87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino

Michele Mariotti

Francis Poulenc – Gloria

Giovedì 8 maggio alle ore 20 – in Sala Zubin Mehta – il maestro Michele Mariotti torna alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino

In programma le musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Igor Stravinskij e Francis Poulenc.

Solisti nel Gloria, di Poulenc, il soprano Emőke Baráth e il tenore Luca Tamani.

Il concerto sarà trasmesso in differita su Rai Radio 3

Continuano gli appuntamenti sinfonici nell’ambito dell’87ª edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.

Giovedì 8 maggio, alle ore 20, in Sala Mehta, il maestro Michele Mariotti torna a dirigere l’Orchestra e del Coro del Maggio a distanza di quasi 10 anni dal suo ultimo impegno fiorentino.  Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Il concerto si apre con la Sinfonia in sol minore K. 183 di Wolfgang Amadeus Mozart che il genio di Salisburgo compose nell’autunno del 1773. Questa sinfonia è nota anche come la Piccola, per distinguerla dalla Grande K. 550 (nella stessa tonalità): si dice che fu scritta in appena due giorni, anche se è probabile che Mozart attendesse alla composizione di più opere contemporaneamente e questo motiverebbe la distanza di due giorni dalla data con la quale è firmata rispetto alla precedente Sinfonia K. 182. Segue una delle più amate composizioni di Igor StravinskijJeu de cartes: nel 1935, mentre si trovava negli Stati Uniti, Stravinskij ricevette l’invito da Edward Warburg e Lincoln Kirstein per scrivere una partitura per l’American Ballet, da poco formatosi. Il musicista decise di realizzare un balletto sul tema del gioco poiché era sempre stato attirato dal gioco d’azzardo fin dalla sua infanzia e spesso ricordava l’impressione lasciatagli da una vacanza presso una località termale tedesca, dal suo casinò e dai giocatori.

Chiude il concerto il Gloria in sol maggiore per soprano, coro e orchestra di Francis Poulenc. Fu eseguito per la prima volta a Boston gennaio 1961 con la direzione di Charles Münch e solista il soprano Adele Addison, riscuotendo un immediato successo, nonostante Poulenc venne fatto bersaglio di alcune critiche per il suo modo “spregiudicato” di trattare la materia sacra. Sul palco della sala Mehta, nell’esecuzione del Gloria,  Emőke Baráth, soprano, al suo debutto sulle scene fiorentine, e Luca Tamani, tenore e artista del Coro del Maggio.

Il maestro Mariotti, che al Maggio ha debuttato con Snow White di Luigi Zaninelli nella primavera del 2006, si è diplomato in composizione al Conservatorio Rossini della sua città, Pesaro, dove ha studiato direzione d’orchestra sotto la guida di Manlio Benzi. Contemporaneamente si è diplomato in direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese con Donato Renzetti. Insignito del 36° Premio Abbiati come Miglior direttore d’orchestra, è stato ospite dei principali teatri e festival italiani ed internazionali fra cui La Scala di Milano, l’Opéra di Parigi, la Wiener Staatsoper, la Royal Opera House Covent Garden di Londra, la Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, la Deutsche Oper di Berlino, il Festival di Salisburgo e il Rossini Opera Festival di Pesaro. Dal 2008 è stato Direttore principale e poi Direttore musicale del Comunale di Bologna, teatro in cui ha diretto numerosi concerti sinfonici e decine di produzioni operistiche, tra cui La bohème con la regia di Graham Vick, che ha vinto il premio della critica musicale “Franco Abbiati” come miglior spettacolo del 2018.

Il concerto:

Wolfgang Amadeus Mozart

Sinfonia in sol minore K. 183

Mozart realizzò la Sinfonia in sol minore K. 183 nel 1773 all’età di diciassette anni. Per molti commentatori è considerata la Sinfonia della svolta, il primo dei molti capolavori nel genere che da lì in poi sarebbero stati vergati dal talentuoso musicista salisburghese. L’estate di quell’anno Mozart l’aveva trascorsa a Vienna, dove aveva avuto la possibilità di conoscere le sinfonie di Haydn in tonalità minore, rimanendo fortemente impressionato. Al suo ritorno a Salisburgo decise così di mettere a frutto le sue nuove conoscenze realizzando la Sinfonia in sol minore, il cui carattere impetuoso e passionale la distingue nettamente dalle altre sinfonie composte in quel periodo. La Sinfonia K. 183 si divide in quattro movimenti legati da un’intensa e malinconica espressività. Sin dalle prime battute dell’Allegro con brio si percepisce un clima carico di pathos che non si stempera nel seguente Andante, anch’esso animato da inquietudine melodica. Il Minuetto, sempre in sol minore, regala un momento gioioso solo nel Trio (in sol maggiore) affidato ai soli fiati, mentre l’Allegro finale riporta in primo piano l’energia focosa e i bruschi contrasti dinamici già presenti nel primo movimento.

Igor Stravinskij

Jeu de cartes

Jeu de cartes, “balletto in tre mani” di Igor Stravinskij fu composto nel 1936 su richiesta del coreografo e impresario Lincoln Kirstein per l’American Ballet e debuttò il 27 aprile 1937 a New York con la coreografia di George Balanchine. L’azione del balletto descrive una partita di poker, uno dei giochi preferiti di Stravinskij, durante la quale il malizioso jolly, che si considera invincibile per la sua capacità camaleontica di trasformarsi in qualsiasi carta, domina il gioco nelle prime due mani; ma nella terza e ultima mano verrà inaspettatamente sconfitto da una scala reale di cuori. Opera di disimpegno, ‘Jeu de cartes’ rappresenta per Stravinskij la pura essenza del divertissement musicale che gli consente di giocare liberamente con materiali musicali del passato da scomporre e poi assemblare con ironia e virtuosismo ritmico in un variopinto puzzle sonoro. Valzer e Galop viennesi, echi di Čajkovskij, musica di fiera, la citazione scoperta della sinfonia del Barbiere di Siviglia di Rossini, sono solo alcuni degli elementi eterogenei che vengono piegati dalla fantasia del compositore russo in un’opera brillante e dal fascino ritmico travolgente. 

Francis Poulenc

Gloria in sol maggiore per soprano, coro e orchestra

Nel 1959 la Fondazione Koussevitzky contattò Francis Poulenc per realizzare una sinfonia in onore di Sergej Koussevitzky e di sua moglie Natalia. Ma il compositore francese replicò che la sinfonia non era il suo genere ottenendo quindi libertà di scelta sul brano da comporre. Nacque così il Gloria per soprano, coro e orchestra che fu completato nel 1960 ed eseguito per la prima volta a Boston nel gennaio dell’anno successivo. Il testo liturgico del Gloria, tratto dalla messa, assume nell’opera di Poulenc un’aria gioiosa e scanzonata che fece storcere il naso a molti. A chi biasimò l’eccessiva spregiudicatezza del Gloria, Poulenc replicò dicendo che nel comporlo aveva pensato agli affreschi di Gozzoli nei quali gli angeli tirano fuori la lingua e anche ai seri monaci benedettini che lui un giorno vide intenti a giocare a pallone, rimarcando quel senso dell’umorismo che traspare in tutta la sua produzione, anche in quella sacra. Articolato in sei sezioni, il Gloria alterna momenti di preghiera struggente (nelle sezioni in cui è impegnata la voce del soprano) a esplosioni vocali di esultanza gioiosa. I forti contrasti che caratterizzano lo stile di Poulenc sono declinati nel linguaggio armonico di quest’opera, che affianca spigolose dissonanze ad accordi sontuosi e sinuosi, nelle dinamiche, nell’alternanza di canto sommesso ed enfatiche intonazioni corali; elementi usati abilmente per esprimere una vasta gamma di emozioni, dalla lirica serenità alla gioia più sfacciata.

La locandina: 

WOLFGANG AMADEUS MOZART

Sinfonia in sol minore K. 183

IGOR STRAVINSKIJ

Jeu de cartes

FRANCIS POULENC

Gloria in sol maggiore per soprano, coro e orchestra

Direttore Michele Mariotti

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Soprano Emőke Baráth

Tenore Luca Tamani

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Il concerto è preceduto dalla guida all’ascolto tenuta da Katiuscia Manetta nel Foyer di Galleria della Sala Zubin Mehta. È riservata ai possessori del biglietto e si svolge 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo (durata: 30 minuti circa).

Prezzi:

Settore D: 20€; Settore C: 35€ Settore B: 50€; Settore A: 70€

Durata complessiva 1 ora e 40 minuti circa, intervallo compreso

IL DEBUTTO DI CALIXTO BIEITO A ROMA CON IL DITTICO SUOR ANGELICA / IL PRIGIONIERO

L’ultimo capitolo del “Trittico ricomposto” diretto da Michele Mariotti

celebra i 50 anni dalla scomparsa di Dallapiccola

Prima rappresentazione, mercoledì 23 aprile alle 20, in diretta su Radio3 Rai

Lo spettacolo è ripreso da Rai Cultura che lo trasmetterà su Rai5

«Ciò che lega questi due capolavori è la condizione di claustrofobica prigionia che attanaglia e annienta i protagonisti, cui si unisce la loro speranza delusa»

Così Michele Mariotti, Direttore musicale dell’Opera di Roma, racconta la terza e ultima tappa del “Trittico ricomposto”, progetto da lui fortemente voluto e realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago. Dal 23 aprile al 2 maggio al Teatro Costanzi va in scena il dittico formato da Suor Angelica di Giacomo Puccini e da Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola, che segna il debutto nella Fondazione capitolina del regista spagnolo Calixto Bieito.

Il nuovo allestimento vede le scene di Anna Kirsch, i costumi di Ingo Krügler e le luci di Michael BauerOrchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma.

Dopo Il tabarro Il castello del Principe Barbablù e Gianni Schicchi L’heure espagnole, il Trittico pucciniano viene ‘ricomposto’ in un nuovo dittico, che celebra insieme il centenario della morte di Puccini, che cadeva lo scorso anno e attorno al quale è nato questo progetto, e i 50 anni dalla scomparsa di Dallapiccola, avvenuta a Firenze nel 1975. I tre atti unici novecenteschi sono stati scelti anche per assonanza tematica con le altrettante opere del Trittico pucciniano: nel primo accostamento l’incomunicabilità di coppia, nel secondo i drammi familiari, in quest’ultima giustapposizione la violenza e la privazione della libertà espresse attraverso il fanatismo religioso.

«In Suor Angelica – prosegue Mariotti – è commovente vedere come Puccini, con delicate tinte color pastello, descriva un universo femminile composto da donne di differenti caratteri e temperamenti, che il voto preso non può e non deve nascondere. Diversa è l’atmosfera del Prigioniero, la cui indicazione iniziale del compositore, “stridente”, introduce subito in un clima di orrore, delirio e crudeltà. Può una madre sopravvivere al proprio figlio torturato? Può un essere umano avere ancora la forza di sperare nella libertà? Può un’amicizia rivelarsi talmente crudele dopo averti fatto sognare la fine dei tormenti? Queste sono le situazioni descritte dalla musica di Dallapiccola, che alterna momenti di lancinante violenza ad altri più onirici».

Protagonista di Suor Angelica è il soprano Corinne Winters: vincitrice dell’OPER! AWARD 2025 come ‘miglior cantante femminile’, torna a Roma dopo gli straordinari successi dei Dialogues des Carmélites e di Káťa Kabanová. Con lei si alterna Yolanda Auyanet (24 e 27 aprile): il soprano spagnolo, impegnata lo scorso marzo proprio al Costanzi come Tosca, è al debutto assoluto nel ruolo di Suor Angelica. 

Marie-Nicole Lemieux, la zia Principessa, è invece al suo debutto con la Fondazione Capitolina. Completano il cast dell’atto unico pucciniano Annunziata Vestri (Badessa), Irene Savignano (Suora Zelatrice), Carlotta Vichi (Maestra delle Novizie), Laura Cherici (Suor Genovieffa), Ilaria Sicignano (Suor Dolcina), Marianna Mappa (Prima cercatrice), Claudia Farneti (Seconda cercatrice), Caterina D’Angelo (Seconda conversa) e, dal progetto ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Jessica Ricci (Suor Osmina / La novizia), Maria Elena Pepi (Suora infermiera) e Sofia Barbashova (Prima conversa).

Protagonista del Prigioniero è invece il sempre più apprezzato Mattia Olivieri: dopo una carriera internazionale, che lo ha portato a debuttare non solo in Europa, ma anche oltreoceano, al Metropolitan Opera di New York (2003), torna al Costanzi dove ha cantato la prima ed unica volta in Così fan tutte firmata da Graham Vick (2016/17). Il baritono è affiancato da Ángeles Blancas nella parte della Madre e da John Daszak (Il Carceriere/Il Grande Inquisitore) oltre che da Arturo Espinosa (Secondo Sacerdote) e Nicola Straniero (Primo sacerdote), quest’ultimo talento diplomato del progetto ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.

Atto unico affidato esclusivamente a voci femminili, Suor Angelica, con Il tabarro e Gianni Schicchi, compone il Trittico, l’ultimo lavoro compiuto di Puccini. Nato durante la prima guerra mondiale, proprio per questo ha debuttato al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918, e solo dopo in Italia, come desiderato da Puccini, proprio al Teatro Costanzi l’11 gennaio 1919. Le due rappresentazioni diedero luogo a pareri contrastanti. Suor Angelica, la preferita di Puccini tra le tre, fu molto apprezzata a Roma, meno a New York. Il libretto, fallito il tentativo di collaborazione con Gabriele D’Annunzio, è stato affidato a Giovacchino Forzano.

Il Prigioniero è un’opera in un prologo e 1 atto, su musica e libretto di Luigi Dallapiccola, ispirata al racconto La torture par l’espérance di Philippe-Auguste Villiers de l’Isle Adam e al romanzo La légende d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak (1868) di Charles de Coster. Iniziata dal compositore istriano nel 1944, come nel caso de Il Trittico in tempi di guerra, è andata in scena per la prima volta al Teatro Comunale di Firenze il 20 maggio 1950, dopo l’esecuzione radiofonica nell’Auditorium Rai di Torino diretta da Hermann Scherchen. All’Opera di Roma manca dall’unica altra rappresentazione, il 19 febbraio 1964, diretta da Antal Dorati, regia di Luigi Squarzina.

La prima rappresentazione del dittico Suor Angelica / Il Prigioniero, diretto da Michele Mariotti con la regia di Calixto Bieito, mercoledì 23 aprile (ore 20), è trasmessa in diretta su Radio3 Rai e ripresa da Rai Cultura che la trasmetterà su Rai5 in data da definirsi. Lo spettacolo torna in scena giovedì 24 aprile (ore 20), sabato 26 (ore 18), domenica 27 (ore 16.30), martedì 29 aprile (ore 20) e venerdì 2 maggio (ore 20).

LA CONSOLAZIONE DELLA FRAGILITÀ UMANA NEL REQUIEM TEDESCO DI BRAHMS DIRETTO DA MARIOTTI

Sabato 22 marzo alle 20 all’Opera di Roma e in diretta su Radio3 Rai

«È un viaggio meditativo e riflessivo intorno all’idea della morte, intesa non solo come parte inalienabile della vita, ma anche come passaggio obbligato verso una dimensione migliore». Così il Direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti descrive Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms, che interpreta per la prima volta nel concerto in programma al Teatro Costanzi sabato 22 marzo alle ore 20, trasmesso in diretta su Radio3 Rai.

«La musica di Brahms – prosegue Mariotti – pur nella sua natura matematica, riesce a non diventare mai calcolata, ma rimane sempre profonda e ricca di sorprese armoniche e melodiche. Scompare il rapporto quasi di sudditanza verso un Dio terribile. Il testo di questo Requiem, liberamente modellato dall’autore, ci parla delle fragilità umane che troveranno conforto e consolazione solo dopo la morte. Questo spiega la predominanza di tonalità calde, maggiori e proprio per questo rassicuranti».

Accanto a Michele Mariotti sono impegnati il soprano Carolina López Moreno, al debutto al Costanzi, e il baritono Derek Welton, che torna invece dopo aver cantato in Elektra (2010-11), Candide (2011-12) e Curlew River (Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 2013).

L’Orchestra e il Coro, diretto da Ciro Visco, sono quelli del Teatro dell’Opera di Roma.

Johannes Brahms (1833-1897) ha composto Ein deutsches Requiem tra il 1854 e il 1868, ispirato probabilmente dalla morte dell’amico Robert Schumann (1856) e, sicuramente, da quella della madre (1865). A lei è dedicata la quinta parte dell’opera (Ihr habt nun Traurigkeit per soprano solo e coro). La composizione venne eseguita nella prima versione in sei movimenti il 10 aprile 1868, Venerdì Santo, nella cattedrale di Brema. Il 18 febbraio 1869 vide la luce la versione completa, con sette movimenti, al Gewandhaus di Lipsia, diretta da Karl Reinecke.

Il Requiem tedesco è il lavoro sinfonico che ha dato notorietà al compositore, allora trentacinquenne. Non si può definire un Requiem in senso propriamente liturgico poiché non ha una diretta relazione con le messe funebri. Il testo è formato da brani biblici scelti da Brahms stesso dalla traduzione tedesca di Martin Lutero.

La proposta sinfonica della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma prosegue il 28 aprile: il Costanzi ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di primavera di Alessandro Scarlatti in occasione dei trecento anni della morte del compositore. Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Il 10 maggio, invece, James Conlon dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven. La programmazione si chiude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino

VOLTI DEL POTERE – STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA | CONCERTI

Direttore Michele Mariotti

JOHANNES BRAHMS

EIN DEUTSCHES REQUIEM

Maestro del Coro Ciro Visco

Soprano Carolina López Moreno

Baritono Derek Welton

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

TEATRO COSTANZI

sabato 22 marzo, ore 20.00, in diretta su Radio3 Rai

MICHELE MARIOTTI TORNA A VIENNA CON UNA NUOVA NORMA

Il capolavoro di Vincenzo Bellini nell’allestimento di Cyril Teste è in scena alla Wiener Staatsoper dal 22 febbraio

Protagonisti Juan Diego Flórez, Ildebrando D’Arcangelo, Federica Lombardi e Vasilisa Berzhanskaya

Dopo il successo con Il barbiere di Siviglia, che ha segnato il suo debutto alla Wiener Staatsoper nel 2021, Michele Mariotti torna a Vienna per dirigere Norma di Bellini in una nuova produzione firmata dal regista francese Cyril Teste, in programma a partire da sabato 22 febbraio 2025.

Direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, Mariotti sale sul podio dell’Orchestra e del Coro dell’Opera di Stato di Vienna per affrontare uno dei capolavori assoluti del belcanto, che ha interpretato al Comunale di Bologna nel 2013, con Mariella Devia al suo debutto nel ruolo del titolo, e successivamente nel 2022 in forma di concerto al Concertgebouw con la Radio Filharmonisch Orkest. Proprio ad Amsterdam, fra l’altro, il 1° marzo 2025 Mariotti tornerà per dirigere un concerto sinfonico con l’orchestra olandese e il violinista Randall Goosby.

«Norma è un trionfo di affetti e tormenti descritti dal feroce classicismo della musica – dice Michele Mariotti. A mio parere, due sono i vertici che la rendono un’opera di sconvolgente modernità: il duetto fra i due soprani che inconsapevolmente vivono e rivivono identiche emozioni d’amore per lo stesso uomo (ho voluto un soprano per Adalgisa proprio affinché la magia possa fondersi quasi indistintamente fra le due voci) e il finale del primo atto che si conclude con un terzetto formato da Pollione e dalle due rivali in amore. Sentimenti che viaggiano sugli insoliti binari dell’intima quotidianità, evitando il facile fragore».

Protagonisti sul palco viennese sono Federica Lombardi nel ruolo del titolo, Juan Diego Flórez nei panni di Pollione, Ildebrando D’Arcangelo come Oroveso, Vasilisa Berzhanskaya nella parte di Adalgisa e Anna Bondarenko e Hiroshi Amako sono rispettivamente Clotilde e Flavio. Inoltre sono impegnati Valérie Grall per la realizzazione delle scene, Marie La Rocca per i costumi e Julien Boizard per le luci. Le coreografie sono firmate da Magdalena Chowaniec e i video sono curati da Mehdi Toutain-Lopez e Nicolas Doremus. Il Coro è preparato da Martin Schebesta.

La prova generale di mercoledì 19 febbraio è aperta agli under 27 e le repliche sono programmate per il 3, 6, 9 e 12 marzo 2025. La recita del 15 marzo e le riprese del 16, 20, 23 e 26 maggio sono dirette da Antonino Fogliani. I protagonisti per le rappresentazioni di maggio saranno Lidia Fridman (Norma) e Freddie De Tommaso (Pollione).

Norma sarà trasmessa sabato 15 marzo 2025 dalle ore 19:30 sulla radio austriaca nazionale Ö1 e in data ancora da definire sul canale culturale della TV austriaca ORF III.

Michele Mariotti al Teatro di San Carlo

Il concerto con Ekaterina Gubanova

Domani venerdì 24 gennaio, ore 19:00

Il prossimo appuntamento della Stagione di Concerti 2024-2025 del Teatro di San Carlo vedràil ritorno di Michele Mariotti. Domani venerdì 24 gennaio, alle ore 19:00, il Direttore Musicale del Teatro dell’Opera di Roma dirigerà l’Orchestra del Lirico di Napoli.

Torna, anche, il mezzosoprano Ekaterina Gubanova dopo la Rusalka inaugurale: sarà protagonista nella prima parte del concerto con i “Kindertotenlieder” di Gustav Mahler. Segue la “Sinfonia n. 3 in fa maggiore”, op. 90 di Johannes Brahms.

Tra le pagine più intense di Mahler, i “Kindertotenlieder” (“Canti per i bambini morti”) si ispirano alle poesie di Friedrich Rückert. Il ciclo esplora il dolore per la perdita di un figlio con una scrittura musicale intima e struggente. I versi di Rückert nacquero da una esperienza realmente vissuta dallo scrittore, ma nella biografia di Mahler i “Kindertotenlieder” si collocano come un tragico presagio. La loro composizione, cominciata nel 1901 e conclusa nel 1904, precede la morte della figlia Maria, quasi «anticipando la sua vita» come scrisse nel diario la moglie Alma.

È all’apice della sua fama il Brahms che, nel 1883, compone la “Sinfonia n. 3 in fa maggiore”, un’opera che conoscerà la sua prima esecuzione nello stesso anno. Fu un immediato trionfo, che portò lo stesso Brahms a sentenziare: «La mia sinfonia, sfortunatamente troppo celebre». È un dialogo tra tensione drammatica e lirismo con momenti di malinconica introspezione, all’insegna del “Frei aber froh”, “Libero ma felice”, il motto brahmsiano per eccellenza: le sue iniziali, F-a-F, si ricavano dalle note delle prime battute (Fa – La bemolle – Fa) secondo la nomenclatura musicale tedesca.

Michele Mariotti è Direttore Musicale del Teatro dell’Opera di Roma dal 2022. Insignito del 36° Premio Abbiati come Miglior Direttore d’Orchestra, è ospite dei principali teatri e festival italiani ed internazionali. Fra questi, il Teatro alla Scala, l’Opéra di Parigi, la Wiener Staatsoper, la Royal Opera House, la Deutsche Oper di Berlino, il Festival di Salisburgo, il ROF di Pesaro, il Metropolitan di New York, il Festival Verdi di Parma, l’Opera di Amsterdam, la Lyric Opera di Chicago, l’Opera di Los Angeles, il Teatro Real di Madrid. Collabora con registi di spicco come Mario Martone, David McVicar, Emma Dante, Davide Livermore, Damiano Michieletto, Robert Carsen, Michael Mayer, Benedict Andrews, Claus Guth, Deborah Warner.

Ekaterina Gubanova, uno dei più celebri mezzosoprani di oggi, appare regolarmente su tutti i maggiori palcoscenici internazionali, come Metropolitan Opera di New York, Lyric Opera di Chicago, Teatro alla Scala di Milano, Royal Ballet & Opera di Londra, Opéra national de Paris, Wiener Staatsoper, Bayerische Staatsoper, Staatsoper unter den Linden, Gran Teatre del Liceu di Barcellona, Teatro Real di Madrid e il Bayreuther Festspiele. Legata soprattutto alle opere di Wagner e Verdi, il suo vasto repertorio comprende anche ruoli come Santuzza (Cavalleria rusticana), Adalgisa (Norma), Giovanna Seymour (Anna Bolena), Ljubaša (La sposa dello zar), Mère Marie (Dialogues des Carmélites) e Marguerite (La damnation de Faust).

/ Concerto

24 Gennaio 2025

Michele Mariotti

Direttore | Michele Mariotti

Mezzosoprano | Ekaterina Gubanova

Programma
Gustav Mahler, Kindertotenlieder


Johannes Brahms, Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90

Orchestra del Teatro di San Carlo


Teatro di San Carlo | CREMISI
venerdì 24 gennaio 2025, ore 19:00 – S/P – CREMISI – VII

Durata: 1 ora e 35 minuti circa, con intervallo

Yago Sánchez Plaza @ Memoire Fotografia

Gli appuntamenti di gennaio della Stagione di Concerti al Teatro di San Carlo

Michele Mariotti / Ekaterina Gubanova

Venerdì 24 gennaio, ore 19:00

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George Petrou / Franco Fagioli

Giovedì 30 gennaio, ore 20:00

In agenda, nel mese di gennaio, due appuntamenti per la Stagione di Concerti 2024-2025 del Teatro di San Carlo che vedranno impegnata l’Orchestra del Lirico.

Torna Michele Mariotti al Lirico di Napoli venerdì 24 gennaio, alle ore 19:00. Il Direttore Musicale del Teatro dell’Opera di Roma condividerà il palcoscenico con il mezzosoprano Ekaterina Gubanova.

Il programma si apre con una delle pagine più intense di Gustav Mahler, i “Kindertotenlieder” (“Canti per i bambini morti”). Ispirato alle poesie di Friedrich Rückert, il ciclo esplora il dolore per la perdita di un figlio con una scrittura musicale intima e struggente.

Segue la “Sinfonia n. 3 in fa maggiore”, op. 90 di Johannes Brahms, un dialogo tra tensione drammatica e lirismo con momenti di malinconica introspezione, all’insegna del motto brahmsiano per eccellenza: “Frei aber froh”, “Libero ma felice”.

Franco Fagioli, per la prima volta al Teatro San Carlo, è il protagonista del recital di giovedì 30 gennaio alle ore 20:00, un concerto che segna il debutto a Napoli anche per il direttore d’orchestra George Petrou. È l’unica data italiana che anticipa il disco “Velluti: The Last Castrato”,in uscita il 28 febbraio per Château de Versailles Spectacles. Il programma omaggia il repertorio dell’ultimo dei grandi castrati, Giovanni Battista Velluti (1780 – 1861). Accanto a Gioachino Rossini, Saverio Mercadante e Johann Simon Mayr, figurano compositori meno noti, ma meritevoli di essere riscoperti: Paolo Bonfichi, Giuseppe Nicolini e Nikolaos Mantzaros.

TOSCA FESTEGGIA I 125 ANNI CON MARIOTTI SUL PODIO DEL TEATRO COSTANZI

Il 14 gennaio, giorno del suo debutto al Teatro Costanzi nel 1900, il capolavoro di Puccini

va in scena nella versione che ricostruisce il suo primo allestimento

con la regia di Alessandro Talevi

Al Costanzi anche Tosca 125: oltre la scena, una mostra che esplora la genesi del

capolavoro di Puccini realizzata in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi

Lo spettacolo è trasmesso in diretta su Radio3 e in streaming in diversi luoghi del territorio

che si occupano delle fasce sociali più deboli

A 125 anni esatti dalla data della sua prima rappresentazione assoluta, avvenuta il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi, il più romano dei capolavori di Giacomo Puccini torna nel luogo del suo debutto. Il 14 gennaio 2025, alle ore 20.00, Michele Mariotti sale sul podio dell’Opera di Roma per dirigere Tosca nella versione scenica della prima rappresentazione assoluta, ricostruita dalla fondazione capitolina in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi nel 2015 a partire dagli originali bozzetti e da allora in scena regolarmente al Costanzi con la regia di Alessandro Talevi. Il direttore musicale dell’Opera di Roma torna a interpretare il titolo dopo averlo diretto per la prima volta nell’estate 2023 durante la tournée capitolina in Giappone, e poi a dicembre dello stesso anno sul podio del Costanzi. Nel ruolo della protagonista Saioa Hernández, che proprio come Tosca ha debuttato all’Opera di Roma nel 2021, mentre a incarnare Cavaradossi è Gregory Kunde, apprezzatissimo Otello nella Stagione 2023/24 del Costanzi. Igor Golovatenko è invece il barone Scarpia. 

Dopo la prima del 14, trasmessa in diretta su Radio3 Rai, sono in programma altre quattro repliche da giovedì 16 a domenica 19 gennaio. Mariotti dirige anche la Tosca del 16 gennaio, mentre nelle date del 17, 18 e 19 gennaio a salire sul podio è Francesco Ivan Ciampa, che con il titolo pucciniano debutta all’Opera di Roma.

Nelle repliche del 17 e 19 gennaio, Tosca è invece interpretata da Anastasia Bartoli, Cavaradossi da Vincenzo Costanzo e Scarpia da Gevorg Hakobyan. Completano il cast Luciano Leoni come Cesare Angelotti, Domenico Colaianni nella parte del Sagrestano e Saverio Fiore come Spoletta. Le scene e i costumi originali di Tosca, disegnati da Adolf Hohenstein, sono stati ricostruiti rispettivamente da Carlo Savi Anna Biagiotti. Luci di Vinicio CheliOrchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. Con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Costanzi.

In occasione del 125º anniversario della prima assoluta di Tosca, la sera della prima verrà scoperta in teatro una targa commemorativa della nascita del capolavoro pucciniano. Per esplorarne e approfondirne la genesi poi, l’Opera di Roma allestisce la mostra Tosca 125: Oltre la scena, con preziosi documenti, bozzetti, fotografie, manufatti e costumi provenienti dall’Archivio Storico Ricordi e dalle proprie collezioni. Un coinvolgente percorso espositivo in sette tappe, che svela le origini di Tosca nell’omonimo dramma di Victorien Sardou ammirato da Puccini; racconta aspetti poco noti del lavoro del compositore, del suo editore e dei suoi librettisti; illustra come vennero concepite scene, costumi e attrezzeria dell’originario allestimento di Adolf Hohenstein; e narra attraverso contributi audiovisivi in che modo il Teatro dell’Opera di Roma abbia ridato vita, nei propri laboratori e sul proprio palcoscenico, alla prima Tosca.

Tosca 125 è curata da Giuliano Danieli, Maria Pia Ferraris, Pierluigi Ledda e Alessandra Malusardi, ed è frutto della collaborazione istituzionale tra Teatro dell’Opera di Roma e Archivio Storico Ricordi, con l’apporto di LeviDigiLab – Fondazione Ugo e Olga Levi per i contenuti audiovisivi. Sarà fruibile gratuitamente prima e durante gli intervalli degli spettacoli, e nel corso delle visite guidate, nella sala-museo al terzo piano del Teatro Costanzi, per l’occasione rinnovata in uno spazio moderno, immersivo e dinamico, che in futuro ospiterà altre esposizioni in dialogo con la programmazione artistica del Teatro.

Con Tosca 125 il Teatro dell’Opera di Roma continua dunque un percorso che coniuga innovazione e sensibilità per la valorizzazione del suo patrimonio musicale e teatrale. Accanto a questi aspetti, è centrale la ricerca di un sempre maggior coinvolgimento del territorio e la collaborazione con istituzioni che si occupano delle fasce più deboli della società. Per questo Tosca, nel giorno del suo 125esimo compleanno, sarà ripresa e diffusa via streaming al Policlinico Gemelli, in diverse realtà legate alla Caritas di Roma – dalla mensa all’ostello “Don Luigi di Liegro”, passando per la casa di accoglienza Santa Giacinta – all’Istituto Romano San Michele, al Teatro Patologico e in altri luoghi. A questi si aggiunge l’Istituto Italiano di Cultura di Londra.

Il capolavoro di Puccini sarà ripreso nella versione della prima assoluta anche in altri due periodi della Stagione in corso. Dal 1° al 6 marzo 2025 il titolo è proposto con la direzione di Daniel Oren, mentre sul palco come Tosca sale la star Anna Netrebko. Accanto a lei, Yusif Eyvazov interpreta Cavaradossi e Amartuvshin Enkbath canta Scarpia. Nelle repliche del 2 e del 5 marzo i rispettivi ruoli sono invece incarnati da Yolanda AuyanetLuciano Ganci e Gabriele Viviani. La terza ripresa del capolavoro di Puccini va infine in scena dal 9 al 13 maggio 2025. A dirigere in questa occasione è James Conlon. Protagonisti Anna Pirozzi nel ruolo di Tosca, Luciano Ganci in quello di Cavaradossi e Claudio Sgura come Scarpia.

Ospitata anche in Spagna, Israele e Giappone, questa produzione di Tosca ricostruisce per lo spettatore odierno la Roma vissuta dal compositore lucchese. «Non ho mai smesso di ammirare la sottigliezza e la cura dei particolari con cui Puccini crea i suoi scenari – dice Alessandro Talevi – e il modo in cui richiedono costantemente un’indagine psicologica profonda da parte di cantanti e regista». Le vedute dell’alba romana dalla terrazza di Castel Sant’Angelo, gli interni dorati di Sant’Andrea della Valle, i rintocchi del Mattutino che Giacomo Puccini aspettava di cogliere all’alba per annotare l’intonazione corretta da inserire in partitura. Seguendo le originali volontà pucciniane, l’allestimento punta a far rivivere al pubblico l’opera così come Puccini la vide per la prima volta.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ al botteghino

Info su https://www.operaroma.it/spettacoli/tosca1gennaio/

 MICHELE MARIOTTI E SERGIO RUBINI INSIEME PER LEOPARDI ALL’OPERA DI ROMA

Musica e poesia si incontrano in un concerto dedicato al poeta dell’Infinito.

Tra i brani in programma, i Kindertotenlieder di Mahler e la Sinfonia Eroica di Beethoven 

Domenica 8 dicembre ore 20.00

Il concerto è trasmesso in diretta su Radio3 Rai 

Le malinconie, le speranze e le disillusioni di Giacomo Leopardi incontrano la musica di alcuni tra i più grandi compositori. Dopo aver diretto il Simon BoccanegraMichele Mariotti torna sul podio del Costanzi domenica 8 dicembre, alle ore 20.00, per il suo primo concerto della Stagione 2024/25, trasmesso in diretta su Radio3 Rai. Per l’occasione, il Direttore musicale della Fondazione Capitolina ha ideato un programma incentrato su Giacomo Leopardi, in cui brani di Schubert, Mahler e Beethoven saranno intervallati dalla lettura di alcuni testi del poeta, recitati dal vivo per l’occasione da Sergio Rubini, per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma.

Una partecipazione straordinaria, quella dell’attore e regista, che anticipa la messa in onda su Rai1 della miniserie evento in due puntate, da lui diretta, dal titolo Leopardi – Il poeta dell’infinito, prevista per il 7 e 8 gennaio 2025. Riflessioni tratte dallo Zibaldone, dai Canti e dalle Operette morali di Leopardi si alternano dunque all’esecuzione dell’Entr’acte n. 3 di Schubert dal dramma Rosamunde, al ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler (baritono solista è Markus Werba) e alla Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica di Beethoven. Prima del concerto, sarà proiettato su uno schermo un estratto dalla miniserie diretta da Rubini. Ospiti in sala alcuni tra i protagonisti della fiction: Leonardo Maltese, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Valentina Cervi e Fausto Russo Alesi

«Volevo costruire un programma capace di dialogare con una serie di letture e di racconti tratti dagli scritti di Leopardi, – racconta Michele Mariotti – cercando di trovare corrispondenze ed echi di certi temi poetici nella musica della sua epoca, come in Schubert e Beethoven, o in autori come Mahler, che pur lontani nel tempo sembrano condividere la sua sensibilità e la sua visione del mondo. Ad esempio Schubert, come Leopardi, viene ancora oggi spesso considerato come un compositore languido, melanconico, mentre era un uomo con una forza interiore incredibile. Mahler condivide invece con il poeta un immenso amore per la vita, che si lega al contempo a una lucida e terribile consapevolezza della tragedia insita nella stessa». 

«Così come ho lavorato con i miei sceneggiatori alla serie televisiva, insieme al maestro Mariotti, che ha voluto questa serata di dialogo tra musica e poesia, ho scelto di raccontare un Leopardi diverso da quello tramandato da una tradizione a volte schematica. – dice Sergio Rubini – Leopardi non era un uomo fragile e triste, schiacciato dalla gobba e ingrigito dalla malinconia. Il suo pessimismo era piuttosto il riflesso di un immenso amore per la vita che lo portava a difendere la libertà, la bellezza, la dignità dell’essere umano contro il potere schiacciante del mondo e della Natura – temi di fronte ai quali il sempre giovane recanatese si rapporta con la forza e il coraggio di un titano. Nel tentativo di far emergere questi aspetti, ho voluto legare alcune riflessioni dello Zibaldone a una serie di letture poetiche tratte dai Canti – alcuni molto noti, come Il passero solitario e Le ricordanze, e altri meno conosciuti, penso a Il sogno -, nonché al racconto a braccio di una delle Operette morali, dove emerge un Leopardi sorprendentemente brillante e spietatamente comico. Il pensiero leopardiano, frutto di un’infaticabile e appassionata indagine sull’animo umano, inviso ai conformisti e incompreso dai suoi contemporanei, risuona straordinariamente attuale per noi uomini del Duemila grazie alla visionarietà di uno dei nostri massimi poeti, patrimonio della storia del nostro Paese, da considerarsi vera e propria icona pop». 

La proposta sinfonica della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma prosegue sabato 22 marzo 2025, con Mariotti che propone Ein deutsches Requiem di Brahms, affiancato dal soprano Carolina López Moreno e dal baritono Derek Welton. Il 28 aprile, invece, il Costanzi ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di primavera di Alessandro Scarlatti in occasione dei trecento anni della morte del compositore. Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Il 10 maggio 2025, James Conlon dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven. La programmazione sinfonica si chiude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Cosimo Manicone

ufficio stampa

cosimo.manicone@operaroma.it 

Paolo Cairoli

direttore della comunicazione

paolo.cairoli@operaroma.it 

VOLTI DEL POTERE – STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA | CONCERTI

Direttore Michele Mariotti

FRANZ SCHUBERT ENTR’ACTE N. 3 da Rosamunde

GUSTAV MAHLER KINDERTOTENLIEDER

LUDWIG VAN BEETHOVEN SINFONIA N. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica”

Baritono Markus Werba

con la partecipazione straordinaria di
Sergio Rubini che legge Giacomo Leopardi

Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma

TEATRO COSTANZI 

domenica 8 dicembre ore 20.00

trasmesso in diretta su Radio3 Rai

 MICHELE MARIOTTI E SERGIO RUBINI INSIEME PER LEOPARDI ALL’OPERA DI ROMA 

Musica e poesia si incontrano in un concerto dedicato al poeta dell’Infinito.

Tra i brani in programma, i Kindertotenlieder di Mahler e la Sinfonia Eroica di Beethoven 

Domenica 8 dicembre ore 20.00

Il concerto è trasmesso in diretta su Radio3 Rai 

Le malinconie, le speranze e le disillusioni di Giacomo Leopardi incontrano la musica di alcuni tra i più grandi compositori. Dopo aver diretto il Simon BoccanegraMichele Mariotti torna sul podio del Costanzi domenica 8 dicembre, alle ore 20.00, per il suo primo concerto della Stagione 2024/25, trasmesso in diretta su Radio3 Rai. 

Per l’occasione, il Direttore musicale della Fondazione Capitolina ha ideato un programma incentrato su Giacomo Leopardi, in cui brani di Schubert, Mahler e Beethoven saranno intervallati dalla lettura di alcuni testi del poeta, recitati dal vivo per l’occasione da Sergio Rubini, per la prima volta sul palco dell’Opera di Roma. Una partecipazione straordinaria, quella dell’attore e regista, che anticipa la messa in onda su Rai1 della miniserie evento in due puntate, da lui diretta, dal titolo Leopardi – Il poeta dell’infinito, prevista per il 7 e 8 gennaio 2025. Riflessioni tratte dallo Zibaldone, dai Canti e dalle Operette morali di Leopardi si alternano dunque all’esecuzione dell’Entr’acte n. 3 di Schubert dal dramma Rosamunde, al ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler (baritono solista è Markus Werba) e alla Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica di Beethoven. Prima del concerto, sarà proiettato su uno schermo un estratto dalla miniserie diretta da Rubini. 

«Volevo costruire un programma capace di dialogare con una serie di letture e di racconti tratti dagli scritti di Leopardi, – racconta Michele Mariotti – cercando di trovare corrispondenze ed echi di certi temi poetici nella musica della sua epoca, come in Schubert e Beethoven, o in autori come Mahler, che pur lontani nel tempo sembrano condividere la sua sensibilità e la sua visione del mondo. Ad esempio Schubert, come Leopardi, viene ancora oggi spesso considerato come un compositore languido, melanconico, mentre era un uomo con una forza interiore incredibile. Mahler condivide invece con il poeta un immenso amore per la vita, che si lega al contempo a una lucida e terribile consapevolezza della tragedia insita nella stessa». 

«Così come ho lavorato con i miei sceneggiatori alla serie televisiva, insieme al maestro Mariotti, che ha voluto questa serata di dialogo tra musica e poesia, ho scelto di raccontare un Leopardi diverso da quello tramandato da una tradizione a volte schematica. – dice Sergio Rubini – Leopardi non era un uomo fragile e triste, schiacciato dalla gobba e ingrigito dalla malinconia. Il suo pessimismo era piuttosto il riflesso di un immenso amore per la vita che lo portava a difendere la libertà, la bellezza, la dignità dell’essere umano contro il potere schiacciante del mondo e della Natura – temi di fronte ai quali il sempre giovane recanatese si rapporta con la forza e il coraggio di un titano. Nel tentativo di far emergere questi aspetti, ho voluto legare alcune riflessioni dello Zibaldone a una serie di letture poetiche tratte dai Canti – alcuni molto noti, come Il passero solitario e Le ricordanze, e altri meno conosciuti, penso a Il sogno -, nonché al racconto a braccio di una delle Operette morali, dove emerge un Leopardi sorprendentemente brillante e spietatamente comico. Il pensiero leopardiano, frutto di un’infaticabile e appassionata indagine sull’animo umano, inviso ai conformisti e incompreso dai suoi contemporanei, risuona straordinariamente attuale per noi uomini del Duemila grazie alla visionarietà di uno dei nostri massimi poeti, patrimonio della storia del nostro Paese, da considerarsi vera e propria icona pop». 

La proposta sinfonica della Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma prosegue sabato 22 marzo 2025, con Mariotti che propone Ein deutsches Requiem di Brahms, affiancato dal soprano Carolina López Moreno e dal baritono Derek Welton. Il 28 aprile, invece, il Costanzi ospita l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori che, diretta da Ignazio Maria Schifani, propone La gloria di primavera di Alessandro Scarlatti in occasione dei trecento anni della morte del compositore. Un progetto del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il Conservatorio di Palermo. Il 10 maggio 2025, James Conlon dirige la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven. La programmazione sinfonica si chiude il 26 settembre 2025, con il debutto di Diego Ceretta all’Opera di Roma con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms – violino solista Marc Bouchkov – e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Dvořák.

Ph. Fabrizio Sansoni

 RICHARD JONES INAUGURA LA STAGIONE DELL’OPERA DI ROMA CON SIMON BOCCANEGRA DIRETTO DA MARIOTTI

 Protagonisti Luca Salsi, Eleonora Buratto, 

Michele Pertusi e Stefan Pop 

Dal 27 novembre al 5 dicembre al Teatro Costanzi

In occasione dello spettacolo esce il nuovo numero della rivista di attualità “Calibano” dedicato al potere 

È il grande regista inglese Richard Jones a firmare lo spettacolo che il 27 novembre inaugura la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma: Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi. La nuova produzione, che segna il ritorno al Costanzi del regista dopo i successi de La dama di picche e Káťa Kabanová, vede impegnato sul podio il direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti. Protagonisti Luca Salsi nel ruolo del titolo, Eleonora Buratto come Maria Boccanegra, Michele Pertusi nella parte del nobile Jacopo Fiesco, Stefan Pop nelle vesti di Gabriele Adorno, Gevorg Hakobyan come Paolo Albiani. A firmare scene e costumi è Antony McDonald, mentre le luci sono di Adam Silverman. Coreografa per i movimenti mimici è Sarah Kate Fahie e maestro d’armi è Renzo Musumeci GrecoOrchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. La serata inaugurale del 27 novembre è trasmessa da Rai Cultura in prima serata su Rai5 alle 21.15 e in diretta su Radio3 Rai alle 18.00. Repliche fino al 5 dicembre. 

Intrighi politici e scontri di classe, passioni irrisolte e bramosie di potere. La storia del primo doge di Genova, Simon Boccanegra, è per Verdi un dramma sulla crisi di un sistema politico, e sul tormento di un uomo diviso tra l’amore per la figlia e il compimento dei propri doveri istituzionali. Una tragedia in cui il mare, cornice onnipresente nell’opera, è sia sfondo di una Genova in tumulto sia riflesso dell’animo inquieto dei protagonisti. Verdi tornò sulla partitura più di vent’anni dopo l’insuccesso di una prima versione, rappresentata a La Fenice di Venezia nel 1857, in un momento di svolta delle proprie concezioni drammaturgiche.  

A interpretare la storia di Simon Boccanegra in questa nuova produzione per l’Opera di Roma è chiamato Richard Jones. Pluripremiato regista britannico – ha vinto nove Olivier Awards e due South Bank Show Awards – Jones lavora da più di trent’anni per i palcoscenici di tutto il mondo. Oltre a mettere in scena spettacoli nei principali teatri londinesi (Royal Opera House, English National Opera, National Theatre, Royal Shakespeare Company e Young Vic), ha collaborato con il MET di New York, i festival di Glyndebourne, Aix-en-Provence e Bregenz, l’Opéra di Parigi, Scala di Milano e, ancora negli Stati Uniti, per Broadway, il New York Public Theatre e il Park Avenue Armory Theatre. Nominato Regista dell’anno dalla rivista Opernwelt Magazine per il suo Giulio Cesare alla Bayerische Staatsoper di Monaco, è inoltre dal 2015 Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico. Tra le produzioni premiate con gli Olivier Awards si ricordano Alcina (Royal Opera House), Hänsel und Gretel (Welsh National Opera) e Lady Macbeth del distretto di Mtsensk (Royal Opera House). Torna al Costanzi dopo aver messo in scena nel 2022 Kat’a Kabanova di Janáček, spettacolo vincitore di un South Bank Show Award. 

Sul podio sale invece il direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti, che ha diretto il suo primo Simon Boccanegra nel 2007, a soli 28 anni, per l’apertura della stagione del Teatro Comunale di Bologna. Nel 2021, è tornato ad eseguire il titolo in forma di concerto, sempre con la stessa orchestra, al Festival Verdi di Parma. 

«Nel Simon Boccanegra di Verdi, amore e potere si trovano crudelmente schierati l’uno contro l’altro. – dice Mariotti – Da una parte la musica esprime un’atmosfera liquida, scura e inafferrabile proprio come gli intrighi del potere, dall’altra, per mezzo del canto isolato di un fagotto o delle oscillazioni cromatiche degli archi, ci commuove. Nel finale del primo atto, ad esempio, Verdi delinea un quadro di inaudita violenza: uno scontro tra patrizi e plebei che sarà interrotto solamente dal pianto del doge che va gridando ‘pace’ e ‘amore’. Ma in un mondo così bieco non c’è posto né per l’amore né per la pace, se non quella che Simon Boccanegra troverà nell’ultimo abbraccio con il mare, che diventerà così la sua tomba».

Premio Abbiati 2017 come Miglior Direttore d’orchestra, Mariotti è ospite regolare dei principali teatri italiani e internazionali, come la Wiener Staatsoper, la Royal Opera House, la Deutsche Oper Berlin, il Festival di Salisburgo e il MET di New York. Nella stagione 2024/25 della Fondazione Capitolina dirigerà la prima delle tre riprese di Tosca firmate da Alessandro Talevi per i 125 anni del capolavoro pucciniano (14 e 16 gennaio 2025), il dittico Suor Angelica/Il prigioniero (23 aprile – 2 maggio 2025), lo Stabat Mater per la regia di Romeo Castellucci (26 – 31 ottobre 2025) e due concerti sinfonici (8 dicembre 2024 e 22 marzo 2025). 

Protagonista sul palco nel ruolo del titolo il baritono Luca Salsi, già apprezzato Simon Boccanegra al Festival di Salisburgo nel 2019 e più recentemente alla Scala di Milano. Interprete di riferimento del repertorio verdiano, ha cantato nei principali teatri al mondo, tra i quali il MET di New York, la Royal Opera House e la Wiener Staatsoper. Torna al Costanzi dopo aver interpretato Michele ne Il Tabarro diretto da Mariotti nel 2022. Accanto a lui, nel ruolo di Maria Boccanegra, il soprano Eleonora Buratto, insignita del Premio Abbiati 2021 come Miglior Cantante e applauditissima Madama Butterfly nella Stagione 2022/23 dell’Opera di Roma. Al Costanzi ha già interpretato la figlia del doge nel 2012, ruolo che poi ha portato nel 2014 in tournée con l’Opera di Roma al Bunka Kaikan di Tokyo, entrambe lo volte sotto la direzione di Riccardo Muti. A cantare Jacopo Fiesco è invece il basso Michele Pertusi che, in questa veste, è già salito sui palchi di Vienna, Torino, Bologna e Parma. Il tenore Stefan Pop è invece Gabriele Adorno. Vincitore di due premi Operalia e di un Oscar della Lirica Young Generation, Pop torna sul palco della Fondazione Capitolina dopo aver cantato nel Requiem di Verdi diretto da Mariotti a febbraio 2023. Nei panni del filatore d’oro Paolo Albiani canta il baritono Gevorg Hakobyan, mentre il popolano Pietro è incarnato dal basso Luciano Leoni

Nelle repliche del 29 novembre, 1 e 4 dicembre, Simon Boccanegra è invece interpretato dal baritono Claudio Sgura, apprezzatissimo Scarpia nella recente produzione di Tosca al Caracalla Festival e di cui tornerà a rivestire i panni, a maggio all’Opera di Roma, nella ripresa di Alessandro Talevi; Maria Boccanegra da Maria Motolygina, soprano al suo debutto con la Fondazione Capitolina; Jacopo Fiesco da Riccardo Zanellato; Gabriele Adorno da Anthony Ciaramitaro, che torna all’Opera di Roma dopo aver interpretato Faust nel Mefistofele che ha inaugurato la Stagione 2023/24.  

La prima rappresentazione è prevista per mercoledì 27 novembre alle ore 18.00. Repliche venerdì 29 novembre (ore 20.00), sabato 30 novembre (ore 18.00), domenica 1 dicembre (ore 16.30), martedì 3 dicembre (ore 20.00), mercoledì 4 dicembre (ore 20.00), giovedì 5 dicembre (ore 20.00). Anteprima giovani domenica 24 novembre (ore 16.30).

In occasione dello spettacolo inaugurale esce il quinto numero di “Calibano”, la rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con effequ che, pubblicata ogni quattro mesi, trae ispirazione dalle opere in cartellone per riflettere sul mondo di oggi. Il nuovo numero collega Simon Boccanegra al tema del potere e si interroga, con contributi che spaziano dalla nonviolenza politica all’antispecismo, dagli algoritmi alla seduzione dell’immagine televisiva, sulle molteplici forme che oggi questo assume. Tra le firme di questo numero Giancarlo De Cataldo, autore di una testimonianza sul potere visto dall’esperienza di un magistrato, e Andrea Tarabbia (Premio Campiello 2019), presente per l’occasione con un racconto inedito. È in programma una presentazione in anteprima dello spettacolo inaugurale e del nuovo numero della rivista venerdì 22 novembre, alle ore 17.30, in Sala Grigia al Costanzi ad ingresso libero. Intervengono il direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti, la giornalista Donata Columbro, il musicologo Giuliano Danieli e il direttore di “Calibano” Paolo Cairoli.  

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

VOLTI DEL POTERE | STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Simon Boccanegra

musica di Giuseppe Verdi

melodramma in un prologo e tre atti

libretto di Francesco Maria Piave e Arrigo Boito

TITOLO INAUGURALE  

DIRETTORE MICHELE MARIOTTI  

REGIA RICHARD JONES  

MAESTRO DEL CORO CIRO VISCO  

SCENE E COSTUMI ANTONY MCDONALD  

LUCI ADAM SILVERMAN  

COREOGRAFIA PER I MOVIMENTI MIMICI SARAH KATE FAHIE

MAESTRO D’ARMI RENZO MUSUMECI GRECO 

PERSONAGGI INTERPRETI  

SIMON BOCCANEGRA LUCA SALSI / CLAUDIO SGURA 29 NOV, 1, 4 DIC  

MARIA BOCCANEGRA (AMELIA) ELEONORA BURATTO MARIA MOTOLYGINA 29 NOV, 1, 4 DIC  

JACOPO FIESCO MICHELE PERTUSI / RICCARDO ZANELLATO 29 NOV, 1, 4 DIC  

GABRIELE ADORNO STEFAN POP / ANTHONY CIARAMITARO 29 NOV, 1, 4 DIC  

PAOLO ALBIANI GEVORG HAKOBYAN  

PIETRO LUCIANO LEONI  

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA  

NUOVO ALLESTIMENTO TEATRO DELL’OPERA DI ROMA  

TEATRO COSTANZI

ANTEPRIMA GIOVANI domenica 24 novembre ore 16.30

PRIMA RAPPRESENTAZIONE MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE ORE 18.00 (turno a)

Trasmessa da RaiCultura in prima serata su Rai5 alle 21.15 e in diretta su Radio3 Rai alle 18.00.

REPLICHE

venerdì 29 novembre ore 20.00 

sabato 30 novembre ore 18.00 (turno d)

domenica 1 dicembre ore 16.30 (turno e)

martedì 3 dicembre ore 20.00 (turno b)

mercoledì 4 dicembre ore 20.00 

giovedì 5 dicembre ore 20.00 (turno c)

Foto di Fabrizio Sansoni