LA NUOVA STAGIONE DELL’OPERA DI ROMA SI APRE CON IL MEFISTOFELE DIRETTO DA MARIOTTI
IL PATTO FAUSTIANO SECONDO SIMON STONE
Con il dramma di Boito, il pluripremiato regista australiano mette in scena
la sua prima opera in Italia
Dal 27 novembre al 5 dicembre al Teatro Costanzi
Segna il debutto operistico in Italia del grande regista Simon Stone la nuova produzione del Mefistofele di Arrigo Boito che il 27 novembre inaugura la Stagione 2023/2024 del Teatro dell’Opera di Roma. Lo spettacolo – coprodotto con il Teatro Real di Madrid – vede impegnato sul podio il direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti, che affronta il titolo per la prima volta. Protagonisti John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta nella parte di Margherita/Elena e Joshua Guerrero in quella di Faust. Scene e costumi dello spettacolo sono di Mel Page, mentre le luci di James Farncombe. L’Orchestra è quella dell’Opera di Roma, così come il Coro, diretto da Ciro Visco, cui si affianca il Coro di voci bianche del Teatro. L’inaugurazione è trasmessa da Rai Cultura in prima serata su Rai5 alle 21.15 e in diretta su Radio3 Rai alle 18.00.
Nella sua carriera da regista d’opera ha trasformato Violetta Valéry in un’influencer, ambientato la vicenda di Lucia di Lammermoor nel “Rust Belt” americano e raccontato l’amore di Tristano e Isotta tra i grattacieli di New York: al suo debutto a Roma Simon Stone – pluripremiato drammaturgo, regista e sceneggiatore australiano – è chiamato a interpretare, con il suo stile unico, iperrealista e tagliente, il mito mefistofelico che Johann Wolfgang von Goethe lasciò in versi tra il 1772 e il 1832, e che Arrigo Boito trasformò in un dramma monumentale messo in scena per la prima volta nel 1868.
Da giovane descritto come l’enfant terrible del teatro australiano, Stone è oggi tra i registi più richiesti della scena internazionale e le sue produzioni operistiche sono arrivate sui palchi più prestigiosi, dalla Metropolitan Opera House al Festival d’Aix-en-Provence, fino a Salisburgo. Vorace lettore di classici fin dall’adolescenza, Stone ama riscrivere il tragico per il pubblico contemporaneo, prendere il mito e adattarne gli archetipi al nostro presente. Appena ventenne fonda la sua prima compagnia teatrale, guadagnandosi l’attenzione della critica per le sue letture di Ibsen e di Čechov: «Simon Stone conosce la fedeltà all’opera solo in senso molto figurato: riscrive lui stesso i suoi classici, attualizzandoli con una sfacciataggine e una schiettezza spensierata che stupisce ed emoziona» ha scritto di lui la giuria del Premio Nestroy, che lo ha gratificato nel 2015 per il suo adattamento del John Gabriel Borkman di Henrik Ibsen. In Italia, Stone ha debuttato nella prosa nel gennaio 2018 con Le tre sorelle di Anton Čechov (Opera dell’anno per la rivista tedesca Theater Heute) al Teatro Stabile di Torino. Tra le produzioni più recenti, il suo allestimento al Festival di Salisburgo 2023 di The Greek Passion (Řecké pašije) di Bohuslav Martinů, drammatica storia di immigrazione e accoglienza che vede protagonista un gruppo di rifugiati greci e che ha ottenuto grande favore di pubblico e critica. Tra i titoli di prosa, ha firmato Phaedra (National Theatre), Yerma (Young Vic) e The Greek Trilogy (Berliner Ensemble). Anche regista cinematografico, la sua opera prima The Daughter (2015) è stata premiata per la Miglior sceneggiatura non originale agli AACTA Awards; nel 2021 ha poi diretto The Dig (La nave sepolta) prodotto da Netflix e con protagonisti Ralph Fiennes e Carey Mulligan.
«Abbiamo scelto Mefistofele – dice il direttore musicale Michele Mariotti – perché rispecchia perfettamente la nostra idea di teatro: un luogo che parla sia dell’uomo di oggi, fornendo gli strumenti per conoscere più a fondo la nostra realtà e per interpretarla, sia dell’uomo come archetipo, con i suoi valori psicologici atemporali e le sue pulsioni eterne. Boito esalta proprio questo: l’universalità dell’uomo che è in Faust e la sua implacabile tensione a superare i suoi limiti. Per il teatro, inoltre, – conclude Mariotti – è una sfida ma anche una grande opportunità mettere in scena un capolavoro così imponente, che coinvolge tutte le forze interne e le masse artistiche. Sono poi particolarmente felice di lavorare nuovamente con Simon Stone dopo La traviata che abbiamo realizzato insieme a Parigi nel 2019».
Premio Abbiati 2017 come Miglior direttore d’orchestra, Mariotti è recentemente rientrato dalla tournée capitolina in Giappone, dove ha ottenuto un successo personale dirigendo La traviata nella messa in scena di Sofia Coppola e Tosca con la regia di Zeffirelli. Riproporrà il titolo di Puccini nella stagione 23/24 del suo teatro, seguita dal dittico Gianni Schicchi/L’Heure espagnole, Peter Grimes e due concerti sinfonici.
Protagonista sul palco nel ruolo di Mefistofele il basso John Relyea, che ha già interpretato il diavolo nell’opera di Boito nella messa in scena di Alex Ollé del 2018. Apprezzato interprete di ruoli verdiani e wagneriani, Relyea possiede una certa dimestichezza con le figure demoniache: ha cantato Mefistofele nelle opere di Gounod e Berlioz e interpretato Nick Shadow del Rake’s Progress di Stravinskij. Nel 2022 è tornato sul palco della Metropolitan Opera House nei ruoli dell’Inquisitore in Don Carlos, di Boris Timofeyevich in Una Lady Macbeth del distretto di Mtsensk e di Sparafucile in Rigoletto. Faust è invece interpretato da Joshua Guerrero, anche lui al debutto con la Fondazione capitolina: secondo premio al Concorso Operalia nel 2014, ha recentemente cantato su importanti palcoscenici europei (Wiener Staatsoper, Bayerische Staatsoper di Monaco) e internazionali (Lyric Opera Chicago, Santa Fe Opera). Nel doppio ruolo di Margherita ed Elena canta il soprano Maria Agresta: vincitrice del Premio Abbiati 2014, nella scorsa stagione dell’Opera di Roma ha interpretato Giorgetta nel Tabarro di Puccini. Nel ruolo di Marta e Pantalis è impegnato il mezzosoprano Sofia Koberidze, mentre il tenore Marco Miglietta interpreta Wagner. Nereo è Leonardo Trinciarelli (27 novembre e 30 novembre, 3 dicembre) e Yoosang Yoon (29 novembre, 2 e 5 dicembre).
Nelle repliche del 29 novembre e del 3 dicembre, Mefistofele è invece interpretato da Jerzy Butryn, che canta per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma; Faust da Anthony Ciaramitaro, Premio CulturArte al Concorso Operalia 2022; Margherita/Elena da Valeria Sepe, premio New Generation Soprano agli International Opera Awards 2016, e che nella Stagione 2022/2023 dell’Opera di Roma ha cantato nel ruolo di Nedda in Pagliacci, riproposta con la messa in scena di Zeffirelli.
Mefistofele è un’opera in un prologo, quattro atti e un epilogo composta da Arrigo Boito, che ne elaborò il libretto partendo dal Faust di Goethe. Con questo lavoro, il ventiseienne scapigliato si proponeva di rinnovare la formula del melodramma, ma la sua prima versione, andata in scena al Teatro alla Scala nel 1868, si risolse in un fiasco clamoroso. L’opera fu quindi rielaborata e ridotta ulteriormente, e ripresentata al Teatro Comunale di Bologna nel 1875. A Roma, la prima rappresentazione avvenne al Teatro Costanzi il 29 ottobre 1887, mentre l’ultimo allestimento a cura della Fondazione Capitolina risale al marzo 2010, con la regia di Filippo Crivelli e la direzione di Renato Palumbo.
La prima rappresentazione si terrà lunedì 27 novembre alle ore 18.00. Le repliche sono previste per mercoledì 29 (ore 20.00) e giovedì 30 novembre (ore 20.00), sabato 2 (ore 18.00), domenica 3 (ore 16.30) e martedì 5 dicembre (ore 20.00). L’anteprima giovani è in programma per sabato 25 novembre ore 18.00
Ogni rappresentazione è in lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese.
Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino.