Pierino e il Lupo di Prokof’ev al Giovanni da Udine; un progetto per scuole e famiglie.

La celebre favola sinfonica è proposta venerdì 7 febbraio alle 11.00 per studenti e studentesse e alle 18.00 per tutti

Sul palco del Teatro, l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius e Stefania Panighini voce recitante

Avvicinare scuole e famiglie alla musica classica, con la scelta di programmi che possano essere alla portata di tutti e capaci di toccare temi universali, come fanno le fiabe. È questo il senso del progetto PIERINO E IL LUPO del Teatro Nuovo Giovanni da Udine indirizzato a scuole e famiglie, in programma venerdì 7 febbraio e proposto in un doppio appuntamento: alle ore 11.00 per studenti e studentesse e alle ore 18.00 per tutti. Sui leggii dei professori dell’Orchestra di Padova e del Veneto, diretti da Marco Angius e accompagnati dalla voce recitante di Stefania Panighini, la splendida favola sinfonica di Sergej Prokof’ev e, in apertura, un altro capolavoro a firma del celebre compositore russo, la Sinfonia n. 1, nota anche come “classica”.

Pierino e il lupo venne composta nel 1936, qualche anno dopo il rientro di Prokof’ev in Russia dopo ben nove anni vissuti fra Europa e America. Per evitare conflitti con il regime, Prokof’ev si dedicò alla musica per bambini. Tra le sue composizioni in questo ambito si colloca anche Pierino e il lupo, che divenne uno dei suoi lavori più celebri: una fiaba musicale, dove ogni personaggio è rappresentato da uno strumento dell’orchestra. La narrazione crea un racconto vivido e didattico, la musica è disarmante per bellezza, semplicità ed efficacia. “Questa semplicità potrebbe indurre nell’equivoco di considerare questo lavoro come uno dei minori di Prokof’ev, ma non vi è nulla di più sbagliato – spiega Paolo Cascio, Direttore Artistico Musica del Teatro Nuovo Giovanni da Udine -. Pierino e il lupo è un piccolo capolavoro musicale sui generis, una di quelle fiabe che, ascoltata da bambino, viene ricordata per sempre, soprattutto da adulti. E come tutte le fiabe,lancia un ponte immaginario che ci permette di attraversare storie e culture differenti, di trovare sensi e metafore di ordine universale, di comprendere il mondo di un tempo e, di riflesso, quello di oggi. Dunque Pierino, ragazzo coraggioso e ribelle, l’uccellino, aiutante quasi magico, il nonno rigido come la morale e il lupo, archetipo di ogni paura, diventano stimolo per una lettura metaforica fruibile ad ogni età, da 6 a 99 anni”.

Completa la programmazione la Sinfonia Classica scritta fra il 1916 e il 1917: un capolavoro di perfezione con cui Prokof’ev, all’epoca appena venticinquenne, dimostrò di essere in grado di assorbire Mozart, Haydn e Beethoven traghettando così lo stile del classicismo nel Novecento.

Informazioni e biglietteria

La biglietteria del Teatro in via Trento 4 a Udine è aperta dal martedì al sabato (escluso festivi) dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da 90 minuti prima di ogni spettacolo.

Infopoint in via Rialto 2/b a Udine attivo per la vendita di biglietti e abbonamenti dal martedì al venerdì (escluso festivi) dalle 10.00 alle 12.30.

Acquisti online su vivaticket.it. Per informazioni: tel. 0432 248418 (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00). biglietteria@teatroudine.it  www.teatroudine.it

Stefania Panighini ha studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico e si è diplomata al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino in Regia per lo spettacolo musicale. Si è inoltre laureata in Musicologia col massimo dei voti e la menzione presso l’Università di Torino. È professore di Interpretazione scenica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Como, Regia dell’Opera Lirica alla Scuola Civica Paolo Grassi, e collabora con l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino e del Teatro Pavarotti Freni di Modena. Nell’ultimo anno ha messo in scena Kaiser von Atlantis al Lerici Music Festival, Ascesa e caduta della città di Mahagonny e La Rondine al Teatro Sociale di Como, L’elisir d’amore al Teatro Pavarotti-Freni di Modena. Insieme a Sandro Cappelletto ha curato per Treccani un ciclo di conferenze sulla Traviata presso la Fondazione Arturo Toscanini e con la stessa orchestra ha poi eseguito Pierino e il lupo di Prokof’ev e La guida del giovane all’orchestra di Britten. Ha collaborato con il Teatro Regio di Torino, Teatro Valli di Reggio Emilia, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Pergolesi di Jesi, Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Verdi di Sassari, Lugo Opera Festival, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Grande di Brescia, Festival della Valle d’Itria, e, in ambito internazionale, con Daegu Opera Festival, Dallas Opera, Theater an der Wien – Kammeroper, Opéra National de Lorraine, Wexford Festival Opera, Opera de Tenerife, Opéra de Nice.

Fondata nel 1966, l’Orchestra di Padova e del Veneto realizza circa 120 tra concerti e recite d’opera ogni anno, con una propria Stagione a Padova, concerti nella Regione Veneto e per le più importanti Società di concerti e Festival in Italia e all’estero. La direzione artistica e musicale dell’Orchestra è stata affidata a Claudio Scimone, Peter Maag, Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello, Filippo Juvarra. Nel 2015 Marco Angius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico. OPV annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale, tra i quali si ricordano Salvatore Accardo, Martha Argerich, Vladimir Ashkenazy, Ian Bostridge, Riccardo Chailly, Gianandrea Gavazzeni, Philippe Herreweghe, Christopher Hogwood, Steven Isserlis, Leonidas Kavakos, Ton Koopman, Radu Lupu, Mischa Maisky, Sir Neville Marriner, Viktorija Mullova, Olli Mustonen, Anne-Sophie Mutter, Murray Perahia, ItzhakI Perlman, Svjatoslav Richter, Mstislav Rostropovich, Krystian Zimerman. L’Orchestra è protagonista di una nutrita serie di trasmissioni televisive per Rai 5 oltre che di un’attività discografica che conta più di 60 incisioni per le più importanti etichette, culminata nel premio Abbiati per Parole da Beckett (Stradivarius), con musiche di Giacomo Manzoni.

Marco Angius, direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto, ha diretto le maggiori orchestre italiane quali Sinfonica Nazionale della RAI, Orchestra Teatro La Fenice, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Regio di Torino, Teatro Comunale di Bologna, Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, Orchestra della Toscana, I Pomeriggi Musicali. Ha diretto inoltre gli ensemble internazionali Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Tokyo Philharmonic, Orchestre Philarmonique de Nancy, Orchestre de Lorrain, Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestra de Chambre de Lausanne, Muziekgebouw/Bimhuis di Amsterdam, Luxembourg Philarmonie e ha calcato i podi dei festival deSingel di Anversa, Biennale Musica di Venezia, Biennale Zagabria, Ars Musica di Bruxelles, Milano Musica, MI.TO. Festival, Autunno di Varsavia, Filature di Mulhouse, Teatro Lirico di Cagliari, Romaeuropa Festival. Dal 2011 è coordinatore artistico dell’Ensemble Accademia Teatro alla Scala, dove dirige il repertorio operistico e contemporaneo. Ha inciso per Wergo, Euroarts, Stradivarius. Con l’Orchestra di Padova e del Veneto ha vinto il premio Abbiati 2023 per l’incisione di Dieci Versi di Emily Dickinson e Parole da Beckett di Giacomo Manzoni.

TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE
via Trento, 4 – 33100

venerdì 7 febbraio 2025 – ore 11.00 (per le scuole) e ore 18.00

PIERINO E IL LUPO
Orchestra di Padova e del Veneto

Stefania Panighini voce recitante
Marco Angius direttore

Sergej Prokof’ev
Sinfonia n. 1 in Re maggiore op. 25 “Sinfonia Classica”
Pierino e il Lupo op. 67

produzione Teatro Nuovo Giovanni da Udine

Berio 100, omaggio al padre della musica del Novecento. Un progetto del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, articolato in tre concerti, nel centenario della nascita dell’artista

Il 5 febbraio saranno ospiti del teatro udinese l’Orchestra di Padova e del Veneto e Francesco D’Orazio al violino diretti da Marco Angius; il 26 marzo ascolteremo Andrea Bacchetti al pianoforte e il 16 aprile Francesco D’Orazio (violino), Claudio Pasceri (violoncello), Teodoro Anzellotti (fisarmonica) e Alice Rossi (soprano). Introduce e dialoga con gli artisti Andrea Penna, conduttore radiofonico e giornalista.

Udine, 30 gennaio 2025 – Chi era Luciano Berio? Perché è annoverato tra i padri della musica del Novecento? Cosa c’entra con i Beatles e perché Paul Mc Cartney voleva conoscerlo? Cosa successe quando incontrò Milva e perché su Spotify 11 milioni di persone ascoltano i suoi Encores for Piano?

Nel centenario della nascita, il Teatro Nuovo Giovanni da Udine dedica a Luciano Berio una rassegna di tre appuntamenti musicali: tre concerti eseguiti da chi ha lavorato con lui e ha portato le sue partiture in giro per il mondo, in un percorso trasversale fra musica, interviste e testimonianze audio e video. Introduce e dialoga con gli artisti Andrea Penna, conduttore radiofonico e giornalista.

“Sono passati cento anni dalla nascita di Luciano Berio, un tempo che ci regala una buona prospettiva nell’affrontare oggi il suo pensiero creativo – spiega il direttore artistico Musica del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Paolo Cascio -. Padre della musica del Novecento, ha saputo abbattere le barriere tra i generi musicali, insegnandoci a non avere pregiudizi gerarchici tra alta e bassa cultura. L’esperienza elettronica, l’estetica e il concetto di opera aperta oppure l’approccio post-moderno: questo e molto altro è stato Luciano Berio la cui musica, scrisse Sanguineti, è il desiderio dei desideri”.

Nato a Oneglia il 24 ottobre 1925, Luciano Berio vive da protagonista i fermenti culturali del Novecento: al conservatorio di Milano studia con il compositore Giorgio Federico Ghedini, negli Stati Uniti entra in stretto contatto con le avanguardie d’oltreoceano, in Germania frequenta i corsi di Darmstadt e conosce Pierre Boulez, György Sándor Ligeti, Karlheinz Stockhausen. Tocca la dodecafonia, l’elettronica, l’opera, la musica da camera e la grande orchestra e in ogni suo atto creativo lascia il segno. “Cercare di definire la musica è un po’ come cercare di definire la poesia – disse Berio – si tratta di un’operazione felicemente impossibile. La musica è tutto quello che si ascolta con l’intenzione di ascoltare musica!”.

IL PROGRAMMA

Apre la serie di tre appuntamenti, mercoledì 5 febbraio, l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius, con Francesco D’Orazio al violino. In programma la Variazione sull’aria di Papageno “Ein Madchen oder Weibchen”, Corale, su Sequenza VIIIper violino, due corni e archi e Rendering per orchestra.

Si prosegue quindi mercoledì 26 marzo con Andrea Bacchetti al pianoforte, che eseguirà musiche di Luciano Berio, Johann Sebastian Bach, Ferruccio Busoni, Domenico Cimarosa, Domenico Scarlatti, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Schubert, Franz Liszt, Claude Debussy, Filippo Del Corno, Heitor Villa-Lobos.

Chiudono la rassegna, mercoledì 16 aprile, Francesco D’Orazio (violino), Claudio Pasceri (violoncello), Teodoro Anzellotti (fisarmonica)e il soprano Alice Rossi che eseguiranno le Sequenze VIII, XIV XIII III di Luciano Berio e musiche di Jean-Philippe Rameau, Johann Sebastian Bach, Béla Bartók, John Cage, Niccolò Castiglioni.

Informazioni e biglietteria

La biglietteria del Teatro in via Trento 4 a Udine è aperta dal martedì al sabato (escluso festivi) dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da 90 minuti prima di ogni rappresentazione.

Infopoint in via Rialto 2/b a Udine attivo per la vendita di biglietti e abbonamenti dal martedì al venerdì (escluso festivi) dalle 10.00 alle 12.30.

Acquisti online su vivaticket.it. Per informazioni: tel. 0432 248418 (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00). biglietteria@teatroudine.it  www.teatroudine.it

Berio 100: omaggio al padre della musica del Novecento

Tre i concerti in programma per avvicinarsi al genio creativo di Luciano Berio: il 5 febbraio saranno ospiti del teatro udinese l’Orchestra di Padova e del Veneto e Francesco D’Orazio al violino diretti da Marco Angius; il 26 marzo ascolteremo Andrea Bacchetti al pianoforte e il 16 aprile Francesco D’Orazio (violino), Claudio Pasceri (violoncello), Teodoro Anzellotti (fisarmonica) e Alice Rossi (soprano). Introduce e dialoga con gli artisti Andrea Penna, conduttore radiofonico e giornalista.

Chi era Luciano Berio? Perché è annoverato tra i padri della musica del Novecento? Cosa c’entra con i Beatles e perché Paul Mc Cartney voleva conoscerlo? Cosa successe quando incontrò Milva e perché su Spotify 11 milioni di persone ascoltano i suoi Encores for Piano?

Nel centenario della nascita, il Teatro Nuovo Giovanni da Udine dedica a Luciano Berio una rassegna di tre appuntamenti musicali: tre concerti eseguiti da chi ha lavorato con lui e ha portato le sue partiture in giro per il mondo, in un percorso trasversale fra musica, interviste e testimonianze audio e video. Introduce e dialoga con gli artisti Andrea Penna, conduttore radiofonico e giornalista.

“Sono passati cento anni dalla nascita di Luciano Berio, un tempo che ci regala una buona prospettiva nell’affrontare oggi il suo pensiero creativo – spiega il direttore artistico Musica del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Paolo Cascio -. Padre della musica del Novecento, ha saputo abbattere le barriere tra i generi musicali, insegnandoci a non avere pregiudizi gerarchici tra alta e bassa cultura. L’esperienza elettronica, l’estetica e il concetto di opera aperta oppure l’approccio post-moderno: questo e molto altro è stato Luciano Berio la cui musica, scrisse Sanguineti, è il desiderio dei desideri”.

Nato a Oneglia il 24 ottobre 1925, Luciano Berio vive da protagonista i fermenti culturali del Novecento: al conservatorio di Milano studia con il compositore Giorgio Federico Ghedini, negli Stati Uniti entra in stretto contatto con le avanguardie d’oltreoceano, in Germania frequenta i corsi di Darmstadt e conosce Pierre Boulez, György Sándor Ligeti, Karlheinz Stockhausen. Tocca la dodecafonia, l’elettronica, l’opera, la musica da camera e la grande orchestra e in ogni suo atto creativo lascia il segno. “Cercare di definire la musica è un po’ come cercare di definire la poesia – disse Berio – si tratta di un’operazione felicemente impossibile. La musica è tutto quello che si ascolta con l’intenzione di ascoltare musica!”.

IL PROGRAMMA

Apre la serie di tre appuntamenti, mercoledì 5 febbraio, l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius, con Francesco D’Orazio al violino. In programma la Variazione sull’aria di Papageno “Ein Madchen oder Weibchen”, Corale, su Sequenza VIIIper violino, due corni e archi e Rendering per orchestra.

Si prosegue quindi mercoledì 26 marzo con Andrea Bacchetti al pianoforte, che eseguirà musiche di Luciano Berio, Johann Sebastian Bach, Ferruccio Busoni, Domenico Cimarosa, Domenico Scarlatti, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Schubert, Franz Liszt, Claude Debussy, Filippo Del Corno, Heitor Villa-Lobos.

Chiudono la rassegna, mercoledì 16 aprile, Francesco D’Orazio (violino), Claudio Pasceri (violoncello), Teodoro Anzellotti (fisarmonica)e il soprano Alice Rossi che eseguiranno le Sequenze VIII, XIV XIII III di Luciano Berio e musiche di Jean-Philippe Rameau, Johann Sebastian Bach, Béla Bartók, John Cage, Niccolò Castiglioni.

Informazioni e biglietteria

La biglietteria del Teatro in via Trento 4 a Udine è aperta dal martedì al sabato (escluso festivi) dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da 90 minuti prima di ogni rappresentazione.

Infopoint in via Rialto 2/b a Udine attivo per la vendita di biglietti e abbonamenti dal martedì al venerdì (escluso festivi) dalle 10.00 alle 12.30.

Acquisti online su vivaticket.it. Per informazioni: tel. 0432 248418 (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00). biglietteria@teatroudine.it  www.teatroudine.it

Teatro Nuovo Giovanni da Udine

Via Trento, 4 – 33100 UDINE

BERIO 100

mercoledì 5 febbraio 2025 ore 20:30

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

MARCO ANGIUS direttore

FRANCESCO D’ORAZIO violino

Luciano Berio Variazione sull’aria di Papageno “Ein Madchen oder Weibchen” ; Corale, su Sequenza VIII per violino, due corni e archi; Rendering per orchestra

mercoledì 26 marzo 2025 ore 20:30

ANDREA BACCHETTI – PIANOFORTE

Johann Sebastian Bach dal Secondo libro del Clavicembalo ben temperato Preludi e Fughe: Mi maggiore BWV 878, Fa diesis minore BWV 883, La minore BWV 889

Johann Sebastian Bach / Ferruccio Busoni Preludio Corale Ich ruf’ zu dir, Herr BWV 639

Domenico Cimarosa Sonata in Do minore

Domenico Scarlatti Sonata in La maggiore K 322; Sonata in Fa minore K 238

Wolfgang Amadeus Mozart Fantasia in Re minoreK. 397

Franz Schubert Allegretto in Do minore D. 915; Impromptu op. 142 n. 2

Franz Liszt Consolations n. 3in Re bemolle maggiore S 172

Claude Debussy The Little Shepherd; Jimbo’s Lullaby da Children’s Corner

Luciano Berio Brin (1990); Wasserklavier (1965); Petit Air I, GavottePetit Air II da Petite Suite (1947)

Filippo Del Corno Un luogo quieto

Heitor Villa-Lobos O polichinelo da A prole do bebê n.1

mercoledì 16 aprile 2025 ore 20:30

SEQUENZE

FRANCESCO D’ORAZIO violino
CLAUDIO PASCERI violoncello
TEODORO ANZELLOTTI fisarmonica
ALICE ROSSI soprano

Luciano Berio

Sequenza VIII per violino

Sequenza XIV per violoncello

Sequenza XIII Chanson, per fisarmonica

Sequenza III per voce femminile

 e musiche di Jean-Philippe Rameau, Johann Sebastian Bach,

Béla Bartók, John Cage, Niccolò Castiglioni 

AL COMUNALE NOUVEAU I “CARMINA BURANA” DI ORFF DIRETTI DA MARCO ANGIUS

Solisti Maria Eleonora Caminada, Marco Ciaponi e Tamon Inoue

Giovedì 31 ottobre e sabato 2 novembre alle 20, e domenica 3 novembre alle 16 

Tra le pagine più amate e conosciute del Novecento, i Carmina Burana di Carl Orff arrivano al Comunale Nouveauper la Stagione d’Opera 2024 del TCBO.

A dirigere tutte le compagini della Fondazione lirico-sinfonica felsinea – Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche – torna Marco Angius, bacchetta di riferimento per il repertorio del Ventesimo secolo e contemporaneo. La cantata scenica – in programma nelle serate di giovedì 31 ottobre e sabato 2 novembre alle 20 e nel pomeriggio di domenica 3 novembre alle 16 – vede come solisti il soprano Maria Eleonora Caminada, il tenore Marco Ciaponi e il baritono giapponese Tamon Inoue. A istruire il Coro e il Coro di Voci Bianche del TCBO sono rispettivamente Gea Garatti Ansini e Alhambra Superchi. L’esecuzione è accompagnata dalle creazioni video di Innovio Arts.

Direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto, Angius è salito sul podio dell’Ensemble Intercontemporain, della Tokyo Philharmonic e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai; recentemente ha guidato l’Orchestra del Comunale nel dittico Dido and Aeneas (Didone ed Enea) di Purcell e Die sieben Todsünden (I sette peccati capitali) di Weill.

Carmina Burana – che hanno come titolo originale Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumntis atque imaginibus magicis – furono terminati da Orff nel 1936.Strutturati in un prologo, cinque parti e un finale, sono basati su 24 canti medievali goliardici in latino, francese antico e alto tedesco medio tratti dal Codex Buranus, proveniente dall’abbazia di Benediktbeuern in Baviera. Il compositore tedesco ne venne a conoscenza nel 1934, rimanendone stregato, tanto che – secondo le sue stesse parole – «incominciò un vagliare e cercare, un trovare e gettar via finché ogni particolare del gran mucchio venne a delinearsi sempre meglio». Nonostante esponenti del regime nazista li stroncarono inizialmente per la «Stimmung jazzistica» (umore jazzistico), i «testi incomprensibili nella loro veste linguistica» e «uno stile musicale lapidario», dopo la prima esecuzione a Francoforte nel 1937 i Carmina Burana piacquero da subito al pubblico, e furono regolarmente eseguiti dalla metà degli anni Quaranta (la prima italiana si tenne al Teatro alla Scala il 12 ottobre 1942). Celeberrima, anche per il suo utilizzo in ambito cinematografico e pubblicitario, è l’invocazione alla sorte “O Fortuna” cantata dal coro, che apre e chiude l’opera.

La musica è accostata alle creazioni video appositamente realizzate per lo spettacolo da Innovio Arts, che uniscono – attraverso la tecnica della video-creazione digitale – l’iconografia del “Codex Buranus” e di altri codici medievali con la raffigurazione fantastica che il cinema coevo di Orff dà del Medioevo. La narrazione avvolge testo e musica in un immaginario originale fatto di giochi visivi che non fanno che accrescere l’impatto emotivo di questo capolavoro del Novecento.

Presenting Partner dello spettacolo, e ancora una volta vicina al Teatro, è Alfasigma.

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione nel Foyer del Comunale Nouveau. 

Ultimissimi posti disponibili presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi, 1).

TCBO: IN PRIMA ASSOLUTA L’INEDITO DITTICO CHE ACCOSTA PURCELL E WEILL

Danielle De Niese protagonista di Didone ed Enea e I sette peccati capitali proposti insieme nella nuova produzione firmata da Daniele Abbado

Lo spettacolo, coprodotto con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, vede Marco Angius sul podio

In scena al Comunale Nouveau dal 16 marzo ore 18.00 – anche in diretta su Rai Radio3 – al 21 marzo

L’opera barocca ad alta intensità drammaturgica Dido and Aeneas (Didone ed Enea) di Henry Purcell e il balletto con canto novecentesco dall’incisiva satira Die sieben Todsünden (I sette peccati capitali) di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht, compongono l’inedito dittico proposto nella Stagione d’Opera 2024 del Teatro Comunale di Bologna. Lo spettacolo, coprodotto con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, è in scena in prima assoluta al Comunale Nouveau a partire da sabato 16 marzo alle ore 18.00 – trasmesso anche in diretta su Rai Radio3 – con repliche fino a giovedì 21 marzo.

La regia è affidata a Daniele Abbado, che racconta come il progetto metta accanto due opere sulle città: «la città mitologica in Didone, la profezia sul futuro delle città in Brecht-Weill. Accostiamo l’opera incompiuta di Purcell con l‘opera-balletto di Brecht e Weill in fuga dalla Germania nazista. […] Drammaturgicamente il legame vive nel fatto che, seppur in modi diversissimi, ci troviamo di fronte al rapporto tra individuo e gruppo sociale con il quale è costretto a relazionarsi». In Dido and Aeneas Abbado ritrova collegamenti col presente: «Le streghe equivalgono agli haters che spuntano dal nulla inventando calunnie e puntando alla distruzione di una o più persone, nel nostro caso Didone». Nei Sette peccati capitali, rispetto alla Cartagine di Purcell entriamo in diverse metropoli americane. «Siamo di fronte a un capovolgimento del significato dei sette vizi della religione cristiana – dice ancora Abbado – che nel caso della re-interpretazione di Brecht-Weill si trasformano in ostacoli all’arricchimento personale. Brecht ha un’idea molto chiara del mondo nuovo dove l’uomo deve diventare in qualche modo il capitalista di se stesso e per avere successo deve scegliere di vendere quello che possiede ovvero corpo, personalità, onore». Generoso, in questo titolo, l’uso dei costumi come indica il libretto: si passerà infatti dal mondo del cabaret a quello del cinema fino al circo.

Le scene e le luci del dittico sono firmate da Angelo Linzalata, i costumi da Giada Masi e le coreografie da Simona Bucci.

Sul podio il direttore d’orchestra Marco Angius che, a proposito di Didone ed Enea, ricorda che si tratta di «un’opera-enigma, mancando ancora oggi la partitura autografa originale. Le fonti che ce l’hanno tramandata sono successive di oltre un secolo. Da questa condizione, del tutto insolita, musicalmente, ne è nato un caso, un corpo assente dall’autenticità mai rivelata e che reclama un restauro innovativo più che conservativo: così Dido, emblema di un passato irraggiungibile, va ricollocata come un reperto, antico ma anche attuale, che risalti sugli sfondi cupi dell’inquietudine musicale contemporanea». Siccome la partitura originale di Dido and Aeneas non è mai giunta fino a noi (se ne conoscono due versioni ed entrambe incomplete), Angius e Abbado hanno pensato di rivolgere lo sguardo al mondo della musica contemporanea per inserire alcuni innesti, trovando affinità interessanti in tre dei Cori di Didone scritti nel 1958 da Luigi Nono (compositore del quale ricorre quest’anno il centenario della nascita) su testi di Ungaretti – dislocati all’inizio dell’opera e alla fine del primo e del secondo atto – e nell’introduzione strumentale da Okanagon di Giacinto Scelsi, un trio microtonale per arpa, tam-tam e contrabbasso del 1968, inserito nella scena iniziale della maga (atto 1, 2).

Protagonista in entrambi i titoli – rispettivamente nei panni di Didone (ruolo che affronta per la prima volta) e di Anna I (che ha appena cantato in concerto con la London Philharmonic Orchestra diretta da Edward Gardner e che interpreta ora in scena a Bologna) – è il soprano australiano Danielle De Niese, artista dalla spiccata personalità che oggi vive negli Stati Uniti, definita dal New York Times “Opera’s Coolest Soprano”, al debutto al Comunale.

Il cast di Dido and Aeneas è completato da Francesco Salvadori nei panni di Enea, Mariam Battistelli in quelli di Belinda, Patricia Daniela Fodor come Seconda donna, Bruno Taddia come La maga, Marco Miglietta nelle vesti della prima Strega, Andrea Giovannini in quelle della seconda Strega e del Marinaio e Paola Valentina Molinari come Spirito.

Maestro al clavicembalo è Nicoletta Mezzini, alla tiorba e chitarra barocca c’è Alberto Mesirca, al violoncello Roberto Cima e al contrabbasso Gianandrea Pignoni. Die sieben Todsünden vede tra gli interpreti anche Irene Ferrara come Anna II e le voci maschili di Marco Miglietta, Andrea Giovannini, Nicolò Ceriani e Andrea Concetti come La famiglia. I ballerini sono Matilde Bignamini, Luca Campanella, Lucia Cinquegrana, Lucas Delfino, Erika Rombaldoni e Danilo Smedile. L’Orchestra e il Coro – coinvolto nell’opera di Purcell e preparato da Gea Garatti Ansini – sono quelli del Teatro Comunale di Bologna.

Massimo musicista inglese dell’età barocca, nel 1689 ca. Henry Purcell ha dato alla luce l’opera in tre atti Dido and Aeneas,su libretto di Nahum Tate basato sulla tragedia in cinque atti Brutus of Alba, or The Enchanted Lovers dello stesso Tate e sull’Eneide di Virgilio. La vicenda vede il principe troiano Enea ospite della regina di Cartagine Didone. Il loro amore maledetto, vittima della macchinazione di uno spirito maligno e delle streghe, porterà alla partenza di Enea e alla morte di Didone.

Musicista tedesco naturalizzato statunitense, nel 1933 Kurt Weill rappresentò a Parigi il balletto satirico con canto formato da un prologo, sette parti e un epilogo Die sieben Todsünden, nato come chiaradenuncia all’umanità corrotta dal capitalismo. La produzione, firmata da George Balanchine e Caspar Neher, segnò l’ultima collaborazione con Brecht. È la prima volta che il Teatro Comunale di Bologna propone quest’opera in forma scenica.

Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.

I biglietti – da 15 a 100 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio.

Dopo le recite bolognesi, lo spettacolo andrà in scena al Teatro Valli di Reggio Emilia il 5 e il 7 aprile.

Info: www.tcbo.it / https://www.tcbo.it/eventi/dido-and-aeneas-die-sieben-todsunden/

COMUNALE NOUVEAU

MARZO 2024

Sabato 16 ore 18, Turno Prime

Martedì 19 ore 18, Turno Pomeriggio 1

Giovedì 21 ore 20, Turno Sera

Dido and Aeneas (Didone ed Enea)

Opera in tre atti

Musica di Henry Purcell

Libretto di Nahum Tate

Prima rappresentazione

Chelsea (Londra), Collegio di Josias Priest, 1689

***

Die sieben Todsünden (I sette peccati capitali)

Balletto con canto in nove quadri

Musica di Kurt Weill

Testo di Bertold Brecht

Prima rappresentazione

Parigi, Théâtre des Champs-Élysées, 7 giugno 1933

Direttore Marco Angius

Regia Daniele Abbado

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini

Scene e luci Angelo Linzalata

Costumi Giada Masi

Coreografie Simona Bucci

Assistente alla regia Giorgio Presenti

Assistente alle scene Matteo Benvenuto

Assistente ai costumi Giulia Cabrini

Dido and Aeneas

Personaggi / Interpreti

Didone, regina di Cartagine Danielle de Niese

Enea, principe troiano Francesco Salvadori

Belinda Mariam Battistelli

Seconda donna Patricia Daniela Fodor

La maga Bruno Taddia

I strega Marco Miglietta

II strega/marinaio Andrea Giovannini

Spirito Paola Valentina Molinari

Maestro al clavicembalo Nicoletta Mezzini

Tiorba e chitarra barocca Alberto Mesirca

Violoncello Roberto Cima

Contrabbasso Gianandrea Pignoni

Die sieben Todsünden

Personaggi / Interpreti

Anna I Danielle de Niese

Anna II Irene Ferrara

La famiglia Marco Miglietta, Andrea Giovannini, Nicolò Ceriani, Andrea Concetti

Ballerini: Matilde Bignamini, Luca Campanella, Lucia Cinquegrana, Lucas Delfino, Erika Rombaldoni, Danilo Smedile

In collaborazione con Scuola di Teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone

Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna