VOLTI DEL POTERE : LA STAGIONE 2024/25 DELL’OPERA DI ROMA

Il debutto di registi internazionali come Peter Sellars, Romeo Castellucci e Calixto Bieito, oltre al ritorno a Roma di Richard Jones, Deborah Warner, Valentina Carrasco e Pierre Audi. L’omaggio a celebrati coreografi come John Cranko, Pierre Lacotte e Roland Petit. La riproposta di capolavori creativi di Renato Guttuso ed Emanuele Luzzati. L’eccezionale impegno del direttore musicale Michele Mariotti, che propone quattro diverse produzioni operistiche e due concerti. Bacchette come quelle di James Conlon, Henrik Nánási, Rinaldo Alessandrini, Roberto Abbado, Omer Meir Wellber. Grandi voci della lirica come Anna Netrebko, Eleonora Buratto, Angela Meade, Luca Salsi, Corinne Winters, Yusif Eyvazov, Gregory Kunde, Gaëlle Arquez, Erwin Schrott e Ian Bostridge, affiancati da nuove star come Anastasia Bartoli, Mariangela Sicilia, Carlo Vistoli, Mattia Olivieri, Maria Kataeva e Joshua Guerrero. Danzatori come Nicoletta Manni, Friedemann Vogel, Madison Young, Julian MacKay, Javier Rojas, Olga Smirnova, Iana Salenko e Igor’ Cvirko. Titoli del grande repertorio come Simon Boccanegra, Carmen, Tosca, L’italiana in Algeri e Lucrezia Borgia. La prima volta a Roma di un capolavoro barocco come Alcina di Händel. Spazio al Novecento e al contemporaneo con Il prigioniero di Dallapiccola, celebrato nei cinquant’anni dalla scomparsa, e The Turn of the Screw di Britten, oltre alla prima rappresentazione in Italia di Adriana Mater di Kaija Saariaho. Titoli poco frequentati come Il re pastore di Mozart o Il diario di uno scomparso di Janáček proposti al Teatro Nazionale. Concerti sinfonici con direttori come James Conlon, l’emergente Diego Ceretta ed Esa-Pekka Salonen, ospite con la Philharmonia Orchestra di Londra.

È la stagione 2024/25 della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, la cui immagine è stata affidata a un grande artista figurativo come Francesco Vezzoli, scelto in collaborazione con il MAXXI, che ha realizzato una serie di evocative opere volte a rappresentare con la sua dirompente poetica i titoli in cartellone.

«Con la scorsa stagione abbiamo “sconfinato” in territori inesplorati e avvincenti – dice il Sovrintendente Francesco Giambrone -. Con la prossima il nostro sguardo si propone di cogliere nuove sfide e superare nuovi confini, seguendo il fil rouge “Volti del potere”, come suggeriscono le belle e forti immagini create da Francesco Vezzoli. Una proposta artistica che attraversa quattro secoli, dal Barocco ai giorni nostri, esplorando i linguaggi della scena contemporanea, i capolavori del Novecento ma anche il grande repertorio, con una particolare attenzione per il recupero di quella tradizione artigianale che ha reso il nostro teatro e l’arte scenografica italiana celebri nel mondo. Questa nuova stagione si conferma inoltre come un investimento sempre maggiore: più titoli di opera e di balletto, più concerti, più serate di apertura del Costanzi, oltre a eventi in spazi alternativi di straordinaria bellezza come la Nuvola e le Terme di Diocleziano, cui si affianca il Teatro Nazionale. Un teatro in ottima salute, con un bilancio solido e in attivo ormai da tanti anni, con una media di riempimento della sala che supera il 90%, e con tantissime serate sold out, che ci hanno spinto a riaprire dopo anni la vendita dei posti di solo ascolto. Un progetto culturale fondato sulla curiosità e che punta a creare un luogo di riflessione, uno spazio di pensiero critico e libero».

Il cartellone si presenta quindi con 11 nuove produzioni, di cui 9 d’opera e 2 di danza, per un totale di 12 titoli operistici, 7 balletti e 6 concerti. Tre titoli di opera, uno di danza, un concerto e 17 serate complessive in più rispetto allo scorso anno. La stagione sarà seguita, nell’anno del Giubileo, dal festival estivo, la cui programmazione è interamente affidata a Damiano Michieletto: una nuova sfida e un’inedita forma di collaborazione per il regista e il Teatro dell’Opera di Roma, che tra i titoli proposti vedrà una nuova produzione di West Side Story di Bernstein diretta da Mariotti con la regia dello stesso Michieletto.

Sempre molto proficua la collaborazione con la Rai: Rai Cultura riprenderà il Simon Boccanegra inaugurale proponendolo in diretta e il Dittico formato da Suor Angelica di Puccini e Il prigioniero di Dallapiccola, mentre Radio3 trasmetterà tutta la stagione d’opera e di concerti.

«La Fondazione Teatro dell’Opera di Roma propone un cartellone ricco di produzioni nuove e di sfide importanti anche in vista del Giubileo. – dichiara Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e Presidente della Fondazione – Davvero una programmazione di grande rilievo, che valorizza il livello di eccellenza del nostro patrimonio teatrale nel campo dell’Opera, del Balletto e della Concertistica. Rendere la programmazione teatrale accessibile a tutti è una priorità che il Teatro dell’Opera porta avanti con convinzione, scommettendo su progetti per rendere la cultura sempre più partecipata e volta all’inclusione. I teatri stimolano infatti la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e culturale di un territorio, raggiungono varie tipologie di pubblico e diventano collegamento tra generazioni e culture differenti. E, avvicinando la città, sperimentano modi innovativi di fruire dell’arte e di diffonderla. Un importante compito che valorizzando la filiera creativa incoraggia un consumo culturale vivace, diffuso e di qualità».

LA RETE DI COLLABORAZIONI ISTITUZIONALI E IL TEATRO DIFFUSO

La cura nella proposta artistica della stagione procede di pari passo con l’apertura del Teatro alla città. Per questo la rete di collaborazioni istituzionali all’interno di Roma si allarga sempre di più e si arricchisce di nuove relazioni progettuali e di future condivisioni. Con il MAXXI, Musica per Roma, con EUR S.p.A. attraverso EUR Culture per Roma, Romaeuropa Festival, l’Istituzione Università e Concerti, il Teatro di Roma, la Soprintendenza Speciale di Roma, il Museo Nazionale Romano, il Ministero dell’Università e Ricerca, le Università e il mondo della scuola, con Atac, con i quindici Municipi di Roma Capitale, presìdi fondamentali del territorio, e con alcuni pezzi della grande rete diffusa dell’associazionismo culturale e sociale di comunità. Una collaborazione speciale nel 2025 sarà quella con il Vaticano per le attività che riguardano il Giubileo.

Accanto alla stagione ufficiale di opere, balletti e concerti – e alle attività di “Fabbrica” Young Artist Program, della Scuola di Danza e della Scuola di Canto Corale – fioriscono quindi iniziative che si consolideranno ed estenderanno, come Linea Opera, che dopo aver costruito una forte relazione con i tanti territori, troverà spazio all’interno della programmazione di tutte le Anteprime giovani della Stagione. Ma anche Una notte a teatro, che rafforzerà, soprattutto tra i bambini, l’idea che il teatro è come una casa, e Cantamondo, corso di formazione al canto corale per i bambini delle scuole primarie per promuovere il loro processo di integrazione attraverso il linguaggio della musica.

La stagione e tutte le attività della Fondazione sono rese possibili grazie alla collaborazione con i soci privati Camera di Commercio di Roma e ACEA. Così come è fondamentale l’apporto di aziende che da anni – o anche più di recente – hanno scelto di sostenere le attività in qualità di Mecenati e Sponsor: Banca del Fucino, Terna, BMW Roma e Aeroporti di Roma.

LE COPRODUZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI

All’apertura alla città corrisponde uno sguardo rivolto all’Italia e all’Europa: sono state strette collaborazioni con alcuni dei più importanti teatri nazionali e internazionali. Con De Nationale Opera di Amsterdam per Alcina, con la San Francisco Symphony per Adriana Mater, con il Festival Puccini di Torre del Lago per il Dittico formato da Suor Angelica e Il prigioniero; mentre Stabat Mater è in coproduzione con il Grand Théâtre de Genève, Opera Ballet Vlaanderen di Anversa e De Nationale Opera di Amterdam.

OPERA

Il ritorno di Richard Jones con Simon Boccanegra diretto da Mariotti

Dopo i successi de La dama di picche e Kát’a Kabanová, il grande regista inglese Richard Jones torna all’Opera di Roma per l’inaugurazione della Stagione 2024/25 con Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi. Diretto da Michele Mariotti, il nuovo allestimento si avvale di un cast di grandi voci italiane: Luca Salsi nel ruolo del titolo, Eleonora Buratto come Maria Boccanegra e Michele Pertusi nella parte del nobile Jacopo Fiesco. La prima, prevista come di consueto il 27 novembre, è trasmessa in diretta su Rai5 oltre che su Radio3. Repliche fino al 5 dicembre.

Tosca nei 125 anni dalla prima rappresentazione con la star Anna Netrebko

Il più romano dei capolavori di Giacomo Puccini, Tosca, torna al Costanzi per celebrare i suoi 125 anni nel luogo dove è stato rappresentato per la prima volta. Per l’occasione, sono in programma tre riprese dell’opera in tre diversi periodi. Lo spettacolo è proposto con la regia di Alessandro Talevi e le scene della prima rappresentazione assoluta, ricostruite a partire dagli originali bozzetti di Adolf Hohenstein. Nel ruolo del titolo si alternano grandi voci come quelle di Anna Netrebko, Anna Pirozzi, Saioa Hernández e la star emergente Anastasia Bartoli. La prima delle tre riprese va in scena il 14 gennaio 2025, a 125 anni esatti dalla data della prima rappresentazione. Repliche fino al 19 gennaio. Seguono altre cinque recite dal 1° al 6 marzo e tre repliche dal 9 al 13 maggio. Sul podio Michele Mariotti, cui succedono Francesco Ivan Ciampa, Daniel Oren e James Conlon.

Alla corte di Lucrezia Borgia con Valentina Carrasco

Torna al Costanzi, dopo 45 anni di assenza, il capolavoro noir di Gaetano Donizetti tratto dall’omonimo dramma di Victor Hugo: Lucrezia Borgia. La nuova produzione, in scena dal 16 al 23 febbraio, è affidata a Valentina Carrasco, che torna all’Opera di Roma dopo aver inaugurato la stagione 2019/20 con Les vêpres siciliennes. Sul podio è chiamato un esperto belcantista come Roberto Abbado, mentre nel ruolo del titolo si alternano Lidia Fridman, al suo debutto all’Opera di Roma, e Angela Meade, che torna al Costanzi dopo il successo di Ernani nel 2022 e dopo aver cantato la principessa Turandot a Caracalla.

Alcina di Händel per la prima volta al Costanzi

Dopo il successo del Giulio Cesare in Egitto nella scorsa stagione, anche quest’anno il cartellone ospita, dal 18 al 26 marzo, un capolavoro barocco: Alcina di Händel, che a 290 anni dalla sua prima assoluta viene rappresentata per la prima volta al Costanzi. Protagonisti il soprano Mariangela Sicilia e il controtenore Carlo Vistoli, Premio Abbiati 2024 proprio per il Giulio Cesare romano, che tornano insieme sul palco della Fondazione Capitolina dopo lo straordinario successo ottenuto con l’Orfeo ed Euridice di Gluck del 2019, interpretando Alcina e Ruggiero. Il nuovo allestimento, realizzato in collaborazione con De Nationale Opera di Amsterdam, è affidato a Pierre Audi per la regia, mentre sul podio sale Rinaldo Alessandrini, che torna, anche lui dopo il Giulio Cesare, nuovamente al Costanzi per interpretare un titolo barocco.

Il debutto di Calixto Bieito a Roma con il dittico Suor Angelica/Il prigioniero

Terza e ultima tappa del progetto “Trittico Ricomposto”, fortemente voluto dal direttore musicale Michele Mariotti e realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago, questa produzione segna il debutto al Costanzi del regista spagnolo Calixto Bieito. Dopo Il tabarro/Il castello del Principe Barbablù e Gianni Schicchi/L’heure espagnole, il nuovo allestimento, in scena dal 23 aprile al 2 maggio, accosta il titolo centrale del Trittico Pucciniano, Suor Angelica, a un altro capolavoro del Novecento, Il prigioniero di Luigi Dallapiccola, celebrato nei cinquant’anni dalla scomparsa. Interprete di Suor Angelica è Corinne Winters, che torna al Costanzi dopo gli straordinari successi dei Dialogues des Carmélites e di Kát’a Kabanová, mentre la zia principessa è Marie-Nicole Lemieux, al suo debutto con la Fondazione Capitolina. Nel ruolo del Prigioniero è invece impegnato il sempre più apprezzato Mattia Olivieri, affiancato da Ekaterina Semenchuck nella parte della madre. Rai Cultura trasmette lo spettacolo su Rai5. Dirige Michele Mariotti.

Litaliana in Algeri firmata da Emanuele Luzzati

Le colorate e favolistiche scene di Emanuele Luzzati e i costumi di Santuzza Calì sono il segno distintivo della messa in scena del capolavoro rossiniano Litaliana in Algeri che, dal 5 al 12 giugno, è proposto nel celebre allestimento proveniente dal Teatro Massimo di Palermo con la regia di Maurizio Scaparro, ripresa a Roma da Orlando Forioso. Per la prima volta sul podio della Fondazione Capitolina, Sesto Quatrini, mentre protagonista sul palco, nel ruolo di Isabella, è un mezzosoprano in grande ascesa come Maria Kataeva, affermatasi negli anni scorsi proprio per le sue interpretazioni rossiniane e anche lei al suo debutto al Costanzi.

La Carmen secondo Renato Guttuso per la bacchetta di Omer Meir Wellber

La ripresa di una messa in scena d’artista per Carmen, l’immortale capolavoro di Bizet: a essere riproposto al Costanzi, con sette rappresentazioni dal 21 al 28 giugno, è l’allestimento originale dell’Opera di Roma del 1970 con scene e costumi firmati da Renato Guttuso. Per l’occasione, sul podio è chiamato Omer Meir Wellber, prossimo direttore musicale dell’Elbphilharmonie e del teatro lirico di Amburgo, mentre la regia è appositamente commissionata a Fabio Ceresa, al suo debutto al Costanzi. Nel ruolo del titolo una grande star internazionale come Gaëlle Arquez, per la prima volta sul palco della Fondazione Capitolina.

Deborah Warner firma The Turn of the Screw con la direzione di Nánási

Dopo Billy Budd nel 2018 e Peter Grimes nel 2024, la regista britannica Deborah Warner torna al Costanzi firmando un altro capolavoro di Britten, The Turn of the Screw (Il giro di vite), tratto dall’omonimo romanzo breve di Henry James. La direzione musicale del nuovo allestimento, in programma dal 19 al 28 settembre 2025, è affidata alla bacchetta di Henrik Nánási, che torna all’Opera di Roma dopo Il flauto magico del 2017, mentre protagonista nel ruolo del fantasma Quint è il raffinatissimo tenore inglese Ian Bostridge, apprezzato interprete della musica di Britten.

Adriana Mater di Kaija Saariaho in prima italiana con la regia di Peter Sellars

In omaggio alla grande compositrice finlandese Kaija Saariaho, scomparsa nel 2023, l’Opera di Roma porta in Italia per la prima volta la sua Adriana Mater. Per l’occasione, debutta al Costanzi il grande regista Peter Sellars, il quale ha firmato sia la prima messa in scena dell’opera – che ha debuttato nel 2006 a Parigi – sia la sua ripresa del 2023 a San Francisco. L’opera, che racconta del difficile rapporto tra una madre e un figlio nato da una violenza, è ambientata nel corso di una guerra civile. Sul podio è chiamato Ernest Martínez Izquierdo, affermato interprete della musica di Saariaho che ha diretto le rappresentazioni di Adriana Mater all’Opera Nazionale Finlandese di Helsinki e alla Santa Fe Opera. Anche lui debutta al Costanzi. Dal 9 al 16 ottobre 2025.

Lo Stabat Mater di Romeo Castellucci

Per la prima volta il grande regista Romeo Castellucci arriva al Costanzi di Roma firmando regia, scene, costumi e luci di Stabat Mater, su musiche di Giovanni Battista Pergolesi e Giacinto Scelsi. Lo spettacolo, in coproduzione con il Grand Théâtre de Genève, l’Opera Ballet Vlaanderen di Anversa e De Nationale Opera di Amsterdam, è proposto dal 26 al 31 ottobre 2025 nello storico spazio delle Terme di Diocleziano. La direzione è affidata a Michele Mariotti, al suo quarto titolo nel corso della stagione. Cantano il soprano Emőke Baráth e il contralto Sara Mingardo.

La nuova proposta del Teatro Nazionale

Prosegue l’indagine dei repertori meno frequentati con produzioni pensate appositamente per lo spazio del Teatro Nazionale. Il primo titolo in scena, dal 14 al 23 maggio, è Il re pastore, composto da un Mozart appena diciannovenne su libretto di Pietro Metastasio. La regia del nuovo allestimento è affidata a Cecilia Ligorio, che debutta con la Fondazione Capitolina, mentre la direzione a Manlio Benzi. Tra gli interpreti Juan Francisco Gatell.

Segue, dal 18 al 24 ottobre 2025, un dittico che unisce Il diario di uno scomparso di Janáček – in continuità con la proposta del compositore ceco di questi anni, di cui sono state rappresentate Kát’a Kabanová, Da una casa di morti e Jenůfa – e La voix humaine di Poulenc. La nuova regia è affidata ad Andrea Bernard, Premio Abbiati 2024. Protagonisti del primo titolo sono il tenore Matthias Koziorowski e il mezzosoprano Veronica Simeoni. La donna de La voix humaine è invece Anna Caterina Antonacci, già straordinaria protagonista dei Dialogues des Carmélites di Poulenc che ha inaugurato la stagione 2022/23. I due atti unici sono proposti nella versione con pianoforte eseguita da Donald Sulzen.

BALLETTO

Lo schiaccianoci per Natale

È il tradizionale balletto delle feste natalizie ad aprire la stagione di danza. Dal 15 al 24 dicembre torna Lo schiaccianoci di Čajkovksij nella visione coreografica di Paul Chalmer. Gli elementi oscuri e psicologici della trama originale lasciano il posto a una favola amata da grandi e piccoli che racconta di come, allo scoccare della mezzanotte di un magico Natale, i sogni e i desideri della giovane Clara inizino a realizzarsi. Assieme alle stelle romane, i ruoli dei protagonisti sono affidati a Madison Young e Julian MacKay, principals del Bayerische Staatsballett al loro debutto al Costanzi. Per la prima volta sul podio romano la direttrice Andrea Quinn.

Il pipistrello a capodanno

Per capodanno arriva invece Il pipistrello, il balletto umoristico creato nel 1979 da Roland Petit e tratto dall’operetta di Johann Strauss jr., ambientato nella frizzante atmosfera della Belle Époque. Con la supervisione coreografica di Luigi Bonino, l’occasione celebra Petit nel centenario della sua nascita. Nel ruolo della seducente Bella si alternano l’étoile Rebecca Bianchi e la prima ballerina Federica Maine. Dirige l’orchestra Alessandro Cadario. In scena dalla vigilia di capodanno, con repliche fino al 5 gennaio.

La Carmen firmata da Bubeníček

Terzo titolo della stagione di danza è Carmen, proposto dal 26 al 31 gennaio nella lettura di Jiří Bubeníček, commissionato da Eleonora Abbagnato nel 2018 e vincitore del Premio migliore produzione coreografica EuropainDanza 2019. Noto per essere stato uno dei ballerini icona di John Neumeier, il coreografo ceco torna alle origini letterarie di questa storia di passione e morte con novità sui personaggi ma anche sul piano musicale, e con l’inserimento di brani di flamenco eseguiti dal vivo. In scena con il Corpo di Ballo del Teatro, Javier Rojas del Birmingham Royal Ballet, al suo debutto al Costanzi. Sul podio Manuel Coves.

Trittico Contemporaneo alla Nuvola

Forte del successo delle ultime stagioni, la formula del Trittico di danza, tenacemente voluta da Eleonora Abbagnato, quest’anno raddoppia. Il primo appuntamento è alla Nuvola dell’EUR dal 2 al 5 marzo, con una nuova creazione e due lavori del 2023 che arrivano in Italia per la prima volta. La serata si apre con In Esisto di Vittoria Girelli, un lavoro in cui la coreografa italiana ha rivelato la sua matura padronanza del vocabolario coreutico. Si prosegue con S di Philippe Kratz, vincitore del Premio Danza&Danza 2019 come miglior coreografo. La serata si chiude con la creazione di Francesco Annarumma che, sulla Sonata n.1 “The 12th Room” di Ezio Bosso, costruirà le sue Creature.

Nicoletta Manni e Friedemann Vogel per Onegin di Cranko

Torna al Costanzi dopo quasi 30 anni di assenza, il capolavoro di John Cranko tratto nel 1965 dall’omonimo romanzo di Puškin. Onegin, il balletto in tre atti su musica di Čajkovskij, è l’esempio perfetto di “dramma in danza” per genialità narrativa e spessore drammatico. A far rivivere una grande storia d’amore infelice, attraverso passi a due di straordinaria potenza espressiva, per la prima volta al Costanzi l’étoile del Teatro alla Scala Nicoletta Manni con Friedemann Vogel. Dopo la prima del 3 aprile, repliche fino al 9. Sul podio Philip Ellis.

Dawson / Lightfoot – León / Ekman

Il secondo trittico, in programma al Costanzi dal 20 al 25 maggio, porta già nel titolo tre grandi firme della scena contemporanea: Dawson / Lighfoot – León / Ekman. Composto sul ciclo di Lieder di Richard Strauss, Four Last Songs è un lavoro del 2023 di David Dawson che dice di aver “sempre immaginato che i ballerini scendessero all’interno della cupola di una cattedrale, come se fossero angeli” dando corpo alle idee della vita, dell’amore e della morte. Subject to Change è invece una creazione del 2003 di Paul Lightfoot e Sol León. Sull’avvincente musica di Schubert, sei danzatori in un balletto pieno di emozioni, che varia da un duetto opprimente a una vorticosa danza di gruppo. Creato nel 2010, Cacti è il pezzo di maggior successo di Alexander Ekman: un’allegra e sagace parodia degli eccessi nella danza contemporanea. Benjamin Pope dirige per la prima volta l’Orchestra dell’Opera di Roma.

Marco Spada nella ricostruzione di Lacotte

La stagione di danza si chiude con un omaggio a Pierre Lacotte, grande ricostruttore del repertorio, scomparso lo scorso aprile. Dal 25 al 31 ottobre 2025 è in scena Marco Spada, che Lacotte aveva ricreato nel 1981 proprio per l’Opera di Roma con Rudolf Nureyev nel ruolo del protagonista. Balletto del 1857 su musica di Auber con libretto di Scribe, era scomparso dal repertorio dopo la prima a Parigi. Ospiti di questa produzione saranno Olga Smirnova dell’Het Nationale Ballet di Amsterdam, Igor’ Cvirko del Teatro Bol’šoj e Iana Salenko dello Staatballett Berlin. L’Orchestra dell’Opera è diretta da David Garforth.

CONCERTI

Torna all’Opera di Roma anche Esa-Pekka Salonen, per una data straordinaria della tournée della Philharmonia Orchestra di Londra. Il concerto, in programma giovedì 7 novembre 2024, precede l’inaugurazione ufficiale della stagione e accosta la Sinfonia n.1 di Sibelius al Concerto per orchestra di Bartók.

Accanto a questo, sono in programma altri quattro concerti che vedono impegnati i complessi artistici del Teatro: due del Direttore musicale Michele Mariotti, uno di James Conlon e uno di Diego Ceretta.

A questi si aggiunge un concerto barocco.

Si comincia l’8 dicembre, con Mariotti che dirige l’Entr’acte n. 3 di Franz Schubert dal dramma Rosamunde, il ciclo dei Kindertotenlieder di Mahler e la Sinfonia n. 3 Eroica di Beethoven. Il concerto prevede la lettura di testi di Giacomo Leopardi, con Sergio Rubini voce recitante. Il baritono è Markus Werba. Sabato 22 marzo, invece, Mariotti propone Ein deutsches Requiem di Brahms.

Il 28 aprile è ospite l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori diretta da Ignazio Maria Schifani. In occasione dei trecento anni dalla morte di Alessandro Scarlatti, in collaborazione con il Ministero dell’Università e Ricerca e il Conservatorio di Palermo, è proposta la sua serenata La gloria di primavera.

Il 10 maggio, James Conlon sale sul podio del Costanzi per dirigere la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Šostakovič, ricordato nei cinquanta anni della sua morte, e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Beethoven.

Il 26 settembre 2025, infine, il giovane direttore Diego Ceretta debutta all’Opera di Roma accostando il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 di Brahms alla Sinfonia n. 7 di Dvořák. Violino solista Marc Bouchkov.