IL TURCO IN ITALIA, PER LA PRIMA VOLTA AL TEATRO FILARMONICO ROSSINI TRA COMICO E SATIRA

In scena per la Stagione Lirica di Fondazione Arena, quattro recite dal 16 al 23 novembre

Dal 16 novembre l’esotico irrompe sul palcoscenico del Teatro Filarmonico: è lo spassoso Turco in Italia, dramma buffo in due atti di Rossini, per la prima volta a Verona dopo oltre due secoli. Tra farsa e moderna commedia, con personaggi memorabili, situazioni esilaranti, belcanto e musica indiavolata, Il Turco in Italia è un prezioso unicum in tutta l’opera rossiniana, grazie allo sguardo metateatrale del Poeta in scena. Scritto in fretta per la Scala sull’onda del successo dell’Italiana in Algeri, ebbe esito sfortunato ma fu tra i primi titoli ad essere riscoperti nel Novecento, per fissarsi nel repertorio grazie a figure come Maria Callas, Gianandrea Gavazzeni, Franco Zeffirelli e Riccardo Chailly. Oltre alle repliche fino al 23 novembre, anche una recita straordinaria in forma ridotta per bimbi e famiglie il 22 novembre.

Una coppia in crisi, un seducente straniero, una ex coraggiosa, un terzo incomodo, un poeta in cerca di ispirazione: Rossini mette in scena l’umanità, fragile, ridicola, appassionata, con un sorriso malizioso e cinico. A Verona, per la prima volta, arriva il colorato allestimento del regista Roberto Catalano con Carlo Lepore, Sara Blanch, Dave Monaco, Fabio Previati, Marianna Mappa, Michele Patti, Matteo Macchioni.

Il Maestro Lü Jia dirige Orchestra e Coro di Fondazione Arena.

Sabato 22 novembre recita straordinaria in forma ridotta per famiglie.

Giovedì 13 novembre alle 18, nella Sala Veranda dell’Accademia Filarmonica, il giornalista e critico musicale Davide Annachini presenterà l’opera in un incontro aperto al pubblico

IL TURCO IN ITALIA

di Gioachino Rossini

domenica 16 novembre ore 15.30

mercoledì 19 novembre ore 19.00

venerdì 21 novembre ore 20.00

domenica 23 novembre ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

“Tutti lo chiedono, tutti lo vogliono”, per parafrasare il suo immortale Figaro, Gioachino Rossini ha soli 22 anni e già 11 titoli nel curriculum, quasi tutti di grande successo oltre i confini dei vari piccoli stati in cui era divisa l’Italia, quando l’impresario del milanese Teatro alla Scala gli commissiona due opere per l’estate 1814, tra cui Il Turco in Italia. Pochi mesi prima, a Venezia e poi in altre città, aveva trionfato L’Italiana in Algeri, e il nuovo titolo comico sembra sulla carta destinato ad altrettanto successo, promettendo lo stesso divertimento in una situazione opposta all’opera precedente. Come spesso accadeva, Rossini lavora in poche settimane sul libretto dell’emergente Felice Romani attinto da un soggetto settecentesco: libertini e turcherie acquisiscono qui uno spessore molto umano, così moderno da sembrare più cinico che giocoso. Già dalla prima del 14 agosto 1814, l’opera non decolla, guadagnandosi una certa attenzione in seguito ma presto eclissata da Barbiere, Cenerentola e dalle opere serie, quindi dal Romanticismo. Nel Novecento segnato dal meta-teatro di Pirandello, quest’opera – dove i personaggi sono studiati tanto dal pubblico quanto dal poeta Prosdocimo, in cerca di un soggetto comico dalla realtà – sarebbe stata recuperata prima di altri titoli del belcanto nella lunga Rossini Renaissance: il direttore Gianandrea Gavazzeni ha in scena Maria Callas già a Roma nel 1950, quindi incide l’opera e la riprende con un cast all-star a Milano nel ’55, in uno spettacolo del giovanissimo Franco Zeffirelli destinato a lungo cammino. L’edizione critica arriva però solo nel 1998 e con essa una nuova ricezione consapevole dell’opera: in questa forma filologicamente aggiornata, Il Turco in Italia arriva a Verona a distanza di oltre 200 anni dalle sue uniche apparizioni nella città scaligera (1817 e 1822).  

La vicenda, originariamente ambientata a Napoli (già capitale dell’opera buffa e immaginario set di Così fan tutte), mostra i capricci di Fiorilla, stanca del marito Geronio tanto da avere un geloso spasimante, Narciso, invaghita dell’altrettanto capriccioso Selim, principe turco appena sbarcato nel golfo (sulle note del Don Giovanni mozartiano, omaggio e parodia di Rossini). Qui sono arrivati anche Zaida, ex promessa sposa di Selim ingiustamente ripudiata, che con l’aiuto di Albazar spera di riconquistare l’amato. In un susseguirsi di incontri, buffi scontri, equivoci e pentimenti, l’ordine naturale viene ristabilito. Il tutto avviene – caso raro nell’opera italiana – sotto lo sguardo vigile e distaccato del poeta Prosdocimo che trova in questa bizzarra umanità il soggetto ideale della sua prossima commedia.    

L’allestimento in scena da domenica 16 novembre alle 15.30 è firmato dal regista Roberto Catalano, al debutto veronese, con scene di Guido Buganza, costumi di Ilaria Ariemme, luci di Oscar Frosio, nato al Teatro Sociale di Rovigo in coproduzione con i teatri di Ravenna, Jesi, Novara, Rimini, Pisa. Qui lo sfondo napoletano e l’orientalismo “posticcio” sono meno rilevanti dell’approfondimento psicologico dei personaggi. Figure moderne, a tutto tondo, portate dal contesto consumistico –pur buffo e colorato– a trattare le persone come oggetti sostituibili, per (ri)scoprire alla fine l’autenticità e l’unicità dell’amore vero.

Per dare vita alle figure del dramma buffo di Rossini servono dunque attori impegnati e raffinati belcantisti, caratteristiche del cast guidato dal basso Carlo Lepore, già protagonista rossiniano nelle ultime produzioni veronesi, qui nel ruolo del titolo, il principe Selim. La volubile Donna Fiorilla è l’applaudito soprano Sara Blanch, il marito tradito l’esperto baritono Fabio Previati, il di lei spasimante Narciso il tenore Dave Monaco (tra i più recenti vincitori del concorso Operalia), Zaida è il soprano Marianna Mappa, Albazar il tenore Matteo Macchioni, mentre il poeta Prosdocimo è il giovane baritono Michele Patti. Sul podio, alla guida dell’Orchestra di Fondazione Arena e del Coro preparato da Roberto Gabbiani, torna al Teatro Filarmonico il Maestro Jia, già direttore musicale a Verona. Dopo la prima, l’opera replica mercoledì 19 novembre alle 19, venerdì 21 alle 21 e domenica 23 novembre alle 15.30.

Dopo il successo de La Cenerentola lo scorso anno, anche Il Turco in Italia avrà una replica straordinaria in forma ridotta e adattata per un pubblico di bimbi e famiglie, sabato 22 novembre alle 15.30 con lo stesso cast e il soprano Vittoriana De Amicis nella parte di Fiorilla.

Il Turco in Italia è il penultimo titolo della Stagione Lirica 2025, ricca di capolavori rari e prime esecuzioni al Teatro Filarmonico: è ancora possibile acquistare i biglietti sul sito https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alle biglietterie dell’Arena – sia in quella centrale di via Dietro Anfiteatro sia nella nuova sede di via Roma.

È inoltre già possibile abbonarsi alle nuove stagioni 2026.

INCONTRO DI APPROFONDIMENTO APERTO AL PUBBLICO

Fondazione Arena conferma gli incontri gratuiti di approfondimento, il giovedì prima del debutto di ogni opera, con grandi nomi della critica musicale nazionale. In collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Verona, giovedì 13 novembre alle 18 nella prestigiosa Sala Veranda (via Mutilati 4), il giornalista e critico musicale Davide Annachini presenterà Il Turco in Italia al pubblico. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

APPUNTAMENTI PER GIOVANI E STUDENTI

La programmazione 2025 di Arena Young comprende spettacoli, incontri e iniziative per bambini, studenti, famiglie, personale di scuole, università, accademie: si comincia con l’Anteprima riservata a studenti e giovani, che potranno assistere alla prova generale di venerdì 14 novembre alle ore 16, preceduta da una presentazione dedicata alle ore 14.30.

Per la rassegna Andiamo a teatro, il mondo della scuola potrà partecipare alle rappresentazioni infra-settimanali al Filarmonico con uno speciale Preludio un’ora prima dello spettacolo: un’introduzione alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, a cura di Fondazione Arena, nella prestigiosa Sala Maffeiana, mercoledì 19 novembre alle ore 18 e venerdì 21 novembre alle ore 19.

Il turco in italia in versione ridotta per bambini e ragazzi

Sabato 22 novembre alle 15.30 al Teatro Filarmonico. Biglietti a 5 e 10 euro

Un’opera grande, con orchestra, coro, tecnici e importanti solisti, anche per i piccoli: Fondazione Arena di Verona propone una versione ridotta de Il Turco in Italia di Rossini, sabato 22 novembre alle 15.30 al Teatro Filarmonico, con biglietti a tariffe speciali: 5 euro per gli under14, 10 euro per ragazzi over14 e adulti.

Le pagine più belle del divertente capolavoro rossiniano presentate in un’agile narrazione della durata complessiva di 70 minuti.

Una moglie capricciosa, un marito esasperato, un affascinante straniero, una ex coraggiosa, un ammiratore scomodo, un poeta in cerca di ispirazione, un amico di cuore: Rossini mette in scena con un sorriso l’intera umanità, fragile, buffa, appassionata.

A Verona i personaggi saranno interpretati da artisti dalla carriera internazionale: Carlo Lepore, Vittoriana De Amicis, Dave Monaco, Fabio Previati, Marianna Mappa, Michele Patti, Matteo Macchioni. Il Maestro Lü Jia dirige Orchestra e Coro di Fondazione Arena, mentre mimi, comparse e tecnici movimenteranno lo spettacolo firmato dal regista Roberto Catalano.

Lo spettacolo è il primo appuntamento della rassegna Musica in famiglia, che proseguirà nei prossimi mesi sempre il sabato pomeriggio: il 20 dicembre lo spettacolo di burattini Notturno con… brio! svelerà i segreti del teatro e i sogni di chi lo fa vivere. Il 14 gennaio debutterà l’inedito Mozart e Salieri GOT TALENT, che all’interno del Festival Mozart a Verona 2026 farà scoprire al pubblico i due compositori in una divertente sfida musicale, mentre il 7 febbraio lo spettacolo DiVERDIamoci condurrà gli spettatori in un viaggio nel tempo a casa di Verdi, in cerca di ispirazione per la sua nuova opera. Il 28 febbraio si esibiranno in concerto i giovani solisti del Conservatorio E. F. Dall’Abaco di Verona, il 7 marzo le arpe e un grande libro illustreranno la fiaba di Mignolina, mentre il 18 aprile tornerà il format Opera in giallo con un’indagine interattiva sui delitti dell’opera Pagliacci. Infine il 30 maggio debutterà in pubblico il nuovissimo Coro di voci bianche di Fondazione Arena.

Sono oltre 70 gli appuntamenti di Arena Young, il cartellone di Fondazione Arena di Verona in cui l’offerta artistica incontra proposte su misura per scuole di ogni ordine e grado. Quelli di Musica in famiglia sono spettacoli pensati per una trasversale partecipazione a teatro di grandi e piccini, con biglietti a tariffe speciali, acquistabili alle Biglietterie di Fondazione Arena (via Roma e via Dietro Anfiteatro, sul sito www.arena.it, sui canali social.

Posti per Il Turco in Italia sabato 22 novembre alle 15.30 acquistabili anche a questo link diretto: https://shop.arena.it/ticketshop/webticket/seatmap?eventId=942&el=true

Info e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel. 045 8051933.

BIGLIETTERIE ARENA DI VERONA

Via Dietro Anfiteatro 6/b 

Aperta da lunedì a venerdì (10.30 – 16.00)

sabato (09.15 – 12.45)

chiusa la domenica

Via Roma 1 

Aperta martedì, giovedì e sabato (10.00 – 18.00)

mercoledì e venerdì (13.00 – 20.00)

domenica (12.00 – 15.30)

             chiusa il lunedì

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

www.arena.it

Punti vendita TicketOne.it

IL DEBUTTO DI CALIXTO BIEITO A ROMA CON IL DITTICO SUOR ANGELICA / IL PRIGIONIERO

L’ultimo capitolo del “Trittico ricomposto” diretto da Michele Mariotti

celebra i 50 anni dalla scomparsa di Dallapiccola

Prima rappresentazione, mercoledì 23 aprile alle 20, in diretta su Radio3 Rai

Lo spettacolo è ripreso da Rai Cultura che lo trasmetterà su Rai5

«Ciò che lega questi due capolavori è la condizione di claustrofobica prigionia che attanaglia e annienta i protagonisti, cui si unisce la loro speranza delusa»

Così Michele Mariotti, Direttore musicale dell’Opera di Roma, racconta la terza e ultima tappa del “Trittico ricomposto”, progetto da lui fortemente voluto e realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago. Dal 23 aprile al 2 maggio al Teatro Costanzi va in scena il dittico formato da Suor Angelica di Giacomo Puccini e da Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola, che segna il debutto nella Fondazione capitolina del regista spagnolo Calixto Bieito.

Il nuovo allestimento vede le scene di Anna Kirsch, i costumi di Ingo Krügler e le luci di Michael BauerOrchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma.

Dopo Il tabarro Il castello del Principe Barbablù e Gianni Schicchi L’heure espagnole, il Trittico pucciniano viene ‘ricomposto’ in un nuovo dittico, che celebra insieme il centenario della morte di Puccini, che cadeva lo scorso anno e attorno al quale è nato questo progetto, e i 50 anni dalla scomparsa di Dallapiccola, avvenuta a Firenze nel 1975. I tre atti unici novecenteschi sono stati scelti anche per assonanza tematica con le altrettante opere del Trittico pucciniano: nel primo accostamento l’incomunicabilità di coppia, nel secondo i drammi familiari, in quest’ultima giustapposizione la violenza e la privazione della libertà espresse attraverso il fanatismo religioso.

«In Suor Angelica – prosegue Mariotti – è commovente vedere come Puccini, con delicate tinte color pastello, descriva un universo femminile composto da donne di differenti caratteri e temperamenti, che il voto preso non può e non deve nascondere. Diversa è l’atmosfera del Prigioniero, la cui indicazione iniziale del compositore, “stridente”, introduce subito in un clima di orrore, delirio e crudeltà. Può una madre sopravvivere al proprio figlio torturato? Può un essere umano avere ancora la forza di sperare nella libertà? Può un’amicizia rivelarsi talmente crudele dopo averti fatto sognare la fine dei tormenti? Queste sono le situazioni descritte dalla musica di Dallapiccola, che alterna momenti di lancinante violenza ad altri più onirici».

Protagonista di Suor Angelica è il soprano Corinne Winters: vincitrice dell’OPER! AWARD 2025 come ‘miglior cantante femminile’, torna a Roma dopo gli straordinari successi dei Dialogues des Carmélites e di Káťa Kabanová. Con lei si alterna Yolanda Auyanet (24 e 27 aprile): il soprano spagnolo, impegnata lo scorso marzo proprio al Costanzi come Tosca, è al debutto assoluto nel ruolo di Suor Angelica. 

Marie-Nicole Lemieux, la zia Principessa, è invece al suo debutto con la Fondazione Capitolina. Completano il cast dell’atto unico pucciniano Annunziata Vestri (Badessa), Irene Savignano (Suora Zelatrice), Carlotta Vichi (Maestra delle Novizie), Laura Cherici (Suor Genovieffa), Ilaria Sicignano (Suor Dolcina), Marianna Mappa (Prima cercatrice), Claudia Farneti (Seconda cercatrice), Caterina D’Angelo (Seconda conversa) e, dal progetto ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Jessica Ricci (Suor Osmina / La novizia), Maria Elena Pepi (Suora infermiera) e Sofia Barbashova (Prima conversa).

Protagonista del Prigioniero è invece il sempre più apprezzato Mattia Olivieri: dopo una carriera internazionale, che lo ha portato a debuttare non solo in Europa, ma anche oltreoceano, al Metropolitan Opera di New York (2003), torna al Costanzi dove ha cantato la prima ed unica volta in Così fan tutte firmata da Graham Vick (2016/17). Il baritono è affiancato da Ángeles Blancas nella parte della Madre e da John Daszak (Il Carceriere/Il Grande Inquisitore) oltre che da Arturo Espinosa (Secondo Sacerdote) e Nicola Straniero (Primo sacerdote), quest’ultimo talento diplomato del progetto ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.

Atto unico affidato esclusivamente a voci femminili, Suor Angelica, con Il tabarro e Gianni Schicchi, compone il Trittico, l’ultimo lavoro compiuto di Puccini. Nato durante la prima guerra mondiale, proprio per questo ha debuttato al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918, e solo dopo in Italia, come desiderato da Puccini, proprio al Teatro Costanzi l’11 gennaio 1919. Le due rappresentazioni diedero luogo a pareri contrastanti. Suor Angelica, la preferita di Puccini tra le tre, fu molto apprezzata a Roma, meno a New York. Il libretto, fallito il tentativo di collaborazione con Gabriele D’Annunzio, è stato affidato a Giovacchino Forzano.

Il Prigioniero è un’opera in un prologo e 1 atto, su musica e libretto di Luigi Dallapiccola, ispirata al racconto La torture par l’espérance di Philippe-Auguste Villiers de l’Isle Adam e al romanzo La légende d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak (1868) di Charles de Coster. Iniziata dal compositore istriano nel 1944, come nel caso de Il Trittico in tempi di guerra, è andata in scena per la prima volta al Teatro Comunale di Firenze il 20 maggio 1950, dopo l’esecuzione radiofonica nell’Auditorium Rai di Torino diretta da Hermann Scherchen. All’Opera di Roma manca dall’unica altra rappresentazione, il 19 febbraio 1964, diretta da Antal Dorati, regia di Luigi Squarzina.

La prima rappresentazione del dittico Suor Angelica / Il Prigioniero, diretto da Michele Mariotti con la regia di Calixto Bieito, mercoledì 23 aprile (ore 20), è trasmessa in diretta su Radio3 Rai e ripresa da Rai Cultura che la trasmetterà su Rai5 in data da definirsi. Lo spettacolo torna in scena giovedì 24 aprile (ore 20), sabato 26 (ore 18), domenica 27 (ore 16.30), martedì 29 aprile (ore 20) e venerdì 2 maggio (ore 20).

LA WALLY, CAPOLAVORO DI CATALANI, IN SCENA AL TEATRO FILARMONICO DOPO OLTRE UN SECOLO

Un’intensa storia d’amore e conflitti tra le nevi delle Alpi, per grandi voci e un’orchestrazione raffinatissima: nello spettacolo di Nicola Berloffa, diversi debutti con i complessi artistici areniani diretti da Antonio Pirolli

Giovedì 13 febbraio alle 18, nella Sala Veranda dell’Accademia Filarmonica, La Wally viene presentata al pubblico in un incontro gratuito con il giornalista e critico Giovanni Gavazzeni

LA WALLY

di Alfredo Catalani

domenica 16 febbraio ore 15.30

mercoledì 19 febbraio ore 19.00

venerdì 21 febbraio ore 20.00

domenica 23 febbraio ore 15.30

Teatro Filarmonico di Verona

La Wally, capolavoro operistico di Alfredo Catalani del 1892, torna a Verona dopo oltre un secolo. Domenica 16 febbraio, alle ore 15.30, al Teatro Filarmonico va in scena una rarità. L’opera, prediletta da Toscanini, Mahler e Renata Tebaldi, richiede voci impavide e una grande orchestra in grado di dipingere una vicenda di forti emozioni all’ombra delle Alpi tirolesi, fra amori contrastati e paesaggi nevosi. L’allestimento del regista Nicola Berloffa per i teatri emiliani arriva a Verona con le scene di Fabio Cherstich, i costumi di Valeria Donata Bettella e le luci di Valerio Tiberi, per interpreti quali Carlo Ventre, Youngjun Park, Eleonora Bellocci, Gabriele Sagona, Marianna Mappa, Romano Dal Zovo. Nel ruolo della protagonista si alternano Eunhee Maggio e Monica Zanettin. Alla guida di Orchestra e Coro di Fondazione Arena, il direttore Antonio Pirolli, già applaudito anche in Arena. Repliche mercoledì 19 febbraio alle 19, venerdì 21 alle 20, domenica 23 alle 15.30.

La Wally è l’ultima e più compiuta opera dello sfortunato ma talentuoso Alfredo Catalani, lucchese come Puccini e di lui quasi coetaneo: formatosi tra la Parigi di fine ‘800 e i salotti scapigliati di Milano, conquistò la fiducia dell’editore Ricordi e la stima di molti contemporanei. Maestro nel creare paesaggi sonori e raffinate elegie strumentali, affidò al librettista Luigi Illica la riduzione di un romanzo di forti passioni di Wilhelmine von Hillern, che sarebbe diventato La Wally, data alla Scala nel 1892 con buon successo. Ma nell’arco di pochi mesi sarebbero arrivati il primo capolavoro maturo di Puccini, quello estremo di Verdi, la concorrenza dei primi astri del Verismo, schiacciando molte opere nuove fin quasi all’oblio. Nel 1893 Catalani sarebbe morto di tisi, appena trentanovenne. Amico e sostenitore, Arturo Toscanini, massimo direttore d’orchestra, con il collega-rivale Gustav Mahler condivideva l’ammirazione per quest’opera (tanto da chiamare due figli Wally e Walter). Opera di grandi voci e orchestre duttili, è stata soggetto di uno dei primi film sonori italiani (1932) e cavallo di battaglia di artiste quali Maria Caniglia, Gina Cigna e Renata Tebaldi, prima di sparire quasi completamente dalle scene italiane. Ma almeno un’aria è rimasta scolpita nella storia e interpretata da primedonne di ogni tempo, quel Ebben ne andrò lontana in cui il velluto di un’orchestra che ricrea le montagne innevate avvolge la volontà di ferro di Wally, disposta all’esilio pur di non piegarsi a un matrimonio combinato.

La storia si svolge nel villaggio tirolese di Sölden: Gellner vorrebbe sposare Wally e si accorda col di lei padre, Stromminger. Ma il cuore di Wally batte in realtà per Hagenbach e, se non potrà sposare chi ama, sceglierà piuttosto l’esilio. Un anno dopo, torna in paese dopo la morte del padre: nella taverna di Afra, che nel frattempo si è fidanzata proprio con Hagenbach, viene da lui ingannata e derisa di fronte a tutti, nella danza del bacio. Umiliata e offesa, Wally per vendetta si promette all’odiato Gellner, in cambio della morte di Hagenbach. Un delitto di cui si pente appena in tempo: in tale situazione estrema, anche Hagenbach capisce di corrispondere l’amore di lei. Ma su di loro incombe sempre la montagna, con le sue tempeste e le pericolose valanghe. Tra le modernità drammaturgiche e tecniche de La Wally c’è anche la creazione di due scene in contemporanea, uno split-screen cinematografico che mostra interno ed esterno, tormenti privati e celebrazioni pubbliche. 

La produzione in scena al Teatro Filarmonico dal 16 al 23 febbraio riprende lo spettacolo di Nicola Berloffa ideato per Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Lucca, che nel 2017 andò a colmare un silenzio di trent’anni dall’ultima messinscena italiana. A Verona l’ultima volta de La Wally fu addirittura nel 1920: le quattro rappresentazioni sono un’occasione imperdibile per ogni appassionato d’opera e curioso, per scoprire un capolavoro del teatro musicale di fine ‘800 ingiustamente dimenticato. Tra le ragioni della rarità del titolo vi è sicuramente l’impegno richiesto alle voci principali: protagonista sarà il soprano coreano Eunhee Maggio (16, 19, 23/2), cui si alterna Monica Zanettin il 21/2. Non da meno la parte del tenore, che è l’areniano Carlo Ventre nei panni di Hagenbach, e del rivale baritono, che è Youngjun Park quale Gellner. Il padre di Wally, Strimminger, è il basso Gabriele Sagona, anch’egli più volte applaudito a Verona, così come Marianna Mappa quale Afra, Eleonora Bellocci nel ruolo en-travesti del giovane amico Walter, eccezionalità musicale per l’epoca, e Romano Dal Zovo quale Pedone. Fondamentale in quest’opera è l’apporto dell’Orchestra di Fondazione Arena che, con il Coro preparato da Roberto Gabbiani, è chiamata a dipingere emozioni e paesaggi con varietà dinamica e timbrica sconosciute a molti coevi di Catalani. Sul podio dirige il maestro romano Antonio Pirolli,apprezzato anche a Verona tanto in Anfiteatro quanto al Filarmonico per l’ampio repertorio sinfonico e operistico.  

La Wally è il secondo titolo della Stagione Lirica 2025, ricca di capolavori rari e titoli in prima esecuzione assoluta al Teatro Filarmonico: è ancora possibile acquistare nuovi carnet e biglietti singoli per ogni data al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.

La Stagione artistica 2025 punta a coinvolgere la città e le diverse realtà associative nella programmazione celebrativa dedicata ai 50 anni del Teatro Filarmonico. Vista l’ambientazione e il tema predominante della montagna entro cui si sviluppano le vicende in scena, Fondazione Arena ha pensato, quindi, di riservare agli iscritti CAI e agli abbonati del Film Festival della Lessinia uno speciale biglietto d’ingresso a 15 euro per le repliche di mercoledì 19 febbraio, ore 19, e di venerdì 21 febbraio, ore 20. Gli interessati, presentando la tessera associativa in biglietteria, avranno accesso alla scontistica riservata.

BCC Veneta si conferma main sponsor della Stagione Artistica 2025 di Fondazione Arena al Teatro Filarmonico.

INCONTRO DI APPROFONDIMENTO APERTO AL PUBBLICO

Dopo il successo del primo appuntamento nella nuova sede, torna l’incontro gratuito di approfondimento, che precede la messa in scena di ogni opera in cartellone, con i grandi nomi della critica musicale nazionale. In collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Verona, giovedì 13 febbraio alle 18 nella prestigiosa Sala Veranda (via Mutilati 4), il giornalista e critico musicale Giovanni Gavazzeni, anche autore del programma di sala, presenterà La Wally, offrendo al pubblico una lettura e una introduzione all’opera. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

APPUNTAMENTI PER GIOVANI E STUDENTI

La programmazione 2025 di Arena Young comprende spettacoli, incontri e iniziative per bambini, studenti, famiglie, personale di scuole, università, accademie, a cominciare dall’Anteprima riservata a studenti e giovani che potranno assistere alla prova generale di venerdì 14 febbraio alle ore 16, preceduta da una presentazione dedicata alle ore 14.30.

Per la rassegna Andiamo a teatro, il mondo della scuola potrà partecipare alle rappresentazioni infrasettimanali al Filarmonico partecipando al Preludio un’ora prima dello spettacolo: un’introduzione alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, a cura di Fondazione Arena, nella prestigiosa Sala Maffeiana, mercoledì 19 febbraio alle ore 18 e venerdì 21 febbraio alle ore 19.

Info e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel. 045 8051933.

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA

Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO

Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it

Call center (+39) 045 8005151

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Punti vendita TicketOne.it

LA WALLY, CAPOLAVORO DI CATALANI, IN SCENA AL TEATRO FILARMONICO DOPO OLTRE UN SECOLO

Per la prima volta a Verona dal 1920, quattro recite dal 16 al 23 febbraio

Un’intensa storia d’amore e conflitti tra le nevi delle Alpi, per grandi voci e un’orchestrazione raffinatissima: nello spettacolo di Nicola Berloffa, diversi debutti con i complessi artistici areniani diretti da Antonio Pirolli

Giovedì 13 febbraio alle 18, nella Sala Veranda dell’Accademia Filarmonica, La Wally viene presentata al pubblico in un incontro gratuito con il giornalista e critico Giovanni Gavazzeni.

La Wally, capolavoro operistico di Alfredo Catalani del 1892, torna a Verona dopo oltre un secolo. Domenica 16 febbraio, alle ore 15.30, al Teatro Filarmonico va in scena una rarità. L’opera, prediletta da Toscanini, Mahler e Renata Tebaldi, richiede voci impavide e una grande orchestra in grado di dipingere una vicenda di forti emozioni all’ombra delle Alpi tirolesi, fra amori contrastati e paesaggi nevosi. L’allestimento del regista Nicola Berloffa per i teatri emiliani arriva a Verona con le scene di Fabio Cherstich, i costumi di Valeria Donata Bettella e le luci di Valerio Tiberi, per interpreti quali Carlo Ventre, Youngjun Park, Eleonora Bellocci, Gabriele Sagona, Marianna Mappa, Romano Dal Zovo. Nel ruolo della protagonista si alternano Eunhee Maggio e Monica Zanettin. Alla guida di Orchestra e Coro di Fondazione Arena, il direttore Antonio Pirolli, già applaudito anche in Arena. Repliche mercoledì 19 febbraio alle 19, venerdì 21 alle 20, domenica 23 alle 15.30.

La Wally è l’ultima e più compiuta opera dello sfortunato ma talentuoso Alfredo Catalani, lucchese come Puccini e di lui quasi coetaneo: formatosi tra la Parigi di fine ‘800 e i salotti scapigliati di Milano, conquistò la fiducia dell’editore Ricordi e la stima di molti contemporanei. Maestro nel creare paesaggi sonori e raffinate elegie strumentali, affidò al librettista Luigi Illica la riduzione di un romanzo di forti passioni di Wilhelmine von Hillern, che sarebbe diventato La Wally, data alla Scala nel 1892 con buon successo. Ma nell’arco di pochi mesi sarebbero arrivati il primo capolavoro maturo di Puccini, quello estremo di Verdi, la concorrenza dei primi astri del Verismo, schiacciando molte opere nuove fin quasi all’oblio. Nel 1893 Catalani sarebbe morto di tisi, appena trentanovenne. Amico e sostenitore, Arturo Toscanini, massimo direttore d’orchestra, con il collega-rivale Gustav Mahler condivideva l’ammirazione per quest’opera (tanto da chiamare due figli Wally e Walter).

Opera di grandi voci e orchestre duttili, è stata soggetto di uno dei primi film sonori italiani (1932) e cavallo di battaglia di artiste quali Maria Caniglia, Gina Cigna e Renata Tebaldi, prima di sparire quasi completamente dalle scene italiane. Ma almeno un’aria è rimasta scolpita nella storia e interpretata da primedonne di ogni tempo, quel Ebben ne andrò lontana in cui il velluto di un’orchestra che ricrea le montagne innevate avvolge la volontà di ferro di Wally, disposta all’esilio pur di non piegarsi a un matrimonio combinato.

La storia si svolge nel villaggio tirolese di Sölden: Gellner vorrebbe sposare Wally e si accorda col di lei padre, Stromminger. Ma il cuore di Wally batte in realtà per Hagenbach e, se non potrà sposare chi ama, sceglierà piuttosto l’esilio. Un anno dopo, torna in paese dopo la morte del padre: nella taverna di Afra, che nel frattempo si è fidanzata proprio con Hagenbach, viene da lui ingannata e derisa di fronte a tutti, nella danza del bacio. Umiliata e offesa, Wally per vendetta si promette all’odiato Gellner, in cambio della morte di Hagenbach. Un delitto di cui si pente appena in tempo: in tale situazione estrema, anche Hagenbach capisce di corrispondere l’amore di lei. Ma su di loro incombe sempre la montagna, con le sue tempeste e le pericolose valanghe. Tra le modernità drammaturgiche e tecniche de La Wally c’è anche la creazione di due scene in contemporanea, uno split-screen cinematografico che mostra interno ed esterno, tormenti privati e celebrazioni pubbliche.

La produzione in scena al Teatro Filarmonico dal 16 al 23 febbraio riprende lo spettacolo di Nicola Berloffa ideato per Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Lucca, che nel 2017 andò a colmare un silenzio di trent’anni dall’ultima messinscena italiana. A Verona l’ultima volta de La Wally fu addirittura nel 1920: le quattro rappresentazioni sono un’occasione imperdibile per ogni appassionato d’opera e curioso, per scoprire un capolavoro del teatro musicale di fine ‘800 ingiustamente dimenticato. Tra le ragioni della rarità del titolo vi è sicuramente l’impegno richiesto alle voci principali: protagonista sarà il soprano coreano Eunhee Maggio (16, 19, 23/2), cui si alterna Monica Zanettin il 21/2.

Non da meno la parte del tenore, che è l’areniano Carlo Ventre nei panni di Hagenbach, e del rivale baritono, che è Youngjun Park quale Gellner. Il padre di Wally, Strimminger, è il basso Gabriele Sagona, anch’egli più volte applaudito a Verona, così come Marianna Mappa quale Afra, Eleonora Bellocci nel ruolo en-travesti del giovane amico Walter, eccezionalità musicale per l’epoca, e Romano Dal Zovo quale Pedone.

Fondamentale in quest’opera è l’apporto dell’Orchestra di Fondazione Arena che, con il Coro preparato da Roberto Gabbiani, è chiamata a dipingere emozioni e paesaggi con varietà dinamica e timbrica sconosciute a molti coevi di Catalani.

Sul podio dirige il maestro romano Antonio Pirolli, apprezzato anche a Verona tanto in Anfiteatro quanto al Filarmonico per l’ampio repertorio sinfonico e operistico. 

La Wally è il secondo titolo della Stagione Lirica 2025, ricca di capolavori rari e titoli in prima esecuzione assoluta al Teatro Filarmonico: è ancora possibile acquistare nuovi carnet e biglietti singoli per ogni data al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.

La Stagione artistica 2025 punta a coinvolgere la città e le diverse realtà associative nella programmazione celebrativa dedicata ai 50 anni del Teatro Filarmonico. Vista l’ambientazione e il tema predominante della montagna entro cui si sviluppano le vicende in scena, Fondazione Arena ha pensato, quindi, di riservare agli iscritti CAI e agli abbonati del Film Festival della Lessinia uno speciale biglietto d’ingresso a 15 euro per le repliche di mercoledì 19 febbraio, ore 19, e di venerdì 21 febbraio, ore 20. Gli interessati, presentando la tessera associativa in biglietteria, avranno accesso alla scontistica riservata.

BCC Veneta si conferma main sponsor della Stagione Artistica 2025 di Fondazione Arena al Teatro Filarmonico.

INCONTRO DI APPROFONDIMENTO APERTO AL PUBBLICO

Dopo il successo del primo appuntamento nella nuova sede, torna l’incontro gratuito di approfondimento, che precede la messa in scena di ogni opera in cartellone, con i grandi nomi della critica musicale nazionale. In collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Verona, giovedì 13 febbraio alle 18 nella prestigiosa Sala Veranda (via Mutilati 4), il giornalista e critico musicale Giovanni Gavazzeni, anche autore del programma di sala, presenterà La Wally, offrendo al pubblico una lettura e una introduzione all’opera. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

APPUNTAMENTI PER GIOVANI E STUDENTI

La programmazione 2025 di Arena Young comprende spettacoli, incontri e iniziative per bambini, studenti, famiglie, personale di scuole, università, accademie, a cominciare dall’Anteprima riservata a studenti e giovani che potranno assistere alla prova generale di venerdì 14 febbraio alle ore 16, preceduta da una presentazione dedicata alle ore 14.30.

Per la rassegna Andiamo a teatro, il mondo della scuola potrà partecipare alle rappresentazioni infrasettimanali al Filarmonico partecipando al Preludio un’ora prima dello spettacolo: un’introduzione alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, a cura di Fondazione Arena, nella prestigiosa Sala Maffeiana, mercoledì 19 febbraio alle ore 18 e venerdì 21 febbraio alle ore 19.

Info e prenotazioni: Area Formazione e Promozione Scuole scuola@arenadiverona.it – tel. 045 8051933.

BIGLIETTERIA ARENA DI VERONA Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Aperta da lunedì a venerdì 10.30-16.00 | sabato 9.15-12.45

Tel. 045 8005151

BIGLIETTERIA TEATRO FILARMONICO Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Aperta due ore prima dello spettacolo

Tel. 045 8002880

biglietteria@arenadiverona.it

Call center +39 045 8005151

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IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Sabato 6 luglio, alle 21.15. Il mese di luglio si apre con i titoli più amati del 101° Arena di Verona Opera Festiva

Il mese di luglio si apre con i titoli più amati del 101° Arena di Verona Opera Festival, anticipando di un quarto d’ora l’inizio degli spettacoli. Venerdì 5 luglio, alle ore 21.15, debutta Carmen, mentre sabato 6 e domenica 7 vanno in scena rispettivamente Il Barbiere di Siviglia e Aida, entrambi con nuovi artisti nel cast.

IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Sabato 6 luglio, alle 21.15, si rinnova la vivace festa rococò nel grande giardino firmato da Hugo De Ana per il capolavoro di Rossini, un labirinto di siepi e rose rosse che diventano magici set interni ed esterni per la vicenda. L’astuto barbiere Figaro aiuterà il Conte di Almaviva, in incognito a Siviglia, a conquistare la bella Rosina, tenuta prigioniera dal vecchio tutore Bartolo, con la complicità dei servi e di Basilio, maestro di musica.

Nei panni del protagonista Nicola Alaimo, applaudito al gala in mondovisione del 7 giugno, fa il suo esordio stagionale così come il Conte del tenore Dmitry Korchak e il Bartolo del baritono-buffo Misha Kiria. Si conferma l’apprezzata Vasilisa Berzhanskaya come Rosina mentre, per una sola eccezionale serata, il perfido Basilio è interpretato dal giovane Riccardo Fassi. Completano il cast Marianna Mappa, Nicolò Ceriani e Domenico Apollonio. Ad accompagnare i frizzanti recitativi e a dirigere Orchestra e Coro di Fondazione Arena, il maestro ellenico George Petrou.

AIDA. Domenica 7 luglio, alle 21.15, l’opera regina dell’Arena chiude la settimana, alla quinta recita dell’originale allestimento “di cristallo” creato per il 100° Festival da Stefano Poda, regista vincitore del Premio Abbiati della critica musicale italiana per il miglior spettacolo 2023. Accanto alla protagonista, Maria José Siri, fa il suo debutto stagionale il mezzosoprano Clémentine Margaine nei panni della principessa Amneris, rivale in amore di Aida. Al centro è Radames, generale egizio, qui interpretato dal tenore Yusif Eyvazov, già applaudito in Turandot. Tornano Igor Golovatenko come Amonasro, re etiope e padre di Aida, e Rafał Siwek come gran sacerdote Ramfis, mentre esordisce il basso Marko Mimica come Re degli egizi. Completano la locandina Francesca Maionchi (sacerdotessa) e Riccardo Rados (messaggero). L’alternanza nel cast internazionale tocca anche il podio: per la prima di due serate, dirige il Maestro Alvise Casellati. Ai complessi artistici di Fondazione Arena, per la visionaria messinscena si aggiunge il lavoro di oltre trecento fra mimi, figuranti, minori, Ballo e Tecnici, a ricreare un Egitto sospeso tra simboli antichi e materiali innovativi, alta moda e arte contemporanea, giochi di luce e inedite trasparenze che valorizzano le linee stesse dell’Anfiteatro, in un viaggio dantesco dalla guerra alla pace.