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, il maestro Alexander Soddy, al suo debutto in Teatro.  La regia dello spettacolo è firmata da Emma Dante, anche lei al suo debutto al Maggio. Un altro debutto fiorentino è segnato dal soprano Lidia Fridman subentrata nella compagnia di canto al posto della già annunciata Allison Oakes che per una indisposizione è stata costretta a lasciare la produzione. Il cast vocale schiera le voci di Nikolai Schukoff che veste i panni di Herodes; di  Anna Maria Chiuri che è Herodias e di Brian Mulligan che interpreta Jochanaan. Eric Fennell è Narraboth; Marvic Monreal è Ein Page der Herodias; i Cinque ebrei sono Arnold BezuyenMathias FreyPatrick VogelMartin Piskorski e Karl Huml. Interpretano i Due nazareni William Hernandez e Yaozhou Hou (quest’ultimo veste inoltre i panni di Uno schiavo); Frederic Jost e ancora Karl Huml sono Due soldati mentre Davide Sodini chiude il cast lirico vestendo i panni di Un uomo della Cappadocia.

Le scene di questo nuovo allestimento sono curate da Carmine Maringola, i costumi sono di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi e la scenografia di Silvia Giuffrè.  Il manifesto dell’opera è di Gianluigi Toccafondo.

Fra le più celebri composizioni di Richard Strauss, la Salome debuttò nel dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda e fu accolta da un successo clamoroso che garantì al suo autore fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. Nel corso delle stagioni del Maggio l’opera di Strauss è andata in scena per un totale di sei volte a partire dalla prima rappresentazione fiorentina avvenuta nel 1948 nella versione italiana. La seconda occasione data il 1964 a La Pergola, per la terza volta la cronologia fissa lo storico al 1977 con la direzione di Zubin Mehta; la quarta occasione è del 1991 eseguita in forma di concerto, la quinta volta Salome va in scena nel 1994 con Mehta sul podio e la regia di Luc Bondy, e l’ultima occasione  prima di questa inaugurazione è del 2010 con la direzione di Paolo Carignani e la regia di Robert Carsen.

Alexander Soddy, impegnato inoltre il 26 aprile in Sala Mehta per un concerto sinfonico con un programma interamente dedicato proprio alle composizioni di Strauss, ha sottolineato la sua gioia nel debuttare al Maggio in occasione dell’inaugurazione lirica del Festival: “Sono incredibilmente onorato e felice nel debuttare qui al Maggio Musicale; un posto che amo per la sua storia, in particolar modo gli ultimi trent’anni con il lavoro incredibile di Zubin Mehta come direttore principale: questo lo si può percepire attraverso la qualità e l’esperienza dei musicisti. È il mio debutto qui a Firenze e poterlo fare dirigendo un’opera che sento particolarmente vicina a me rende tutto questo ancora più speciale: ci sono legato infatti da quasi vent’anni, cominciando a interpretarla come pianista accompagnatore all’inizio della mia carriera. L’ho successivamente diretta moltissime volte; è davvero una composizione a cui sono molto legato e con cui, inoltre, ho debuttato al Covent Garden.  Conosco le sfide che essa contiene e dico sfide perché è uno dei primi lavori di Strauss, il quale scrive in un modo davvero impegnativo. Compone in modo giovanile, eccitato da tutte le opportunità che ha. Questo ovviamente può essere rischioso perché ci sono i cantanti in scena che devono riuscire a sovrastare il suono di un’orchestra enorme. Un’altra sfida presente in quest’opera è relativa al fatto che, in qualità di direttore, debbo al contempo essere musicalmente flessibile, passionale e possente ma al contempo capace di mantenere un insieme orchestrale il più possibile compatto e leggero per fare in modo che i cantanti possano sovrastarlo: il mio obiettivo in parte è anche quello di domare la bestia, ossia quest’enorme ensemble prevista dal lavoro di Strauss. Il cast è favoloso, l’intesa con Lidia Fridman è stata immediata, con una grande esperienza e conoscenza di questo tipo di musica; e in più, come detto, ho la grande opportunità di lavorare con quest’Orchestra: non suonano questo genere di musica molto spesso ma hanno una conoscenza del suono straordinaria, l’ho sentito immediatamente e questo è realmente stimolante. Posso percepire il lavoro svolto negli anni insieme a Zubin Mehta e quanto egli è riuscito a trasmettere, dalla forza del suono alla disciplina. Sono entusiasta di accompagnarli in questo percorso e poterlo fare con un’opera che non viene eseguita molto spesso”.

Parlando di questa produzione Emma Dante ne ha evidenziato i tratti onirici e di come la sua interpretazione dell’opera l’abbia portata ad immaginare la vicenda come un vero e proprio viaggio attraverso un sogno – anzi, un incubo – capace di portare il pubblico su un’altra dimensione:  “Quando sono arrivata al Maggio mi è quasi sembrato di metter piede sopra una vera e propria ‘nave spaziale’ e già questo è stato molto significativo, sia nel lavoro svolto con gli artisti sia per lo spettacolo visivo che è nato in queste settimane. Salome è senz’altro un’opera particolare, con tratti e aspetti che quasi potremmo definire “assurdi”, un’opera complessa che io ho interpretato come l’attraversamento di un vero e proprio incubo: è come se tutti, nel breve tempo della durata dell’opera, entrassimo nella testa e nella visione del profeta Jochanaan e di Salome stessa. L’idea portante di questa produzione è dunque il viaggio attraverso il sogno e l’incubo dentro la mente di quest’uomo, Jochanaan appunto. La musica stessa è altrettanto particolare, oltre che splendida, e sembra anch’essa scritta per portare il pubblico in un’altra dimensione, una dimensione dove si riescono a delineare i caratteri sentimentali ma al contempo crudeli di questo capolavoro straussiano”.

“Con grande emozione e senso di responsabilità, “salto” in questa produzione di Salome al Maggio Musicale Fiorentino per l’apertura dell’87° Festival” – dice così Lidia Fridman che sostiene la parte di Salome –  Un onore immenso far parte di un’occasione così speciale. Con Salome è sempre una sfida, adrenalinica e totalizzante. Debuttare al Maggio con questo titolo, e in un’occasione così speciale come l’apertura del Festival, è per me motivo di grande gioia, anche se del tutto inaspettato. Nonostante il tempo a disposizione sia limitato, con l’umiltà di chi entra all’improvviso e la determinazione di chi ama profondamente questo ruolo, farò del mio meglio per rendere onore a questo capolavoro, che ho studiato a lungo e custodito dentro di me. Desidero ringraziare la Direzione del Teatro, il maestro Soddy, la regista Emma Dante e tutti i colleghi per il sostegno e la fiducia”.

L’opera:

Il debutto dell’opera il 9 dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda fu accolto da un successo clamoroso che garantì a Strauss fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde, che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. La vicenda si svolge alla corte di re Erode in Tiberiade dove è tenuto prigioniero in una cisterna Giovanni Battista (Jochanaan). La voce del profeta attrae Salome, la bella figliastra del re desiderata da molti a corte, in primis dal patrigno, che nutre per lei una passione morbosa. La principessa, sentendosi irrimediabilmente attratta da Jochanaan, tenta invano di sedurlo e dopo l’ennesimo rifiuto decide di chiederne la testa in pegno a Erode, che accetta solo dopo l’esibizione di Salome in una sensualissima danza dei sette veli. Il desiderio della fanciulla viene così esaudito ma l’orrore raggiunge il culmine nel momento in cui Salome in un impulso necrofilo bacia la bocca del profeta decapitato, gesto per il quale sarà giustiziata. Il dramma di Wilde aveva attratto Strauss non solo per l’audacia del tema trattato, ma soprattutto per la presenza di personaggi così tormentati e nevrotici che gli avrebbe consentito di realizzare una musica estrema, capace di seguire i violenti turbamenti della mente di Salome e i torbidi pensieri di Erode e dei suoi cortigiani.

Il disordine della psiche trova perfetto pendant in una partitura musicale dove la mastodontica orchestra è coinvolta in vortice tumultuoso di dissonanze e dove prevale una vocalità agitata, isterica e lontana da ogni slancio lirico.

Per il ciclo d’incontri con il pubblico – Parlando d’opera

Sabato 12 aprile, ore 16.30

“Questo testo grida musica!”

Lo scandalo di Salome da Oscar Wilde a Richard Strauss

a cura di Marco Mangani

Soprano Nikoleta Kapetanidou

Pianoforte Francesco RuggeriElisabetta Sepe

Musiche di Richard Strauss 

In collaborazione con Il Foyer – Amici della Lirica di Firenze

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

La locandina:

SALOME

Musica di Richard Strauss

Nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Dramma musicale in un atto op. 54 su testo dell’omonimo poema di Oscar Wilde nella traduzione tedesca di Hedwig Lachmann
Traduzione italiana di Franco Serpa

Edizione: “Luck’s Music Library”, Madison Heights

In lingua originale, con sopratitoli in italiano e inglese 

a cura di Prescott Studio, Firenze

Maestro concertatore e direttore Alexander Soddy

Regia Emma Dante

Scene Carmine Maringola 

Costumi Vanessa Sannino

Luci Luigi Biondi

Coreografia Silvia Giuffrè 

Assistente regista Federico Gagliardi 

Assistente scenografo Roberto Tusa

Assistente costumista Chicca Ruocco

Assistente light designer Luigi Biondi

Assistente musicale Felix Hornbachner

Herodes Nikolai Schukoff

Herodias Anna Maria Chiuri

Salome Lidia Fridman

Jochanaan Brian Mulligan

Narraboth Eric Fennell 

Ein Page der Herodias Marvic Monreal

Erster Jude Arnold Bezuyen

Zweiter Jude Mathias Frey

Dritter Jude Martin Piskorski

Vierter Jude Patrick Vogel

Fünfter Jude Karl Huml

Erster Nazarener William Hernandez

Zweiter Nazarener Yaozhou Hou

Erster Soldat Frederic Jost

Zwiter Soldat Karl Huml

Ein Sklave Yaozhou Hou
Ein Kappadocier 
Davide Sodini

Figuranti speciali Francesco BaxSem Bonventre, Adriano Di Carlo, Angelica Dipace, Marta Franceschelli, Francesca Laviosa, Michela Lo Preiato, Giuseppe Marino, Rita Russo, Arabella ScalisiDaniele Savarino, Christian Sidoti

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi:

Solo ascolto: 10€

Visibilità limitata: 15€

Platea 6 e Galleria: 35€

Platea 5 e Palchi: 45€

Platea 4: 65€ 

Platea 3: 75€ 

Platea 2: 90€ 

Platea 1: 110€ (repliche)

Platea 1: 130€ (prima recita)

Durata complessiva 1 ora e 40 minuti circa

Al Teatro di San Carlo torna in scena Salome di Richard Strauss

Regia di Manfred Schweigkofler, sul podio il Direttore Musicale Dan Ettinger

Costumi realizzati con ScobySkin, un bio-materiale innovativo made in Campania realizzato dalla Knowledge for Business e dalla TecUp di Napoli

Teatro di San Carlo

Giovedì 20 marzo, ore 20:00

Fino a sabato 29 marzo

Torna Salome di Richard Strauss al Teatro di San Carlo: il prossimo appuntamento della Stagione Lirica 2024-25 vede il ritorno dopo undici anni di assenza del capolavoro su libretto di Hedwig Lachmann che riprende l’opera omonima di Oscar Wilde.

L’allestimento vede la regia di Manfred Schweigkofler e, sul podio, il Direttore Musicale Dan Ettinger alla guida dell’Orchestra del Lirico di Napoli.

Per questa produzione del Teatro di San Carlo, verranno riprese le scene di Nicola Rubertelli. Elemento di novità, invece, è rappresentato dai costumi di Daniela Ciancio.

Le luci sono di Claudio Schmid, la coreografia di Valentina Versino.

Il debutto avverrà giovedì 20 marzo alle ore 20:00 con repliche fino a sabato 29 marzo.

Uno straordinario cast vocale vede Ricarda Merbeth dare voce e volto a Salome. Sarà un debutto nel ruolo di Herodesper Charles Workman.

Brian Mulligan interpreta Jochanaan., mentre Lioba Braun Herodias. Debutti a Napoli per John Findon, nel ruolo di Narraboth, e Štěpánka Pučálková, un paggio di Herodias. Gregory Bonfatti, Kristofer Lundin, Sun Tianxuefei, Dan Karlström e Stanislav Vorobyov sono i cinque giudei, mentre Liam James Karai e Žilvinas Miškinis i due nazareni; Alessandro Abis e Artur Janda sono i due soldati.

Salome, nel 1905, è uno scandalo assoluto e di una contemporaneità assoluta. Non ci è permesso di farla diventare museale”, spiega il regista Manfred Schweigkofler, che prosegue: “L’azione si svolge in un angolo di mondo politicamente non irrilevante. Il potente, ricco, isterico e libidinoso sovrano ha organizzato una delle sue scandalose feste nella sua villa e sono venuti tutti: uomini d’affari, politici, il clero. Il signore perde la testa, questa volta per una parente minorenne, Salome. Per lei è disposto a cedere metà del suo potere politico e delle sue ricchezze.  Anche la giovane ha perso la testa, crede di aver trovato il grande amore, richiede cose inimmaginabili, si atteggia a sovrana, danza su un fuoco sacro e infrange i tabù. Una voce debole si solleva dal sottosuolo, protesta e ammonisce per una diversa consapevolezza, un cambiamento di paradigma morale, un ritorno da questo vicolo cieco… Ma la voce del deserto non prevale.”

Singolare la realizzazione dei costumi grazie a una importante novità nel campo dell’innovazione campana e napoletana: nell’ambito di una collaborazione tra Teatro di San Carlo e il laboratorio congiunto della Knowledge for Business e della TecUp di Napoli, i protagonisti dello spettacolo indosseranno in scena accessori e costumi impreziositi con ScobySkin, un rivoluzionario materiale bio-fabbricato nato per i settori della moda e del design, che viene lanciato con questo debutto al Teatro di San Carlo.

ScobySkin è una nanocellulosa prodotta direttamente in fogli di formati diversi, attraverso un processo di fermentazione batterica che usa scarti di produzioni frutticole e delle industrie conserviere. La fermentazione permette ai micro-organismi di creare trama e ordito del bio-film, che viene poi trattato e lavorato con tecniche di stampa green e di taglio laser.

Ne viene fuori un materiale ecologico e versatile, scelto per la sua capacità di essere modellato e la sua resistenza, rendendolo perfetto per la creazione all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione di elementi di scena unici. Un biofilm che è possibile utilizzare nel settore della moda, del design, della cosmetica e dell’edilizia e persino del biomedicale.

ScobySkin è il risultato di cinque anni di intensa ricerca e sviluppo da parte del laboratorio nato dalla collaborazione tra Knowledge for Business, TecUp e Medaarch. Il progetto, sostenuto tra gli altri dal Ministero del Made in Italy e dalla Regione Campania, ha portato alla creazione di un brevetto internazionale e alla nascita di una rete di ricerca campana all’avanguardia nel settore dei biomateriali.

Marco Abbro, inventore e coordinatore del laboratorio, afferma: “Sei anni fa abbiamo iniziato a immaginare di far “lavorare” la biologia per ottenere nuovi materiali. Poi sono arrivate le collaborazioni con diversi istituti del CNR, con l’Università Federico II e con alcune aziende, e adesso quello che era solo un piccolo prototipo sta diventando un vero e proprio processo industriale per la produzione di ScobySkin.  Ma la ricerca continua negli altri ambiti di applicazione, per mettere a punto un materiale che adesso stiamo anche mandando nello spazio per le sue proprie generative”.

Regia di Manfred Schweigkofler, sul podio il Direttore Musicale Dan Ettinger

Costumi realizzati con ScobySkin, un bio-materiale innovativo made in Campania realizzato dalla Knowledge for Business e dalla TecUp di Napoli

Teatro di San Carlo

Giovedì 20 marzo, ore 20:00

Fino a sabato 29 marzo

Torna Salome di Richard Strauss al Teatro di San Carlo: il prossimo appuntamento della Stagione Lirica 2024-25 vede il ritorno dopo undici anni di assenza del capolavoro su libretto di Hedwig Lachmann che riprende l’opera omonima di Oscar Wilde.

L’allestimento vede la regia di Manfred Schweigkofler e, sul podio, il Direttore Musicale Dan Ettinger alla guida dell’Orchestra del Lirico di Napoli.

Per questa produzione del Teatro di San Carlo, verranno riprese le scene di Nicola Rubertelli. Elemento di novità, invece, è rappresentato dai costumi di Daniela Ciancio.Le luci sono di Claudio Schmid, la coreografia di Valentina Versino.

Il debutto avverrà giovedì 20 marzo alle ore 20:00 con repliche fino a sabato 29 marzo.

Uno straordinario cast vocale vede Ricarda Merbeth dare voce e volto a Salome. Sarà un debutto nel ruolo di Herodesper Charles Workman. Brian Mulligan interpreta Jochanaan., mentre Lioba Braun Herodias. Debutti a Napoli per John Findon, nel ruolo di Narraboth, e Štěpánka Pučálková, un paggio di Herodias. Gregory Bonfatti, Kristofer Lundin, Sun Tianxuefei, Dan Karlström e Stanislav Vorobyov sono i cinque giudei, mentre Liam James Karai e Žilvinas Miškinis i due nazareni; Alessandro Abis e Artur Janda sono i due soldati.

Salome, nel 1905, è uno scandalo assoluto e di una contemporaneità assoluta. Non ci è permesso di farla diventare museale”, spiega il regista Manfred Schweigkofler, che prosegue: “L’azione si svolge in un angolo di mondo politicamente non irrilevante. Il potente, ricco, isterico e libidinoso sovrano ha organizzato una delle sue scandalose feste nella sua villa e sono venuti tutti: uomini d’affari, politici, il clero. Il signore perde la testa, questa volta per una parente minorenne, Salome. Per lei è disposto a cedere metà del suo potere politico e delle sue ricchezze.  Anche la giovane ha perso la testa, crede di aver trovato il grande amore, richiede cose inimmaginabili, si atteggia a sovrana, danza su un fuoco sacro e infrange i tabù. Una voce debole si solleva dal sottosuolo, protesta e ammonisce per una diversa consapevolezza, un cambiamento di paradigma morale, un ritorno da questo vicolo cieco… Ma la voce del deserto non prevale.”

Singolare la realizzazione dei costumi grazie a una importante novità nel campo dell’innovazione campana e napoletana: nell’ambito di una collaborazione tra Teatro di San Carlo e il laboratorio congiunto della Knowledge for Business e della TecUp di Napoli, i protagonisti dello spettacolo indosseranno in scena accessori e costumi impreziositi con ScobySkin, un rivoluzionario materiale bio-fabbricato nato per i settori della moda e del design, che viene lanciato con questo debutto al Teatro di San Carlo.

ScobySkin è una nanocellulosa prodotta direttamente in fogli di formati diversi, attraverso un processo di fermentazione batterica che usa scarti di produzioni frutticole e delle industrie conserviere. La fermentazione permette ai micro-organismi di creare trama e ordito del bio-film, che viene poi trattato e lavorato con tecniche di stampa green e di taglio laser.

Ne viene fuori un materiale ecologico e versatile, scelto per la sua capacità di essere modellato e la sua resistenza, rendendolo perfetto per la creazione all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione di elementi di scena unici. Un biofilm che è possibile utilizzare nel settore della moda, del design, della cosmetica e dell’edilizia e persino del biomedicale.

ScobySkin è il risultato di cinque anni di intensa ricerca e sviluppo da parte del laboratorio nato dalla collaborazione tra Knowledge for Business, TecUp e Medaarch. Il progetto, sostenuto tra gli altri dal Ministero del Made in Italy e dalla Regione Campania, ha portato alla creazione di un brevetto internazionale e alla nascita di una rete di ricerca campana all’avanguardia nel settore dei biomateriali.

Marco Abbro, inventore e coordinatore del laboratorio, afferma: “Sei anni fa abbiamo iniziato a immaginare di far “lavorare” la biologia per ottenere nuovi materiali. Poi sono arrivate le collaborazioni con diversi istituti del CNR, con l’Università Federico II e con alcune aziende, e adesso quello che era solo un piccolo prototipo sta diventando un vero e proprio processo industriale per la produzione di ScobySkin.  Ma la ricerca continua negli altri ambiti di applicazione, per mettere a punto un materiale che adesso stiamo anche mandando nello spazio per le sue proprie generative”.

Stagione d’Opera e di Balletto 2023-24 del Regio di Torino : Der fliegende Holländer (L’Olandese volante)

Sul podio Nathalie Stutzmann, la direttrice prediletta del Festival di Bayreuth
Sacrificio e redenzione nell’opera di Richard Wagner
Teatro Regio, dal 17 al 26 maggio 2

Der fliegende Holländer (L’Olandese volante) segna il ritorno in cartellone di un titolo di Richard Wagner e della amatissima direttrice Nathalie Stutzmann sul podio dell’Orchestra e Coro Teatro Regio e del Coro Maghini. L’opera va in scena da venerdì 17 a domenica 26 maggio nell’allestimento onirico e affascinante di Willy Decker. Il Coro del Regio è istruito, come di consueto, da Ulisse Trabacchin.

L’Olandese ha la voce ricca, sicura e raffinata del baritono americano Brian Mulligan; nel ruolo di Senta il soprano sudafricano Johanni von Oostrum; il tenore americano Robert Watson è il cacciatore Erik. Il cast prevede inoltre: Gidon Saks (Daland), Annely Peebo (Mary) e Krystian Adam (il timoniere di Daland).

Nathalie Stutzmann che ha incantato il pubblico del Regio nel concerto diretto a novembre, questa estate tornerà al Festival Wagner di Bayreuth dopo il sensazionale Tannhäuser della scorsa edizione, salutato con una standing ovation e grazie al quale ha vinto il prestigioso Oper! Award 2024 come Miglior Direttore d’orchestra. Carisma, energia, determinazione e straordinarie doti interpretative hanno fatto sì che Stutzmann, dopo una carriera da contralto, si sia affermata a livello mondiale come direttrice d’orchestra. Attualmente è la Direttrice musicale dell’Atlanta Symphony Orchestra e la seconda donna nella storia a dirigere una grande orchestra americana. È anche Direttore ospite principale della Philadelphia Orchestra. Stutzmann è considerata una delle personalità musicali più importanti del nostro tempo. Di recente ha collaborato con la Filarmonica di Monaco, la New York Philharmonic, la Helsinki Philharmonic Orchestra, l’Orchestre de Paris e la London Symphony Orchestra. Il suo repertorio spazia dal romanticismo mitteleuropeo e russo: Beethoven, Schumann, Brahms, Dvořák, Čajkovskij, Wagner, Mahler, Bruckner e Strauss, fino al repertorio francese del XIX secolo e all’Impressionismo. Sir Simon Rattle ha detto di lei: «tanto amore, intensità e pura tecnica: abbiamo bisogno di più direttori d’orchestra come lei».

La regia creata da Willy Decker per l’Opéra national di Parigi nel 2000 e presentato al Regio nel 2012, si gioca sulle assenze e sulle suggestioni: in scena compaiono pochi elementi (corde, alcune sedie) e soprattutto una gigantesca porta bianca che rappresenta un confine tra dimensioni diverse. Tutto è essenziale e fortemente evocativo, come lo stesso regista spiegò in un’intervista all’indomani del primo allestimento: «Così come nel teatro non si può rappresentare il mare vero, in tutta la sua infinità, allo stesso modo non si può far comparire un vero vascello; l’Olandese deve restare un’immagine, un racconto, una ballata (…) Infatti la tempesta che tuona nella musica di Wagner non può essere mostrata, sulla scena, se non negli individui». Wolfgang Gussmann ha creato le scene e i costumi, contraddistinti entrambi da una grande essenzialità e Hans Tölstede ha disegnato le luci.

L’Olandese volante è considerato il primo dramma musicale maturo di Wagner in quanto, pur scontando l’evidente influenza del grand-opéra francese, presenta diversi elementi nuovi che anticipano la sua produzione successiva: compaiono i primi leitmotiv relativi a personaggi e sentimenti, ed emerge la tendenza a fondere i numeri chiusi, ancora riconoscibili, in scene più ampie e continue, soprattutto in corrispondenza con gli episodi di natura fantastica. Oltre al modello francese, evidente negli aspetti più spettacolari e nelle scene di massa, Wagner tenne presente anche la tradizione italiana.

Era l’estate del 1839 quando Wagner, incalzato dai suoi numerosi creditori, salpò per Londra a bordo del mercantile Thetis; il viaggio fu ricco di difficoltà e di imprevisti, ma anche di interessanti impressioni sonore: nella sua autobiografia Mein Leben, del 1870, il compositore racconta che il richiamo dei marinai che ammainavano le vele durante una tempesta tra i fiordi norvegesi gli diede lo spunto iniziale per L’Olandese volante. Benché la presunta ispirazione autobiografica sia solo in parte vera, è indiscutibile che egli abbia trattato con libertà la sua fonte letteraria, il romanzo di Heinrich Heine dalle memorie del signor von Schnabelewopski, identificandosi con il tormentato e perseguitato protagonista e introducendo due temi fondamentali della sua poetica: la maledizione e la redenzione attraverso la donna. In principio Wagner concepì l’opera in prospettiva di una realizzazione all’Opéra di Parigi: molto realisticamente il musicista, giovane e semi sconosciuto, propose al teatro un libretto per un’opera in un solo atto; il soggetto fu accettato, ma fu assegnato a un altro musicista, Pierre-Louis Dietsch, che scrisse Le Vaisseau fantôme. Wagner, deluso, rimaneggiò l’opera suddividendola in tre atti e cambiando l’ambientazione e i nomi dei personaggi per proporla al teatro di Dresda, dove effettivamente fu messa in scena nel 1843.

Per sottolineare l’aspetto leggendario della vicenda, Wagner ambientò il suo dramma in un’epoca indeterminata. L’opera inizia con forti tinte marinaresche; lungo le coste del Mare del Nord, una tempesta ha trascinato a riva due personaggi molto diversi fra loro: il primo è uno schietto e ingenuo marinaio norvegese, Daland, l’altro è un olandese pallido, al comando di un vascello carico di tesori ma dall’aspetto funesto. L’Olandese, avendo maledetto Dio, è costretto da lunghissimi anni a vagare per i mari: solo l’amore fedele di una donna riuscirà a cambiare il suo destino. Quando i due uomini si incrociano, l’Olandese scopre che Daland ha una figlia e gli offre i suoi tesori in cambio della mano di lei; il marinaio accetta e lo conduce dalla giovane Senta. La figlia di Daland è però promessa in sposa a Erik; tuttavia intuisce di essere destinata a un altro uomo, il protagonista di una cupa leggenda che la ossessiona. Appena Senta e l’Olandese s’incontrano, capiscono di essere destinati l’una all’altro, ma Erik vuole impedire il legame e raggiunge la ragazza per ricordarle il suo precedente impegno. Vedendoli insieme, l’Olandese dubita della fedeltà di Senta e decide di rompere il fidanzamento, svelando la propria identità, fino ad allora sconosciuta. La fanciulla capisce che il suo presentimento si è avverato: l’uomo è il protagonista della leggenda e lei è la donna scelta per salvarlo perciò, mentre egli si accinge a salpare, Senta si getta in mare dichiarandogli la sua innocenza. Il sacrificio non è vano, perché la nave dell’Olandese s’inabissa, liberando l’uomo dalla dannazione eterna.

L’Anteprima Giovani, riservata agli Under 30, è in programma mercoledì 15 maggio alle ore 20. L’opera sarà presentata mercoledì 8 maggio al Piccolo Regio Puccini alle ore 18, nella conferenza-concerto a ingresso libero condotta da Susanna Franchi.

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI

I biglietti per L’Olandese volante sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio

e on line su www.teatroregio.torino.it

Biglietteria del Teatro Regio

Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 |  biglietteria@teatroregio.torino.it

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30;

un’ora prima degli spettacoli

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it