Il 5 e 6 luglio, Stanislav Kochanovsky alla Fenice dirigerà la musica per balletto di Prokof’ev e Čajkovskij
Stanislav Kochanovsky torna alla Fenice per dirigere un concerto dedicato alla musica per balletto di Sergej Prokof’ev e Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il maestro russo, graditissimo ritorno alla testa di Orchestra del Teatro La Fenice, dirigerà Chout di Prokof’ev e alcuni estratti del Lago dei cigni di Čajkovskij, quest’ultimo proposto nella versione originale del 1877.
Due le repliche in programma al Teatro La Fenice, nell’ambito della Stagione Sinfonica 2024-2025: la prima è fissata per sabato 5 luglio 2025 ore 20.00 (turno S) e sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3; seguirà la replica domenica 6 luglio ore 17.00 (turno U).
Sulla scia del successo della Sagra della primavera di Stravinskij, nel 1914 Sergej Djagilev chiese a Sergej Prokof’ev (1891-1953) di comporre un nuovo balletto. Gli propose di ispirarsi a uno dei racconti popolari raccolti da Alexander Afanas’ev, in particolare da alcune fiabe della regione di Perm: mettendo insieme due di questi racconti fiabeschi, Léonide Massine e Prokof’ev diedero forma al libretto di Chout (una traslitterazione della parola «Sciut», che in russo significa buffone), un libretto in stile farsesco che racconta la «storia del buffone che ne burlò altri sette». Abbozzata nel 1915, la partitura, in sei scene, fu completata nel maggio 1921 a Parigi. Il balletto fu rappresentato con grande successo al Théâtre Municipal de la Gaîté di Parigi il 17 maggio 1921, con i Ballets Russes, la coreografia di Tadeusz Sławińskij, le scene di Mikhail Larionov. Quando Djagilev aveva proposto a Prokof’ev questo soggetto, aveva insistito affinché il balletto avesse «una musica veramente meritevole di chiamarsi russa». E il compositore scrisse una partitura piena di fantasia e di brio, con numerosi elementi tratti dal folklore russo, verso il quale in precedenza aveva mostrato scarso interesse, sfruttando un’orchestra di grandi dimensioni che prevede anche cinque percussionisti oltre che effetti percussivi e metallici affidati al pianoforte e alle due arpe.
Il lago dei cigni è il primo dei grandi balletti di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893), è noto come uno dei testi esemplari del balletto classico; ma fu, inizialmente, il più sfortunato. Rappresentato per la prima volta il 4 marzo 1877 al teatro Bol’šoj di Mosca con la poco fortunata coreografia di Václav Reisinger, questo lavoro segna uno dei traguardi più alti tra le opere čajkovskiane, sia per la frequenza di proposte tematiche, sia per l’assoluto magistero dell’orchestrazione. Il successo internazionale del Lago dei cigni risale alla riedizione del lavoro coreografata per il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo da Marius Petipa, uno dei padri fondatori del balletto russo moderno, e Lev Ivanov nel 1895. Trae soggetto dalla favolistica tedesca sui maghi e dai miti slavi sulle rusalke, fanciulle morte per amore e condannate a vivere nelle acque dei fiumi e dei laghi. La trama racconta infatti del principe Sigfrido, che durante una battuta di caccia incontra uno stormo di cigni che si trasformano in fanciulle, e subito si innamora di una di loro, Odette. Dal crudele incantesimo che costringe le fanciulle a ridiventare cigni durante il giorno Odette può essere liberata soltanto dall’amore di un uomo che le sia fedele. Durante la festa in cui i genitori di Sigfrido vogliono costringerlo a scegliere una sposa, il mago nemico presenta a Sigfrido la figlia Odile, che appare in tutto simile a Odette. Il principe crede che sia Odette, le giura amore, promette di sposarla e troppo tardi si accorge dell’inganno. Nel finale Sigfrido e Odette si incontrano nuovamente sulla riva del lago e muoiono insieme. Non c’è da stupirsi se sentì congeniale la storia dei due innocenti e sventurati amanti, creando un balletto lontano dai modelli del ballett blanc della prima metà dell’Ottocento, da Giselle, da Adam o da Auber. Nella coerenza drammatica, nel respiro sinfonico, nella temperatura emozionale il primo balletto di Čajkovskij si apre a complessità e inquietudini fino ad allora ignorate dal genere, facendole coesistere con una suprema eleganza.
Per approfondire la conoscenza della partitura, è in programma il consueto appuntamento introduttivo: il concerto di sabato 5 luglio 2025 sarà infatti preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle ore 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.
I biglietti per il concerto (da € 15,00 a € 130,00) sono acquistabili nella biglietteria del Teatro La Fenice e nei punti vendita Eventi Venezia Unica, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2722699) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.
Stanislav Kochanovsky
Direttore principale della ndr Radiophilharmonie di Hannover a partire dalla stagione 2024-2025, ha una raffinata personalità artistica che lo ha portato a essere considerato uno dei più brillanti direttori d’orchestra dei nostri tempi. In questi ultimi anni ha debuttato con successo, tra gli altri, con la Royal Concertgebouw Orchestra, i Wiener Symphoniker, la National Symphony Orchestra di Washington e la Cleveland Orchestra, collaborando con solisti come Leōnidas Kavakos, Michail Pletnëv, Nikolaj Lugansky, Maxim Vengerov, Denis Matsuev, Alexei Volodin, Kirill Gerstein, Sergey Khachatryan, Vilde Frang, Truls Mørk, Pablo Ferrández, Matthias Goerne. Nella stagione 2024-2025 continua le sue regolari collaborazioni con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestre de Paris, la Rotterdam Philharmonic, la dr Danish National Symphony Orchestra, la Netherlands Radio Philharmonic Orchestra, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo tra le altre. Nel corso della sua carriera, ha collaborato anche con le principali orchestre russe come la St. Petersburg Philharmonic, la Russian National Orchestra, la National Philharmonic Orchestra of Russia, la Moscow Philharmonic Orchestra e la Mariinsky Orchestra. Con più di trenta opere in repertorio, tra i suoi impegni più recenti figurano La dama di picche ed Evgenij Onegin all’Opernhaus Zürich, Iolanta al Maggio Musicale Fiorentino e Il principe Igor alla Dutch National Opera di Amsterdam, lavorando con registi e cantanti come Tcherniakov, Kosky, Nikitin, Netrebko, Abdrazakov, Borodina, Davidsen, Mattei. Dal 2017 è ospite regolare del Festival di Verbier dove ha diretto opere in concerto (Evgenij Onegin, Rigoletto, Die Zauberflöte, Hänsel e Gretel) e programmi sinfonici con i solisti Lucas Debargue e Mikhail Pletnev. Oltre al repertorio classico, ha diretto opere raramente eseguite e nuove composizioni come il Requiem di Ligeti, l’Azione Prefatoria da Mysterium di Scriabin-Nemtin, il Psalmus Hungaricus di Kodály, l’opera incompiuta di Shostakovich I giocatori, il Silenzio di Myaskovsky, la Sinfonia n. 21 Kaddish di Weinberg e opere di compositori viventi come Dean, Fedele, Broström, Tawfiq, Visman, Campogrande, Escaich, Martinsson, Golijov, Thorvaldsdottir, Tarnopolski, Rääts, Vasks. Ha frequentato la Glinka Choir School nella sua città natale, San Pietroburgo, prima di diplomarsi con lode al Conservatorio Rimsky-Korsakov, dove ha studiato direzione corale, organo e direzione lirico-sinfonica. È stato direttore principale della State Safonov Philharmonic Orchestra e nel 2007 ha iniziato la sua collaborazione con il Teatro Mikhailovsky dove, dall’età di venticinque anni, ha avuto la grande opportunità di dirigere più di sessanta spettacoli di opera e balletto.