Dialogues des carmélites di Francis Poulenc, regia Emma Dante; direttore Frédéric Chaslin per la prima volta in scena al Teatro La Fenice

Per la prima volta a Venezia, va in scena il capolavoro di Francis PoulencDialogues des carmélites (I dialoghi delle carmelitane). Mai rappresentato prima in laguna, questo titolo cardine del repertorio francese andrà in scena in un nuovo allestimento coprodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice con il Teatro dell’Opera di Roma. La messinscena porta la firma della visionaria regista siciliana Emma Dante, che debutta in Fenice, nel contesto di uno staff creativo composto da Carmine Maringola per le scene, Vanessa Sannino per i costumi, Cristian Zucaro per il light design e Sandro Maria Campagna per i movimenti coreografici. La parte musicale sarà affidata a uno specialista di questo repertorio quale è Frédéric Chaslin, alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e di un cast composto per i ruoli principali da Julie Cherrier-Hoffmann, Vanessa Goikoetxea, Juan Francisco Gatell e Anna Caterina Antonacci. Cinque le repliche al Teatro La Fenice, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025: il 20, 22, 24, 28 giugno e 1 luglio 2025. 

 Vetta del teatro moderno, Dialogues des carmélites rievoca la storia delle sedici suore del Carmelo di Compiègne decapitate il 17 luglio del 1794 a Parigi nei giorni del regime del Terrore per non aver voluto rinunciare ai loro voti: un soggetto trasposto nel 1931 nella novella Die Letzte am Schafott (L’ultima al patibolo) di Gertrud von Le Fort, e poi nei Dialogues di Georges Bernanos editi nel ’49, fonte diretta della creazione di Poulenc. L’opera nacque su proposta dell’editore Ricordi a Poulenc, a sua volta dettosi folgorato dalla lettura dei Dialoghi proprio nel corso di un soggiorno romano. Il debutto il 26 gennaio 1957 al Teatro alla Scala di Milano registrò un successo trionfale. 

« È un’opera sulle donne e sulla libertà – così la regista Emma Dante illustra qual è, a suo parere, il punto determinante dell’opera di Poulenc e del dramma di Bernanos da cui è tratto il testo –. Secondo me è il senso di libertà che queste donne ribadiscono, una libertà certo segnata da una fede quasi fanatica. Quando decidono di andare a morire, loro perdono il controllo rispetto alla razionalità. Non siamo di fronte a una scelta razionale, ma a una decisione delirante che va verso una libertà legata sicuramente alla religione e alla fede. La repressione, almeno nella mia lettura, non mi sembra centrale: ho sempre visto quest’opera quasi come una liberazione, e mi sono molto concentrata su queste donne più che sull’evento storico in sé, che è problematico, pieno di stratificazioni e di criticità. Mettendo in scena i Dialogues ho deciso di stare dalla parte delle Carmelitane, che prima ancora che religiose sono donne».

«La musica di Poulenc – spiega il direttore d’orchestra Frédéric Chaslin – un po’ come quella di Mozart, è costruita su elementi che si ritrovano da un’opera all’altra. Ha delle ‘formule’ o dei ‘moduli’ che si rinveniscono sia in un concerto per pianoforte, sia in una melodia o in una sonata. Dunque nel caso delle Carmélites, Poulenc ho usato tanti di questi moduli che si riconoscono al primo ascolto. Per esempio quando parlano le sorelle e soprattutto si fa una predicazione o un sermone, lui utilizza un modulo di canto estremamente regolare, come una preghiera antica. Penso alla scena dove la nuova priora spiega alle sue sorelle quanto difficile sarà il futuro dopo la morte della madre superiore. Per un’altra scena utilizzerà un modulo più drammatico con elementi che ancora una volta si trovano in altri pezzi, esattamente come faceva Mozart quando scriveva le sue opere. È molto diverso per esempio da un musicista come Richard Strauss, che aveva un linguaggio per l’opera e uno per la sinfonica. Questo modo di comporre imprime una personalità molto forte all’opera perché – visto che il dramma succede in due mondi, quello dentro il convento e quello all’esterno – il passaggio da un tipo di musica all’altro ci fa sentire con molto forza dove siamo, nel mondo dello spirito o nel mondo secolare».

            La compagnia di canto di questo allestimento veneziano è composta da Armando Noguera nel ruolo del Marquis de La Force; Julie Cherrier-Hoffmann in quello di sua figlia Blanche; Juan Francisco Gatell in quello di suo figlio Le Chevalier; da Anna Caterina Antonacci nel ruolo di Madame de Croissy, la priora del carmelo; Vanessa Goikoetxea interpreterà Madame Lidoine; Deniz Uzun, Mère Marie de l’Incarnation; Veronica Marini, Soeur Constance de Saint-Denis. Valeria Girardello sarà Mère Jeanne; Loriana Castellano, Soeur Mathilde; Jean-François Novelli, l’Aumônier; Gianfranco Montresor, l’Officier; Marcello Nardis, il primo Commissaire; infine Francesco Paolo Vultaggio interpreterà i quattro ruoli minori di Le Geôlier, Thierry, il secondo Commissaire e Monsieur Javelinot.

            L’opera andrà in scena in francese, con sopratitoli in italiano e in inglese. Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: venerdì 20 giugno 2025 ore 19.00 (turno A); domenica 22 giugno ore 17.00 (turno B); martedì 24 giugno ore 19.00 (turno D); sabato 28 giugno ore 17.00 (turno C); martedì 1 luglio ore 19.00 (turno E).