Domenica 13 aprile 2025, alle ore 18, si alza il sipario sull’87ª edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.

In programma, nella Sala Grande del Teatro, “Salome” di Richard Strauss.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, il maestro Alexander Soddy; la regia è di Emma Dante. 

Nella parte di Salome il debutto fiorentino del soprano Lidia Fridman.

La recita del 13 aprile sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3 e in differita televisiva su Rai 5 (ore 21:15)

Si alza il sipario del Festival del Maggio Musicale Fiorentino che quest’anno giunge alla sua 87ª edizione. In programma, domenica 13 aprile 2025 alle ore 18, nella Sala Grande del Teatro, uno dei grandi capolavori del ’900 che torna al Maggio a distanza di 15 anni dalla sua ultima messinscena, la Salome di Richard Strauss. Altre tre sono le recite previste in cartellone: il 16 e il 23 aprile alle ore 20 e il 27 aprile alle ore 15:30.

Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, il maestro Alexander Soddy, al suo debutto in Teatro.  La regia dello spettacolo è firmata da Emma Dante, anche lei al suo debutto al Maggio. Un altro debutto fiorentino è segnato dal soprano Lidia Fridman subentrata nella compagnia di canto al posto della già annunciata Allison Oakes che per una indisposizione è stata costretta a lasciare la produzione. Il cast vocale schiera le voci di Nikolai Schukoff che veste i panni di Herodes; di  Anna Maria Chiuri che è Herodias e di Brian Mulligan che interpreta Jochanaan. Eric Fennell è Narraboth; Marvic Monreal è Ein Page der Herodias; i Cinque ebrei sono Arnold BezuyenMathias FreyPatrick VogelMartin Piskorski e Karl Huml. Interpretano i Due nazareni William Hernandez e Yaozhou Hou (quest’ultimo veste inoltre i panni di Uno schiavo); Frederic Jost e ancora Karl Huml sono Due soldati mentre Davide Sodini chiude il cast lirico vestendo i panni di Un uomo della Cappadocia.

Le scene di questo nuovo allestimento sono curate da Carmine Maringola, i costumi sono di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi e la scenografia di Silvia Giuffrè.  Il manifesto dell’opera è di Gianluigi Toccafondo.

Fra le più celebri composizioni di Richard Strauss, la Salome debuttò nel dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda e fu accolta da un successo clamoroso che garantì al suo autore fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. Nel corso delle stagioni del Maggio l’opera di Strauss è andata in scena per un totale di sei volte a partire dalla prima rappresentazione fiorentina avvenuta nel 1948 nella versione italiana. La seconda occasione data il 1964 a La Pergola, per la terza volta la cronologia fissa lo storico al 1977 con la direzione di Zubin Mehta; la quarta occasione è del 1991 eseguita in forma di concerto, la quinta volta Salome va in scena nel 1994 con Mehta sul podio e la regia di Luc Bondy, e l’ultima occasione  prima di questa inaugurazione è del 2010 con la direzione di Paolo Carignani e la regia di Robert Carsen.

Alexander Soddy, impegnato inoltre il 26 aprile in Sala Mehta per un concerto sinfonico con un programma interamente dedicato proprio alle composizioni di Strauss, ha sottolineato la sua gioia nel debuttare al Maggio in occasione dell’inaugurazione lirica del Festival: “Sono incredibilmente onorato e felice nel debuttare qui al Maggio Musicale; un posto che amo per la sua storia, in particolar modo gli ultimi trent’anni con il lavoro incredibile di Zubin Mehta come direttore principale: questo lo si può percepire attraverso la qualità e l’esperienza dei musicisti. È il mio debutto qui a Firenze e poterlo fare dirigendo un’opera che sento particolarmente vicina a me rende tutto questo ancora più speciale: ci sono legato infatti da quasi vent’anni, cominciando a interpretarla come pianista accompagnatore all’inizio della mia carriera. L’ho successivamente diretta moltissime volte; è davvero una composizione a cui sono molto legato e con cui, inoltre, ho debuttato al Covent Garden.  Conosco le sfide che essa contiene e dico sfide perché è uno dei primi lavori di Strauss, il quale scrive in un modo davvero impegnativo. Compone in modo giovanile, eccitato da tutte le opportunità che ha. Questo ovviamente può essere rischioso perché ci sono i cantanti in scena che devono riuscire a sovrastare il suono di un’orchestra enorme. Un’altra sfida presente in quest’opera è relativa al fatto che, in qualità di direttore, debbo al contempo essere musicalmente flessibile, passionale e possente ma al contempo capace di mantenere un insieme orchestrale il più possibile compatto e leggero per fare in modo che i cantanti possano sovrastarlo: il mio obiettivo in parte è anche quello di domare la bestia, ossia quest’enorme ensemble prevista dal lavoro di Strauss. Il cast è favoloso, l’intesa con Lidia Fridman è stata immediata, con una grande esperienza e conoscenza di questo tipo di musica; e in più, come detto, ho la grande opportunità di lavorare con quest’Orchestra: non suonano questo genere di musica molto spesso ma hanno una conoscenza del suono straordinaria, l’ho sentito immediatamente e questo è realmente stimolante. Posso percepire il lavoro svolto negli anni insieme a Zubin Mehta e quanto egli è riuscito a trasmettere, dalla forza del suono alla disciplina. Sono entusiasta di accompagnarli in questo percorso e poterlo fare con un’opera che non viene eseguita molto spesso”.

Parlando di questa produzione Emma Dante ne ha evidenziato i tratti onirici e di come la sua interpretazione dell’opera l’abbia portata ad immaginare la vicenda come un vero e proprio viaggio attraverso un sogno – anzi, un incubo – capace di portare il pubblico su un’altra dimensione:  “Quando sono arrivata al Maggio mi è quasi sembrato di metter piede sopra una vera e propria ‘nave spaziale’ e già questo è stato molto significativo, sia nel lavoro svolto con gli artisti sia per lo spettacolo visivo che è nato in queste settimane. Salome è senz’altro un’opera particolare, con tratti e aspetti che quasi potremmo definire “assurdi”, un’opera complessa che io ho interpretato come l’attraversamento di un vero e proprio incubo: è come se tutti, nel breve tempo della durata dell’opera, entrassimo nella testa e nella visione del profeta Jochanaan e di Salome stessa. L’idea portante di questa produzione è dunque il viaggio attraverso il sogno e l’incubo dentro la mente di quest’uomo, Jochanaan appunto. La musica stessa è altrettanto particolare, oltre che splendida, e sembra anch’essa scritta per portare il pubblico in un’altra dimensione, una dimensione dove si riescono a delineare i caratteri sentimentali ma al contempo crudeli di questo capolavoro straussiano”.

“Con grande emozione e senso di responsabilità, “salto” in questa produzione di Salome al Maggio Musicale Fiorentino per l’apertura dell’87° Festival” – dice così Lidia Fridman che sostiene la parte di Salome –  Un onore immenso far parte di un’occasione così speciale. Con Salome è sempre una sfida, adrenalinica e totalizzante. Debuttare al Maggio con questo titolo, e in un’occasione così speciale come l’apertura del Festival, è per me motivo di grande gioia, anche se del tutto inaspettato. Nonostante il tempo a disposizione sia limitato, con l’umiltà di chi entra all’improvviso e la determinazione di chi ama profondamente questo ruolo, farò del mio meglio per rendere onore a questo capolavoro, che ho studiato a lungo e custodito dentro di me. Desidero ringraziare la Direzione del Teatro, il maestro Soddy, la regista Emma Dante e tutti i colleghi per il sostegno e la fiducia”.

L’opera:

Il debutto dell’opera il 9 dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda fu accolto da un successo clamoroso che garantì a Strauss fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde, che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. La vicenda si svolge alla corte di re Erode in Tiberiade dove è tenuto prigioniero in una cisterna Giovanni Battista (Jochanaan). La voce del profeta attrae Salome, la bella figliastra del re desiderata da molti a corte, in primis dal patrigno, che nutre per lei una passione morbosa. La principessa, sentendosi irrimediabilmente attratta da Jochanaan, tenta invano di sedurlo e dopo l’ennesimo rifiuto decide di chiederne la testa in pegno a Erode, che accetta solo dopo l’esibizione di Salome in una sensualissima danza dei sette veli. Il desiderio della fanciulla viene così esaudito ma l’orrore raggiunge il culmine nel momento in cui Salome in un impulso necrofilo bacia la bocca del profeta decapitato, gesto per il quale sarà giustiziata. Il dramma di Wilde aveva attratto Strauss non solo per l’audacia del tema trattato, ma soprattutto per la presenza di personaggi così tormentati e nevrotici che gli avrebbe consentito di realizzare una musica estrema, capace di seguire i violenti turbamenti della mente di Salome e i torbidi pensieri di Erode e dei suoi cortigiani.

Il disordine della psiche trova perfetto pendant in una partitura musicale dove la mastodontica orchestra è coinvolta in vortice tumultuoso di dissonanze e dove prevale una vocalità agitata, isterica e lontana da ogni slancio lirico.

Per il ciclo d’incontri con il pubblico – Parlando d’opera

Sabato 12 aprile, ore 16.30

“Questo testo grida musica!”

Lo scandalo di Salome da Oscar Wilde a Richard Strauss

a cura di Marco Mangani

Soprano Nikoleta Kapetanidou

Pianoforte Francesco RuggeriElisabetta Sepe

Musiche di Richard Strauss 

In collaborazione con Il Foyer – Amici della Lirica di Firenze

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

La locandina:

SALOME

Musica di Richard Strauss

Nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Dramma musicale in un atto op. 54 su testo dell’omonimo poema di Oscar Wilde nella traduzione tedesca di Hedwig Lachmann
Traduzione italiana di Franco Serpa

Edizione: “Luck’s Music Library”, Madison Heights

In lingua originale, con sopratitoli in italiano e inglese 

a cura di Prescott Studio, Firenze

Maestro concertatore e direttore Alexander Soddy

Regia Emma Dante

Scene Carmine Maringola 

Costumi Vanessa Sannino

Luci Luigi Biondi

Coreografia Silvia Giuffrè 

Assistente regista Federico Gagliardi 

Assistente scenografo Roberto Tusa

Assistente costumista Chicca Ruocco

Assistente light designer Luigi Biondi

Assistente musicale Felix Hornbachner

Herodes Nikolai Schukoff

Herodias Anna Maria Chiuri

Salome Lidia Fridman

Jochanaan Brian Mulligan

Narraboth Eric Fennell 

Ein Page der Herodias Marvic Monreal

Erster Jude Arnold Bezuyen

Zweiter Jude Mathias Frey

Dritter Jude Martin Piskorski

Vierter Jude Patrick Vogel

Fünfter Jude Karl Huml

Erster Nazarener William Hernandez

Zweiter Nazarener Yaozhou Hou

Erster Soldat Frederic Jost

Zwiter Soldat Karl Huml

Ein Sklave Yaozhou Hou
Ein Kappadocier 
Davide Sodini

Figuranti speciali Francesco BaxSem Bonventre, Adriano Di Carlo, Angelica Dipace, Marta Franceschelli, Francesca Laviosa, Michela Lo Preiato, Giuseppe Marino, Rita Russo, Arabella ScalisiDaniele Savarino, Christian Sidoti

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi:

Solo ascolto: 10€

Visibilità limitata: 15€

Platea 6 e Galleria: 35€

Platea 5 e Palchi: 45€

Platea 4: 65€ 

Platea 3: 75€ 

Platea 2: 90€ 

Platea 1: 110€ (repliche)

Platea 1: 130€ (prima recita)

Durata complessiva 1 ora e 40 minuti circa

Ultimo appuntamento lirico del 2024 al Teatro del Maggio: domenica 15 dicembre, in Sala Grande alle ore 17, la prima recita del dittico “Mavra” di Igor Stravinskij e “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini.

Sul podio Francesco Lanzillotta. 

La regia, le scene, i costumi e le luci sono curati da Denis Krief.

La recita del 20 dicembre 2024 sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3

Dopo i grandi successi di Madama Butterfly e di La traviata giunge a termine la programmazione lirica del 2024 al Teatro del Maggio: in programma nella Sala Grande un particolare e interessante dittico formato da Mavra di Igor Stravinskij e da una delle opere brevi più amate del ‘900, ossia il Gianni Schicchi di Giacomo Puccini con la quale il Maggio chiude il suo tributo al grande compositore in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla morte. Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, il maestro Francesco Lanzillotta.  

La regia, le scene, i costumi, le luci di entrambe le opere sono curate da Denis Krief.

Quattro le recite previste in cartellone: il 15 dicembre alle ore 17; il 18 e 20 dicembre alle ore 20 e il 22 dicembre alle ore 15:30.

La serata si apre con Mavra, opera buffa in un atto di Igor Stravinskij composta fra il 1921 e il 1922. Il libretto è di Boris Kochno ed è tratto dalla novella in versi La casetta di Kolomna di Aleksandr Puškin. L’idea venne al compositore durante un suo soggiorno londinese e fu sviluppata insieme all’impresario teatrale Sergej Pavlovič Djagilev: venne deciso di comporre una piccola opera che avesse la funzione di prologo alla ripresa de La bella addormentata di Čajkovskij. Stravinskij scelse come soggetto del suo nuovo lavoro La casetta di Kolomna di Puškin poiché la riteneva, per l’argomento trattato, idonea ad un’opera buffa e chiese a Boris Kochno, all’epoca collaboratore di Diagilev, di redigere il libretto. 

In scena Julia Muzychenko, da poco reduce dal grande successo di Traviata, nel ruolo della protagonista della vicenda di Mavra, Paraša, e della protagonista di Gianni Schicchi, ossia Lauretta: “I ruoli di Paraša in Mavra e di Lauretta in Gianni Schicchi, che interpreto in questo dittico, sono da un punto di vista molto simili ma anche, musicalmente parlando, molto diversi. Paraša è una giovane innamorata dell’ussaro della vicenda ma, per lei, poter sviluppare questo amore è davvero complesso; vive ancora con sua madre e quindi, data la sua grande fermezza nel voler passare più tempo con il suo innamorato, decide di ‘trasformare’ quest’ussaro in una donna per poterlo far entrare in casa senza destare sospetti. La musica di Stravinskij in quest’opera è davvero particolare, troviamo elementi di belcanto ma anche riferimenti alla musica popolare russa oltre a tinte dissonanti e quasi grottesche. Nel Gianni Schicchi do invece voce a Lauretta che, come Paraša, è una giovane innamorata, e proprio come la protagonista di Mavra non ha paura nel fare di tutto per poter coronare questo amore. Oltre a questo è davvero emozionante poter interpretare qui l’aria celeberrima O mio babbino caro poiché canto di Firenze per Firenze; è davvero una sensazione unica”. Insieme a lei Kseniia Nikolaieva nella parte de La madre; Aleksandra Meteleva come La vicina e Iván Ayón Rivas, che torna sulle scene del Maggio dopo La traviata del luglio 2019,nella parte de L’ussaro.

Mavra segue una delle più celebri opere brevi, ossia il Gianni Schicchidi Giacomo Puccini. Parte del celebre “Trittico” pucciniano – insieme a Suor Angelica e al Tabarro – è anche questa come Mavra un’opera comica in un atto. L’ispirazione primaria soggetto dell’opera  – legata a Firenze, dove si ambienta – è in un passaggio del XXX canto dell’Inferno dantesco, dove il protagonista (lo Schicchi, appunto) viene condannato in quanto “falsario di persone”; ma anche Dante si era ispirato a sua volta ad un fatto realmente accaduto: Gianni Schicchi, appartenente alla famiglia Cavalcanti, si sostituì al cadavere di Buoso Donati per dettare un falso testamento in favore del figlio di costui, Simone – diseredato dal padre come nella vicenda narrata da Puccini – ma lasciando per sé una cavalla di grande valore.

In scena, nella parte del protagonista della vicenda, Gianni Schicchi, Roberto De Candia, che torna al Maggio dopo il Falstaff del novembre 2014 diretto da Zubin Mehta: “Per me è davvero una gioia poter tornare al Maggio e interpretare uno dei personaggio fiorentini più celebri di sempre. Il Gianni Schicchi è un’opera che nonostante tutto resta sempre attuale e naturalmente sempre divertente; con il protagonista, che ho l’onore d’interpretare, che continua a essere un personaggio carico di energia e ironia. È poi sempre meraviglioso constatare come un’opera buffa e breve come lo Schicchi riesca ancora oggi a stupirci e di come sia capace di risultare ancora fresca e ‘nuova’ ”; Julia Muzychenko interpreta Lauretta; Valentina Pernozzoli è Zita; Iván Ayón Rivas interpreta Rinuccio; Yaozhou Hou è Gherardo e Gonzalo Godoy Sepúlveda è Betto di Signa.

Chiudono il cast vocale Adriano Gramigni come Simone; Davide Sodini nel doppio ruolo di Maestro Spinelloccio/Messer Amantio Di Nicolao; Huigang Liu  come Pinellino;  Michele Gianquinto  nella parte di Guccio e tre talenti dell’Accademia del Maggio: Nikoletta Hertsak come Nella; Yurii Strakhov nella parte di Marco e Aleksandra Meteleva in quella de La Ciesca.

Il maestro Lanzillotta, che torna al Maggio dopo aver diretto Resurrezione di Franco Alfano nel gennaio 2020, ha sottolineato la particolarità dell’opera di Stravinskij e la grande maestria compositiva del Gianni Schicchi di Puccini: “Mavra è davvero un’opera particolare e non solo perché di rara esecuzione: segna infatti l’inizio del periodo che noi definiamo ‘neoclassico’ di Stravinskij ed è interessante notare come vi siano elementi e similitudini musicali utilizzati dal compositore qualche anno prima in Histoire du soldat. Penso per esempio a tutto l’andamento ritmico dei contrabbassi e dei violoncelli del primo numero che è esattamente identico al primo numero di Histoire du soldat appunto, ed è inoltre interessante come il belcanto – inteso come belcanto italiano – viene declinato all’interno di un’opera in cui esistono anche parti musicali riprese dalla musica popolare come il ragtime o il walzer. Tutti questi elementi vanno a comporre un lavoro molto variegato in cui resta comunque dominante l’elemento del numero chiuso, tipico dell’opera buffa italiana. Dunque l’approccio è quello di far sì che queste caratteristiche ‘colorate’ presenti nell’opera siano messe in risalto. Quello che è sempre affascinante quando si apre una partitura come Gianni Schicchi è innanzitutto la grande maestria che Puccini ha nell’esaltare situazioni diverse con lo stesso materiale musicale: penso al tema iniziale dell’opera che viene ‘traslato’ subito dopo in una situazione diversa: semplicemente cambiando il tempo e alcuni elementi armonici il tema assume subito un colore ed un significato diverso”.

Parlando di questo Dittico, Denis Krief – di ritorno al Maggio dopo aver curato la regia de La rondine di Puccini del settembre 2020 e aveva seguito le messe in scena del trittico pucciniano del 2019 – ha sottolineato la particolarità di questo abbinamento: “Accostare queste due opere è davvero una sfida interessante: da una parte abbiamo un’opera russa, nella quale serve un approccio che potremmo definire quasi ‘wagneriano’; dall’altra abbiamo quello che secondo me è quasi il primo esempio novecentesco di quella che è la commedia all’italiana che poi, pochi anni dopo, farà furore  nel mondo del cinema. Mavra è un’opera di rara esecuzione e che invece non conoscevo: è una storia davvero buffa e carina, che trova come protagoniste una madre e una figlia – nobili ma rimaste con poco danaro – con quest’ultima che s’innamora di un Ussaro e decide, pertanto, di portarlo in casa facendolo travestire da cuoca. L’opera di Stravinskij è dal mio punto di vista un grande omaggio alla Russia di quel tempo, la Russia culturale di Aleksandr Puškin, di Michail Glinka e di Čajkovskij”.

Le opere:

Mavra

Il progetto di Mavra, opera comica in un atto su libretto di Boris Kochno, nacque nel 1921 mentre Stravinskij si trovava a Londra per una ripresa de Le sacre du printemps. Il soggetto è tratto da una novella di Puškin intitolata La casetta di Kolomna, una storia semplice con un finale a sorpresa. La giovane Paraša, innamorata dell’ussaro Vasilij, escogita un piano per trascorrere più tempo con l’amato. Vista la necessità di trovare una nuova domestica dopo la morte della vecchia cuoca, Paraša traveste Vasilij da donna e lo presenta alla madre e alla vicina come la nuova cuoca di nome Mavra. Ma l’improbabile camuffamento ha breve durata perché l’ussaro in ambiti femminili viene sorpreso da madre e figlia nell’atto di radersi la barba. Lo svelamento della vera identità di Mavra provoca lo svenimento della madre e l’intervento sollecito della vicina; all’ussaro non resta che fuggire dalla finestra mentre Paraša grida disperata. Mavra debuttò a Parigi il 3 giugno 1922 senza però riscuotere il successo sperato. Stravinskij, nonostante le sollecitazioni di Djaghilev, si rifiutò modificare il finale ritenuto dall’amico troppo banale e immediato, difendendo le sue scelte e il valore di questa piccola opera a cui teneva particolarmente. Dedicò la partitura a Puškin, Glinka e Čajkovskij, un gesto che suonava come una provocazione per chi, a Parigi soprattutto, associava la musica russa solo al folklore. L’opera articolata in numeri chiusi – arie, duetti, quartetti – rimanda al modello del melodramma italiano. Anche la vocalità di impronta belcantistica si riallaccia alla tradizione, tuttavia Mavra è anche un’opera estremamente moderna in cui convivono materiali sonori variegati – spunti jazzistici, motivi russi e tzigani – e in cui si creano continui contrasti tra la linea vocale di stampo tradizionale e la scrittura orchestrale, caratterizzata da un andamento spesso meccanico e dalla predominanza di impasti timbrici aspri. Stravinskij scelse volutamente una compagine strumentale singolare, in cui gli strumenti a fiato sono in maggioranza rispetto agli archi, per ricreare in alcuni momenti le sonorità di una band piuttosto che di un’orchestra.

Gianni Schicchi

Ultimo dei tre atti unici che compongono il Trittico di Puccini, Gianni Schicchi narra lefarsesche trovate del protagonista del titolo, un briccone fiorentino citato da Dante nella Divina Commedia per aver falsificato un testamento. L’azione si svolge a Firenze nel 1299. La famiglia Donati è in fibrillazione dopo la morte del parente Buoso che pare abbia destinato la cospicua eredità a un convento. Per trovare una soluzione viene interpellato Gianni Schicchi, noto in città per astuzia e sagacia. Da vero deus ex machina, il protagonista si finge Buoso morente ma nel dettare le sue ultime volontà al notaio intesta i beni più preziosi ‘all’amico devoto’ Gianni Schicchi, suscitando l’ira degli avidi parenti. Tuttavia la truffa è dettata da un fine nobile; così facendo Gianni assicura una bella dote alla figlia Lauretta che potrà sposare Rinuccio Donati con buona pace dell’altezzosa famiglia. Per Puccini Gianni Schicchi rappresentò una felicissima incursione nel genere della commedia. La vicenda piena di verve fungeva inoltre come perfetto contraltare alle due storie tragiche che la precedono (Il tabarro e Suor Angelica). Il Tritticodebuttò al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918. L’accoglienza del pubblico fu tiepida, eccezion fatta per Gianni Schicchi che da subito riscosse un grande successo. Il segreto dell’immediato plauso risiede nell’amalgama di ingredienti della tradizione comica sapientemente dosati dal compositore toscano: ensemble vocali caratteristici e spassosi, una scrittura brillante e un ritmo serratissimo che conduce a un finale da applausi.

La locandina:

MAVRA

Opera buffa in un atto di Boris Kochno

Musica di Igor Stravinskij

Maestro concertatore e direttore Francesco Lanzillotta

Regia, scene, costumi e luci Denis Krief

Paraša Julia Muzychenko

La madre Kseniia Nikolaieva

La vicina Aleksandra Meteleva

L’ussaro Iván Ayón Rivas

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Nuovo allestimento

Durata 30 minuti circa

GIANNI SCHICCHI

Libretto di Giovacchino Forzano

Musica di Giacomo Puccini 

Maestro concertatore e direttore Francesco Lanzillotta

Regia e scene Denis Krief

Assistente alla regia Pia di Bitonto

Gianni Schicchi Roberto De Candia

Lauretta Julia Muzychenko

Zita Valentina Pernozzoli

Rinuccio Iván Ayón Rivas

Gherardo Yaozhou Hou

Nella Nikoletta Hertsak

Gherardino Gregoric Zaric/Walter Zecca (15; 20/12)

Betto di Signa Gonzalo Godoy Sepúlveda

Simone Adriano Gramigni

Marco Yurii Strakhov

La Ciesca Aleksandra Meteleva

Maestro Spinelloccio/Messer Amantio Di Nicolao Davide Sodini

Pinellino Huigang Liu

Guccio Michele Gianquinto

Figurante speciale Fabrizio Casagrande

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino

Durata 50 minuti circa

Durata complessiva 1 ora e 50 minuti circa, con intervallo

Prezzi:

Solo ascolto: 10€

Visibilità limitata: 15€

Galleria: 35€

Palchi: 45€ – Platea 4: 65€ – Platea 3: 75€  – Platea 2: 90€  – Platea 1: 110€ (repliche)

Platea 1: 130€ (prima recita)