Sabato 26 aprile 2025, alle ore 20, Alexander Soddy sul podio della Sala Mehta per un appuntamento sinfonico interamente dedicato alle musiche di Richard Strauss. 

In cartellone “Der Rosenkavalier”, Walzerfolge n. 1 e n. 2; il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra e la celeberrima “Also sprach Zarathustra” op. 30.

Alessio Dainese è il solista al corno nel corso dell’esecuzione del Concerto n. 2.

Mentre sono ancora in corso le recite della Salome da lui diretta, con un entusiastico riscontro sia da parte del pubblico che della critica, Alexander Soddy sale sul podio della Sala Mehta – alla guida dell’Orchestra del Maggio – per un concerto tutto straussiano che si lega a doppio filo con l’opera che ha inaugurato l’87ª edizione del Festival del Maggio.

In cartellone una selezione di alcune delle composizioni di Richard Strauss: aprono la serata sinfonica i “Walzerfolge n. 1 e n. 2 op. 59”, tratti da una delle più celebri opere del musicista, Der Rosenkavalier.

Seguono, in quest’ordine, il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra e l’arcinoto poema sinfonico Also sprach Zarathustra op. 30, fra i più amati lavori di Strauss di sempre.  Nel corso dell’esecuzione del Concerto n. 2 protagonista il primo corno dell’Orchestra del Maggio Alessio Dainese.

“Il fatto di poter dirigere un concerto con le musiche di Strauss mentre è ancora in corso la Salome è davvero interessante perché mi permette di confrontarmi con composizioni appartenenti a diversi periodi della sua vita: è possibile così esplorare, insieme all’Orchestra, tutte le numerose sfaccettature della musica di Strauss” ha sottolineato il maestro Soddy. “Il programma è affascinante” – ha proseguito – “con il Concerto per corno, composto nella prima parte della sua carriera e alcuni estratti da Der Rosenkavalier , un’opera che in parte rappresenta un ‘cambio di marcia’rispetto alle precedenti Elektra Salome, opere dalle tinte decisamente più forti, quasi estreme. Lo spettacolo si chiude poi con il poema Also sprach Zarathustra, attraverso il quale posso nuovamente sottolineare quanto sia appagante lavorare insieme a quest’Orchestra”.

Nei Walzerfolge n. 1 e n. 2 non si avverte il divario cronologico e di contesto che esiste fra le due sequenze. La prima ad essere realizzata, la Walzerfolge n. 2, basata sui temi del terzo atto, nasce verso il 1911, prima della Grande Guerra, sostanzialmente in contemporanea con Der Rosenkavalier. La Walzerfolge n. 1, basata sui temi tratti dai primi due atti, viene invece preparata attorno al 1947, nella scorata devastazione del secondo dopoguerra, a opera di un compositore che, giunto all’ultima fase della sua vita, sconta le privazioni causate dal conflitto, si dichiara ormai a riposo, ma allo stesso tempo produce sia opere che gli garantiscano entrate economiche, sia pagine elevate come Metamorphosen e il Concerto per oboe che precedono la sequenza.

Il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra fu composto nel 1942, a distanza di di sei decenni dal primo, ed entrambi sono connessi da un da un sottile fil rouge, ossia la figura di suo padre, Franz Strauss, primo corno dell’Orchestra del Teatro di Corte di Monaco. Entrambe le composizioni, infatti, sono state scritte per il padre: il Primo è un lavoro giovanile del quale Franz, malato di asma, non fu nemmeno il primo interprete, il Secondo è invece un omaggio alla sua memoria.

Also sprach Zarathustra, composta fra il fra il febbraio e l’agosto del 1896, venne ispirato all’omonima opera poetico-filosofica del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Strauss era molto affascinato dalla figura del mistico Zarathustra e dal mito dell’oltreuomo. Come sottotitolo mise la prima parte della prefazione dell’opera di Nietzsche, come riferimento, dove si narra come Zarathustra iniziò la sua predicazione a trent’anni dopo aver lasciato il proprio paese chiedendo la benedizione del sole. Il compositore scelse poi otto frasi del libro che mise all’inizio di ognuna delle diverse parti del poema.

Il concerto:

Der Rosenkavalier, Walzerfolge n. 1 e n. 2 op. 59 (1909-1910)

Rappresentato a Dresda il 26 gennaio 1911, Der Rosenkavalier, commedia per musicadi Richard Strauss su libretto di Hugo von Hofmannsthal, segnò uno dei vertici artistici nella lunga carriera del compositore. Il successo fu tale da indurlo a estrapolarne alcune pagine che furono rielaborate per l’esecuzione concertistica: la Prima serie di valzer impaginata nel 1944 che contiene brani dal I e II atto, e la Seconda serie di valzer che risale al 1911 e che raccoglie brani del III atto. Nell’una e nell’altra rivivono i momenti più noti e amati dell’opera: la musica appassionata che vede protagonisti La Marescialla e il giovane amante Octavian dopo la notte d’amore trascorsa insieme; il brano di magistrale fattura che accompagna l’ingresso di Octavian con la rosa d’argento nel palazzo di Sophie, promessa sposa del goffo e volgare barone Ochs von Lerchenau; il valzer di Ochs; fino al culmine lirico per eccellenza, la musica del terzetto finale intrisa di dolcezza e nostalgia.

Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra

Il concerto per corno e orchestra n. 2 in mi bemolle maggiore fu realizzato nel 1942 da un Richard Strauss quasi ottantenne. Come il primo concerto per corno e orchestra, composto molti decenni prima, quando il compositore di anni ne aveva una ventina, anche il secondo fu pensato come omaggio al padre, che era stato per oltre quarant’anni il primo corno dell’orchestra di corte di Monaco nonché uno dei più valenti virtuosi dello strumento nel XIX secolo. Eseguito per la prima volta l’11 agosto 1943 al Festival di Salisburgo con Gottfried von Freiberg solista e i Wiener Philharmoniker diretti da Karl Böhm, il Concerto n. 2 si distingue per la trasparenza di scrittura, modellata sull’esempio del concerto mozartiano. Nei tre canonici movimenti – AllegroAndante con motoRondò – il solista è sovente impegnato in un gioco dialogico con la sezione dei legni ma è anche chiamato a cimentarsi in numerosi passaggi di bravura che ne sottolineano il ruolo predominante nell’opera.

Also sprach Zarathustra op. 30

Da febbraio ad agosto del 1896 Richard Strauss fu impegnato nella stesura di Also sprach Zarathustra, suo sesto poema sinfonico ispirato all’omonimo saggio filosofico di Friedrich Nietzsche. Il musicista tedesco – che in quegli anni era all’apice della carriera – fu affascinato dalla figura del mistico profeta Zarathustra e dal concetto nietzschiano di Übermensch, il superuomo che in virtù del suo potere individuale riesce a controllare il proprio destino. Also sprach Zarathustra op. 30 è articolato in nove sezioni: un’introduzione più otto episodi che recano i titoli di altrettanti paragrafi o capitoli del testo filosofico senza seguirne l’ordine originale. Strauss tenne infatti a precisare che la sua composizione era liberamente tratta da Nietzsche senza voler essere una pura illustrazione musicale dei concetti filosofici e come indicazione programmatica appose all’inizio della partitura il primo paragrafo della prefazione del saggio. Dopo anni di meditazione e isolamento sui monti, Zarathustra decide di tornare tra gli uomini per dispensare la propria sapienza. Il suo viaggio inizia con il saluto al sole nascente, che nella celeberrima introduzione del poema sinfonico è affidato al tremolo indistinto dei contrabbassi da cui sorge sgargiante il tema della Natura intonato dalle trombe. Ma le molteplici esperienze di Zarathustra assumono nel poema di Strauss i contorni più diversi: dalla citazione del Credo gregoriano (primo episodio) alla complessa fuga basata sul tema dell’uomo (quinto episodio), dal valzer sfrenato e vitale che anima il penultimo episodio, all’estatico canto del finale in cui le misteriose dissonanze dettate dall’ambiguità tonale si spengono in dissolvenza.  

La locandina:

Richard Strauss

Dall’opera Der Rosenkavalier, Walzerfolge n. 1 e n. 2 op. 59 (1909-1910)

Richard Strauss

Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per corno e orchestra

Allegro / Andante con moto /

Rondo. Allegro molto

Alessio Dainese,Corno

Richard Strauss

Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra),

poema sinfonico (liberamente tratto da Friedrich Nietzsche) per grande orchestra op. 30

Einleitung (Introduzione)

Von den Hinterweltlern (Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo)

Von der grossen Sehnsucht (Del grande anelito)

Von der Freuden – und Leidenschaften (Delle gioie e delle passioni)

Das Grablied (Canto dei sepolcri)

Von der Wissenschaft (Della scienza)

Der Genesende (Il convalescente)

Das Tanzlied (La canzone a ballo)

Das Nachtwandlerlied (Il canto del nottambulo)

Direttore Alexander Soddy

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Il concerto è preceduto dalla guida all’ascolto tenuta da Maddalena Bonechi nel Foyer della Sala Mehta.

È riservata ai possessori del biglietto e si svolge 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo (durata: 30 minuti circa).

Prezzi:

Settore D: 20€

Settore C: 35€

Settore B: 50€

Settore A: 70€

Durata complessiva 2 ore circa, intervallo compreso

Domenica 13 aprile 2025, alle ore 18, si alza il sipario sull’87ª edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.

In programma, nella Sala Grande del Teatro, “Salome” di Richard Strauss.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, il maestro Alexander Soddy; la regia è di Emma Dante. 

Nella parte di Salome il debutto fiorentino del soprano Lidia Fridman.

La recita del 13 aprile sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3 e in differita televisiva su Rai 5 (ore 21:15)

Si alza il sipario del Festival del Maggio Musicale Fiorentino che quest’anno giunge alla sua 87ª edizione. In programma, domenica 13 aprile 2025 alle ore 18, nella Sala Grande del Teatro, uno dei grandi capolavori del ’900 che torna al Maggio a distanza di 15 anni dalla sua ultima messinscena, la Salome di Richard Strauss. Altre tre sono le recite previste in cartellone: il 16 e il 23 aprile alle ore 20 e il 27 aprile alle ore 15:30.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, il maestro Alexander Soddy, al suo debutto in Teatro.  La regia dello spettacolo è firmata da Emma Dante, anche lei al suo debutto al Maggio. Un altro debutto fiorentino è segnato dal soprano Lidia Fridman subentrata nella compagnia di canto al posto della già annunciata Allison Oakes che per una indisposizione è stata costretta a lasciare la produzione. Il cast vocale schiera le voci di Nikolai Schukoff che veste i panni di Herodes; di  Anna Maria Chiuri che è Herodias e di Brian Mulligan che interpreta Jochanaan. Eric Fennell è Narraboth; Marvic Monreal è Ein Page der Herodias; i Cinque ebrei sono Arnold BezuyenMathias FreyPatrick VogelMartin Piskorski e Karl Huml. Interpretano i Due nazareni William Hernandez e Yaozhou Hou (quest’ultimo veste inoltre i panni di Uno schiavo); Frederic Jost e ancora Karl Huml sono Due soldati mentre Davide Sodini chiude il cast lirico vestendo i panni di Un uomo della Cappadocia.

Le scene di questo nuovo allestimento sono curate da Carmine Maringola, i costumi sono di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi e la scenografia di Silvia Giuffrè.  Il manifesto dell’opera è di Gianluigi Toccafondo.

Fra le più celebri composizioni di Richard Strauss, la Salome debuttò nel dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda e fu accolta da un successo clamoroso che garantì al suo autore fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. Nel corso delle stagioni del Maggio l’opera di Strauss è andata in scena per un totale di sei volte a partire dalla prima rappresentazione fiorentina avvenuta nel 1948 nella versione italiana. La seconda occasione data il 1964 a La Pergola, per la terza volta la cronologia fissa lo storico al 1977 con la direzione di Zubin Mehta; la quarta occasione è del 1991 eseguita in forma di concerto, la quinta volta Salome va in scena nel 1994 con Mehta sul podio e la regia di Luc Bondy, e l’ultima occasione  prima di questa inaugurazione è del 2010 con la direzione di Paolo Carignani e la regia di Robert Carsen.

Alexander Soddy, impegnato inoltre il 26 aprile in Sala Mehta per un concerto sinfonico con un programma interamente dedicato proprio alle composizioni di Strauss, ha sottolineato la sua gioia nel debuttare al Maggio in occasione dell’inaugurazione lirica del Festival: “Sono incredibilmente onorato e felice nel debuttare qui al Maggio Musicale; un posto che amo per la sua storia, in particolar modo gli ultimi trent’anni con il lavoro incredibile di Zubin Mehta come direttore principale: questo lo si può percepire attraverso la qualità e l’esperienza dei musicisti. È il mio debutto qui a Firenze e poterlo fare dirigendo un’opera che sento particolarmente vicina a me rende tutto questo ancora più speciale: ci sono legato infatti da quasi vent’anni, cominciando a interpretarla come pianista accompagnatore all’inizio della mia carriera. L’ho successivamente diretta moltissime volte; è davvero una composizione a cui sono molto legato e con cui, inoltre, ho debuttato al Covent Garden.  Conosco le sfide che essa contiene e dico sfide perché è uno dei primi lavori di Strauss, il quale scrive in un modo davvero impegnativo. Compone in modo giovanile, eccitato da tutte le opportunità che ha. Questo ovviamente può essere rischioso perché ci sono i cantanti in scena che devono riuscire a sovrastare il suono di un’orchestra enorme. Un’altra sfida presente in quest’opera è relativa al fatto che, in qualità di direttore, debbo al contempo essere musicalmente flessibile, passionale e possente ma al contempo capace di mantenere un insieme orchestrale il più possibile compatto e leggero per fare in modo che i cantanti possano sovrastarlo: il mio obiettivo in parte è anche quello di domare la bestia, ossia quest’enorme ensemble prevista dal lavoro di Strauss. Il cast è favoloso, l’intesa con Lidia Fridman è stata immediata, con una grande esperienza e conoscenza di questo tipo di musica; e in più, come detto, ho la grande opportunità di lavorare con quest’Orchestra: non suonano questo genere di musica molto spesso ma hanno una conoscenza del suono straordinaria, l’ho sentito immediatamente e questo è realmente stimolante. Posso percepire il lavoro svolto negli anni insieme a Zubin Mehta e quanto egli è riuscito a trasmettere, dalla forza del suono alla disciplina. Sono entusiasta di accompagnarli in questo percorso e poterlo fare con un’opera che non viene eseguita molto spesso”.

Parlando di questa produzione Emma Dante ne ha evidenziato i tratti onirici e di come la sua interpretazione dell’opera l’abbia portata ad immaginare la vicenda come un vero e proprio viaggio attraverso un sogno – anzi, un incubo – capace di portare il pubblico su un’altra dimensione:  “Quando sono arrivata al Maggio mi è quasi sembrato di metter piede sopra una vera e propria ‘nave spaziale’ e già questo è stato molto significativo, sia nel lavoro svolto con gli artisti sia per lo spettacolo visivo che è nato in queste settimane. Salome è senz’altro un’opera particolare, con tratti e aspetti che quasi potremmo definire “assurdi”, un’opera complessa che io ho interpretato come l’attraversamento di un vero e proprio incubo: è come se tutti, nel breve tempo della durata dell’opera, entrassimo nella testa e nella visione del profeta Jochanaan e di Salome stessa. L’idea portante di questa produzione è dunque il viaggio attraverso il sogno e l’incubo dentro la mente di quest’uomo, Jochanaan appunto. La musica stessa è altrettanto particolare, oltre che splendida, e sembra anch’essa scritta per portare il pubblico in un’altra dimensione, una dimensione dove si riescono a delineare i caratteri sentimentali ma al contempo crudeli di questo capolavoro straussiano”.

“Con grande emozione e senso di responsabilità, “salto” in questa produzione di Salome al Maggio Musicale Fiorentino per l’apertura dell’87° Festival” – dice così Lidia Fridman che sostiene la parte di Salome –  Un onore immenso far parte di un’occasione così speciale. Con Salome è sempre una sfida, adrenalinica e totalizzante. Debuttare al Maggio con questo titolo, e in un’occasione così speciale come l’apertura del Festival, è per me motivo di grande gioia, anche se del tutto inaspettato. Nonostante il tempo a disposizione sia limitato, con l’umiltà di chi entra all’improvviso e la determinazione di chi ama profondamente questo ruolo, farò del mio meglio per rendere onore a questo capolavoro, che ho studiato a lungo e custodito dentro di me. Desidero ringraziare la Direzione del Teatro, il maestro Soddy, la regista Emma Dante e tutti i colleghi per il sostegno e la fiducia”.

L’opera:

Il debutto dell’opera il 9 dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda fu accolto da un successo clamoroso che garantì a Strauss fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde, che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. La vicenda si svolge alla corte di re Erode in Tiberiade dove è tenuto prigioniero in una cisterna Giovanni Battista (Jochanaan). La voce del profeta attrae Salome, la bella figliastra del re desiderata da molti a corte, in primis dal patrigno, che nutre per lei una passione morbosa. La principessa, sentendosi irrimediabilmente attratta da Jochanaan, tenta invano di sedurlo e dopo l’ennesimo rifiuto decide di chiederne la testa in pegno a Erode, che accetta solo dopo l’esibizione di Salome in una sensualissima danza dei sette veli. Il desiderio della fanciulla viene così esaudito ma l’orrore raggiunge il culmine nel momento in cui Salome in un impulso necrofilo bacia la bocca del profeta decapitato, gesto per il quale sarà giustiziata. Il dramma di Wilde aveva attratto Strauss non solo per l’audacia del tema trattato, ma soprattutto per la presenza di personaggi così tormentati e nevrotici che gli avrebbe consentito di realizzare una musica estrema, capace di seguire i violenti turbamenti della mente di Salome e i torbidi pensieri di Erode e dei suoi cortigiani.

Il disordine della psiche trova perfetto pendant in una partitura musicale dove la mastodontica orchestra è coinvolta in vortice tumultuoso di dissonanze e dove prevale una vocalità agitata, isterica e lontana da ogni slancio lirico.

Per il ciclo d’incontri con il pubblico – Parlando d’opera

Sabato 12 aprile, ore 16.30

“Questo testo grida musica!”

Lo scandalo di Salome da Oscar Wilde a Richard Strauss

a cura di Marco Mangani

Soprano Nikoleta Kapetanidou

Pianoforte Francesco RuggeriElisabetta Sepe

Musiche di Richard Strauss 

In collaborazione con Il Foyer – Amici della Lirica di Firenze

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

La locandina:

SALOME

Musica di Richard Strauss

Nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Dramma musicale in un atto op. 54 su testo dell’omonimo poema di Oscar Wilde nella traduzione tedesca di Hedwig Lachmann
Traduzione italiana di Franco Serpa

Edizione: “Luck’s Music Library”, Madison Heights

In lingua originale, con sopratitoli in italiano e inglese 

a cura di Prescott Studio, Firenze

Maestro concertatore e direttore Alexander Soddy

Regia Emma Dante

Scene Carmine Maringola 

Costumi Vanessa Sannino

Luci Luigi Biondi

Coreografia Silvia Giuffrè 

Assistente regista Federico Gagliardi 

Assistente scenografo Roberto Tusa

Assistente costumista Chicca Ruocco

Assistente light designer Luigi Biondi

Assistente musicale Felix Hornbachner

Herodes Nikolai Schukoff

Herodias Anna Maria Chiuri

Salome Lidia Fridman

Jochanaan Brian Mulligan

Narraboth Eric Fennell 

Ein Page der Herodias Marvic Monreal

Erster Jude Arnold Bezuyen

Zweiter Jude Mathias Frey

Dritter Jude Martin Piskorski

Vierter Jude Patrick Vogel

Fünfter Jude Karl Huml

Erster Nazarener William Hernandez

Zweiter Nazarener Yaozhou Hou

Erster Soldat Frederic Jost

Zwiter Soldat Karl Huml

Ein Sklave Yaozhou Hou
Ein Kappadocier 
Davide Sodini

Figuranti speciali Francesco BaxSem Bonventre, Adriano Di Carlo, Angelica Dipace, Marta Franceschelli, Francesca Laviosa, Michela Lo Preiato, Giuseppe Marino, Rita Russo, Arabella ScalisiDaniele Savarino, Christian Sidoti

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi:

Solo ascolto: 10€

Visibilità limitata: 15€

Platea 6 e Galleria: 35€

Platea 5 e Palchi: 45€

Platea 4: 65€ 

Platea 3: 75€ 

Platea 2: 90€ 

Platea 1: 110€ (repliche)

Platea 1: 130€ (prima recita)

Durata complessiva 1 ora e 40 minuti circa

In scena al Teatro alla Scala : Die Walküre con Simone Young e Alexander Soddy sul podio e la regia di David McVicar

Un allestimento di grande impatto per la Giornata più attesa del Ring wagneriano.

Nel cast Klaus Florian Vogt è Siegmund, Elza van den Heever Sieglinde, Camilla Nylund Brünnhilde, Michael Volle Wotan, Okka von der Damerau Fricka e Günther Groissböck Hunding.

Diretta su LaScalaTv il 12 febbraio; dal 29 gennaio partono le prelazioni per l’intero ciclo nel 2026.

Dopo il Prologo, ovvero Das Rheingold andato in scena lo scorso ottobre, va in scena al Teatro alla Scala dal 5 al 23 febbraio Die Walküreper la regia di David McVicar, con scene dello stesso McVicar insieme a Hannah Postlethwaite e costumi di Emma Kingsbury. Il cast schiera alcune delle voci wagneriane più autorevoli del nostro tempo: Siegmund è Klaus Florian Vogt, Sieglinde Elza van den Heever, Wotan Michael Volle, Brünnhilde Camilla Nylund, Fricka Okka von der Damerau.

Simone Young dirigerà le rappresentazioni del 5, 9 e 12 febbraio e Alexander Soddy quelle del 15, 20 e 23. Si rinnova così il sodalizio tra i due Maestri inaugurato in occasione del Rheingold e che proseguirà fino al 2026, quando dirigeranno ciascuno un ciclo completo della Tetralogia. Entrambi pianisti di formazione (come Daniel Barenboim di cui Simone Young è stata assistente, mentre Soddy è stato assistente della Young) i due artisti condividono la stessa visione complessiva del ciclo, radicata nella tradizione di Bayreuth dove Simone Young ha diretto il Ring nell’estate del 2024 con grande successo (è stata premiata come “Best Conductor” agli International Opera Award 2024) e dove tornerà nell’estate 2025. A partire da queste radici condivise si sviluppano due letture musicali distinte ma in continuo dialogo.

Nuovo capitolo per la lettura registica di David McVicar, che aveva presentato Das Rheingold come uno shakespeariano prologo in tono di commedia e assume ora il tono alto della tragedia introducendo l’amore di Siegmund e Sieglinde, il concepimento di Siegfried, la vendetta di Hunding propiziata da Fricka, la disobbedienza di Brünnhilde e l’incantesimo e addio di Wotan in una scena grandiosa e magica, di straordinario effetto spettacolare. Il mito torna protagonista in una lettura che convoglia i temi del legame con la Natura e delle forze distruttive che anche nella nostra epoca tornano a manifestarsi nella concezione del Ring come grande rappresentazione unitaria del mondo e dell’umanità.

LaScalaTv

La rappresentazione del 12 febbraio sarà trasmessa in live streaming sulla piattaforma LaScalaTv.

Dopo la diretta, il video resterà disponibile on demand fino al 19 febbraio 2025.

Le presentazioni

L’opera sarà presentata al pubblico martedì 28 febbraio alle ore 18 nel Ridotto dei Palchi in un incontro con ascolti al pianoforte dal titolo “La tragedia dei Wälsidi” a cura della professoressa Elisabetta Fava nell’ambito del ciclo “Prima delle Prime” organizzato in collaborazione con gli Amici della Scala.

Un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione, presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel.

Il Ring per i più giovani

La prova antegenerale del 30 gennaio sarà aperta agli studenti nell’ambito del progetto triennale di inclusione, avviato in collaborazione con la Fondazione Monte di Lombardia, che punta a promuovere l’accessibilità e l’inclusione culturale per i giovani, tema cui la Fondazione sta dedicando particolare attenzione. Questo programma ambizioso avrà una durata di tre anni e si pone come obiettivo il coinvolgimento nelle attività del Teatro di circa 25.000 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni.

Verso il Ring del 2026

Sono aperte dal 29 febbraio le prelazioni per gli abbonati e per i sostenitori del Teatro per l’acquisto dell’intera Tetralogia, che verrà ripetuta due volte nel 2026, nel 150° anniversario della prima esecuzione completa a Bayreuth nel 1876.   Simone Young dirigerà il primo ciclo nei giorni 1, 3, 5, 7 marzo, mentre Alexander Soddy salirà sul podio il 10, 11, 13 e 15 marzo 2026.

A partire dal 23 aprile 2025 saranno disponibili gli abbonamenti ai cicli, anche in una formula Premium che comprende attività culturali e servizi di accoglienza dedicati, mentre i singoli biglietti saranno in vendita dal 6 novembre 2025. 

Il Teatro alla Scala ringrazia Milano per la Scala per il sostegno.

Il Ring al Teatro alla Scala

La Scala, che nel corso dell’800 accoglie con diffidenza e ritardo le opere di Wagner (la prima, malissimo ricevuta, è Lohengrin nel 1873, due anni dopo Bologna), diviene nel ‘900 un punto di riferimento musicale e scenico per questo repertorio grazie innanzitutto al fervore wagneriano di Arturo Toscanini.  

Toscanini debutta al Piermarini nel 1898 dirigendo i Meistersinger e nei suoi anni di direzione del Teatro torna a Wagner con regolarità. Nel 1923 affida la messa in scena di Tristan und Isolde a Adolphe Appia: la prima regia “moderna” alla Scala.

Dopo di lui è Victor de Sabata a garantire esecuzioni wagneriane di riferimento, insieme a una squadra di direttori cresciuti in questa musica: Siegfried Wagner, Franz von Hösslin, Wilhelm Furtwängler, Clemens Krauss, Herbert von Karajan.

Nel ‘900 la Scala allestisce la Tetralogia con assiduità: nel 1927, 1928 e 1931 dirige Ettore Panizza, nel 1930 Siegfried Wagner, nel 1938 Clemens Krauss, nel 1943 Franz von Hösslin, nel 1949-50 Wilhelm Furtwängler, nel 1962-63 André Cluytens.

Nel 1974 Die Walküre nell’allestimento innovativo di Luca Ronconi con le scene di Pier Luigi Pizzi dovrebbe inaugurare un nuovo ciclo, che però si ferma alla seconda giornata per le incomprensioni con il direttore Wolfgang Sawallisch e viene realizzato dal Maggio Musicale Fiorentino.

Il 7 dicembre 1994 Riccardo Muti intraprende con Die Walküre, regia di André Engel, un nuovo ciclo, che prosegue con Yannis Kokkos. Infine, Daniel Barenboim presenta la sua Tetralogia tra il 2010 e il 2013, bicentenario della nascita del compositore, con la regia di Guy Cassiers.

Era dalla versione diretta da Cluytens nel 1963 che le quattro Giornate non venivano eseguite di seguito nella stessa Stagione, come avverrà anche nel 2026 con due cicli completi.

DIE WALKÜRE di Richard Wagner

Prima giornata in tre atti

di DER RING DES NIBELUNGEN

Libretto di Richard Wagner

5, 9, 12, 15, 20, 23 febbraio 2025

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttrice (5, 9, 12 feb.) SIMONE YOUNG

Direttore (15, 20, 23 feb.) ALEXANDER SODDY

Regia DAVID MCVICAR

Scene David McVicar e hannah postlethwaite

Costumi emma kingsbury

Luci david finn

Video e proiezioni katy tucker

Coreografia gareth mole

Maestro arti marziali/prestazioni circensi david greeves

Orchestra del Teatro alla Scala

Personaggi e interpreti

Siegmund                               Klaus Florian Vogt

Hunding                                 Günther Groissböck

Wotan                                     Michael Volle

Sieglinde                                 Elza van den Heever

Fricka                                     Okka von der Damerau

Brünnhilde                             Camilla Nylund

Gerhilde                                 Caroline Wenborne

Helmwige                               Kathleen O’Mara

Ortlinde                                  Olga Bezsmertna

Waltraute                               Stephanie Houtzeel

Roßweiße                               Eva Vogel

Siegrune                                 Virginie Verrez

Grimgerde                              Eglė Wyss

Schwertleite                           Freya Apffelstaedt

Date:

Mercoledì 5 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno Prime Opera

Domenica 9 febbraio 2025 ore 14.30 ~ Turno C

Mercoledì 12 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno A

Sabato 15 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno D

Giovedì 20 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno B

Domenica 23 febbraio 2025 ore 14.30 ~ Fuori Abb.

Prezzi:

da 300 a 36 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi,

si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel

LaScalaTv

La rappresentazione del 12 febbraio sarà trasmessa in live streaming sulla piattaforma LaScalaTv.

Dopo la diretta, il video resterà disponibile on demand fino al 19 febbraio 2025.

Le presentazioni

L’opera sarà presentata al pubblico martedì 28 febbraio alle ore 18 nel Ridotto dei Palchi in un incontro con ascolti al pianoforte dal titolo “La tragedia dei Wälsidi” a cura della professoressa Elisabetta Fava nell’ambito del ciclo “Prima delle Prime” organizzato in collaborazione con gli Amici della Scala.

Un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione, presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel.

Il Ring per i più giovani

La prova antegenerale del 30 gennaio sarà aperta agli studenti nell’ambito del progetto triennale di inclusione, avviato in collaborazione con la Fondazione Monte di Lombardia, che punta a promuovere l’accessibilità e l’inclusione culturale per i giovani, tema cui la Fondazione sta dedicando particolare attenzione. Questo programma ambizioso avrà una durata di tre anni e si pone come obiettivo il coinvolgimento nelle attività del Teatro di circa 25.000 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni.

Verso il Ring del 2026

Sono aperte dal 29 febbraio le prelazioni per gli abbonati e per i sostenitori del Teatro per l’acquisto dell’intera Tetralogia, che verrà ripetuta due volte nel 2026, nel 150° anniversario della prima esecuzione completa a Bayreuth nel 1876.   Simone Young dirigerà il primo ciclo nei giorni 1, 3, 5, 7 marzo, mentre Alexander Soddy salirà sul podio il 10, 11, 13 e 15 marzo 2026.

A partire dal 23 aprile 2025 saranno disponibili gli abbonamenti ai cicli, anche in una formula Premium che comprende attività culturali e servizi di accoglienza dedicati, mentre i singoli biglietti saranno in vendita dal 6 novembre 2025. 

Il Teatro alla Scala ringrazia Milano per la Scala per il sostegno.

Il Ring al Teatro alla Scala

La Scala, che nel corso dell’800 accoglie con diffidenza e ritardo le opere di Wagner (la prima, malissimo ricevuta, è Lohengrin nel 1873, due anni dopo Bologna), diviene nel ‘900 un punto di riferimento musicale e scenico per questo repertorio grazie innanzitutto al fervore wagneriano di Arturo Toscanini.  

Toscanini debutta al Piermarini nel 1898 dirigendo i Meistersinger e nei suoi anni di direzione del Teatro torna a Wagner con regolarità. Nel 1923 affida la messa in scena di Tristan und Isolde a Adolphe Appia: la prima regia “moderna” alla Scala.

Dopo di lui è Victor de Sabata a garantire esecuzioni wagneriane di riferimento, insieme a una squadra di direttori cresciuti in questa musica: Siegfried Wagner, Franz von Hösslin, Wilhelm Furtwängler, Clemens Krauss, Herbert von Karajan.

Nel ‘900 la Scala allestisce la Tetralogia con assiduità: nel 1927, 1928 e 1931 dirige Ettore Panizza, nel 1930 Siegfried Wagner, nel 1938 Clemens Krauss, nel 1943 Franz von Hösslin, nel 1949-50 Wilhelm Furtwängler, nel 1962-63 André Cluytens.

Nel 1974 Die Walküre nell’allestimento innovativo di Luca Ronconi con le scene di Pier Luigi Pizzi dovrebbe inaugurare un nuovo ciclo, che però si ferma alla seconda giornata per le incomprensioni con il direttore Wolfgang Sawallisch e viene realizzato dal Maggio Musicale Fiorentino.

Il 7 dicembre 1994 Riccardo Muti intraprende con Die Walküre, regia di André Engel, un nuovo ciclo, che prosegue con Yannis Kokkos. Infine, Daniel Barenboim presenta la sua Tetralogia tra il 2010 e il 2013, bicentenario della nascita del compositore, con la regia di Guy Cassiers.

Era dalla versione diretta da Cluytens nel 1963 che le quattro Giornate non venivano eseguite di seguito nella stessa Stagione, come avverrà anche nel 2026 con due cicli completi.

Foto di Brescia e Amisano

In scena Die Walküre con Simone Young e Alexander Soddy sul podio della Scala e la regia di David McVicar

Un allestimento di grande impatto per la Giornata più attesa del Ring wagneriano.

Nel cast Klaus Florian Vogt è Siegmund, Elza van den Heever Sieglinde, Camilla Nylund Brünnhilde, Michael Volle Wotan, Okka von der Damerau Fricka e Günther Groissböck Hunding.

Diretta su LaScalaTv il 12 febbraio; dal 29 gennaio partono le prelazioni per l’intero ciclo nel 2026.

Dopo il Prologo, ovvero Das Rheingold andato in scena lo scorso ottobre, va in scena al Teatro alla Scala dal 5 al 23 febbraio Die Walküreper la regia di David McVicar, con scene dello stesso McVicar insieme a Hannah Postlethwaite e costumi di Emma Kingsbury.

Il cast schiera alcune delle voci wagneriane più autorevoli del nostro tempo: Siegmund è Klaus Florian Vogt, Sieglinde Elza van den Heever, Wotan Michael Volle, Brünnhilde Camilla Nylund, Fricka Okka von der Damerau.

Simone Young dirigerà le rappresentazioni del 5, 9 e 12 febbraio e Alexander Soddy quelle del 15, 20 e 23. Si rinnova così il sodalizio tra i due Maestri inaugurato in occasione del Rheingold e che proseguirà fino al 2026, quando dirigeranno ciascuno un ciclo completo della Tetralogia. Entrambi pianisti di formazione (come Daniel Barenboim di cui Simone Young è stata assistente, mentre Soddy è stato assistente della Young) i due artisti condividono la stessa visione complessiva del ciclo, radicata nella tradizione di Bayreuth dove Simone Young ha diretto il Ring nell’estate del 2024 con grande successo (è stata premiata come “Best Conductor” agli International Opera Award 2024) e dove tornerà nell’estate 2025. A partire da queste radici condivise si sviluppano due letture musicali distinte ma in continuo dialogo.

Nuovo capitolo per la lettura registica di David McVicar, che aveva presentato Das Rheingold come uno shakespeariano prologo in tono di commedia e assume ora il tono alto della tragedia introducendo l’amore di Siegmund e Sieglinde, il concepimento di Siegfried, la vendetta di Hunding propiziata da Fricka, la disobbedienza di Brünnhilde e l’incantesimo e addio di Wotan in una scena grandiosa e magica, di straordinario effetto spettacolare. Il mito torna protagonista in una lettura che convoglia i temi del legame con la Natura e delle forze distruttive che anche nella nostra epoca tornano a manifestarsi nella concezione del Ring come grande rappresentazione unitaria del mondo e dell’umanità.

DIE WALKÜRE di Richard Wagner

Prima giornata in tre atti

di DER RING DES NIBELUNGEN

Libretto di Richard Wagner

5, 9, 12, 15, 20, 23 febbraio 2025

Nuova produzione Teatro alla Scala

Direttrice (5, 9, 12 feb.) SIMONE YOUNG

Direttore (15, 20, 23 feb.) ALEXANDER SODDY

Regia DAVID MCVICAR

Scene David McVicar e hannah postlethwaite

Costumi emma kingsbury

Luci david finn

Video e proiezioni katy tucker

Coreografia gareth mole

Maestro arti marziali/prestazioni circensi david greeves

Orchestra del Teatro alla Scala

Personaggi e interpreti

Siegmund                               Klaus Florian Vogt

Hunding                                 Günther Groissböck

Wotan                                     Michael Volle

Sieglinde                                 Elza van den Heever

Fricka                                     Okka von der Damerau

Brünnhilde                             Camilla Nylund

Gerhilde                                 Caroline Wenborne

Helmwige                               Kathleen O’Mara

Ortlinde                                  Olga Bezsmertna

Waltraute                               Stephanie Houtzeel

Roßweiße                               Eva Vogel

Siegrune                                 Virginie Verrez

Grimgerde                              Eglė Wyss

Schwertleite                           Freya Apffelstaedt

Date:

Mercoledì 5 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno Prime Opera

Domenica 9 febbraio 2025 ore 14.30 ~ Turno C

Mercoledì 12 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno A

Sabato 15 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno D

Giovedì 20 febbraio 2025 ore 18 ~ Turno B

Domenica 23 febbraio 2025 ore 14.30 ~ Fuori Abb.

Prezzi:

da 300 a 36 euro

Infotel 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi,

si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel

LaScalaTv

La rappresentazione del 12 febbraio sarà trasmessa in live streaming sulla piattaforma LaScalaTv.

Dopo la diretta, il video resterà disponibile on demand fino al 19 febbraio 2025.

Le presentazioni

L’opera sarà presentata al pubblico martedì 28 febbraio alle ore 18 nel Ridotto dei Palchi in un incontro con ascolti al pianoforte dal titolo “La tragedia dei Wälsidi” a cura della professoressa Elisabetta Fava nell’ambito del ciclo “Prima delle Prime” organizzato in collaborazione con gli Amici della Scala.

Un’ora prima dell’inizio di ogni rappresentazione, presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Liana Püschel.

Il Ring per i più giovani

La prova antegenerale del 30 gennaio sarà aperta agli studenti nell’ambito del progetto triennale di inclusione, avviato in collaborazione con la Fondazione Monte di Lombardia, che punta a promuovere l’accessibilità e l’inclusione culturale per i giovani, tema cui la Fondazione sta dedicando particolare attenzione. Questo programma ambizioso avrà una durata di tre anni e si pone come obiettivo il coinvolgimento nelle attività del Teatro di circa 25.000 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni.

Verso il Ring del 2026

Sono aperte dal 29 febbraio le prelazioni per gli abbonati e per i sostenitori del Teatro per l’acquisto dell’intera Tetralogia, che verrà ripetuta due volte nel 2026, nel 150° anniversario della prima esecuzione completa a Bayreuth nel 1876.   Simone Young dirigerà il primo ciclo nei giorni 1, 3, 5, 7 marzo, mentre Alexander Soddy salirà sul podio il 10, 11, 13 e 15 marzo 2026.

A partire dal 23 aprile 2025 saranno disponibili gli abbonamenti ai cicli, anche in una formula Premium che comprende attività culturali e servizi di accoglienza dedicati, mentre i singoli biglietti saranno in vendita dal 6 novembre 2025. 

Il Teatro alla Scala ringrazia Milano per la Scala per il sostegno.

Il Ring al Teatro alla Scala

La Scala, che nel corso dell’800 accoglie con diffidenza e ritardo le opere di Wagner (la prima, malissimo ricevuta, è Lohengrin nel 1873, due anni dopo Bologna), diviene nel ‘900 un punto di riferimento musicale e scenico per questo repertorio grazie innanzitutto al fervore wagneriano di Arturo Toscanini.  

Toscanini debutta al Piermarini nel 1898 dirigendo i Meistersinger e nei suoi anni di direzione del Teatro torna a Wagner con regolarità. Nel 1923 affida la messa in scena di Tristan und Isolde a Adolphe Appia: la prima regia “moderna” alla Scala.

Dopo di lui è Victor de Sabata a garantire esecuzioni wagneriane di riferimento, insieme a una squadra di direttori cresciuti in questa musica: Siegfried Wagner, Franz von Hösslin, Wilhelm Furtwängler, Clemens Krauss, Herbert von Karajan.

Nel ‘900 la Scala allestisce la Tetralogia con assiduità: nel 1927, 1928 e 1931 dirige Ettore Panizza, nel 1930 Siegfried Wagner, nel 1938 Clemens Krauss, nel 1943 Franz von Hösslin, nel 1949-50 Wilhelm Furtwängler, nel 1962-63 André Cluytens.

Nel 1974 Die Walküre nell’allestimento innovativo di Luca Ronconi con le scene di Pier Luigi Pizzi dovrebbe inaugurare un nuovo ciclo, che però si ferma alla seconda giornata per le incomprensioni con il direttore Wolfgang Sawallisch e viene realizzato dal Maggio Musicale Fiorentino.

Il 7 dicembre 1994 Riccardo Muti intraprende con Die Walküre, regia di André Engel, un nuovo ciclo, che prosegue con Yannis Kokkos. Infine, Daniel Barenboim presenta la sua Tetralogia tra il 2010 e il 2013, bicentenario della nascita del compositore, con la regia di Guy Cassiers.

Era dalla versione diretta da Cluytens nel 1963 che le quattro Giornate non venivano eseguite di seguito nella stessa Stagione, come avverrà anche nel 2026 con due cicli completi.

Foto di Brescia e Amisano

Simone Young e Alexander Soddy sul podio del Ring

Una direttrice di grande prestigio nei maggiori teatri e un nome emergente

dirigeranno la nuova Tetralogia del Teatro alla Scala con la regia di David McVicar.

E il Teatro anticipa il ciclo con un convegno di studi venerdì 25 ottobre.

Saranno una direttrice e un talento emergente a colmare il vuoto lasciato dalla rinuncia di Christian Thielemann: Simone Young e Alexander Soddy dirigeranno il ciclo completo del Ring des Nibelungen nella nuova produzione del Teatro alla Scala in scena tra il 2024 e il 2026 con la regia di David McVicar.

Nei primi tre titoli della Tetralogia Simone Young dirigerà le prime tre rappresentazioni, Alexander Soddy le altre tre. In particolare, Simone Young dirigerà Das Rheingold il 28 e 31 ottobre e il 3 novembre e Alexander Soddy il 5, 7 e 10 novembre 2024; per Die Walküre sono previsti Simone Young il 5, 9 e 12 febbraio e Alexander Soddy il 15, 20, 23 febbraio 2025; per Siegfried Simone Young il 6, 9 e 13 giugno e Alexander Soddy il 16 e 21 giugno 2025. Le date degli spettacoli restano invariate, salvo un’inversione con una data di balletto: la rappresentazione di Siegfried prevista il 12 giugno è ora posticipata al 13 giugno e la rappresentazione di Paquita del 13 giugno è anticipata al 12.

Nella Stagione 2025/2026 sarà Alexander Soddy a dirigere le prime rappresentazioni di Götterdämmerung, poi Simone Young le successive; infine ciascuno dei due artisti dirigerà un ciclo completo.

Il nuovo Ring des Nibelungen scaligero ˗ nel cui cartellone campeggiano i nomi di molte tra le maggiori voci wagneriane di oggi, come Michael Volle, Camilla Nylund, Klaus Florian Vogt, Elza van den Heever e Okka von der Damerau ˗ mantiene quindi inalterato il suo calendario unendo l’autorevolezza di una prestigiosa bacchetta wagneriana come Simone Young all’interesse per il nuovo talento di Alexander Soddy. La Tetralogia inoltre procederà con coerenza e unità di visione. Quindici anni fa, all’inizio della sua carriera, Alexander Soddy è stato assistente di Simone Young nel Ring ad Amburgo e il legame tra i due artisti è rimasto intatto da allora: le due bacchette lavorano insieme alla costruzione di una linea interpretativa coerente e di quel suono “sostenuto ma trasparente” (Young) che Wagner creò nella buca di Bayreuth.   

Simone Young è una delle bacchette più autorevoli in questo repertorio: giovanissima assistente di Barenboim nel Ring berlinese con la regia di Kupfer, ha diretto la sua prima Tetralogia alla Staatsoper di Vienna nel 1999 ottenendo un successo confermato a Monaco, Berlino, Amburgo e questa estate a Bayreuth, dove è stata la prima direttrice cui è stato affidato il Ring. Alla Scala ha debuttato nel 2023 con Peter Grimes di Britten e Turangalîla di Messiaen. In queste settimane è stata impegnata anche in Fin de partie di Kurtág alla Staatsoper di Vienna.

Il quarantunenne Alexander Soddy, che è stato Generalmusikdirektor a Mannheim, dirige regolarmente al Metropolitan, al Covent Garden e alle Staatsoper di Vienna, Monaco e Berlino, dove ha diretto ben quattro titoli in questa stagione, e sta intensificando la sua presenza in Italia: nel 2025 è già in cartellone alla Scala con Così fan tutte e al Maggio Musicale con Macbeth e Salome. Alexander Soddy ha appena diretto Fidelio al Covent Garden e i prossimi impegni includono Die Meistersinger e Fin de partie alla Staatsoper di Berlino.

Il Teatro ringrazia Michael Güttler, che aveva dato la sua disponibilità a dirigere l’ultima rappresentazione di Siegfried. Il suo intervento non sarà necessario con il nuovo calendario, ma ritroveremo presto il Maestro nella programmazione scaligera.

Il Teatro alla Scala anticipa le rappresentazioni di Das Rheingold con il convegno “Il Ring alla Scala” che si terrà venerdì 25 ottobre dalle ore 15 alle ore 18 al Ridotto dai Palchi con interventi di Maurizio Giani, Anna Maria Monteverdi, Marco Targa e una conversazione tra il regista David McVicar e il consulente scientifico del Teatro alla Scala Raffaele Mellace.

Un nuovo Ring per la Scala

Dal 28 ottobre Das Rheingold apre un nuovo ciclo a dieci anni dal precedente.

Regia di David McVicar, sul podio Simone Young per le prime tre rappresentazioni,

quindi dal 5 novembre Alexander Soddy. Michael Volle è Wotan.  

Diretta su LaScalaTv il 3 novembre.

Va in scena per sei rappresentazioni dal 28 ottobre al 10 novembre Das Rheingold, primo appuntamento con la nuova produzione del Ring des Nibelungen che proseguirà nel 2025 con Die Walküre (dal 5 al 23 febbraio) e Siegfried (dal 6 al 21 giugno) e nel 2026 con Götterdämmerung e due cicli completi. Sul podio si alternano Simone Young (28 e 31 ottobre, 3 novembre) e Alexander Soddy (5, 7 e 10 novembre).

Simone Young è una delle bacchette più autorevoli in questo repertorio: ha diretto la sua prima Tetralogia alla Staatsoper di Vienna nel 1999 ottenendo un successo confermato a Berlino, Amburgo e questa estate a Bayreuth, dove è stata la prima direttrice cui è stato affidato il Ring.

Alla Scala ha debuttato nel 2023 con Peter Grimes di Britten e Turangalîla di Messiaen.

Il quarantaduenne Alexander Soddy, Generalmusikdirektor a Mannheim dal 2026/17, dirige regolarmente al Metropolitan, al Covent Garden e alle Staatsoper di Monaco e di Berlino, dove ha diretto ben quattro titoli in questa stagione, e sta intensificando la sua presenza in Italia: nel 2025 è già in cartellone alla Scala con Così fan tutte e al Maggio Musicale con Macbeth e Salome.

Michael Volle vestirà i panni di Wotan nell’intero Ring: con lui in questo Prologo Ólafur Sigurdarson è Alberich, Wolfgang Ablinger-Sperrhacke è Mime, Norbert Ernst è Loge, Okka von der Damerau è Fricka, Olga Bezsmertna è Freia, Christa Mayer è Erda, Siyabonga Maqungo è Froh, Jongmin Park è Fasolt, Ain Anger è Fafner e Andrea Carroll, Svetlina Stoyanova e Virginie Verrez sono le figlie del Reno.

La regia è di David McVicar, che dopo il trionfale debutto scaligero con Les Troyens di Berlioz nel 2014 è tornato con nuove produzioni dei Masnadieri di Verdi nel 2019 e della Calisto di Cavalli nel 2021, oltre che con la ripresa del suo allestimento londinese di Adriana Lecouvreur nel 2022.  McVicar ha già affrontato il Ring in passato con una fortunata produzione all’Opéra national du Rhin.

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso il Ridotto dei Palchi, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Elisabetta Fava.

La rappresentazione del 3 novembre sarà trasmessa in diretta su LaScalaTv a partire dalle ore 14:15. Il video resterà visibile on demand e per gli abbonati a LaScalaTv fino al 10 novembre.

Lo spettacolo

“Questo Ring – racconta David McVicar a Luca Baccolini nell’intervista pubblicata sul numero di ottobre della Rivista del Teatro – deve essere un arco teso verso la conclusione. Già dalle prime battute di musica, in cui avverti lo scorrere del fiume, bisogna immaginarsi l’epilogo. Sarebbe impossibile pensare un lavoro del genere opera per opera. C’è da dire però che dall’Oro del Reno alla prima rappresentazione completa del Ring passarono più di vent’anni, durante i quali Wagner è cambiato profondamente, prima un socialista anarchico rivoluzionario, poi un uomo disilluso che ha accettato il fallimento dei suoi ideali giovanili. Di fondo, però, resta che il Ring, al di là di incongruenze e ripensamenti, è un’opera unitaria. È una grande rappresentazione del mondo e dell’umanità. Penso sia impossibile, oggi, tenere lontani temi come l’ambiente o il cambiamento climatico, di cui già Wagner in un certo modo ci aveva avvertito. Tutto il mondo di oggi ci dice a gran voce di tornare indietro, altrimenti la rovina sarà certa. E se penso alle guerre dei nostri tempi non oso immaginare come arriveremo al 2026, alla fine del ciclo. Per fortuna l’impalcatura dello spettacolo è flessibile abbastanza per accogliere nuovi spunti. Ma il Ring è ovviamente molto altro. È una grande esperienza di amore in tutte le sue forme, dall’impulso sessuale primordiale alla forma più elevata dell’amore che è la compassione disinteressata per gli altri essere umani e per la natura.

Il Ring al Teatro alla Scala

La Scala, che nel corso dell’Ottocento accoglie con diffidenza e ritardo le opere di Wagner (la prima, malissimo ricevuta, è Lohengrin nel 1873, due anni dopo Bologna), diviene nel Novecento un punto di riferimento musicale e scenico per questo repertorio grazie innanzitutto al fervore wagneriano di Arturo Toscanini. Toscanini debutta al Piermarini nel 1898 dirigendo i Meistersinger e nei suoi anni di direzione del Teatro torna a Wagner con regolarità. Nel 1923 affida la messa in scena di Tristan und Isolde a Adolphe Appia: la prima regia “moderna” alla Scala. Dopo di lui è Victor de Sabata a garantire esecuzioni wagneriane di riferimento, insieme a una squadra di direttori cresciuti in questa musica: Siegfried Wagner, Franz von Hösslin, Wilhelm Furtwängler, Clemens Krauss, Herbert von Karajan. Nel Novecento la Scala allestisce la Tetralogia con assiduità: nel 1927, 1928 e 1931 dirige Ettore Panizza, nel 1930 Siegfried Wagner, nel 1938 Clemens Krauss, nel 1943 Franz von Hösslin, nel 1949-50 Wilhelm Furtwängler, nel 1962-63 André Cluytens. Nel 1974 Die Walküre nell’allestimento innovativo di Luca Ronconi con le scene di Pier Luigi Pizzi dovrebbe inaugurare un nuovo ciclo che però si ferma alla seconda giornata per le incomprensioni con il direttore Wolfgang Sawallisch e viene realizzato dal Maggio Musicale Fiorentino. Il 7 dicembre 1994 Riccardo Muti intraprende con Die Walküre, regia di André Engel, un nuovo ciclo, che prosegue con Yannis Kokkos. Infine, Daniel Barenboim presenta la sua Tetralogia tra il 2010 e il 2013, bicentenario della nascita del compositore, con la regia di Guy Cassiers. Era dalla versione diretta da Cluytens nel 1963 che le quattro Giornate non venivano eseguite di seguito nella stessa Stagione, come avverrà anche nel 2026 con due cicli completi.

i Maestri Simone Young e Alexander Soddy sostutuiranno il M° Thielemann al Teatro alla Scala

Il Maestro Christian Thielemann ha comunicato che nel prossimo mese di ottobre dovrà sottoporsi a un’operazione chirurgica a un tendine cui seguiranno cinque settimane di riabilitazione. L’intervento lo costringe a rinunciare a tutti i prossimi impegni, inclusa la direzione dell’opera Das Rheingold in scena al Teatro alla Scala dal 28 ottobre al 10 novembre, con cui si apre la nuova produzione di Der Ring des Nibelungen con la regia di David McVicar. Impossibilitato a dirigere il prologo della Tetralogia, che si caratterizza come un impegno artistico unitario, il M° Thielemann ha comunicato l’intenzione di ritirarsi dall’intero progetto.

Le rappresentazioni di Das Rheingold saranno dirette da Simone Young (28 e 31 ottobre, 3 novembre), che ha diretto l’intero ciclo a Bayreuth e ha recentemente debuttato alla Scala con un’eccellente direzione di Peter Grimes di Benjamin Britten, e da Alexander Soddy (5, 7 e 10 novembre), oggi ospite regolare di teatri come la Staatsoper di Berlino, il Covent Garden di Londra e il Metropolitan di New York e con cui la Scala ha già programmato una nuova produzione di Così fan tutte nel novembre 2025. Il Maestro Soddy ha già diretto con successo il Ring a Mannheim.

La Direzione Artistica del Teatro alla Scala è impegnata nella definizione dei direttori per gli altri titoli della Tetralogia, che saranno comunicati tempestivamente.

“È con grande dolore – ha scritto il Maestro Thielemann – che rinuncio a questo progetto che avevamo costruito passo passo insieme a Dominique Meyer, cui mi stringe una lunga amicizia, a David McVicar e allo staff della Scala. La mia salute mi impedisce purtroppo di essere alla Scala per il Rheingold e la continuità dell’impostazione artistica nel corso del Ring des Nibelungen è così importante che si deve essere presenti dall’inizio. A questo si aggiungono l’impegno assunto con la Staatsoper di Berlino e il contesto di incertezza sul futuro della Scala. Vorrei inviare un cordiale in bocca al lupo per questa bellissima produzione al Teatro alla Scala e a tutti gli artisti coinvolti”.

SIMONE YOUNG

Simone Young è considerata una delle più importanti direttrici d’orchestra del nostro tempo. Dopo aver completato gli studi musicali nella nativa Sydney, ha iniziato in Germania la sua carriera, che l’ha poi portata in tutti i più importanti teatri d’opera e sale da concerto del mondo.

Come direttrice ospite nella Stagione 2022/2023 ha guidato produzioni dell’Opéra de Paris (Salome), della Staatsoper di Vienna (Elektra e Die Fledermaus), del Metropolitan (Der Rosenkavalier), mentre gli inviti a concerti l’hanno portata sui palcoscenici dei Berliner Philharmoniker, della Royal Stockholm Philharmonic, dell’Orchestre National de France, dell’Orquesta Nacional de España, dell’Orchestre de la Suisse Romande, della Philharmonia di Zurigo e dell’Orchestre National de Lyon.

Dal luglio 2022 Simone Young è Direttore principale della Sydney Symphony Orchestra. I precedenti incarichi includono: Direttore ospite principale dell’Orchestre de Chambre de Lausanne (2017-2020); Direttore principale della Filarmonica di Bergen (1998-2002); Direttore artistico dell’Opera Australia (2001-2003); Direttore ospite principale dell’Orchestra Gulbenkian di Lisbona; Direttore artistico della Staatsoper di Amburgo e Direttore musicale principale dei Philharmoniker di Amburgo (2005-2015).

Durante il suo mandato ad Amburgo, Young ha diretto numerose prime assolute e un repertorio diversificato tra Mozart, Verdi, Puccini, Wagner, Strauss, Hindemith, Britten, Henze.

Simone Young è ben nota come specialista di Wagner e Strauss, una reputazione che ha sviluppato all’inizio della sua carriera quando ha diretto più cicli completi del Ring di Wagner alla Staatsoper di Vienna e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino, così come Die Walküre e Die Meistersinger von Nürnberg insieme a Elektra, Salome, Die Frau ohne Schatten e Ariadne auf Naxos di Strauss, e anche con una nuova produzione di Palestrina di Hans Pfitzner alla Bayerische Staatsoper. Alla Staatsoper di Vienna, oltre alle numerose interpretazioni di opere di Wagner e Strauss, il lungo rapporto, iniziato con il suo debutto nel 1993, comprende l’acclamata riscoperta nel 1999 de La Juive di Fromental Halévy, insieme a molte delle opere più famose del repertorio italiano. Dopo che i suoi impegni ad Amburgo l’hanno tenuta lontana per diversi anni, è tornata alla Staatsoper di Vienna nella Stagione 2011/2012 con una ripresa della Daphne di Strauss, e a tutt’oggi è una presenza regolare nella programmazione del teatro austriaco.

Inoltre Young ha lavorato all’Opéra National de Paris, al Covent Garden di Londra e al Metropolitan di New York, ed è ospite regolare dei teatri d’opera di Monaco, Berlino, Dresda e Zurigo.

In ambito sinfonico ha diretto molte delle più importanti orchestre del mondo, tra cui le orchestre filarmoniche di Berlino, Londra, Monaco, New York e Vienna; i Wiener Symphoniker, l’Orchestre de Paris, l’Orchestra Sinfonica della BBC, la Dresdner Philharmonie, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino e la Konzerthausorchester di Berlino, oltre a numerose orchestre nordamericane e a diverse orchestre australiane.

Discografia

Oltre alle registrazioni complete della Staatsoper di Amburgo di Mathis der Maler di Paul Hindemith e del ciclo completo di Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner, Oehms Classics ha pubblicato anche registrazioni con i Philharmoniker di Amburgo. Tra le altre, tutte le sinfonie di Bruckner sono state registrate nelle loro versioni originali, così come tutte le sinfonie di Johannes Brahms, la Seconda e la Sesta sinfonia di Gustav Mahler e Das Buch mit sieben Siegeln di Franz Schmidt. Da Vienna è disponibile su CD la registrazione de La Juive, nel 2019 seguirà la registrazione su CD di ParZeFool di Bernhard Lang con il Klangforum Wien e nel 2020 verrà pubblicato su CD anche Das verratene Meer di Hans Werner Henze. Il Palestrina di Hans Pfitzner e Aus einem Totenhaus di Leoš Janáček della Bayerische Staatsoper sono stati pubblicati su DVD, così come i Dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc e il Lear di Aribert Reimann della Staatsoper di Amburgo.

Premi

Oltre ai dottorati honoris causa delle Università di Sydney e Melbourne, tra i suoi numerosi premi e riconoscimenti Young annovera il Premio Brahms dello Schleswig-Holstein e la Medaglia Goethe. Inoltre, è “Chevalier des Arts et des Lettres” in Francia, membro dell’Ordine d’Australia e professore presso la Hochschule für Musik und Theater di Amburgo.

ALEXANDER SODDY

Il direttore d’orchestra britannico Alexander Soddy è tra i più richiesti della sua generazione e collabora regolarmente con le migliori orchestre e i maggiori teatri d’opera del mondo.

Nella Stagione 2024/25 Soddy debutterà al Maggio Musicale Fiorentino con Salome e tornerà in alcuni dei teatri in cui è regolarmente ospite, tra cui il Covent Garden con Fidelio, la Staatsoper di Berlino con Die Meistersinger von Nürnberg, Il trovatore e Fin de partie di Kurtág, il Metropolitan con Aida e La bohème e, per la prima volta dopo molti anni, la Staatsoper di Amburgo con Salome. Gli impegni concertistici di questa stagione lo vedranno debuttare con l’Orchestra Sinfonica di Milano e tornare alla Netherlands Philharmonic e alla Bournemouth Symphony.

Tra i momenti salienti della recente stagione per Soddy figurano la prima della nuova produzione di Kirill Serebrennikov di Lohengrin all’Opéra National de Paris, il ritorno alla Philharmonia di Londra per un’esecuzione in forma di concerto del Capriccio di Strauss al Festival internazionale di Edimburgo e il debutto al Concertgebouw alla testa della Netherlands Philharmonic nella Quinta Sinfonia di Mahler.

Soddy è ospite regolare dei principali teatri d’opera di lingua tedesca, avendo diretto alla Staatsoper di Vienna un ampio repertorio, tra cui la prima della Fattoria degli animali di Alexander Raskatov, ma anche repertori diversi come Otello, Elektra, Hänsel und Gretel, Carmen, Die Zauberflöte, Lady Macbeth of Mtsensk, Salome, Il barbiere di Siviglia e Parsifal, e alla Staatsoper Unter den Linden Lohengrin, Der Rosenkavalier, Fidelio, Der Freischütz, La bohème e Die Zauberflöte.

Inoltre, Soddy ha diretto Così fan tutte, Tannhäuser e Salome al Covent Garden, nonché La bohème e Madama Butterfly al Metropolitan. Tra le altre acclamate esibizioni di Soddy figurano Elektra alla Deutsche Oper di Berlino, Die Zauberflöte e La Bohème alla Bayerische Staatsoper e La traviata al Tokyo Nikikai Opera Theatre, Der Freischütz alla Semperoper di Dresda, La bohème e Madama Butterfly alla Royal Swedish Opera e un’accoppiata di opere di Arnold Schönberg e Frank Martin alla Oper Frankfurt.

Ospite molto apprezzato anche sul podio sinfonico, nelle ultime stagioni Soddy ha diretto concerti con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, i Wiener Symphoniker, la Philharmonia di Londra, l’Orchestra Sinfonica di Berna, la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra, la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra, la Filarmonica di Copenaghen, la Münchner Rundfunkorchester, l’Orchestra Reale Svedese, l’Orchestra dell’Opera Nazionale Norvegese, l’Orquestra de Valencia, l’Oregon Symphony, l’Atlanta Symphony e la Bournemouth Symphony.

Dal 2016 al 2022, Soddy è stato Generalmusikdirektor del Teatro Nazionale di Mannheim, dove si è concentrato sul repertorio principale dell’opera tedesca e italiana e dove ha diretto anche il Ring des Nibelungen.

Allo stesso tempo è stato direttore artistico degli Akademiekonzerte a Mannheim, dove ha posto al centro della sua programmazione l’opera di Anton Bruckner e di altri grandi compositori romantici. All’inizio della sua carriera, è stato direttore principale dello Stadttheater Klagenfurt dal 2013 al 2016 e Kapellmeister della Staatsoper di Amburgo dal 2010 al 2012.

Nato a Oxford, Soddy si è formato alla Royal Academy of Music, all’Università di Cambridge e al National Opera Studio di Londra.

Alla Scala il M° Soddy tornerà nel novembre 2025 per dirigere una nuova produzione di Così fan tutte per la regia di Robert Carsen.